Prove da Essen: Aibindrye di ritorno dall'isola che non c'è

Report di cinque giorni trascorsi alla fiera dei giochi da tavolo svoltasi ad Essen. Ecco tutti gli incontri ed i giochi provati dal goblin AiBi. Buona lettura!

Approfondimenti
Giochi

È il mio quarto anno.
È la mia quarta Essen.
Sorrido beffardo al destino che mi ha voluto di nuovo di stanza a Dusseldorf (per lavoro) proprio da alcune settimane, mentre nel treno regionale di mercoledi pomeriggio vedo scorrere distese verdi e penso che finalmente "è giunta l'ora". I cancelli del Paradiso stanno per aprirsi. Il calore dei tanti amici sparsi per il mondo mi avvolgerà e la meraviglia di occhi felici, risate sincere e qualche cinghialotto di contorno mi accompagnerà fino a domenica sera.
Poi penso che domenica sera, presto o tardi, arriverà e un velo di tristezza si fa largo.
Giusto in tempo perchè il treno finisca la sua corsa. Si scende.
Sono pronto per questa nuova avventura.

MERCOLEDÌ

Per la prima volta riesco ad apprezzare il gigante complesso fieristico nella sua operosa frenesia, senza calca, senza l'eccitazione data da meeple medievali o dadi rotolanti. Mi addentro tra gli stand dove banchi ancora vuoti campeggiano e si mettono a punto i preparativi. Decido quindi di andare nel mio rifugio "segreto", nell'angolo prediletto in cui passerò anche quest'anno gran parte del mio tempo: la Halle 7. È lì che trovo spesso le idee più interessanti ed è lì che quest'anno sono anche i miei amici della Japon Brand. È ora di ritirare qualche preordine. Già.

Non trovo Hisashi quest'anno (mi dicono essere in fiera solo come turista), né quel geniaccio di Bakafire, ma colgo l'occasione per salutare Kuro e fargli i complimenti per il suo capolavoro The Ravens of Thri Sahashri. È visibilmente sorpreso e contento, mi chiedo come possa essere possibile che nessuno mai gli abbia confessato in gran segreto che è un "signor" designer, ma lascio lì i miei pensieri e mi faccio autografare la copia di Unicornus Knights da lui e Kanai. Ritiro Alchemidus e Defense of Three Kingdoms e vado allo stand di fianco, alla TBD (Taiwanese Boardgame Designers). Qui c'è Smoox, che da un paio d'anni è il mio riferimento per i giochi in uscita al Tokyo Game Market e con cui spesso scambio pareri via mail. Lo incontro quest'anno per la seconda volta, ma promettendogli una visita alla prossima fiera in Giappone (incrociando le dita). Ritiro Round House, i KS di Far East War 1592 e Guns and Steel, il preordine di Flow of the History e lo Sweet Nose che avevo segnalato come anteprima e vado via. Mi perdo tra i padiglioni, passo a salutare facce conosciute da Giochi Uniti e becco il mio amico Alberto (Giullare Barbuto). Me lo sbaciucchio un po' prima di raggiungere la giullaressa, che è lì vicino col compagno GrandeMu e Mr. MichyLo (altresì detto Luca). È l'occasione giusta per iniziare a provare qualcosa. Siamo nella Halle 1. C'è vicino lo stand della Cranio. Lorenzo il Magnifico sia.

- LORENZO IL MAGNIFICO - Voto dopo due turni di partita in 3 giocatori: 7.5
Al tavolo con Alberto e Michele (GrandeMu) assistiamo alla spiegazione, ovviamente esemplare, di uno degli autori. Dopo poco siamo pronti a partire e ci addentriamo in questo peso medio/massimo di gestione dadi che ci restituisce un ottimo sapore. Come apparso fin da subito, ha echi importanti provenienti dai precedenti giochi del trio autoriale (GAH e Marco Polo), ma riesce a non assomigliare a nessuno dei due conservando un'identità propria. Ci sono le torri su cui sarà possibile acquistare carte (di 4 tipologie differenti) che andranno a far parte del proprio motore di gioco; c'è un interessante tracciato "fede" che ti costringe a non mollare mai la presa, o son malus addosso tutta la partita, ci sono simpatici omini color lavanda pronti a gestire l'eventuale sorte avversa e, lì in mezzo, belli paciosi, 3 grandi dadi che rappresentano il valore virtuale dei lavoratori in proprio possesso. Innovativo, originale, futuristico? No. Piacevole, appagante, ben strutturato? Certamente. Ho dimenticato di ritirare il preordine il venerdì e quindi mi tocca aspettare Lucca, ma dovrebbe solo clamorosamente fallire la prova su strada post-fiera per non entrare in collezione.

- ALCHEMIDUS - Voto dopo una partita completa in 4 giocatori: 7
È sera. Siamo a cena. Quel curiosone di Alberto proprio non ce la fa a resistere al richiamo di quella piccola scatolina nascosta tra i miei preordini e mi chiede di intavolare questo "famoso" giochillo di cui tanto ho parlato nei giorni precedenti la fiera. Pronti-via e il gioco è bello che setuppato: 5 carte-azione divise in 3 categorie (Prendi dado, Rimuovi dado, Cambia valore del dado), 2 dadi argilla, 1 ferro e i 2 in oro che rappresentano il traguardo finale. E' il momento in cui la capoccia di Mu sbatte contro il tavolo, le tempie di Luca scoppiano manco ci fosse Michy a strillargli addosso e la giullaressa infonde autostima all'amato barbuto che inizia a tirar fuori numeri a caso (abbiamo poi scoperto che giocandoli al lotto saremmo diventati milionari al punto da poter fare pledge doppio, addirittura, del prossimo KS di Kingdom Death Monster!). A turno canniamo qualche soluzione ma già al secondo round ingraniamo e con soddisfazione qualche punticino lo portiamo a casa. Tutti soddisfatti, meno Botolo che avrebbe voluto quantomeno sgranocchiare qualche dado. Gioco promossissimo per me, promosso per i giullari, "ma che gioco era?" per Luca e trauma cranico per Michele.

