Carolus Magnus

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Carolus Magnus
Voto recensore:
7,2
In “Carolus Magnus” di Leo Colovini ogni giocatore rappresenta un erede di Carlo Magno, ed il suo compito è quello di erigere castelli “per rendere sicure le terre dell’Impero”. L’imperatore continua a girare per le terre, ed in sua presenza è possibile costruire i castelli. Vince chi riesce a costruire tutti i castelli che ha a disposizione.

Il meccanismo di gioco è piuttosto semplice, vi è subito da dire che la componente fortuna è poco influente e la strategia di gioco è determinante. All’inizio si pongono sul tavolo i 15 territori in circolo, un paladino su ogni territorio e l’imperatore su un territorio a caso. La sequenza di gioco dipende da come sono giocati i gettoni (che vanno da 1 a 5). Un numero alto consente un movimento maggiore ma fa muovere più tardi.

Ad ogni turno il giocatore sposta un certo numero dei paladini dalla riserva nelle proprie corti (per ottenerne il controllo, visto che il colore è controllato da chi ha più paladini di quel colore nella corte) oppure sui territori (per avere maggiori possibilità di costruire un castello), e successivamente, tirando i dadi, rimpingua la propria riserva. Quando un giocatore ha costruito castelli su territori adiacenti questi si uniscono tra loro, rendendoli di fatto più difficili da “espugnare”.

La modalità di gioco più semplice, ma anche quella meno movimentata è quella a 2 giocatori. In 10 minuti si riescono ad imparare le regole, ma ovviamente occorre una buona strategia per vincere. Vi sono, ad ogni turno, molte variabili tra cui scegliere (il gettone da giocare, la scelta del movimento dell’imperatore, il posizionamento dei paladini nelle corti piuttosto che sui territori, il colore “bonus” da scegliere quando sul dado compare la corona), e l’unica concessione alla fortuna è il risultato dei dadi che determinano il colore dei paladini che entrano nella riserva del giocatore (che spesso costringe il giocatore a cambiare strategia). Vi è da dire che l’effetto del tiro del dado, esistendo la riserva, non è immediato ma si risente solo nei turni successivi. Da questo punto di vista è una buona strategia quella di avere più turni in sequenza (ad esempio giocare per secondo nel turno precedente e per primo nel successivo). Gli stravolgimenti degli equilibri esistenti possono portare a grandi colpi di scena.
Pro:
Carolus Magnus è sicuramente un gioco da tavolo originale. La qualità del contenuto della scatola è molto alta, ed il design del gioco, seppur semplice, è indovinato e gradevole. Per quanto riguarda il contenuto della scatola vi è da dire che le componenti sono di ottima qualità, le forme delle pedine in legno sono molto semplici ed i colori sono molto gradevoli (cosa non scontata in un gioco da tavolo). I sacchetti sono molto comodi, ma può essere utile dotarsi di un ulteriore contenitore per i gettoni di movimento, i cilindri etc.

Il gioco è facile da apprendere e le differenze di modalità di gioco a 2, 3 o 4 giocatori lo rendono ancor più interessante. Anche la versione a 2 giocatori è molto valida, le versioni a 3 e 4 rendono la partita più articolata, cambiando ad ogni turno la sequenza di gioco. Si possono adottare diverse strategie, si può cercare di stravolgere gli equilibri oppure si può giocare in modo più prudente. Ad ogni turno il giocatore sa quanto sta rischiando, e da questo punto di vista il gioco può riservare grandi emozioni.

Il tiro dei dadi può essere più o meno fortunato, il risultato implica conseguenze non immediate, ma piuttosto l’obbligo di cambiare strategia nei turni successivi.
Contro:
Probabilmente l’unico difetto di “Carolus Magnus” è imputabile al suo livello di astrazione, ovvero ciò che suggerisce un feeling “storico” è il buon design del contenuto della scatola e non il meccanismo del gioco, che da questo punto di vista rimane “solo” un gioco di strategia originale e semplice da imparare.
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