Civolution - Recensione

@Pegasus Spiele

Ci sono recensioni che ti aspetti e recensioni che non ti aspetti. Questa non l’avrei mai prevista, eppure eccola qua.

Giochi collegati: 
Civolution
Voto recensore:
8,5

Civolution è un maxi eurogame per 1-4 giocatori di Stefan Feld, che fa leva sui concetti di civilizzazione e di sandbox per cercare di vendere più copie.

La durata indicativa è di un’ora a giocatore più un’ora di spiegazioni e un’ora di setup e desetup, e il target, ca va sans dire, è quello dei giocatori veterani.

Come l’ho conosciuta

Una serie fortunata di eventi

Faccio la conoscenza di Civolution a Modena Play 2024, ma è uno scambio di sguardi frettoloso e poco incline alla confidenza. Vedo sul tavolo questo coso enorme, con plance giocatore tendenti all’infinito, che divora due tavoli affiancati per riuscire a sostentarsi. Leggo di cosa si tratta, mi allontano senza rimpianti.

© Deep Print Games
© Deep Print Games
Passa del tempo, leggo qui e là qualche commento, non mi ci avvicino particolarmente, ma alcune cose iniziano a intrigarmi.

Fast forward qualche mese, e in una giornata di malattia con la febbre a 38 un amico mi propone di provarlo su TTS.

Dopo un’ora di spiegazione e due ore e mezza siamo a metà partita, decido di smettere accampando la scusa dell’arrivo di mia madre con mia figlia a cui badare. Eppure, nonostante le condizioni fisiche, la durata, il mezzo molto fastidioso (TTS è un male necessario, purtroppo), mi ritrovo a pensare con piacere a quel pomeriggio.

Da qui alcune coincidenze mi portano al prevedibile epilogo.

Il Leone caporedattore mi chiede di partecipare a un Top&Flop. Riflettendo sui giochi provati nell’ultimo periodo, mi accorgo che in effetti Civolution mi ha preso, anche se può darsi sia un innamoramento da primo appuntamento interrotto. Lo inserisco tra i due Top. Chiedo poi nella segretissima chat della redazione se qualcuno lo trova sugli store online, dato che mi risulta essere solo in prevendita ovunque. Di nuovo l’insidioso Leone mi rivela che sì, si trova su Philibert in inglese. Costa però un centone. Mi arrovello sulla scelta dell’acquisto mentre cerco di capire se Resafa + un altro gioco su Vinted non siano un modo migliore per spendere i miei sudati risparmi, quando la scelta mi viene tolta di mano. Nella mail ho una splendente mail di Philibert di “Buon non compleanno”, con sconto annesso di 10€. So bene che mandano sto sconto solo per tentare la gente. So bene che è una furba mossa di marketing e upselling. So bene tutto questo, e resisterò. Resisterò.

Resisterò.

Tre giorni dopo Civolution mi guarda con aria impertinente dal tavolo che si appresta a inglobare.

Alcune premesse

Conosci te stesso

Diversi pelleverde magari mi conoscono già, ma è giusto inquadrarmi come giocatore:

  • mi piacciono i giochi tedeschi medio-pesanti;
  • mi piacciono i giochi stretti;
  • prediligo la strategia sopra la tattica;
  • ho una bimba piccola e dormo poco, ergo viva i giochi che durano sulle due ore.

Civolution è straripante, tattico e molto, molto lungo. Eppure il voto in cima lo vedete tutti.

Andiamo a vedere cosa è successo.

Come mi sono innamorato

Sono stato colto alla sprovvista...

C’è un sacco di roba da scrivere e poco tempo per farlo. Devo però comunque spendere qualche parola sul flusso di gioco, che nessuno o quasi leggerà, prima di passare alla recensione vera e propria.

Civolution in due parole

Una personalità sfaccettata fin da subito

Nel gioco rappresentiamo alcuni studenti di un corso di laurea in Civilizzazione. Siamo chiaramente parte di un popolo avanzatissimo tecnologicamente, con una morale discutibile e deliri di onnipotenza.