GIOVEDÌ

Il primo giorno (ufficiale) di fiera vuoi che non inizi con qualche intoppo? Che io ricordi non è mai andata diversamente ed anche quest'anno ci sono disagi e ritardi considerevoli sulla tratta ferroviaria da Dusseldorf e quindi ripasso per bene tutti gli appunti preparati per l'occasione (l'intera mappa stampata con annotazioni a penna degli stand/giochi sotto osservazione, innumerevoli fogli excel divisi per priorità, padiglioni, demo, carta, sasso, forbice e classifica avulsa). Bene. Arrivo ad Essen che ho già mal di testa. Come ogni anno, il giovedi mattina lo dedico alle "missioni impossibili", tipo cercare le espansioncine introvabili o in poche copie (Race to Rhine 1944, Oh my Goods, Keyflower, il Deutscher Spielepreis 2016, ma ho lasciato lì Small City e CliniC perchè troppo costose), comprare giochi di editori improbabili (Fold it, che però avevo preordinato via mail, come leggerete in seguito, Tofu Kingdom, What's up) e andare a ritirare il resto dei preordini (Solarius Mission e North American Railways alla Spielworxx, Pax Renaissance da zio Phil, Flamme Rouge e Honshu da Lautapelit). Finisco passando da Stronghold per comprare il primo obiettivo rimastomi in fiera: Terraforming Mars (a cui aggiungo Fog of War e City of Spies 1945). Con Alberto, Michele e Luca decidiamo di sederci a provare qualcosa:

- FOG OF WAR - Voto dopo una spiegazione degna del teatro dell'assurdo e qualche turno di gioco sui generis: 7
Il dimostratore, come discusso quel giorno, sarà stato chiaramente abbandonato lì a qualche precedente fiera e si è imbucato allo stand Stronghold per non essere trasferito in qualche cella sotterranea della Westfalia. Del gioco sapeva meno di Agzaroth, che infatti "ci ha aiutato" nella prova grazie alla sua anteprima. Con GrandeMu come compagno mi tocca prendere i tedeschi, dall'altro lato Alberto alterna silenzi ed "OOOK" con preoccupante sincronismo, che ci fa dubitare del fatto che stia veramente capendo la spiegazione ed infatti chiederà i dadi, dei parastinchi e un bicchiere di vino per iniziare la partita, poi! Superata questa fase ci resta l'idea di un gioco veramente valido, con un bluff intrigante e una pianificazione di azioni e reazioni pimpante e varia. Giochiamo a caso, purtroppo non possiamo fare di meglio e quindi molliamo tutto e andiamo via, ma vuoi mettere le risate???

- FOLD IT - Voto di stima e d'affetto: 6
Attratti come sempre dal padiglione della Korea boardgames (come dimenticare la partitona dell'anno scorso con anche Ramona e Davide ad un gioco che ho già fortunatamente rimosso?!?) proviamo prima il dimenticabilissimo Sherlock 13 (voto 5 perchè siamo buoni) per poi gustarci il piatto forte della mattina, della giornata, della fiera, forse senza esagerare dell'intero anno solare. Forse. Fold it (preordinato in ben 12 copie, per il solo gusto di vedere gli occhi supplicanti delle migliaia di giocatori, dopo il soldout, pronti a offrirci la luna perchè rivendessimo la nostra preziosa copia a peso d'oro) è un gioco con un bel gimmick (grazie Nakedape!) attorno a cui ruota la meccanica principale: abbiamo una tovaglietta di materiale, spero, resistente, divisa in 16 quadrati (4x4), in entrambi i lati. In ogni riquadro c'è una pietanza diversa. Ad ogni turno si gira una carta (qualcuno ha detto Fantascatti?) rappresentante una combinazione di 3 o 4 pietanze e tutti cercano di piegare la tovaglietta, con una frenesia che li renda il più ridicoli possibile, lasciando visibili solo quelle pietanze che sono sulla carta. Un'idea folle. Un gioco da avere a tutti i costi. Ma non ditelo a quel brutto ceffo di Kenparker...

- CRY HAVOC - Voto dopo qualche turno in 4 giocatori: 7.5
Dai koreani passiamo allo stand della Portal che è di fronte, aspettiamo non poco e infine riusciamo a provare questo gioco presente in parecchie delle nostre wishlist. Spiegazione chiarissima, gioco asimmetrico dove 4 fazioni distinte (siamo in 4 al tavolo) si giocano la vittoria cercando di sfruttare al massimo le potenzialità della propria razza. Originale il sistema di risoluzione delle battaglie, laddove si sposta il focus dalla plancia centrale ad una apposita, con 3 differenti aree, dove si giocheranno 3 "maggioranze" distinte impiegando le armate che erano entrate in scontro. Originale, ma che non mi ha entusiasmato, troppo astratto, poco avvincente forse. Non so di preciso perchè, ma la partita non mi ha restituito quelle emozioni che mi aspettavo da questo titolo. Forse la grafica per me bruttina, forse il costo per me eccessivo, forse il continuo paragone che scaturiva nella mia mente con il riferimento più o meno prossimo per questo tipo di giochi (Caos nel Vecchio Mondo) mi hanno fatto apprezzare oggettivamente quanto di buono il titolo poteva offrire (il deck-building, gli edifici differenziati, a modo suo l'originalità della battaglia stessa) ma finita la prova non avevo alcuna voglia di acquistarlo. Ah, ovviamente gli amanti degli american ne stiano alla larga.

