The Castles of Burgundy: recensione di Agzaroth

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The Castles of Burgundy
Voto recensore:
7,5

Introduzione
Stefan Feld non ha bisogno di molte presentazioni essendo considerato uno degli autori più geniali e capaci (e sicuramente uno dei più prolifici) del panorama ludico. Con questo titolo propone un sistema intelligente e azzeccato per la gestione dei dadi all'interno di un gioco “german” a tutti gli effetti. Per 2-4 partecipanti, di media difficoltà, è rivolto principalmente ud un pubblico di giocatori, ma non risulta troppo difficile nemmeno per gli occasionali.

Ambientazione
I giocatori assumono il ruolo dei principi della Borgogna durante il XV° secolo. Dovranno espandere il proprio feudo annettendone i vari territori e, possibilmente facendolo meglio e prima degli avversari. Va detto che l'ambientazione non è molto sentita (eufemismo), come un po' in tutti i giochi dell'autore.

Il Gioco
la partita si svolge in 5 fasi, ciascuna divisa in 5 round. Il tabellone centrale presenta 6 locazioni in grado di contenere 4 tessere esagonali ciascuno, oltre a uno spazio magazzino per le merci. Ognuna di queste locazioni è numerata da 1 a 6. C'è poi una locazione centrale (senza numero) in cui vengono poste altre tessere esagonali, acquisibili tramite le pepite. Sulla sinistra c'è lo spazio per le merci, che scandiscono anche il tempo di gioco: ad ogni round una viene assegnata casualmente, col dado bianco, ad un magazzino, per un totale di 25 merci nel corso della partita. Infine trovano alloggiamento sul tabellone le tessere bonus, la traccia dell'ordine di turno e, tutto intorno, il tracciato dei PV.

Ogni giocatore ha a disposizione una plancia personale con 37 spazi esagonali collegati tra loro e numerati da 1 a 6, di colori vari e corrispondenti a quelli delle varie tessere esagonali (es.: le navi sono azzurre, le conoscenze gialle, i castelli verde scuro, ecc.). Questa “mappa” costituisce il proprio feudo e andrà riempita con le tessere esagonali acquisite. In basso c'è una riserva con 3 spazi per le tessere esagonali prelevate dal tabellone principale: vengono messe qui prima di essere collocate sul feudo. Ci sono inoltre 3 spazi deposito in cui stoccare le merci acquisite e un riassunto degli edifici e della azioni di gioco.

In ogni round i giocatori, a partire dal primo, eseguono tutte le azioni disponibili: 2 mediate dai dadi e una facoltativa con le pepite.
Ogni giocatore lancia i suoi 2 dadi all'inizio del round: i numeri usciti gli daranno un ventaglio di possibilità. Le azioni possibili sono:
1) usare un dado per prendere dalla locazione col numero corrispondete una tessera e metterla nella propria riserva (3 spazi a disposizione)
2) usare un dado per spostare una tessera dalla propria riserva allo spazio corrispondente sul feudo (es: con un “4” una cava può essere messa solo nello spazio grigio contrassegnato dal numero 4)
3) usare un dado per vendere tutte le merci in proprio possesso con quel numero (le merci sono di 6 tipologie, numerate da 1 a 6)
4) usare un dado (non importa il numero) per acquisire 2 tessere lavoratore. Queste tessere possono essere spese per aumentare/diminuire di 1 il risultato di un qualsiasi proprio dado, anche più di una alla volta.
Infine, come azione facoltativa, il giocatore può spendere 2 pepite per comprare una delle tessere al centro del tabellone.

Ogni tipo di tessera dà i suoi vantaggi: le navi fanno guadagnare merci e avanzare nell'ordine di turno; i castelli forniscono una azione immediata gratuita; gli animali fanno guadagnare PV; le cave forniscono pepite a fine round; ecc.

Ci sono bonus in PV per chi completa, nel suo feudo, tutte le tessere adiacenti dello stesso colore. E i PV sono tanti di più quanto prima viene fatto. Inoltre vengono assegnate le tessere bonus (altri PV) a chi per primo o secondo copre tutti gli spazi di un dato colore sul feudo.