Giocheremo in quattro round, durante i quali ognuno di noi andrà a intervenire sulla propria civiltà per fare in modo che produca più punti possibile entro fine partita e ci faccia così passare l’esame.

Durante ogni round ci saranno alcuni passaggi comuni a tutti da fare possibilmente in fretta, alcuni prima e alcuni dopo rispetto alla fase delle azioni.

Il prima:

  • rivelare nuove carte da cinque mazzetti di altrettante tipologie e da un mazzo eventi;
  • ottenere dei goal, degli obiettivi da realizzare in futuro;
  • ottenere una risorsa gratis di uno dei tre tipi di un qualsiasi nostro terreno.

Il dopo:

  • controllare se dei siti sulla mappa fanno succedere cose;
  • mantenere i nostri omini pagando cibo, e guadagnare punti per quelli rimasti in piedi;
  • risolvere l’evento e il suo effetto sulle condizioni atmosferiche;
  • guadagnare punti grazie alla tessera punteggio di fine round, e determinare il primo giocatore del round successivo;
  • ottenere le rendite;
  • pulire la board dai segnalini caccia e ottenere punti per le statue.

Se quasi tutto quel che ho scritto sopra ha poco senso, non preoccupatevi, non lo spiegherò. È la parte più procedurale della partita, e dovrebbe essere svolta relativamente in fretta. La ciccia del gioco sta infatti nella fase azioni, durante la quale si attiverà la propria console coi dadi.

Ogni giocatore ha infatti una propria plancia con tantissime cose. 

Sulla destra abbiamo tutti i possibili moduli da attivare (sedici di cui alcune doppie, per un totale di ventuno azioni) per intervenire in maniera attiva sul gioco. Per attivare un modulo dobbiamo piazzarvi sopra una coppia di dadi che mostrino i numeri giusti. Ogni giocatore inizia con sei dadi, e ne può acquistare qualcuno durante la partita. Una volta finiti i dadi il giocatore effettua un reset, spostando in avanti il segnalino che fa avvicinare la fine del round e ritirando i suoi dadi per un nuovo ciclo di attivazioni.

Sulla sinistra abbiamo le diciotto (no, non è un typo) risorse del gioco, insieme alle quattro tipologie diverse di costruzioni che potremo piazzare sulla board, agli obiettivi e ad alcune cose che non vengono qui chiamate risorse, ma che tradizionalmente lo sono: cibo, monete, idee (+1 o -1 ai dadi, come in Burgundy) e focus (dadi jolly).

Sopra la plancia c’è un buco, una piramide inversa. Qui andremo a installare (la nostra plancia è infatti una console di controllo) tutte le chip che prenderemo nel gioco: rendita, attributo, obiettivi realizzati e, soprattutto, carte.

Alla fine del quarto round i giocatori passeranno attraverso le nove categorie di punteggio (cinque tracciati e quattro altre tipologie) e al conteggio della propria piramide inversa (più è piena e più fa punti). Chi ne fa di più passa l’esame. Yay!

L’estetica

Abbiamo di fronte una bella signora, molto curata e sofisticata

Per una volta, mi sento in dovere di spendere qualche parola sulla componentistica, mentre di solito la sfioro a malapena.

Le plance giocatore (double layer fai-da-te con gli adesivi, le mie preferite perchè costano poco e rendono molto) spiegano tutto in maniera chiara, ed essendo ripiegabili contengono al loro interno tutte le tessere modulo limitando il setup iniziale.

La mappa centrale, componibile, è di chiara lettura. Richiede un certo sforzo pre-partita, ma riesce a contenere una mole impressionante di informazioni senza distrazioni.

L’idea di utilizzare i segnalini ottagonali per tutto (risorse, dadi extra, segnalini, ecc ecc) funziona molto bene e aiuta un po’ nella gestione di un gioco che ha "millemila" pezzi sempre in movimento.

