Hats: non tutti portano il cappello

copertina hats
tvjapan, bgg

Un gioco di carte di questa ultima Essen, materiali di pregio per un piccolo astratto che però è una bella sfida per la mente.

Giochi collegati: 
Hats
Voto recensore:
6,8

Come tutti i giocatori – o almeno credo – ho dei periodi dove un determinato tipo di meccanica o di gioco mi prendono particolarmente e, vuoi perché sono idee nuove, vuoi perché sono tipologie di giochi che si riesce a intavolare facilmente, in questo caso siamo nel secondo gruppo. Ultimamente ho avuto un periodo di fissazione sui giochi di carte uno contro uno, genere che mi è sempre piaciuto, ai classici Dragonheart, Città perdute, Star Realms ho aggiunto di recente Shotten totten e Hanamikoji. Il mio spacciatore di fiducia – che ormai sapete essere Gotcha – a Essen mi ha riportato, oltre a Marco Polo due di cui ho già scritto, mi ha portato questo Hats della ThunderGryph games, gioco per da due a quattro giocatori (o anche no) della durata indicativa di venti minuti a partita di Gabriele Bubola. La copia che ho sulla scrivania viene proprio dalla fiera teutonica.

Ambientazione

Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti
...quasi come un cappellaio...
e per fortuna io lo sono! Dal film Alice in Wonderland

Siamo invitati dal cappellaio matto per il tè delle cinque, ma mentre ci offre lo zucchero migliaia di cappelli volano ovunque e dunque noi saremo invitati a... dai non ci crede nemmeno chi si è inventato questa ambientazione per questo gioco di carte assolutamente astratto in tutto e per tutto.

Il gioco

Chi sarebbe Napoleone Bonaparte senza il cappello bicorno? O Giuseppe Garibaldi senza la berretta floscia? O Ernesto Che Guevara senza il basco nero? La rivoluzione è sempre qualcosa che parte dalla testa. Luigi Mascheroni

Carte
Carte
All'interno della scatola di Hats troveremo due plancettine, un mazzo di carte, un pennarello e un biscotto. Il mazzo è composto da sette diversi tipi di cappelli, ogni tipologia di cappello ha carte dal valore uno al valore sei. Giocando in due si usano solo cinque colori. Ogni giocatore riceve nove carte e si pescano casualmente dallo stesso mazzo sei carte – cinque in due – che verranno messe su sei caselle numerate sulla plancia centrale. All'inizio del proprio turno un giocatore potrà scartare una carta per pescarne un'altra, poi farà la sua mossa giocandone una dalla propria mano.

Le carte possono essere giocate solo in due modi: coperte davanti a noi o sostituendo la carta giocata a una di quelle presenti sulle caselle che a sua volta verrà aggiunta alla nostra area di gioco. Le carte sulla plancia possono essere sostituite solo da carte dello stesso colore o da carte di valore più alto.

La partita finisce dopo otto round – quindi a ogni giocatore avanzerà una carta – e il punteggio verrà così calcolato.

Ogni carta di un determinato colore varrà tanti punti quanto la posizione occupata da una carta dello stesso colore sulla plancia. Sembra complicato? Non lo è, banalmente se alla fine del gioco c'è una carta blu nella casella tre, ogni carta blu nella nostra area di gioco varrà tre punti; a questo punteggio si somma un punto per ogni carta coperta nella nostra area di gioco e cinque punti per il biscotto, assegnato al giocatore con più tipologie di cappelli. Inoltre la carta che avremo in mano a fine partita rappresenterà il nostro cappello preferito e il valore delle carte di quel colore nell'area di gioco sottratto al valore della carta che abbiamo in mano darà punti, anche negativi.

In quattro giocatori si giocherà a squadre e si avrà l'opzione di scambiarsi una carta al posto di scartare e pescare.

Considerazioni

Arthur sbatté le palpebre fissando i monitor accesi e sentì che mancava qualcosa di importante. Improvvisamente si rese conto di quello che mancava.
“C’è un tè su questa astronave?” chiese.
Douglas Adams

Partita a tre
partita a tre
Come avrete sicuramente intuito, il gioco ha davvero poche regole. I materiali sono molto belli e si può tranquillamente parlare di sovrapproduzione. Una delle due plance è adibita a essere il vassoio del biscotto, per poi essere girata a fine partita diventando una lavagna segna punti. Nonostante questa cura nei materiali, un difetto c'è: le carte arancioni e rosse sono davvero molto simili, infatti, la promo che veniva distribuita in quel di Essen era un nuovo set di carte nere per sostituire un colore a vostra scelta... magari l'inguardabile marrone.

