Ieri sera al Golden Store, sede non ufficiale della Ergo Ludo ho avuto il piacere di provare in anteprima:
Aeterna, l’
ultima creazione di Martin Wallace..
Sono partito con qualche riserva.
Draft,
combo, mazzone unico, tre turni secchi: sulla carta, un mix che non urla entusiasta “
godi cylon!”. Io, cresciuto nella Tana – ma delle Tigri – tra
American & alta
interazione, ho guardato il tabellone con sospetto.
“Sapete che non c’è un gioco di Wallace - finora - che non mi sia piaciuto?”, ho sparato stizzito rispondendo agli sguardi di biasimo dei miei compagni di tavolo davanti alla mia “faccia da 1830” (cit. s83m).
“Stavolta mi sa che l’hai trovato! Questo non fa per te”, mi è stato risposto.
Spoiler (oddio spoiler, l’ho già detto nel titolo): si sbagliavano. Aeterna mi ha conquistato, e ora vi spiego come.
Un Euro con la toga ben calzata
L’ambientazione di Aeterna si sente, e per un eurogame è un bel biglietto da visita.
Siamo nell’antica Roma: conquiste militari che drenano legionari ma riempiono le casse (e scatenano tumulti), lotte di potere interne, intrighi politici che sanno di Senato e pugnali nell’ombra.
Le meccaniche rispecchiano questi temi: invii truppe per espandere l’Impero, incassi risorse, ma poi devi placare la plebe; giochi carte per scalare i ranghi, mentre il tabellone si anima di edifici e popola di cittadini che saranno poi prefetti, chissà? Su questo poi ci torno tranquilli, ah, se ci torno!
Non è un narrative-driven, ma il sapore di Roma c’è. Dopo pochi giri di tavolo mi sentivo già Remo – nel senso: morto, schiacciato da abili German (wie Dave), senza risorse e coi tumulti sotto casa.
Meccaniche: un groviglio tattico con qualche schiaffo indiretto
Multisolitario? No, grazie. Ma questo non è
London – come mi pare di aver letto dal
report di qualche collega verde. Il gioco ruota attorno a un mix di
draft, piazzamento lavoratori,
set-collection e
combo di carte, con un pizzico di costruzione edifici per bonus. Il tutto si basa su un mazzo unico – ogni carta è diversa, suddivisa in tre ere – che passa una sola volta per partita. Lo capisci al secondo turno: le carte inutilizzate conviene scartarle per risorse, tanto la situazione evolve di continuo.
Il
draft, che di solito mi fa storcere il naso (eccezion fatta per
Inis), qui è meno urticante del previsto: prendi la carta che ti piace, magari punti al s
et-collection, ma
scordati strategie a lungo termine.
È tattica pura, ottimizzazione al volo. A me, che sogno di rubare un colle all’ultimo turno con l’ultimo cittadino rimasto, questo “mazzone” unico sa troppo di TM® – non TM, TM! Chiaro, no?
Il piazzamento lavoratori, invece, è il vero sale: l’interazione indiretta punge, faccio risorse o occupo quello spazio? Ma se ODK ha più pupazzetti di me - a me sembrano vestali - potrebbe soppiantarmi!?
Ma porchilclero, ecco vedi che sono vestali!
Le combo legano carte, azioni e presenza sul tabellone, con un numero di opzioni limitato e accessibile – all’inizio spaventa, ma forse ero solo stanco dalla settimana lavorativa. I giocatori più capaci (leggi: Sbrecco) avevano turni articolati e complessi, mentre io mi limitavo a “scarta la carta, prendi il lavoratore e fai un’azione”. Segno che dentro la scatola Il gioco c’è. Forse pure una costruzione di un motore di gioco, ma questo lo lascio dire a quelli bravi.
A illuminarci nel setup confuso da ODK, c’ha pensato CiccioPatato “Il miglior spiegatore di Roma & dintorni” (infatti è di Ciampino) ma anche sviluppatore di Aeterna. Insieme a lui, tra le menti del gioco, c’è Roberto Martire – Bob per noi, o Lu Re per tutti gli altri – che stavolta non era presente, ma gli mandiamo un bacio lo stesso. Li stimo e gli voglio bene, MA questo non influenza il mio animo American. Punto.