La scatola stessa è studiata benissimo e, grazie alle scatoline, ai sacchetti e alle già citate plance giocatore, aiuta il povero proprietario nella fase di setup che si deve sobbarcare ogni volta in solitario.

Il regolamento, lunghissimo e intimidatorio, è uno dei manuali migliori che abbia mai letto. Completo, con le informazioni sempre al posto giusto, chiaro e leggibile. Pieno di esempi e di informazioni utili in box separati, che non appesantiscono la lettura ma aiutano chi ne abbia voglia. Promosso a pieni voti.

L’unica nota di demerito, come uno sbaffo di rossetto su di un viso altrimenti impeccabile, è la qualità delle carte. È vero che si mischiano solo a inizio partita, ma il fatto che vengano manipolate per essere posizionate sotto la plancia giocatore crea le condizioni per possibili danneggiamenti. Se le mischiate con riffle shuffle non c’è problema, ma se siete mischiatori tradizionali, attenzione.

Il carattere

Estremamente volubile, prona a scatti d’ira e malumori, ma anche molto affettuosa quando vuole

Questo è probabilmente l’eurogame con il più alto tasso di randomicità che abbia mai apprezzato. 

Tantissime cose sono in mano al destino, troppe direbbero alcuni. Proviamo ad elencarne un po’:

  • le tessere obiettivo;
  • le tessere rendita; 
  • le tessere attributo; 
  • le carte evento;
  • le carte dei vari tipi;
  • le tessere risorsa che si vanno a scoprire sulla board;
  • i siti che si vanno a scoprire sulla board;
  • i dadi che ritiriamo ad ogni reset;
  • il dado rosa che determina se abbiamo il favore di Agera o meno (successo o fallimento di alcune azioni).

Buona parte di quanto sopra fa parte della categoria conosciuta come “input randomness”, ossia casualità di cui siamo a conoscenza prima di intraprendere un’azione, ma l’ultimo elemento è invece un esempio di “output randomness”, aggiunta dall’autore teutonico perchè non c’era abbastanza pepe nel gioco (!).

In ogni caso, c’è talmente tanta alea spalmata su talmente tante zone che ogni tanto può sembrare che sia il gioco a giocare e tu a cercare disperatamente di guidarlo in una qualche direzione. Durante le prime partite questa sensazione è forte e potrà respingere alcuni giocatori. Nel mio caso, mi ha invece costretto a guardare il tutto con lenti diverse da quelle solite.

Civolution è stato costruito con questa casualità al centro. Questo è chiaro tenendo conto di tutti gli elementi del gioco. Con l’esperienza emergono tutte le varie modalità che Feld ha inserito per mitigarla, ma c’è di più. Si può arrivare, lentamente, a comprendere come le cose da fare nel gioco sono tante e costringere i dadi e le carte in una sola direzione è sprecare il potenziale che si avrebbe in altre aree. Aver migliorato un modulo non significa che dovremo per forza usarlo sempre, ma solo che, in alternativa ad altri percorsi per fare punti, ce ne siamo aperti uno nuovo, che possiamo seguire nel caso in cui si riveli conveniente. Lo stesso dicasi per le carte e gli obiettivi, per le tessere rendita e per gli attributi. Il gioco premia chi sa prendere scelte tattiche efficienti avendo ben in mente i diversi obiettivi strategici che il gioco propone.

Perchè ne propone un sacco! Infatti…

Prospettive di una relazione a lungo termine

Può sembrare una persona vegetariana, che predilige l’insalata. Ma ha appetiti molto più mirati e non accetta quel che passa il convento

Abbiamo visto che, se si prova a gestire il gioco forzandolo in una direzione ben precisa, si fallisce. Ma, come per altri titoli del nostro Stefano Campo, questo non vuol dire che non ci siano direzioni.