- CRAZY KARTS - Voto dopo una partita completa in 6 giocatori: 4
Stesso stand, un tavolo con una copia gigante di Crazy Karts ci attende. Siamo in 6: Io, Alberto, Vale, Luca, Michele e il simpatico dimostratore che accetta di partecipare con noi. Io sono in squadra con Vale! Gioco di corse in cui si gioca a coppie, con la particolarità che il totale delle azioni possibili per pilotare il mezzo, è diviso tra le plance dei due giocatori della stessa squadra, che però non potranno parlare per organizzarsi. In tutto ciò la programmazione (segreta) delle azioni è temporizzata al momento in cui la prima coppia finisce la propria. Detto così sembrerebbe essere un caos totale. E infatti è il caos più totale! Se vendessero nella confezione anche i fantastici amici con cui ho diviso quest'esperienza lo comprerei senz'altro. Purtroppo non è così e allora il voto scende di brutto. Peccato.

- TOPOUM - Voto dopo una partita completa in 4 giocatori: 8
Dopo una sortita solitaria allo stand dei russi di GaGa Games a provare Steel Arena (voto 5, gioco noioso e piatto), arrivo col giullare Alberto allo stand della Looping Games a ritirare il mio preorder di Topoum, uno dei giochi che personalmente attendevo con maggiore ansia. Ci sediamo al tavolo con una coppia di ragazzi intenti a provare il gioco e, dopo una chiacchierata in italiano con il simpatico autore spagnolo, partiamo spediti a manovrar talpe! Il gioco è astrattissimo, nonostante una grafica ed un'ambientazione superba. Ad ogni turno l'obiettivo è avere la più lunga linea di vista (cioè fila di esagoni liberi) tra la talpa attivata in quel turno ed un'altra presente sulla plancia. Per far ciò si posizionano/spostano gli esagoni-tana e si eseguono le azioni delle carte dalla propria mano o da terra, sempre presenti a costo (in punti vittoria) decrescente. Semplice, originale, divertente, anche abbastanza tosto. Ci è voluto un po' per entrare in partita, ma poi mi sono ripreso e sono finito solo duemilaottocentoquarantasei punti dietro Alberto, che nel frattempo era già alla sua terza partita di fila! Gioco stra-promosso e dedica del disegnatore ad impreziosire la mia copia nuova di zecca.

VENERDÌ

Arriviamo a venerdì mattina e pian piano "tutti gli amici vengono al pettin.." ehm vabbè, a prescindere dal pettine, ribecco finalmente Alessandro (Kenparker), fido compagno di scorribande in terra teutonica (al pari di Renberche che però quest'anno è rimasto a casa purtroppo). Il buon Peppe74 mi chiede se ho voglia di provare l'ultima fatica di Wallace, e chi sono io per sottrarmi a questo "arduo" compito?!? Andiamo.

- THE ARRIVAL - Voto dopo qualche turno in 3 giocatori: 8
Eccolo il gran ritorno di Sir Martin da lontanolandia, come ormai non ci speravo più. Gioco che prende spunto da un suo precedente lavoro (come se non l'avesse mai fatto, poi!), ma che riesce a sorprenderci al tavolo, grazie ad alcune trovate originali pur in quel suo stile vintage che lo contraddistingue. In un mondo fantasy, difficilmente immaginabile a dire il vero, ci sono dei demoni che dal Nord calano su tutta la mappa e inevitabilmente interferiranno coi piani di espansione dei giocatori al tavolo. Anzi, saranno guidati di volta in volta dai giocatori mediante appositi token, grazie ai quali essi riusciranno ad inviarli ai nemici per attaccarli! Da un lato quindi un gioco di maggioranze, con il proprio "reame" in continua espansione e punti macinati grazie alla diffusione e grandezza degli avamposti piazzati; dall'altro invece il continuo combattere e fronteggiare i demoni mandati dagli avversari, che però possono garantire un notevole bottino di punti se sconfitti, laddove si è in possesso di token-armature sufficienti. A margine, ma non troppo, una prima fase del turno in cui si pescano carte da tre mazzi scegliendole osservandone il retro che indica quali aree del nostro reame andremo a potenziare grazie ad esse (possono donarci armi, token-demoni, edifici, possibilità di utilizzare tasselli speciali e così via). Un mix molto ben amalgamato, rapido, con la gestione "ambivalente" che ricorda in qualche modo giochi precedenti di Wallace ma riesce ad essere una novità nel panorama attuale. Preso da entrambi, oltre che da Kenparker che arriva a fine partita, giusto in tempo per qualche siparietto con i dimostratori e infilare la sua copia nella borsa, sulla fiducia!

- GREAT WESTERN TRAIL - Voto dopo un paio di turni in 4 giocatori: 5
Decidiamo che anche uno dei più attesi giochi della fiera (come sarà poi dimostrato dalla classifica FairPlay) vada provato nonostante le lunghe code e quindi ci mettiamo in fila e aspettiamo quasi un'ora per trovare il nostro posto al sole allo stand della Eggert. Ammetto di essere partito prevenuto avendo raccolto abbastanza informazioni in merito al gioco che mi facevano stare sul chi va là e la spiegazione (confusa, manchevole, breve e disordinata) non fa che spingere all'estremo la mia avversità nei confronti dell'ultima fatica di Pfister. Purtroppo dopo Mombasa, l'autore ha portato all'estremo la sua idea di game design, infarcendo ogni aspetto del gioco di combo, punti, collegamenti, e chi più ne ha più ne metta. C'è davvero tanta tanta roba in questo gioco, senza che questo sia necessario o dia una profondità necessaria al tutto. Lascia solo disorientati. E la meccanica principale del gioco, quel camminare lungo binari predefiniti costruendo edifici, ma con l'impiccio di quelli degli altri tra i piedi, non mi ha convinto. Sicuramente lo proverò ancora per chiarirmi le idee, ma la prima impressione non è stata positivissima.

