Peccato che questo gioco abbia una rigiocabilita pari alle varie escape room... l'ambientazione comunque è molto originale.
Introduzione
Lo ammetto, quando ho scoperto dell’esistenza di Michael, gioco cooperativo da 1-4 giocatori, edito dalla sezione della casa editrice con il miglior logo di sempre, Darkalamaro, l'ho preordinato istantaneamente soltanto per l'ambientazione: sì, Kickstarter rovina le persone e sì, alla fine come gioco si è rivelato più bello del previsto sotto alcuni aspetti, ma un bel po’ carente sotto altri. Andiamo però con ordine.
Ambientazione [+2,5 su +2,5]
Durante la partita i giocatori impersoneranno un gruppo di studenti di psichiatria che stanno facendo una lunga seduta con Michael, da qui il titolo, un paziente affetto dal disturbo dissociativo della personalità più complesso mai visto. Infatti in lui convivono ventiquattro personalità differenti e sarà compito nostro cercare di farle uscire allo scoperto e accontentare le loro richieste per tentare di capirle e comprenderle alleviando la sofferenza di Michael.
Fino a qua tutto oro quel che luccica, l'ambientazione è molto bella, ben integrata con il gioco. Infatti ognuna di queste ventiquattro personalità è collegata in qualche modo con le altre e più si conosce il gioco più questi collegamenti risultano interessanti e ispirati. Per non parlare poi dei disegni che catturano perfettamente l'idea che sta alla base di queste personalità
Materiali [+2,5 su 2,5]
Sui materiali non c’è niente da dire, sono perfetti per quello che vogliono trasmettere e per il prezzo contenuto del gioco!
Meccanica di gioco [+2 su 5]
La meccanica di gioco è il punto debole di Michael, perché di fatto è un memory, non un normale memory, ma un memory legacy!
Per carità, partiamo dal presupposto che è un gioco leggero e non vuole essere qualcosa di diverso; infatti quello su cui ci si vuole concentrare non è tanto il gioco in sé, quanto l’ambientazione e in questo ci riesce bene! Il gioco è diviso in quattro sessioni in cui i giocatori a turno dovranno scegliere se interagire con una determinata personalità, scambiare oggetti con gli altri giocatori, consegnare un oggetto ad una personalità, passare oppure terminare la sessione corrente. A parte terminare la sessione corrente tutte le azioni che gli studenti di psichiatria compiranno faranno destabilizzare in qualche modo Michael facendolo stressare e se lui si stressa oltre ad un certo punto è game over!
Il gioco di base funziona, non senza alcune scricchiolature, infatti alcune iterazioni di gioco sembreranno solo volte a farvi perdere tempo senza essere né belle, né utili, né brutte!
Il vero problema di Michael consiste però nel fatto di essere legacy e quindi di non essere per niente rigiocabile a meno di essere dei fanatici.
Infatti se nella prima partita c’è il piacere della scoperta, di scoprire tutti i collegamenti e l’esperienza del viaggio, più ci si gioca, contando anche i tentativi finali della prima volta, diventerà pian piano un gioco di mera ottimizzazione del tipo “riuscirò a fare questo e quest’altro con gli oggetti che ho senza far stressare 'sto pover’uomo?”
Questa sarà la domanda che vi continuerete a porre fino all'inevitabile conclusione, la quale vi lascerà per le partite future un memory più complicato con delle bellissime illustrazioni! Qual è il vostro livello di stress più basso con cui riuscite a risolvere le ventiquattro personalità?
Conclusione
Dopo aver giocato e finito Michael si rimane con sentimenti contrastanti. Da un lato si ha una bella esperienza su un tema non sempre affrontato nei giochi da tavola che, con un sistema molto semplice e ben rodato, restituisce partite per la maggior parte del tempo fluide e, fino a quando si è risolto il gioco, avvincenti ed emozionanti. Dall'altro lato però si rimarrà con la sensazione di aver partecipato a un esperimento non completamente riuscito e di aver “sprecato” una bellissima occasione con un gioco che poteva ambire sicuramente a vette più alte e invece si è limitato a essere un compitino ben fatto e nulla di più!
E voi, cosa ne pensate di quest’esperienza? Vi immergerete nel complesso mondo di Michael?
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