Recensione Oh no, Volcano!

Buffalo Games

L'arrampicata non è tanto raggiungere la cima, ma piuttosto tutto quello che sta nel mezzo (Lynn Hill)

Giochi collegati: 
Oh No, Volcano!
Voto recensore:
7,4

Introduzione

Recente idea di Phil Walker-Harding, edito da Buffalo Games e, mi risulta, ancora non distribuito in Italia, Oh no, Volcano! è un gioco da 2 a 4 giocatori che si sfidano a scalare le pendici di un vulcano, caratterizzato dal fatto di essere ancora evidentemente attivo, nonché di essere curiosamente seminato di gemme preziose. Dal punto di vista meccanico unisce un semplicissimo gestione carte al physical removal, per un prodotto che si colloca a metà tra gioco e giocattolo, adatto a bambini sugli 8 anni circa, ma fruibile come defaticante scacciapensieri anche da parte di giocatori adulti.

Come si gioca

Ogni giocatore ha un mazzetto di carte da cui pesca una mano di tre carte. Nel suo turno ne sceglie, attiva e, infine, scarta una, che normalmente indica tre azioni da fare nel seguente ordine: muovere uno o due dei propri tre scalatori lungo le pareti del vulcano e, se il movimento termina su una gemma, raccoglierla; spostare dei ripari lungo tali pareti; far cadere una palla infuocata da una delle sei aperture in cima.

I proprietari degli scalatori abbattuti prendono una carta "equipaggiamento" di consolazione, che potrà essere utilizzata in sostituzione delle consuete tre carte del mazzetto iniziale; le carte equipaggiamento, di solito, offrono azioni più focalizzate, ma più forti.

Il gioco finisce quando un giocatore ha raccolto tutte le gemme indicate sul proprio tableau, oppure quando terminano le carte e, in quel caso, si contano i punti in base al numero e al tipo delle gemme raccolte.

Materiali

Il vulcano è formato da incastri di plastica, da sezioni di cartone e dalla scatola del gioco stessa; a livello concettuale e materiale ricorda la riedizione di Brivido, ma, in questo caso, il montaggio è più rapido, semplice e senza critiche strutturali particolari. L'artwork usa uno stile grafico vettoriale colorato, chiaro, equilibrato e molto piacevole.

Regolamento

Breve, semplice, chiaro. Nota di merito anche per la precisione nel definire i casi-limite che la costruzione fisica del gioco può presentare in partita (scalatori sfiorati dalla palla di fuoco ma che non cadono; scalatori che cadono colpiti non dalla palla di fuoco ma da altri scalatori; scalatori che cadono nonostante siano coperti da un riparo; eccetera).

Ambientazione

La vertiginosa incertezza, il senso di instabilità e rischio e la costante paura di cadere sono ben rese dalle meccaniche, direi in modo intrinseco e immediato.

Considerazioni

Walker-Harding, anche nel disegnare giochi dal target espressamente più infantile dei suoi titoli più noti, si conferma maestro nel mettere a fuoco la meccanica adeguata per il progetto che ha in mente, fare un lavoro adeguato di semplificazione, esprimere alla fine il tema promesso e, soprattutto, divertire sin dalla prima partita.

Individuo quattro difetti.

Il primo è strutturale, nel senso che le biglie non scendono in modo semplicemente binario rispetto ai bivi affrontati, ma, talvolta, abbattono omini anche al di fuori della propria traiettoria; addirittura può capitare l'infausta sorte anche a quelli coperti dai ripari. Tale imperfezione è limitata dal fatto che, beh, casualità per casualità, non cambia granché il risultato; inoltre, il regolamento, come scrivevo sopra, contempla e definisce tutti questi casi limite, quindi personalmente non trovo la cosa particolarmente disturbante.

Il secondo è che il gioco talvolta rischia di durare un po' troppo, soprattutto nel gioco a 4; la durata invece è già più accettabile a 2 o 3 giocatori, variando in questo caso dai 20 ai 45 minuti.

Il terzo è legato alla reperibilità e, conseguentemente, al prezzo: io l'ho recuperato dall'Amazzone a quasi 50 euro, a mio parere 20 di troppo. Spero qualcuno lo localizzerà: non ho mai provato la discussa riedizione de L'Isola di Fuoco, ma questo gioco potrebbe aspirare a essere l'erede moderno del classico tiradadi degli anni '80.

Infine nota sulla longevità: lo avrete già capito, non è un gioco che intavolerete ogni sera, ma una volta ogni tanto; le scelte sono piuttosto ovvie, tattiche e segnate da tanta casualità; giocarlo è un piacere più conviviale, caciarone e "brainless".

Conclusioni

Un giochino con una sua personalità, ma, ahimè, con un prezzo ingiustificato.

Valutate voi se può fare al caso vostro. Per me, invece, il voto è quello indicato lassù, lassù.. sul cucuzzolo... della montaaagnaaa!...

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Commenti

Per prima cosa ti ringrazio per la recensione, questo è uno degli autori che tengo d'occhio perché riesce sempre a rinnovarsi e a creare giochi e giochini che mi tengono in tensione fino alla fine della partita.  Ti posso dire che, dalla tua spiegazione, mi pare che è come se avesse preso tutte le nuove modifiche apportate all'isola di fuoco e ne avesse fatto un gioco. I ripari, le carte movimento e quelle equipaggiamento la casualità nella caduta delle biglie. Aggiungo che il tabellone è quasi come quello della la montagna incantata. Forse il gameplay di questo gioco riesce in quello in cui falliscono gli altri due titoli di essere sensibilmente più breve dell'isola di fuoco e avere un gioco più strutturato e meno fortunoso della montagna incantata. Da provare! 

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