E bravi il Conte, Fedellow e pure il Toro: una Triad perfetta.
Oggi non vi parlerò solo di Triad, gioco astratto per due giocatori di Klaus Nehren (per gli amici, il Conte Goblin), edito da WBS Games. Oggi vi parlerò anche del mio amico Michele, per gli amici “Il Toro”.
Ed è proprio un anno fa, di ritorno dal Modena Play 2018, che se ne arriva con questa scatoletta che mi ha ricordato tanto Tron: ne tira fuori una plancia in plexiglass (che continuava a ricordarmelo) e una manciata di dadi bianchi e blu (che me lo ricordavano meno).
“Fedo, ‘sto gioco è definitivo”, ha esordito. Da là, è passato a spiegarmi le regole: un minuto. Dieci minuti dopo, esultava per la prima di una sua lunga serie di vittorie: quella sera abbiamo giocato sei partite, ne ho vinta solo una e di un soffio (ancora ho il dubbio che non abbia voluto infierire). Chi è bravo, a Triad non perdona.
Le tre regole di Triad
Giocare a Triad richiede meno regole di quante siano necessarie per partecipare al Fight Club.
(le tre regole citate sono prese pari pari dal retro della scatola)
"Triad è un gioco di dadi che non è un gioco di fortuna: i valori cambiano per scelta e non per caso e i dadi sono pedine da muovere per la plancia, cercando di creare combinazioni vincenti."
"Triad è un gioco in cui non si può vincere da soli, ma in cui vince solo uno: le combinazioni vincenti prevedono la presenza di almeno un dado avversario."
Per vincere, è necessario realizzare tre triadi, ovvero combinazioni di tre dadi di uguale valore o tre dadi con valori tutti diversi, per orizzontale, verticale o diagonale; è necessario, però, che in tale combinazione sia presente almeno un dado dell’avversario.
"Triad è un gioco in cui per vincere devi saper perdere: chi crea una combinazione vincente mangia i propri pezzi anziché quelli dell'avversario!"
Ebbene sì, una volta fatta una triade bisogna rimuovere dalla plancia uno dei propri dadi, andando a rendere più difficile le proprie mosse future. La vita non è facile nemmeno in astrazione.
E quindi?
E quindi, Triad regna e devasta. Ci hanno propinato giochi pucciosi, con le piastrelle del bagno, con dei dadini buoni solo a perdere ulteriori diottrie, con draghi che si mordono la coda. No, il gioco astratto non è questo: il buon gioco astratto è elegante, non ha fronzoli, non concede distrazioni, si spiega in un attimo e poi ti costringe a bruciarti il cervello, visto che la componente fortuna è del tutto assente (a parte il primo lancio per il piazzamento iniziale, i dadi non si lanciano più). Ecco, Triad è esattamente così.
Appena letto il regolamento, si può pensare che la partita possa durare veramente pochissimo, ma in realtà ogni turno va ragionato e sudato: le partite solitamente durano una decina di minuti, ma in certi casi si può arrivare anche ai venti, specie se le due parti si trovano in equilibrio.
Il gioco è prevalentemente tattico; la plancia è bella stretta: delle trentasei caselle presenti ben dodici sono già occupate dai dadi dei due giocatori. Si gioca con mosse e contromosse, sperando che l’avversario abbocchi all’amo della nostra provocazione e metta un dado proprio là dove vogliamo… sempre col timore di aver lasciato un buco alle spalle, in cui il nostro avversario potrebbe infilarsi per metterci i bastoni tra le ruote o, ancora peggio, realizzare una triade.
Sebbene la tattica faccia da padrona, non va sottovalutata una minima componente strategica: saper leggere il gioco con qualche turno di anticipo aiuta - e non poco - a portare a casa il risultato.
Ciò non toglie che, data la semplicità delle regole e la breve durata di una partita, Triad possa esser proposto anche a giocatori occasionali o in famiglia, visto che solitamente una partita tira l’altra (la concessione della rivincita è d’obbligo).
Ah, il mio amico Michele si è già messo all’opera per pimpare i dadi!
P.S. pochi giorni fa, a Modena Play 2019, c'è stato un incontro tra il Toro ed il Conte, che ha presentato al mio amico quella che potrebbe essere la prossima evoluzione di Triad, ovvero una sua versione su plancia triangolare, con l'utilizzo di dadi a quattro facce e con la possibilità di inserire nella mischia un terzo giocatore. Restate collegati, potrebbero esserci sorprese in vista per gli amanti degli astratti.