- ICE COOL - Voto dopo qualche schiccherata a caso: 4
Partiamo dalle cose positive di Ice Cool: ha riunito attorno al tavolo me, Massy, Salvo e Angelo che son venuti da Roma apposta per giocare con me (e accidentalmente si son trovati la fiera tra capo e collo, diciamolo). Poi resta il gioco, nonostante il trailer fighissimo e l'hype schizzato a mille nei giorni precedenti la fiera, non riesce a catturarci appieno. Noi, patiti delle schiccherate a PitchCar, saremmo stati ben intenzionati a comprarne una copia, ma l'impressione è che il gioco si lasci giocare una volta, si sorrida forse ancora alla seconda, ma non si avrà voglia di arrivare ad una terza partita, vista l'inconsistenza regolistica e la mappa fissa che non aiuta di certo in quanto a longevità.

- SPONSIO - Voto dopo una partita completa in 4 giocatori: 6
Il geniaccio di Hack Trick torna quest'anno in fiera con Vikingdoms (comprato sulla fiducia al suono del gong, domenica sera) e questo Sponsio, che Angelo ha ben in alto nella propria wishlist e decidiamo così di provare. Una fase di scommesse che ricorda Wizard ed una briscola potenziata. Il gioco in sè é molto ben congegnato e rapido. Un altro piccolo grande gioco che merita sicuramente una prova. Personalmente la meccanica della scommessa ad inizio turno, riguardante i punti che si prevedono di fare durante il gioco, non mi piace molto e questo mi fa restare più tiepido degli altri al tavolo.

- CRISIS - Voto dopo una partita completa in 4 giocatori: 6.5
Molta attesa per questo gioco, di recente finanziato su Kickstarter e con una grafica molto particolare, cupa e originale. Sempre lo stesso quartetto ai nastri di partenza, spiegazione veloce per un gioco che nel suo scheletro è un piazzamento lavoratori molto basico. Uno Stone Age sotto steroidi, vista la possibilità di scegliere tra ben 14 spazi azione differenti e con l'aggiunta simpatica delle carte evento che ad inizio turno affliggono tutti i giocatori al tavolo, modificando/potenziando alcune delle regole base. La particolarità del gioco è data dai due tracciati "punteggio" e "crisi" che costringono a giocare col fiato alla gola puntando a raccogliere punticini ad ogni turno per non rischiare la bancarotta prima della fine prevista. Ed infatti la nostra partita dura solo 2 turni a causa di una partenza lenta e del livello "HARD" scelto con impavido fare sbruffone!! Restiamo convinti che qualche regoletta ci sia sfuggita, ma il gioco comunque ci lascia insoddisfatti non riuscendo a portare quel tocco di novità che sembrava poter avere. E poi con Massy al tavolo che si lascia fregare le azioni che gli servono da me, come un pollo e fa collassare il sistema economico apposta.. madovevolevamoannà??

- PAPÀ PAOLO - Voto dopo un paio di turni in 4 giocatori: 6.5
Arriva Kenparker che, come i tori col rosso, quando vede Quined perde il senso della ragione e ci sediamo a provare questo gioco dall'ambientazione particolare. Certo verrebbe da chiedersi dove hanno letto che Paolo fosse un nome tipicamente napoletano, ma vabbè.. Il gioco, di non particolare complessità, mescola una serie di meccaniche interessanti: c'è una selezione tiles su una griglia 5x5 che consente o di aggiungere stradine/clienti nei pressi del proprio ristorante o di effettuare una azione relativa alla riga/colonna corrispondente (tra le altre: fare soldi, fare una consegna rapida delle pizze già pronte, preparare nuove pizze); successivamente abbiamo quindi un'asta "a scalzo" (che ricorda molto quella di Homesteaders) volta a ottenere i "permessi" di consegna a seconda della tessera acquisita (che indica numero di pizze e distanza possibile percorribile dal proprio omino in scooter). A seconda del cliente (in 4 colori differenti) che riceverà la pizza, si migliorerà l'abilità del colore relativo sulla propria plancia personale. That's it. Astratto, non particolarmente innovativo e rivolto a un target più family di quanto mi aspettassi, ma comunque piacevole. E poi c'è Piazza del Plebiscito!!! Vero Mica???