Se si cerca di fare solo quello che dicono i dadi, si fallisce, allo stesso modo di quando si cerca di non ascoltarli. Il gioco fornisce una serie di incentivi e suggerimenti per far punti in maniera efficace; i dadi dettano solo quali di questi sono efficienti in un dato momento. Eccone alcuni:

  • il set di carte iniziali, e poi quelle effettivamente giocate;
  • i bonus di fine round;
  • la carta evento attiva;
  • gli obiettivi, le tessere rendita e quelle attributo rivelate;
  • i bonus “cicci” di fine partita (alcuni hanno moltiplicatori maggiori).

Alla classica lettura del setup si lega un costante aggiustamento degli incentivi dati dalle tessere e carte che si rivelano mano a mano, andando a generare un albero delle scelte sempre interessante e dinamico.

Di partita in partita diventa più chiaro come e cosa è importante in un dato momento, ma fin dalle prime giocate è stato subito evidente quanto fosse importante andare a ricercare direzioni strategiche efficaci.

Dall’innamoramento all’amore

Dopo aver conquistato la pancia (o un filo più in basso), il sentimento muta e si evolve, raggiungendo il cervello

© Deep Print Games
© Deep Print Games
Le prime volte con Civolution mi hanno conquistato perchè, nonostante l’innegabile durata, sono passate piacevolmente. Non ci sono, o sono stati rarissimi, i momenti di paralisi da analisi. Pur avendo moltissime azioni tra cui scegliere, i dadi fanno da guida e restringono le possibilità senza che questo sia una cosa negativa, anzi. Aiuta a non sentirsi persi. Qualcosa di buono, specialmente in early game, sembra sempre di farlo. Le ore trascorrono senza intoppi, anche se sono molte.

Più avanti, quando la consapevolezza del gioco e dei suoi sistemi si fa più concreta, arriva la parte del cervello che brucia cercando di scovare percorsi ottimali nella selva di dadi, carte e casualità varia. Ma ci si arriva per gradi e l’iter risulta naturale.

Alcune operazioni di routine vengono eseguite più in fretta. Si approfondiscono le categorie di carte, che passano dall’essere un tutt’uno uniforme senza capo né coda all’assumere personalità spiccate che permettono pianificazione a lungo termine. Gli effetti delle azioni sono chiarissimi e non occorre più fare frequente riferimento alla plancia quando si guardano i dadi a disposizione. I meccanismi che legano le diverse parti del gioco passano dall’essere oscuri al chiarirsi mano a mano.

Parlando in termini molto generali, normalmente nei giochi che imparo ad amare passo da una prima partita in cui ho già chiaro tutto, ma non conosco il ritmo di gioco e cosa convenga e cosa meno, a partite avanzate in cui scopro sinergie, timing corretti e strategie più performanti. Con Civolution alla prima partita sono stato in balìa del gioco, una sensazione ben diversa da quella che ho normalmente. Ma non è stata spiacevole, dato che quel che fai rimane soddisfacente e chiaro.

Nelle partite successive è come se mano a mano si fosse sbloccato un pezzetto, abbastanza da attirarmi, intrigarmi e portarmi a rigiocare, ma non abbastanza da darmene una comprensione e padronanza maggiore come mi sarei aspettato. È stato solo dalla settima partita che abbiamo osato tentare di draftare le mani iniziali anziché partire con i set, e comunque eravamo molto titubanti.

Un apprendimento lento, costante, con la continua sensazione di essere alla scoperta di qualcosa, di avere a malapena scalfito quanto il gioco permette a chi davvero lo padroneggia.

Per chi è uso anche ai videogiochi, quasi un’esperienza da roguelite strategico, dove non vedi l’ora della run successiva per scovare altre aree in cui osare, altri percorsi da battere, altre sfide da superare in maniera creativa.

Perchè non piacerà a tanti

Il sentimento non mi rende comunque cieco

La dicitura “gioco per pochi” è una che di solito non apprezzo, respinge alcuni e attira altri per le ragioni sbagliate. In questo caso potrei essere tentato dall'utilizzarla.

