Questo 2021 è stato l'anno del ritorno alle fiere, Aosta (che in realtà si è svolta anche nel 2020), Modena, Essen e Lucca. Porto a casa un dignitosissimo 3 su 4, anche se ho mancato il teutonico bersaglio grosso. Purtroppo, eccetto GiocAosta, le ho dovute affrontare senza la compagnia di Mrs. Rosengald, che si è quindi dovuta accontentare dei miei racconti. Alla sua delusione si aggiunge anche un mio ritorno da Modena senza aver comprato nemmeno un titolo, stessa sorte toccata al primo dei due giorni a Lucca.
“Ma come nemmeno un giochino?” esclamò quando tornai a casa senza nemmeno un sacchetto. Non mi piace deludere le persone, soprattutto se la delusione è frutto della mancanza di un gioco nuovo, quindi la domenica mi sono ripromesso che avrei comprato qualcosa, e, mentre giravo con un paio di amici, uno di questi viene attratto da un gioco sistemato su un tavolo della Mancalamaro; saranno stati i colori, i dadini, le monete di metallo, o il fatto che non ne sapessi niente, ma ci siamo voluti sedere a provarlo. Dopo quella partita in due su tre abbiamo deciso di portarci a casa Khora - L'Ascesa di un Impero, un gioco da due a quattro giocatori, durata 60/75 minuti, dell'Head Quarter Simulation Game Club – un gruppo di autori provenienti dal boardgame club dell'università di Keio (Tokyo) stando a BGG – edito da Iello e portato in Italia da Mancalamaro.
Ambientazione
La civiltà è, più o meno, tutto quello che noi facciamo e le scimmie non fanno. Lord Raglan
In Khora, ogni giocatore prenderà il controllo di una Polis greca, ottenendone casualmente una tra le sette del gioco. I giocatori dovranno, astrattamente, sviluppare la propria città su vari tracciati cercando di ottenere il maggior numero di punti, seguendo le inclinazioni della propria Polis. Spoiler: con Sparta non farete molti punti con la cultura. Insomma, l'ambientazione sebbene richiamata anche dai colori utilizzati non la fa certo da padrona.
Il gioco
Un nome è difficile farselo. Un cattivo nome, toglierselo. Roberto Gervaso
Cercando informazioni su questo gruppo di universitari del club dei giochi da tavolo ho scoperto che hanno all'attivo solo un'altra pubblicazione, un'auto-produzione, Improvement of the Polis, gioco di cui Khora è una... una... una non so esattamente cosa. Non è una ri-tematizzazione, non è una ristampa, una versione per il mercato europeo? Vabbè poco importa in questa sede. Quello che importa è che dentro la scatola troveremo un po' di carte, un tabellone e quattro plance a doppio strato in cui andremo a posizionare la scheda della nostra Polis e gli indicatori del nostro livello di economia, cultura ed esercito; gli altri tracciati – tasse, cittadini, gloria e truppe – trovano posto nella plancia comune, assieme ai segnalini conoscenza.
A completare i componenti personali ogni giocatore ha sette tessere azione, uguali per tutti, e tre dadi, dei quali uno inizialmente collocato sotto il tracciato cultura.
Una partita a Khora dura nove round, tutti con la stessa identica struttura.
A inizio round si rivela l'evento e si ottengono monete pari al livello sul tracciato tasse. Poi si lanciano i dadi e, contemporaneamente, ogni giocatore associa un dado a una tessera azione: queste sono numerate con valori da zero a sei, e, qualora l'azione scelta sia di valore superiore al valore del dado, si dovrà pagare la differenza in cittadini.
Le azioni si risolvono in contemporanea tra tutti i giocatori ma seguendo l'ordine del valore riportato sull'azione – quindi l'azione tre (commercio) si svolgerà sempre prima dell'azione cinque (politica).
Senza entrare nel dettaglio di tutte le azioni ci basterà sapere che sono quasi sempre legate a uno dei tracciati, facendolo aumentare – come l'azione uno che fa aumentare i cittadini o esercito che fa aumentare le truppe – o facendone dipendere la forza della stessa, come per la cultura che fa ottenere punti vittoria per il nostro livello sull'omonimo tracciato.
Quando tutte le azioni sono state risolte ogni giocatore aumenta di un livello su uno dei tre tracciati sulla propria scheda, pagando il costo indicato dal livello che si intende raggiungere.
Poi si attiva l'evento rivelato a inizio round e si verifica se qualcuno ha raggiunto uno o più dei cinque obiettivi, obiettivi fissi, che permetteranno di salire gratuitamente di un livello sul tracciato tasse o su quello gloria.
Dopo questi nove round il punteggio sarà calcolato sommando i punti ottenuti in partita a quelli forniti da eventuali carte giocate, l'eventuale potere della propria Polis e il numero di gettoni Conoscenza maggiore – quelli con l'alloro – si moltiplica per il livello sul tracciato Gloria. Chi ha più punti, stranamente, è il vincitore.