Il gioco si inserisce perfettamente nel filone di quelli citati in apertura: poche regole, ma una profondità tutt'altro che banale per un giochino da venti minuti.

In una partita vi ritroverete a compiere solo otto azioni, ma ognuna di esse avrà un peso importante e il fatto di non poter prendere mai le carte che avete in mano, ma solo quelle disponibili sulla plancia richiede di scegliere attentamente come agire.

La scalabilità del gioco è identica in tutto e per tutto a quella di Santorini: perfetto in due, variante piacevole in quattro e ingiocabile in tre. Nonostante il gioco sia un filler come durata, si ha un gran controllo sull'andamento della partita, riuscendo a prevedere come giocherà l'avversario sulla base delle nostre carte e di quelle che sono in plancia. In tre, avere due che giocano prima del nostro turno - ma nelle battute finali soprattutto due che giocano dopo di noi - crea una situazione d'impotenza. In quanto ogni singolo cambiamento sulla plancia cambia drasticamente il nostro punteggio. Mi si potrebbe obbiettare che questo succede anche in due giocatori, visto che il secondo ha l'indubbio vantaggio di stabilire con la sua ottava mossa la disposizione finale delle carte in plancia, ma il tutto viene bilanciato dal fatto che il primo ha molta più facilità nel garantirsi il biscotto da cinque punti che va al giocatore con più tipi di cappelli e, in caso di parità, a colui che ha la carta (o le carte) di valore più basso. Inoltre una sola mossa può cambiare molto, ma due mosse possono rivoluzionare tutto.

Mi rimane da dire che se si trovano più carte dello stesso colore in posizioni diverse verrà conteggiata solamente quella nella posizione più bassa.

I punteggi possono essere molto altalenanti, visto che il gioco si può approcciare in due modi diversi, ovvero cercando di massimizzare il proprio punteggio, ma anche cercando di annullare tutti i punti dell'avversario. Infatti, se un colore non è presente in plancia, automaticamente varrà zero. Nonostante la facilità del gioco, non si può godere e giocare coscienziosamente a Hats senza aver fatto prima una partita di prova un po' alla buona e messo in pratica il criterio di punteggio.

Quindi perché qualcuno dovrebbe preferire Hats piuttosto che uno degli altri? Meccanicamente funziona bene, ma credo che – anche se mi piace fingere che non sia importante per me – si possa ritagliare un suo spazio nel segmento di mercato degli astratti di coppia anche grazie a una cura particolare per i materiali e i dettagli, elemento magari secondario, ma mai marginale in un gioco da tavolo: le illustrazioni delle carte, la plancia pieghevole, la lavagna segna punti con tanto di pennarello e la chiusura magnetica della scatola a forma di libro danno a un gioco astratto di carte quel valore aggiunto non trascurabile.

I Pareri di Mrs. Rosengald

Voler essere qualcun altro è uno spreco della persona che sei. Marilyn Monroe

Il sorprendentemente realistico biscotto
Il sorprendentemente realistico biscotto
Apro mettendo una cosa in chiaro: a differenza di Rosengald non condivido particolarmente l'interesse per questi astratti di carte, mi ci presto perché tutto sommato durano poco, ma non mi appassionano particolarmente, anzi lo invito spesso a giocarli con un suo amico che invece li apprezza come lui. Se la pensate come me, questo Hats non vi farà certamente ricredere, e anzi rispetto ad uno Shotten Totten o un Dragonhearth perde anche della leggerezza e della facilità di approccio. Un giochino di carte da dieci minuti che può diventare quasi un brucia cervello, le regole sono pochissime è vero, ma le variabili su cui devi riflettere a ogni mossa sono talmente tante che secondo me stonano con un giochino di carte con dei materiali molto belli e l'ambientazione – se di ambientazione si può parlare – di Alice nel paese delle meraviglie. Probabilmente, la colpa è mia che mi aspettavo un gioco da proporre a tutti, ma questo non lo è sicuramente, troppo cervellotico per essere giocato in leggerezza da chiunque. Quindi lo consiglio davvero solo a chi apprezza questo genere di giochi.