Per quanto a me sia piaciuto moltissimo, Civolution ha diverse caratteristiche che rappresentano dei difetti agli occhi di molti giocatori. Me compreso, tra l’altro, per cui non escludo di rivenderlo nel caso in cui non riesca a intavolarlo con una buona frequenza. Non parlo ulteriormente dell’alto tasso di alea che pervade l’intero gioco; è un po’ l’elefante nella stanza, e l’ho messo nei punti precedenti. È la peculiarità che più di ogni altra farà storcere il naso agli eurogamer convinti, soprattutto in partite dalla durata così importante.

Ma c’è altro.

Un corteggiamento lungo lungo

Se serve troppo tempo per arrivare al dunque, magari non ne vale la pena

Civolution ha tempi allungati da un po’ tutti i punti di vista.

La spiegazione, innanzitutto. Per quanto il regolamento sia chiarissimo, e il numero di volte che dovrete consultarlo sia contenuto, la mole di informazioni è impressionante. Spiegarlo a chi non si sia visto un video e sia completamente vergine richiede un’ora di tempo totale, qualcosa che risulta essere esagerato in tante occasioni (fiere, ludoteche, serate tra papà insonni, ecc).

Il setup e desetup che, per quanto aiutati da scatole e scatolette, richiedono comunque di muovere un sacco di pezzi, fare cernita delle carte, costruire il tabellone centrale, estrarre tessere iniziali ecc ecc. Da solo me la cavo in mezz’oretta, a fine partita mi danno una mano gli altri giocatori. Rimane comunque un impegno non da poco, di altri giochi con setup così lungo mi viene in mente Imperial Steam, di cui avevo parlato.

Infine, la durata stessa della partita. È vero che, sorprendentemente, i turni scorrono veloci. Non me lo aspettavo, ed è stato parte di ciò che ha portato all’innamoramento. Ma si parla di un’ora a giocatore, qualcosa di più durante le prime partite. Immagino che forse alla ventesima partita potremo scendere a quarantacinque minuti per giocatore, ma è difficile fare meglio. Non mi ci vedo a intavolare questo gioco in quattro, per quanto i turni scorrano veloci. Il problema non sarebbe infatti l’attesa tra un turno e l’altro, ma proprio la durata complessiva della partita.

Una signora con tanto trucco

Se sotto al trucco c’è sostanza, perchè metterne così tanto?

© Deep Print Games
© Deep Print Games
Parliamo dei due hook che sono stati usati, da editore ma anche da ammiratori, per vendere la scatola a più gente possibile: gioco di civilizzazione, gioco sandbox.

Civolution ha come tema la civilizzazione, è vero. E si sente di più che in altri finti titoli di civilizzazione, come Tapestry. Qui modifichi la tua civiltà con attributi, carte, potenziamenti. La guidi su terreni accidentati e inesplorati, la fai espandere, la fai costruire.

Ma non può davvero essere considerato un gioco di civilizzazione.

Il tema serve, ed è fondamentale, a guidare le azioni e a renderle più intuitive. Così la mutazione mi fa spostare i miei attributi fisici e intellettivi, la riproduzione fa moltiplicare le mie tribù, la scoperta rivela nuovi siti, la costruzione piazza strutture sul board. Ma il tutto rimane comunque astratto e volto principalmente a fare punti in maniera efficiente, scegliendo tra le tonnellate di opzioni disponibili. Non mi sono mai sentito davvero la mente dietro la creazione di una civiltà organica e dotata di coerenza interna. Aleggia, però, un certo respiro epico durante e a fine partita, quando con orgoglio si guarda il tableau, la mappa e le tribù. Quante cose si sono fatte in mille ore!