Considerazioni
- Visione generale
The Castles of Burgundy ha il grosso pregio di appagare sia i giocatori più casual che gli abituali. La meccanica è semplice e i PV ti piovono addosso un po' da tutte le parti, per cui il sistema non scoraggia neanche gli occasionali o chi gioca “tanto per”. Oltretutto è possibilissimo fare la propria partita senza mai guardare o dar fastidio agli altri, vedendo come utilizzare i dadi estemporaneamente e leggendo di volta in volta gli effetti di quei pochi edifici che sono rimpinguati ad ogni round.
La musica cambia parzialmente se avete intenzione di vincere e siete anche giocatori esperti. In quel caso dovrete necessariamente conoscere bene gli effetti di tutte le tessere (non sono poche), fare i conti con gli avversari, osservare le loro plance, lo sviluppo che stanno prendendo, i dadi che hanno tirato, fare al meglio il vostro gioco e, se possibile, ostacolare il loro.

Un aspetto particolare che ho notato in diverse partite è la possibilità di grandi rimonte. Anche un vantaggio di 60 punti a metà partita non garantisce assolutamente la vittoria. I PV assegnati riempiendo gli spazi dello stesso colore, quelli ottenuti vendendo le merci, i bonus forniti dagli esagono gialli o dagli animali, permettono balzi in avanti e recuperi anche di più di 20 punti alla volta. Non per niente il tracciato dei PV consente di superare tranquillamente i 200, quindi fate sempre il conto su questa cifra quando considerate la vostra situazione in gara.

La meccanica è semplice e geniale: tiro due dadi e mi regolo in base al ventaglio di azioni che questi permettono. L'ultima parola è quindi lasciata al giocatore e alle sua decisioni. Non solo, ci sono sistemi (i segnalini lavoratore, le pepite) ed esagoni che modificano e implementano queste azioni (es: il castello che dà una azione aggiuntiva, l'edificio che fa piazzare gratis un'altra tessera, ecc.), consentendo combinazioni e ottimizzazioni del tutto.
Il meccanismo di gestione dadi di Bora Bora (per citare un altro ottimo gioco di Feld) è forse più geniale e interattivo (cattivo, direi), ma nel complesso, come gioco a tutto tondo, The Castles of Burgundy mi pare riuscito meglio, forse proprio perché lascia un po' più di libertà d'azione e meno dipendenza dalle scelte altrui.

- Interazione
Come evidenziato prima, se volete giocare bene l'interazione c'è. Certo, anche per la categoria ci sono giochi decisamente più interattivi e dinamici e non lo consiglierei a chi cerca principalmente questo aspetto in un german (non siamo neanche lontanamente vicini a un Vanuatu o El Grande, ma nemmeno ai livelli di Caylus o Puerto Rico, per intenderci).
Principalmente si tratta di ottimizzare i propri tiri e, solo se è possibile, dar fastidio anche agli altri. Questo fastidio si traduce essenzialmente: nella lotta per l'ordine di turno (fondamentale per aver accesso a più opzioni in ogni round); nel sottrarre tessere esagonali o merci appetibili anche a un altro; nella competizione per le tessere bonus; nel “seccare” una delle locazioni corrispondenti al risultato dei dadi avversari. Una interazione comunque classificabile come “bassa”, a mio giudizio.

- Strategia e tattica
Principalmente è un gioco tattico. E direi tattica a breve termine, vista la meccanica. È però possibile e anche doveroso cercare di pianificare quantomeno un po' più in là del singolo round, viste le combinazioni possibili, i bonus per chi completa un colore sulla plancia e la competizione con gli altri giocatori.