Considerazioni
Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti. Platone
Per iniziare questa sezione della recensione è doverosa una premessa. Chiunque speri di trovare in Khora il gioco di civilizzazione leggero che permetta di condensare in un'ora scarsa l'esperienza di titoli ben più corposi non potrà che rimanere deluso. Per quello, a parere di chi scrive, rimane insuperato The Golden Ages di Ferrini. Chi invece è alla ricerca di un gioco leggero, alla portata di – quasi – tutti, che dia una certa soddisfazione senza però richiedere di sforzarsi troppo mentalmente potrebbe reputarlo interessante, nonostante i difetti non manchino anche nel titolo.
Come al solito eviterò qualsiasi valutazione sul costo del gioco, per varie ragioni. L'ho pagato in fiera una cinquantina di euro, probabilmente più di quanto io generalmente sia disposto a investire in un titolo del genere, ma complice anche il fatto che nelle due fiere precedenti non avevo fatto acquisti, mi sono lasciato convincere.
I materiali del titolo sono buoni, le carte di buona fattura e le illustrazioni abbastanza evocative. Il gioco apparecchiato attira l'occhio con quel beige chiaro che fa tanto civiltà classiche. Qualche perplessità me la lascia la scelta iconografica di rappresentare con – praticamente – lo stesso simbolo il tracciato tasse e le monete: sebbene concettualmente torni, ha lasciato ad alcuni qualche dubbio, peccato di poco conto in ogni caso. Assolutamente inutile ai fini del gioco, ho trovato la scelta di scrivere qualche cenno storico delle varie Polis sulla relativa scheda un tocco di stile che ci tengo a segnalare.
Passando al gioco vero e proprio, ci troviamo davanti a un titolo rapido, già dalla seconda partita, anche a pieno regime di giocatori, in un'ora la partita si conclude, la durata non è particolarmente influenzata dal numero di giocatori grazie alla selezione e risoluzione contemporanea delle azioni. Il senso di progressione c'è e si percepisce, e le sette Polis hanno comunque una caratterizzazione sufficientemente diversa le une dalle altre, impedendo – di fatto – a un giocatore di perseguire la stessa strategia di partita in partita. Infatti, la Polis sarà data a inizio partita casualmente, e ognuna ha quattro bonus da sbloccare con l'azione di valore sei; questi però indirizzeranno notevolmente la direzione della partita: si può cercare di ignorare l'esercito quando si gioca Sparta, ma si rinuncia in pratica ai poteri di fazione, cosa non molto consigliabile se si desidera tentare di perseguire la vittoria.
Questo aspetto è anche un limite del gioco, alle volte ci sembrerà che il gioco si giochi da solo, con noi spettatori di una strategia precostituita, con fondamentalmente le stesse azioni da fare di turno in turno.
L'interazione tra giocatori è scarsa e si limita al raggiungere i traguardi prima degli altri, e alle carte evento che fanno confrontare il valore di truppe. In teoria, la competizione potrebbe manifestarsi sulla plancia esplorazione per arrivare prima a determinati gettoni conoscenza (e relativi bonus) ma sono molti, e difficilmente tutto il tavolo sarà interessato a guadagnarli militarmente, riducendo l'interazione alla corsa a Persepoli, unica zona che fornisce in un colpo solo tre gettoni Conoscenza maggiore.
La vera differenza tra una partita e l'altra la fanno le carte politica, che si dividono in istantanee, permanenti e quelle che danno condizione di punteggio a fine partita: queste sono abbastanza varie e permettono di supportare grossomodo qualsiasi tipo di strategia, ma se le cinque carte che abbiamo all'inizio della partita si coniugano male con il gioco della Polis allora difficilmente sarà possibile costruire una partita su di esse, inoltre il numero abbastanza esiguo permette di averle viste tutte in poche partite.
La sensazione di partita pilotata è accentuata dal fatto che il gioco non premia partite dove si fa un po' di tutto, premiando invece l'iper-specializzazione, se giocate Sparta il tracciato esercito va massimizzato, al costo di ignorare completamente quello cultura; questo porta inevitabilmente anche a compiere di fatto le stesse azioni ogni round.
Questi aspetti, che sicuramente sono classificabili come difetti, ne fanno però un ottimo titolo per quei giocatori che vogliano provare un'esperienza di gioco un passettino oltre i soliti introduttivi ma senza troppo sforzo, regalando quasi sempre una certa soddisfazione.
Giocatori più scafati potrebbero trovarlo un passatempo piacevole in quelle sere dove non si cerchi più il rilassamento dovuto allo spostare dei pezzi e tirare i dadi o veder fruttare un'attenta e complessa strategia ben ponderata.
Un cosiddetto family+ ben confezionato che segue le richieste del mercato contemporaneo che sono sicuro non faticherà a trovare forti estimatori, ma che a un'analisi più attenta rimane un titolo poco profondo e – personalmente – scarsamente longevo, ma che nel suo target specifico può funzionare.