Anche l’aspetto sandbox è probabilmente sopravvalutato. Per me questo non è un difetto, anzi. È proprio la dimensione strategica del gioco che lo discosta da insalate di punti, da “fai quel che vuoi tanto va sempre bene”, quella che me lo fa amare. Ma chi approda in Civolution perchè, vista la pletora di azioni disponibili, vuole fare quel che gli va, resterà deluso una volta visto il punteggio finale.

Civolution è un euro di peso, con un tema di civilizzazione presente ma non fondamentale, improntato all’ottimizzazione e all’efficienza. Punto.

Il resto è marketing, e va bene così.

Suggerimenti per il corteggiamento

Nel primo contatto sta il 90% delle possibilità di successo

Forte di ormai diverse partite alle spalle, in solo, in due e in tre giocatori, voglio condividere diversi tips & tricks (per una volta, niente suggerimenti strategici!) per rendere più gestibili le vostre prime partite. 

1. Usate i set pre-costruiti, più volte

In tanti giochi, se si è giocatori esperti, si è tentati di saltare le partite introduttive per arrivare subito alla ciccia. Non fatelo!

I sei set iniziali sono un ottimo modo per avvicinarsi alle sinergie fondamentali che rendono Civolution così interessante, senza obbligarvi a cercarvele da soli. Non tutti sono efficienti per tutti i setup, ma alle prime partite non dovrebbe essere qualcosa di importante. Per i miei giocatori sono arrivato addirittura a proporre, per ogni set, una sequenza di mosse di apertura veloci da seguire prima del primo reset. Alcuni hanno chiaramente preferito non usarle, ma per altri è stato un modo ottimo e comodo di iniziare la partita senza indugi.

2. Extra find da scegliere durante il round

Nella fase tre di ogni round c’è l’extra find, cioè la possibilità di ogni giocatore di scegliere una qualsiasi risorsa tra quelle dei propri terreni e aggiungerla alle proprie scorte. Questa fase, fondamentale per gli equilibri di un gioco che altrimenti sarebbe troppo stretto, è l’unica che genera costantemente paralisi da analisi.

Durante le prime partite vi consiglio di far tenere da parte un birillo ai giocatori, almeno nel primo round, che potranno poi utilizzare per ottenere una qualsiasi delle risorse delle prime due colonne. È difficile infatti operare una scelta sensata quando ancora non si conosce il gioco.

3. Cercate di ottenere attributi in early game

Non è davvero un suggerimento strategico, dato che in realtà quando sarete più esperti potrete ignorarlo tranquillamente. Ma usare coppie di dadi uguali per ottenere caratteristiche è molto comodo durante il primo e il secondo round, per crearsi possibilità di giocate forti più avanti ed evitare di restare bloccati.

Sono arrivato, per renderne chiara l’importanza ai giocatori, a mettere sempre, se gioco con gente nuova, la tessera di scoring per gli attributi al primo round. È anche un modo per mostrare a tutti che lanci apparentemente inutilizzabili, come cinque 5 e un 6, possono avere senso andando a creare attributi.

4. Cercate di avere chiaro come far crescere/mantenere le tribù e come fare risorse

Le due vie ovvie sono la caccia e la raccolta, ma ce ne sono altre che possono funzionare meglio in alcune partite e con alcuni set iniziali. Vi incoraggio ad averle chiare fin dall’inizio, altrimenti c’è il rischio che si ignorino gli incentivi iniziali per fare le cose ovvie. Ad esempio, si possono fare fattorie, oppure avere carte particolari che forniscono cibo o che rialzano gli omini, o ancora si possono lasciar morire gli omini e poi popolare molto. Per le risorse si può utilizzare il lucky find che c’è in Exploration, o ancora il Trade and Purchase, o semplicemente spostarsi molto sulla mappa in aree inesplorate.