- 4 GODS - Voto dopo una partita completa in 4 giocatori: 4
E che.. esce un gioco di Boelinger e non vuoi provarlo? L'autore di Archipelago e Earth Reborn ci prova con questo filler in tempo reale e siamo tutti certi che ci sorprenderà ancora. Nulla di più sbagliato! Mi siedo al tavolo con 3 ragazzi francesi dal sorriso MOLTO ben nascosto, la competitività settata a livello "Guerra Nucleare in atto" e l'amabile capacità di interrompere il dimostratore per farsi ripetere anche le virgole. Cominciamo bene... Il gioco, nelle sue intenzioni, punta ad essere una rivisitazione di Carcassonne, ma in tempo reale. Una mappa dai contorni già definiti, tessere doubleface da posizionare assieme ad omini e città che faranno fare punti a fine partita, AP pazzesca data dal dover/poter consultare le tessere degli altri e stallo inevitabile sul finire quando i possibili incastri diventano difficilissimi. L'esperienza personale si può racchiudere con un: "Non vedevo l'ora di alzarmi dal tavolo". Oggettivamente: perchè comprare questo, quando si possiede già Carcassonne? Terminiamo la giornata con qualcosa che ci riconcilia col mondo pur non essendo nulla di trascendentale: Motion Pictures. Un gioco leggero di deck-building a tema hollywoodiano che in meno di mezz'ora ci fa convincere a comprarlo (non foss'altro per la possibilità di acquisire Back to the Future o la serie di Breaking Bad nel proprio mazzo!). Voto 6.5 (ma dopo 4 Gods potrebbe anche essere il doppio: 13!).

SABATO

Armati di giubbetto antiproiettile, maschere antigas e meeple esplosivi alla nitroglicerina ci appropinquiamo ad affrontare il "Sabato di Essen", il terrore dei giocatori più incalliti, lo spauracchio del divora-tavoli-di-prova, il giorno in cui l'unico padiglione in cui trovare conforto è quello ancora da aprire! Sveglia anticipata il giusto ed eccomi aggirarmi guardingo presso lo stand Hans im Gluck col buon Peppe74, in attesa che qualche fido dimostratore faccia capolino tra i tavoli per farci provare quello che sarà, a conti fatti, uno dei titoli più piacevoli della fiera.

- FIRST CLASS - Voto dopo qualche turno in 4 giocatori: 8
Ancor prima del dimostratore teutonico scorgiamo al tavolo i due Giullari con i quali ci eravamo dati appuntamento lì e tra una chiacchiera e un'altra (Come va con la sciatica? Che dicono i parenti in Tanzania? Chi vincerà il campionato di serie B ungherese?) dalle retrovie dello stand arrivano a spiegarci il gioco e partiamo spediti (oserei dire "come treni" se non facesse così schifo come battuta)! L'autore è lo stesso di Russian Railroads e il gioco in origine avrebbe dovuto chiamarsi proprio "Russian Railroads the Card Game", questo per eliminare ogni dubbio che possa essere nato da una sua costola: è propri così! Cambia però l'approccio al gioco stesso, che da profondamente strategico diventa prevalentemente tattico, grazie alla differente combinazione di carte disponibili ad ogni turno nel display. Scompaiono le perplessità dovute alle strategie "obbligate" presenti nel "padre putativo" e rimane una freschezza e rapidità data dalle tante combo possibili e dalla semplicità del flusso di gioco, il tutto unito ad una buona longevità garantita dal fatto che solo 3 mazzetti di carte su 5 vengono utilizzati per ogni partita. Piaciuto a tutti, siam corsi in giro a trovarlo al miglior prezzo possibile (38 euro per me, 35 per i Giullari, che si dimostrano segugi infallibili nella caccia all'affare in terra teutonica).

- INCORPORATED - Voto dopo qualche turno in 4 giocatori: 7.5
Provo invano a convincere qualche goblin ad accompagnarmi nella prova di questo gioco autoprodotto da un giovane autore turco, ma viste le poche copie che ha con sé e la fiera che si avvia alla conclusione mi avvio solo soletto allo stand senza aspettare oltre. Riesco a trovare un posto all'unico tavolo disponibile in pochi minuti e, dopo una breve chiacchierata con l'autore stesso, iniziamo una partita in 4 giocatori con altri ragazzi appena sopraggiunti. Scoperto solo un paio di giorni prima dell'inizio della fiera, questo Incorporated era diventato in un attimo la mia scommessa come underdog dell'edizione 2016 (non contando Tramways che ho a casa e credo sia forse uno dei migliori titoli presentati, ma che non ho considerato nel mio girovagare possedendolo già)!!! E la prova su strada non tradisce le attese: il gioco si articola in varie fasi. In partenza mostra una mappa con i territori che appartengono all'una o altra fazione (chiaramente visibili i riferimeni al blocco sovietico e a quello occidentale), cosa che è in stretta relazione ad una track che ricorda quella di Twilight Struggle in cui il bilanciamento può andare in un senso o nell'altro durante la partita, condizionando l'esito degli attacchi militari. Principale obiettivo del gioco sarà "influenzare" le varie nazioni posizionando su di esse dei cubetti e associandoli alle fabbriche, diverse per ognuna di esse; per fare ciò al primo turno c'è un'asta a giro in cui si acquistano le azioni delle nazioni desiderate. Dopo il posizionamento/spostamento dei cubetti ci saranno sottofasi azione che consentiranno di effettuare attacchi per portare le nazioni sotto l'influenza di un blocco piuttosto che dell'altro (l'appartenenza allo stesso blocco consente di poter spostare lì i propri cubetti: tematicamente, le due economie vengono influenzate) oltre che modificare i tracciati "debito" e "obiettivi" (quest'ultimo rappresenta il numero di carte che a fine turno garantiranno rendite ai giocatori, a seconda delle industrie occupate dai propri cubetti sulla plancia) o altro. Un gioco denso e che ho descritto per sommi capi, ma veramente ben realizzato, anche esteticamente. Preso senza dubbi e curiosissimo di testarlo ancora (in attesa, a quanto dice l'autore, di una sua riedizione su Kickstarter entro fine anno)!