E sì, sul tabellone non si fanno sconti, ma questo è un altro discorso.
Cosa non mi ha convinto (colpa del cuore cylon?)
Opinione personale, basata sulla prima partita.
Primo: il groviglio di meccaniche. Il mazzo unico limita la strategia, spingendo su tattica e ottimizzazione.
Secondo: il draft. Non è un disastro, ma resta un “prendi e spera” che non mi scalda il cuore; diversamente da altri giochi non è indispensabile conoscere tutte le carte del mazzo… ma siamo ancora lì vicino. Terzo: i turni definiti. Solo tre, e CiccioPatato e Bob ci hanno confessato di aver tagliato un quarto turno. A me i finali “definiti” non piacciono – sogno partite aperte, decise dalle situazioni, non da un countdown. Ma è una mia fisima, non un difetto oggettivo. Sono American dentro: datemi dadi, caos e un colle da strappare all’avversario, non un mazzo da sfogliare come un catalogo.
Cosa mi ha ammaliato
Eppure, Aeterna mi ha preso.
- l’ambientazione, oh, io ce la sento! 😝
- l’interazione indiretta, specie nell’ordine di turno e nel piazzamento – e sì, rubare un colle all’ultimo con un lavoratore è da standing ovation al Colosseo, l’ho già detto?
- la strategia, fatta di combinazioni che mi hanno lasciato una gran voglia di rigiocarci e provare, e cambiare strada, e riprovare ancora; tanto non portano tutte a Roma?
- la grafica e la componentistica: il tabellone a fine partita è splendido, i segnalinidi legno sagomato una chicca, e la leggibilità è top – sette colli, sette colori... Roma aeterna nel DNA; peccato solo per l’assenza di aquile: simbolo vero di Roma: mi sarei aspettato un volatile imperiale a planare sul tabellone, ma Wallace avrà avuto altro in mente, sicuro non i Giardini (delle Idi) di Marzo;
- il design: dietro ogni scelta c’è il suo zampino, e si sente.
Wallace è sempre lui
Aeterna è un
Eurogame solido, con un’ambientazione viva e un’interazione che stuzzica quanto basta.
Not my cup of tea – vabbè io sognavo legioni serrate, scudi alzati e gladi che cozzano – ma mi ha piacevolmente convinto. Wallace, anche stavolta, ha fatto centro.
E ieri sera?
Ha vinto CiccioPatato, ovviamente.
“Il regolamento l’hai scritto te!”, ci siamo giustificati noi sconfitti – non è vero, ovviamente, forse ha inventato giusto qualche regola sul momento e noi, tra le risate, non abbiamo avuto cuore di controllare. 😜
“Ma quale surclassato, se giocavate contro Bob vi doppiava”, ha ribattuto.
Con amici così, che ci fai dei nemici?
Versione tl;dr:
Come un’aquila, ho planato sul titolo con sospetto... ma ne sono uscito vincitore – vabbè “vincitore”, diciamo "non ultimo", vero Dave?
Il gioco è già uscito per il mercato estero in inglese e purtroppo per voi all’edizione italiana manca una Aeternità! , segnate la data: primi di Aprile. Bologna. Play: Festival del Gioco.
Nell’Area Prestito della Tana ci sarà...
Martin Wallace non ne sbaglia una “con me”, oppure sono bravo a scegliere.
Firmato: sava73, il vostro amichevole cylon di quartiere
Dicono di lui: sia un cylon, ma nessuna carta di rivelazione lo ha mai inchiodato. Ne La Tana dei Goblin dal 2011, sava73 ricopre mille ruoli… tutti segreti.
Ama Alta Tensione, Caylus e FCM, ma nessun german vale un American fatto come Corey Konieczka comanda. Fanatico di bluff e deduzione, impazzisce per i tematici dove il gioco è intorno al tavolo.
Si esalta con alta interazione, diplomazia, maggioranze e deck building, ma odia draft e multisolitari.
Grande rosicone, se perde trama vendetta per i due giochi seguenti. Il suo mantra? 'Tavolo > Gioco'.
Ma davvero non conosci sava73?