5. Concentratevi sulle carte iniziali

Per quanto sia possibile acquistare e giocare anche otto-dieci carte, nelle partite iniziali è molto probabile che ne andrete a giocare quattro-sei. Controllare costantemente tutti i requisiti e le ricompense delle carte in offerta non è facile quando c’è già tanto da tenere sott’occhio. Le carte iniziali dovrebbero essere il centro della vostra partita, insieme agli obiettivi di fine round.

Conclusioni

Una fine è solo un nuovo inizio

Ho dedicato dieci pagine a questo giocone, cercando di mostrarne luci e ombre. È un bestione impegnativo, lungo, pieno di roba. A differenza di tanti altri euro, non ha incastri e azioni a cascata, ma un piacevole susseguirsi di turni veloci e intuitivi in un crescendo di efficienza soddisfacente e sfidante.

Mostra chiari gli stilemi di Stefan Feld, ma va in una direzione diversa a quella di qualsiasi altro suo titolo. Riesce ad essere lungo, estremamente tattico e prono agli sgambetti del fato, senza rinunciare alla dimensione strategica, che anzi sviscera in una serie di percorsi interconnessi tutti da esplorare.

È un gioco che, sulla carta, ha tanti elementi che mi dovrebbero respingere, ma che è riuscito a conquistarmi.

Ha anche un ottimo solo che si può gestire con le carte o con app, ed erano anni che non sentivo una tale voglia di provare un gioco in questa configurazione. Credo da Newton.

Non me la sento però di consigliarlo a tutti quelli che di solito sono in linea con i miei gusti. Ricordo che il voto, espresso a inizio articolo, è puramente personale. Rappresenta quanta voglia ho di intavolarlo. Purtroppo non è indicatore di quante volte effettivamente poi ci riesca, vuoi per la durata, vuoi per l’alea imperante che lo rende indigesto a diversi amici.

Civolution è davvero un prodotto unico di Stefan Feld. 

Spero che la recensione possa guidarvi nella scelta di spenderci o meno un centone. A seconda dei vostri incentivi, può darsi sia o non sia efficiente.


Ciao sono Mario Rossi, il John Smith nostrano.
Amo i giochi german di peso, stretti, interattivi, profondi e con strategia a lungo termine.
Proprio di strategia mi piace parlare. Piuttosto che giocare poco a tanti titoli diversi, distruggo a forza di partite pochi titoli selezionati. A fine processo, scrivo lunghi articoli in cui sviscero le mie conclusioni.
Odio le maggioranze, l’interazione diretta, la troppa casualità e il pick-up and delivery, a parte quando non li odio.
Non sono onnivoro ma assaggio un po’ di tutto.

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Commenti

Recensione impeccabile.

Personalmente non credo che mi avvicinerò mai a questo german monstre, ma la curiosità di vederlo girare me l'ha lasciata.

Finalmente una recensione di Civolution, il Feld che mi attrae ma mi spaventa non poco (per tempistiche di spiegazione più che altro). Grazie Mario Rossi

Questa la aspettavo. Grazie, ben scritta e molto utile.

Feld per me è un autore fantastico perchè propone giochi spesso in insalata di punti ma sperimenta e cambia, ambientazioni e stili...nel tempo ha sfornato perle e giochi che sfiorano il capolavoro quali L'Anno del Dragone, Castle of Burgundy, Trajan etc...

Il Gigante tedesco a cui ha avuto il piacere di stringere la mano nel lontano Essen 2005 mi ha dato spesso gioia al tavolo ma in questo caso ho serie perplessità: l'ingombro al tavolo,la mole di materiale (setup da urlo) ed i tempi di gioco sono per me incompatibili per le modalità ludiche odierne, lo proverò se riesco ma direi che è un no.

Grazie per la bella recensione!

Dalle caratteristiche non sembrerebbe troppo nelle mie corde, ma mi hai invogliato a provarlo.. Vedo se riesco a fomentare qualche socio a cercarlo 👍

Grazie @MarioRossi! Recensione che ho letto con interesse. Ben argomentata e strutturata. Chiara!