- NOT ALONE - Voto dopo una partita completa in 6 giocatori: 7
Siamo io, Eurek, Arkady72, Massy, Peppe74 e Kenparker a combattere contro il dimostratore, in questo gioco 1 contro tutti che ha raccolto numerosi consensi in fiera. Fillerone ben studiato che mette un giocatore nei panni della creatura misteriosa presente su un pianeta non meglio specificato e tutti gli altri nei panni di astronauti che cercano di sfuggirle, arrivando prima di lei a raggiungere i punti vittoria necessari a vincere la partita. La track dei punti è infatti condivisa e le due fazioni partono dai due estremi avvicinandosi man mano che il gioco avanza. Il gioco è un deck-building molto particolare, con una scelta simultanea di carte azioni da giocare, da parte degli astronauti, che permetterà loro di effettuare una delle azioni possibili tra avanzare sul tracciato dei punti, pescare carte speciali, pescare carte luogo aggiuntive, ripescare carte giocate e rimetterle in mano o altro ancora. La creatura invece sarà indaffarata nel cercare di capire e prevenire le loro mosse posizionando dei segnalini sulle località dove immagina andranno a cacciarsi gli astronauti, per fargli perdere punti vita, bloccargli le mosse o avanzare a sua volta nel tracciato dei punti. Gioco molto divertente, soprattutto con la compagnia giusta (che purtroppo non è inclusa nella scatola, grande e principale difetto del gioco!!!). Abbiamo vinto una partita tiratissima, nonostante Arkady72 fosse chiaramente una spia nemica e si sia fatto beccare ad ogni turno, ma il gran baccano che abbiamo fatto al tavolo deve aver intontito il dimostratore che dopo pochi turni dava segni di squilibrio citando versi a caso del Decamerone di Boccaccio e giocando carte a testa in giù!!!

- BARCELONA THE ROSE OF FIRE - Voto dopo qualche turno in 4 giocatori: 7
Il mio compagno d'avverture Kenparker accetta il mio invito a provare questo gioco, abbastanza in alto nella wishlist pre-fiera e allora corriamo allo stand DEVIR dove abbiamo la fortuna di trovare un tavolo occupato solo da due simpatici signori provenienti da Las Vegas, a cui possiamo unirci, e addirittura l'autore Francesco Nepitello come spiegatore d'eccezione!!! Prima di parlare del gioco c'è solo da ammirare a bocca aperta la ricerca storiografica effettuata (e conoscendo l'autore non avevo il minimo dubbio) che traspare in ogni dettaglio, con il supporto di una grafica meravigliosa affidata ad un fumettista spagnolo (personalmente, mi ricorda moltissimo i lavori di Paco Roca, un artista che apprezzo molto). Barcelona the Rose of Fire è un gioco di piazzamento, laddove, su una griglia suddivisa nei vari quartieri cittadini, andremo a piazzare di volta in volta lotti di terreno del colore delle carte in mano. Ci saranno degli scoring durante la partita che conteggeranno le maggioranze di edifici di un tipo piuttosto che l'altro, piazzati sui suddetti blocchi ed i punti guadagnati nel tracciato prestigio consentiranno a fine turno di pescare carte più o meno potenti. Cosa originale e ben implementata poi, la crescente protesta dei lavoratori che arrivano in città all'aumentare delle villette da ricchi edificate piuttosto che case popolari, cosa che intaccherà il prestigio del giocatore più colpito. Altre piccole cose di contorno, poi, condiscono il tutto e lasciano un ottimo sapore di gioco ben pensato e sviluppato. Anche Ken sembra pensarla allo stesso modo ed entrambi aspetteremo l'italianizzazione prevista (e promessa dall'editore) per l'anno prossimo. Terminiamo la sortita allo stand DEVIR con una piacevole chiacchierata con l'autore che ci parla dello sviluppo del gioco e ci chiede quali altri giochi ci abbiano colpito particolarmente (chissà se poi si sarà fidato del nostro suggerimento a comprare The Arrival di Wallace!).

Chiudiamo la giornata ludica al tavolo di Oilfield: io, GrandeMu, Kenparker, Pupina e Need2Revolt per una partita che resterà negli annali! Spiegazione difficoltosa da parte del dimostratore trollato ogni 2 per 3, Ramona al telefono tutto il tempo a minacciare questo e quello, per poi "ritornare tra noi" giusto in tempo per la prima mossa della partita ed esclamare: "Questo gioco non mi piace per niente, la finiamo qui e ce ne andiamo?" (e riportiamo la versione politicamente corretta della frase, onde evitare svenimenti improvvisi di neomamme e pargoli all'ascolto!). Il dimostratore, stremato, lascia il posto alla collega, che GrandeMu prontamente mette nel mirino (e contestualmente inizia con una sequela di mosse senza senso che fanno sorgere il dubbio che al tavolo ci sia davvero lui e non una sagoma di cartone in sua vece), rimaniamo io e Ken a giocarcela, minacciandoci a vicenda come sempre!!! Il gioco è molto carino, un piazzamento lavoratori molto stretto con una selezione azioni nascosta e il timing di fine partita dettato dalle decisini comuni di estrazione da pool condivisi di cubetti petrolio. Chissà che BELLA partita sarebbe potuta essere se Pupina non avesse chiesto ogni 2 secondi di mollarla lì ed andarcene (come abbiamo poi fatto, stremati!!!). Ad ogni modo: Promosso (voto 7). Al contrario di Chromosome, che provo al tavolo con gli autori in chiusura di giornata e non mi convince appieno soprattutto per la meccanica di costrizione a lanciare e rilanciare i dadi per volere degli avversarsi al tavolo che mi ha portato alla mente giochi come Munchkin che non apprezzo particolarmente. Peccato perché l'idea era carina, ma fondamentalmente la prova su strada è risultata piuttosto insipida (voto 5).