- Difetti
Di solito ne vengono indicati due: le plance non equilibrate e il downtime in 4 giocatori. Onestamente non ho rilevato nessuno dei due.
Le plance sono un non-problema: se si è giocatori di pari esperienza basta prendere quelle uguali (ce ne sono 4), se c'è un principiante lo si aiuta con una plancia favorevole (quelle con tante zone di pochi esagoni vicino alla posizione di partenza), se c'è un “campione” lo si penalizza con una plancia difficile.
Il downtime esiste solo se, mentre giocano gli altri, non pensate a quello che dovete fare e alle varie possibilità di sviluppo che avete. Anzi, sovente sarete costretti a ripensare la vostra tattica in virtù delle mosse altrui. Certo, a volte catene di azioni o forti pensatori possono portare a momenti di pausa, ma non più che in altri giochi simili.
Piuttosto tenete presente che il fattore fortuna è secondario ma non assente. Una serie di tiri sfortunati può compromettere la partita, anche perché non è che si facciano così tanti tiri da bilanciare fortuna e sfortuna. Finire il gioco entro una decina di punti dal primo significa aver giocato tanto bene quanto lui e la differenza può tranquillamente essere imputabile al fattore aleatorio. Questo aspetto deve essere tenuto in conto da chi preferisce i giochi a controllo totale o quasi.
Ricordate infine che è un gioco prettamente tattico: se vi piace avere un po' di rpfondità nei giochi, qui davvero ne trovate pochina pochina. 

- Conclusione
Pur considerandolo un gradino sotto a In The Year of The Dragon, rimane uno dei più apprezzati titoli di Feld, assieme a Luna.

Elementi di sintesi

Materiali
Ottimi, tranne che per la scelta cromatica delle tessere. I castelli sono verdi, gli animali verde chiaro, le conoscenze verde acido (dicono giallo...), gli edifici beige pallido e le miniere grigio pallido.

Regolamento
Chiaro, con esempi e lascia pochi dubbi.

Scalabilità
Ottima: non l'ho trovato particolarmente lungo o con troppo downtime neanche in 4 giocatori.

Incidenza aleatoria/strategica
Più che di strategia parlerei di tattica, al massimo tattica a medio termine. La fortuna può dare una grossa mano, specie quando si è sullo stesso livello (se finite entro una mezza dozzina di punti potete tranquillamente dare la colpa della sconfitta alla sfortuna).

Durata
Calcolate circa mezzora a giocatore, 40 minuti con pensatori.

Dipendenza dalla lingua
Nessuna. Per le prime partite però dovrete far sovente ricorso al regolamento per controllare le abilità delle tessere, specie gli edifici e le conoscenze.

Consiglio/sconsiglio
Data la sua semplicità (ma non scambiatela con banalità) può essere apprezzato anche da un pubblico più vasto. Lo consiglio a tutti gli amanti dell'autore e poi ai germanisti interessati al meccanismo di gestione dadi (Bora Bora, Troyes, Pirates of Nassau). Sconsigliato ai germanisti puri (per via del fattore fortuna) e naturalmente a chi cerca giochi fortemente ambientati, essendo un gioco abbastanza freddo e calcoloso.

Premi/Riconoscimenti:

2011 2° Classificato nella Deutscher Spiele Preis Best Family/Adult Game 2° Classificato
2011 Nominato nella Golden Geek Best Strategy Board Game
2011 Nominato nella International Gamers Awards - General Strategy; Multi-player
2011 Raccomandato nella Spiel des Jahres
2011 Bronzo nella Tric Trac
2011 Nominato nella Tric Trac
2012 Nominato nella As d'Or - Jeu de l'Année
2012 Vincitore nella Games Magazine Best New Advanced Strategy Game
2012 Nominato nella Golden Geek Best Strategy Board Game

Pro:

Semplice nella meccanica ma complesso da ottimizzare.
Alla portata anche di giocatori meno assidui.
Possibilità di combinazioni gratificanti per chi riesce a sfruttarle.
Ottima varietà di gioco grazie ai numerosi effetti delle tessere.

Contro:

Se assegnate casualmente le plance qualcuno potrebbe trovarsi avvantaggiato.
Downtime un po' pesante in 4 giocatori, ma solo con forti pensatori e se non controllate tutte le vostre opzioni e il gioco altrui.
Qualcuno può trovare disturbante l'elemento aleatorio, comunque presente nel meccanismo di gestione dadi.
Scelte cromatiche infelici.

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