Il voto di Mrs. Rosengald: 6

 

Pro:
  • Veloce e con poche regole;
  • ottimi materiali;
  • grande profondità.
Contro:
  • Da due a quattro giocatori solo in teoria;
  • prono alla paralisi;
  • fortuna nella pesca delle carte presente.
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Commenti

Se non piace a Mrs. Rosengald, probabile che piaccia alla mia signora. Ce l'ho già nel mirino da parecchio tempo... spero prima o poi di poterci mettere le mani sopra.

Invece con mio marito, che è assolutamente non giocatore, ieri abbiamo fatto ben 5 partite.... un successone

Provo a esprimere il mio parere su questo gioco avendolo giocato molte volte e con persone diverse:

_Concordo sulla sovraproduzione dei componenti, le plance sono inutili così come il pennarello (avete carta e penna? Bastano) e il biscotto di plastica sostituibile da qualsiasi altra cosa. Anche la scatola con la chiusura magnetica non serviva. Poteva essere venduto a 5€ con la normale scatolina di un mazzo di carte.

_Concordo sull'ambientazione, è un astratto di carte, impossibile negarlo.

_le regole sono semplici anche se il meccansmo del punteggio risulterà complicato per i neofiti.

_Sulla scalabilità noi ci siamo trovati bene anche in tre organizzando una specie di torneo dove di volta in volta iniziava chi fosse in testa nel punteggio. In due gira bene mentre in 4 il gioco cambia perchè non pescando carte ma scambiandole solo con il compagno di squadra diventa impossibile accedere ad altre carte (manca la ricerca di un agognato asso pescando freneticamente) e la partita potrebbe essere compromessa dalla mano iniziale.

Per ultimo riferisco di aver scaricato il manuale in Italiano da BGG e di aver trovato una regola diversa rispetto a quanto espresso dal recensore: Il biscotto va a chi ha più tipi diversi di cappelli, compresi i neri e in caso di pareggio si guarda chi ha la carta più bassa tra quelle di fronte a se. piuttosto che " garantirsi il biscotto da cinque punti che va al giocatore con più tipi di cappelli e, in caso di parità, a colui che li ha avuti per primo"

Consiglio il gioco a chi voglia avere un esperienza calcolosa da 20 minuti.

Underscore45 scrive:

Per ultimo riferisco di aver scaricato il manuale in Italiano da BGG e di aver trovato una regola diversa rispetto a quanto espresso dal recensore: Il biscotto va a chi ha più tipi diversi di cappelli, compresi i neri e in caso di pareggio si guarda chi ha la carta più bassa tra quelle di fronte a se. piuttosto che " garantirsi il biscotto da cinque punti che va al giocatore con più tipi di cappelli e, in caso di parità, a colui che li ha avuti per primo

Bhe direi che siamo d'accordo sulla maggioranza dei punti:) sulla regola niente da dire ho cappellato io, sono andato a memoria e ho sbagliato faccio mea culpa grazie per la segnalazione 

Concordo con Mrs.Rosengald, un po' troppo bruciacervelli per essere un gioco da 10 minuti. 

L'ho preso prima di ripartire dall'Italia a Natale ed e' rimasto li', pensando di giocarlo a Pasqua. Le componenti e la scatola sono belle ed il regolamento mi e' piaciuto..e' tutto cio' che posso dire. A occhio, anche per me, e' un bruciacervelli con rischio di AP, bisogna buttarsi un po'...e prenderlo forse un pochino piu' alla leggera?Non voglio giocarlo spendendo 1 ora per ogni mossa.

Ho trovato Hats un gran bel giochetto, sicuramente sovraprodotto ma è un piacere per gli occhi. È uno dei pochi filler che, con davvero un mazzetto di carte ed una bella idea di base, riesce a dare un senso di sfida alle partite, che così non sono solo un passare il tempo. Lo preferisco per questo in due e, con giocatori minimamente scafati e consci del gioco, in quattro a coppie, dove raggiunge davvero il suo massimo, nella mia esperienza.

Un gioco cattivo, teso, che magari necessita di una partita di rodaggio, appagante per chi non si ferma là.

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