DOMENICA

Ultima giornata di fiera, mai come quest'anno, per me, intensa e piena. Ho già provato più di una ventina di giochi e passato quasi tutto il tempo con tantissimi amici goblin a farmi compagnia. Inizio questa domenica senza più acquisti da voler fare (saranno solo altri 3 a fine giornata, inaspettati) e con l'intenzione di godermi le poche ore rimanenti senza alcun assillo di prove da fare assolutamente né angoli della fiera da voler ancora esplorare. Dopo aver scovato un Covert a 40 euro da un negoziante nella Halle 7 ed essermi ripromesso di passarci in giornata per prenderlo, se proprio non avessi speso in altro modo quei soldi, mi reco allo stand della Game Master con Kenparker, 1bez e nipote per provare Rhodes.

- RHODES - Voto dopo una partita completa in 4 giocatori: 6.5
Consigliatoci da Umbi72 il giorno prima, ci sediamo a provare questo gioco dal target dichiaratamente family di piazzamento lavoratori e gestione risorse. Ambientazione totalmente posticcia e grafica povera fanno tenerezza, ma l'autore simpatico e disponibile che ci spiega il gioco ci predispone molto positivamente alla prova su strada. Il gioco è molto veloce (solo 2 azioni a turno) ed una partita a pieno regime (in 5 giocatori) non dovrebbe durare più dei 90 minuti previsti. Oltre ad un piazzamento basilare su vari slot azione disponibili, riscontriamo una certa originalità nella produzione "comune" e bastardella delle risorse e nella gestione del porto, con le navi personali in transito e le merci esposte all'acquisto di ognuno. Non siamo davanti certamente al capolavoro di Essen, ma il gioco fa il suo dovere, mi consentirebbe di portare fino a 5 persone al tavolo (cosa che Stone Age, parente più prossimo, non fa) e complice un ottimo sconto per l'acquisto multiplo (vero marchio di fabbrica mio e di Kenparker in fiera) ce lo portiamo a casa. Assediato dai giornalisti al termine della partita rendo onore allo sconfitto Kenparker ammettendo che continuando così, tra un paio d'anni, potrebbe riuscire a vendicarsi di quell'unico punto che ha decretato la mia TRIONFALE vittoria all'ombra del colosso di Rodi!!! Non mollare, Ken!!!

- AGE OF THIEVES - Voto dopo una partita completa in 4 giocatori: 6.5
Ci dirigiamo quindi con calma nella Halle 2 per provare a sederci ad un tavolo e giocare questo titolo, atteso da moltissimi amici con cui siamo in contatto dall'Italia, che ci chiedono continuamente pareri. Dopo un'attesa piuttosto lunga (ma piacevole, grazie alla quale abbiamo conosciuto 2 goblin seduti al tavolo che ci hanno anche gentilmente introdotto alle regole del gioco), riusciamo a sederci, molto carichi ed entusiasti di confermare le buone aspettative che il titolo portava con sé. Ahimè non è andata proprio così. Accanto ad alcune idee originali e interessanti (come la programmazione nascosta delle azioni scandita dall'ammontare dei cubetti poggiati su di esse, la leggera asimmetria dei poteri individuali o il diverso timing della partita prima e dopo il furto del gioiello della regina), ci sembra che fondamentalmente manchi quella tensione necessaria in un titolo del genere. La fase di selezioni azioni può essere molto lunga, le carte introducono una forte componente randomica e non sono poi tanto varie, inoltre l'interazione pur in 4 ci è sembrata piuttosto assente (se non quando di proposito ho dato la caccia a Kenparker nel tentavio di fregargli le gemme, riuscendoci in un caso!). Sicuramente merita un'altra prova perché le idee ci sono e le 3 differenti modalità di vittoria fanno pensare ad approcci anche diversi alla partita, ma ci ha lasciato un leggero amaro in bocca a causa, forse, di aspettative troppo alte maturate nel corso dei mesi.

- INIS - Voto dopo una partita completa in 4 giocatori: 5.5
Ken è ansioso di giocare a qualcosa in cui dimostrare la sua superiorità, il suo fine tatticismo, la sua rinomata abilità strategica e quindi ci dirigiamo verso lo stand Matagot (al top dei consensi in fiera per la presenza di dimostratrici carine e simpatiche, ma soprattutto carine; anche simpatiche eh, ma se non fossero state carine... insomma...). Inis si presenta visivamente bellissimo, con illustrazioni sulle carte mai viste e tessere terreno enormi e ben disegnate (certo, però, che i bordi bianchi sono un pugno nell'occhio). La dimostratrice (sì, confermo, carina!) ci spiega perfettamente il gioco e tra un sorriso e l'altro formiamo la nostra mano di carte grazie ad un draft à la 7 Wonders scegliendo tra tutte le carte base disponibili. Queste corrispondono alle azioni possibili che avremo durante il turno, eventualmente potenziate da altri 2 tipi di carte (1 per ogni terreno che controlliamo e poi le carte "epiche" dagli effetti più disparati). Inizio a nutrire dubbi sul gioco, poi, non appena ci vengono spiegate le dinamiche di fine partita, laddove appena qualcuno raggiunge una delle 3 condizioni previste, si attiva il timing per cui tutti gli altri hanno ancora un turno di tempo per evitare che vinca (e quindi vincere loro stessi o continuare la partita normalmente). Come previsto infatti, dopo una partita comunque non esaltante dal punto di vista del gioco in sé, ma divertente per l'accanimento (ormai terapeutico) mio contro le truppe di Kenparker, che si è rintanato tutta la paritita nel suo angolino, siamo arrivati al gran finale in cui Umberto per primo ha raggiunto le condizioni di vittoria, per perderle in mio favore un attimo dopo, che le ho "cedute" quindi a Ken, ultimo di turno, il cui turtling alla lunga ha premiato consentendogli di arrivare fresco fresco alla royal rumble finale dove io e Umberto avevamo già dilapidato parecchie truppe, sbaragliando ogni avversario. In definitiva: gioco non molto originale, abbastanza noioso e ripetitivo e con un finale che proprio fa storcere il naso. Peccato. Poi doversi anche sorbire Ken che si bulla della sua trionfale vittoria è qualcosa che non augureremmo al peggior nemico!!!