Il gioco sembra veramente accattivante. La lunghezza mi spaventa un po' più che altro per organizzazione del tempo (quando giocare?).

Da provare!

ero interessato al gioco, l'ho provato....uno dei più brutti e inutili mai giocati per i miei gusti. un multisolitario dalla durata esagerata che mi ha restituto molto poco in termini di divertimento ludico, forse avevo aspettative troppo alte, e non sono esattamente un casual (tanto per dire TTA e MK sono tra i miei giochi preferiti in assoluto)

boh per carità provatelo sicuramente se vi capita l'occasione 

WOW!

Bella recensione, il gioco mi incuriosisce ma non so se lo proverò.

Ottima recensione come sempre, leggo con interesse tutto quello che scrivi (tranne quando parli male di Brass :-)). Il gioco è interessante e ti fa venire voglia di rigiocarlo. Forse alcune cose le avrei levate (il dado rosa su tutte e gli obiettivi iniziali che possono avvantaggiare qualcuno per le carte) e altre le avrei aggiunte (un tantino di interattività in più tra i giocatori non avrebbe guastato) ma nel complesso anche a me ha fatto un'ottima impressione.

Sarei curioso di un confronto con Through the Ages. Leggendo questa recensione immagino che il feeling" di fine gioco sia lo stesso, con un estremo appagamento derivante dalla crescita della propria civiltà.

Quello in cui invece i due titoli differiscono è il modo con cui si arriva a tale feeling: tramite un percorso prevalentemente strategico con TTA, tramite un percorso prevalentemente tattico con Civolution.

E' corretto? 

Raistlin3m scrive:

Sarei curioso di un confronto con Through the Ages. Leggendo questa recensione immagino che il feeling" di fine gioco sia lo stesso, con un estremo appagamento derivante dalla crescita della propria civiltà.

Quello in cui invece i due titoli differiscono è il modo con cui si arriva a tale feeling: tramite un percorso prevalentemente strategico con TTA, tramite un percorso prevalentemente tattico con Civolution.

E' corretto? 

Allora, direi che le due cose che dici sono corrette. In entrambi i giochi hai una bella soddisfazione a fine partita, e Civolution ha un percorso prevalentemente improntato all'approccio tattico, mentre TTA al contrario è strategico fino al midollo.

Ma trovo i due giochi difficilmente confrontabili, per diversi fattori.

Innanzitutto, il peso. Nonostante tutto il materiale, Civolution non è un gioco pesantissimo. TTA al contrario è uno dei giochi più profondi e pesanti che conosca.

C'è poi la questione della fiddliness. Civolution ha sì un sacco di materiali, ma è stato studiato con un occhio moderno che ha messo al centro la usability da parte dell'utente finale. Risulta, se non intuitivo, chiaro nella fase operativa motoria. TTA , come rimarcato da altri, rimane un gioco ormai perlopiù giocato in forma di videogame dalla maggior parte dei suoi fan, proprio perché la fiddliness e il bookkeeping richiesto sono i suoi principali difetti.

Infine, credo proprio che il confronto stesso si fondi su basi sbagliate. Civolution finge di essere un gioco di civilizzazione, mentre TTA lo è a tutto tondo. Non vedo molti punti in comune tra i due, se non l'appartenere al filone euro gestionale.

Pare proprio il mio gioco. Peccato per la lunghezza. Lo proverò con piacere.

Grazie per l'esaustiva recensione.

Immaginavo, grazie. La ricerca del degno successore di TTA continuerà ancora a lungo, temo... ma è giusto così, i capolavori sono rari e tali devono rimanere, altrimenti diventerebbero solo degli ottimi giochi. 

Anche a me intriga sebbene giocare a un solitario di gruppo con interazione veramente minima (se qualcuno invece ritiene che ce ne sia e conti parecchio mi smentisca, vi prego!) che dura 1 ora a giocatore non è un sogno. Sarebbe difficile anche da intavolare anche per questo motivo.....bho vedremo 

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