È ormai domenica pomeriggio e tocca salutare Massy, Salvo ed Angelo in partenza per Roma. Li becco al tavolo di First Class, che gli avevo consigliato, e sono ben felice di notare che sia piaciuto anche a loro, al punto da essere il loro ultimo acquisto della giornata. Nonostante una strana maglietta a tinte giallorsse indossata il giorno prima, a richiamare avvenimenti sportivi di cui non ho memoria, sono stato felicissimo di aver potuto riabbracciare quel brutto ceffo romanista di Massy, l'indomito creatore di MustBuyListDefinitive, Salvo (se ne contano settecentmilaquattrocentonove nei giorni precedenti la fiera) e del buon Angelo che come me condivide la vita (lavorativa) da nomade per le lande tedesche! Spero di rivedervi presto.

Come fosse un sincronizzato turnover arrivano poco dopo due miei colleghi (Francesco e Marco), uno dei quali totalmente a digiuno di giochi ma felicemente convinto di voler "toccare con mano" questo mondo di matti di cui gli ho parlato. Ci incamminiamo un po' a zonzo tra i padiglioni in cerca di qualche gioco da poter provare o occasioni da non lasciarsi sfuggire, fino a quando li convinco a provare Rhodes, che avevo giocato in mattinata e lo ritenevo adatto come livello di complessità. Bingo! Il gioco è piaciuto ad entrambi, infatti Francesco l'ha comprato mentre Marco al suo esordio assoluto (anzi no, aveva giocato con noi ad un Intrigo a Venezia un annetto fa) ha preferito pensarci un po' su (mangiandosi le mani poi il lunedi sera quando l'abbiamo riprovato a casa sua e si è piazzato ottimamente secondo).

Manca poco più di un'ora alla chiusura ma riusciamo a giocare ben due giochi: il primo è Noxford (voto 6), un carinissimo gioco di piazzamento "carte" (anziché tessere, come fa anche Vye) con un paio di twist interessanti che i miei amici comprano a fine partita, complice un ottimo sconto e la carta promo inclusa!!! Marco si porta a casa la vittoria e dalla felicità son giorni che si fa chiamare "Soldato Noxford" nelle nostre partite a Call of Duty in uffic... ahehm... no, noi non giochiamo mica in ufficio... volevo dire casa. A casa! Il secondo ed ultimo gioco provato è uno che era finito nella mia borsa della spesa già il primo giorno (e di cui avevo curato l'anteprima qui in tana): Commissioner Victor (voto 6.5). Il gioco non tradisce le attese e, dopo un avvio un po' incerto, anche i miei due amici riescono a posizionare/scambiare le tessere con cognizione, arrivando a farmi sudare la vittoria per un solo punto! Anche qui, gioco piaciuto e comprato da entrambi, che soddisfazione!!
Per la cronaca, torno dal negoziante del mattino, quello con Covert a 40 euro ed ovviamente... l'aveva appena venduto!! Ma Porc*@#@@&%&

Sono le 18. Cala il sipario. È tempo di tornare a casa.

All'ingresso della Halle 3 (nostro punto di ritrovo oramai storico) ci diamo appuntamento per i saluti finali e così, nascondendo quel velo di tristezza che puntualmente è arrivata, stringo forte i miei amici Alberto e Alessandro, abbraccio Valentina e Michele, saluto Luca, Giangi, Tania, Mirco, Enrico e tutti gli altri che già iniziano a mancarmi terribilmente. Anche Ramona e Davide, fuggiaschi del sabato sera che purtroppo non ho fatto in tempo a salutare come avrebbero meritato.
Gli ultimi sorrisi. Poi le porte girevoli della fiera mi sputano fuori. L'isola che non c'è torna a nascondersi dietro quella stella a destra e mentre osservo il mio ultimo acquisto dell'anno, Vikingdoms, sorrido delle buffe illustrazioni, ripenso agli indimenticabili momenti che mi porterò addosso... ed ho già voglia che sia gennaio. Che sia GobCon Deluxe. Che sia tempo di essere di nuovo tutti assieme.

A presto, amici. AiBi

Commenti

Quanti ricordi, che momenti e qualche lacrima!
Che bello giocare insieme

Che bello leggere il report di Age of Thieves.
Noxford volevo comprarlo, così come Covert....
Che dire, grande Report e grandi voi, Goblin in terra germanica!

...Aibi caro, hai prodotto senza dubbio il report più bello di tutta la fiera! Perchè?
Perchè parla di persone con i giochi e non viceversa :-) Il tuo wall of text è leggibilissimo
( te lo dice uno che con i "pipponi" di testo mica scherza ) e godibilissimo.
Bravo! mi piacerebbe molto fare una partita insieme a te, un giorno :-)

"Ti ho già prenotato" per Play. Inizia a scegliere il gioco :)
E grazie per i complimenti, spero vivamente di essere riuscito a trasmettere quello che ho vissuto in fiera.

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