Complessa complessità

Foto di Arek Socha da Pixabay

Oliver Kinne ci spiega cos'è per lui la complessità nei giochi da tavolo

Approfondimenti

Quanto segue è la traduzione di un articolo di Oliver Kinne pubblicato sul suo blog Tabletop Games Blog

Complessità è un termine abbastanza vago. Il Dizionario Cambridge la definisce come “la condizione di avere molte sfaccettature e di essere difficile da capire o da risolvere”. Sì, non è chiaro quando le sfaccettature siano considerate “molte” o a che punto qualcosa sia difficile da capire. Qui di seguito trovate i miei pensieri sulla complessità nei giochi da tavolo e ciò che io credo significhi.

Innanzitutto, la complessità è in realtà un buon parametro da tenere in considerazione per i giochi da tavolo. Tutti sappiamo che alcune volte non abbiamo lo “spazio cerebrale” necessario per giocare a un gioco complesso, altre volte vogliamo davvero immergerci profondamente nel gioco più complesso che riusciamo a trovare, per occupare i nostri pensieri e focalizzarci sul gioco e molto poco altro, altre volte ancora, vogliamo qualcosa che stia a metà strada.

Come è noto, Board Game Geek riporta, per la maggior parte dei giochi nel suo catalogo, un indice della complessità, il quale, come molti altri parametri, si basa sui voti dei suoi utenti. Così come ogni dato derivato da un gran numero di voti, il risultato finale fornisce una misura abbastanza valida e affidabile, se si dà per buono il fatto che la maggior parte dei voti siano ragionevoli e non un tentativo di distorcere intenzionalmente il risultato (vedi La saggezza della folla).

Quindi, anche se potrei argomentare dicendo che il dato assoluto che trovate su Board Game Geek non vi dirà se un gioco ha il giusto livello di complessità rispetto a quello che state cercando, esso permette, comunque, di mettere a confronto giochi diversi. L’idea è: prendete un gioco che conoscete e al quale avete attribuito un determinato livello di complessità secondo il vostro punto di vista; a quel punto, controllate quale valore di complessità quello stesso gioco ha su Board Game Geek e, sulla scorta di questo, trovate altri giochi con un livello di complessità simile o quelli che sono più o meno complessi.

Potreste anche stimare quanto più o quanto meno complessi siano altri giochi in confronto a quella linea di base usando dei rapporti, ovverosia: un altro gioco è complesso la metà o il doppio rispetto al vostro gioco di riferimento.

Ciò rende relativamente facile ottenere una scala di complessità abbastanza affidabile, alla quale far riferimento per le vostre scelte.

Ovviamente potete regolare quella scala in base alle vostre necessità e calibrarla a seconda delle vostre personali specifiche. Di conseguenza, se il range di complessità di Board Game Geek è molto più ampio o ristretto del vostro, potete ridurlo o aumentarlo secondo i vostri bisogni. Tutto si riduce a po’ di aritmetica, davvero.

Tuttavia, la complessità certamente non racchiude da sola tutte le sfumature di un gioco. Alcuni giochi molto complessi secondo Board Game Geek o secondo voi potrebbero non sembrare per nulla molto complessi a qualcun altro, o viceversa.

Credo che questo, in molti casi, dipenda dalle meccaniche in base alle quali percepite un gioco come complesso.

Un gioco che è di fatto relativamente semplice potrebbe sembrarvi molto complesso, se c’è un certo numero di meccaniche che non avete ancora incontrato in precedenza. Ma, una volta apprese quelle meccaniche, il gioco diventa poi molto semplice per voi. L’ho scoperto da solo. Riguardando i giochi che ero solito giocare anni fa, adesso mi sembrano molto semplici, ma, quando stavo ancora imparando a giocarli, mi sembravano relativamente complessi.

La complessità può essere anche considerata come il mero numero di opzioni che un gioco ti offre a ogni turno. Alcuni potrebbero trovare davvero difficile prendere delle decisioni e, di conseguenza, soffrire una sensazione di paralisi da analisi, che li porterà a considerare il gioco molto complesso. Al contrario, qualcun altro che riesca a vedere velocemente attraverso la massa di possibili scelte per trovare l’opzione migliore e creare facilmente una strategia non penserà che quel gioco sia complesso.

Penso spesso che un buon tema possa aiutare in tal senso. Un gioco astratto che ha dozzine di opzioni renderà difficile per alcuni giocatori sceglierne una, ma, con un buon tema, potrebbe diventare abbastanza ovvio quale scelta compiere.

Immaginate che, al vostro turno, il gioco vi chieda di compiere una scelta tra: fare il formaggio, mungere le mucche, comprare il bestiame, costruire un caseificio o raccogliere le entrate. Se non avete alcun soldo, non potete comprare bestiame, figuriamoci mungerlo o fare il formaggio, per il quale dovreste comunque avere un caseificio. Improvvisamente diventa ovvio che prima dovrete raccogliere le entrate, poi ottenere un po’ di bestiame, in seguito procedere con la mungitura, poi, magari, prendere qualche altra entrata, costruire un caseificio e, alla fine, fare il formaggio. Il tema mostra come ogni opzione conduca alla scelta seguente. In un gioco astratto, il medesimo albero decisionale non sarebbe così ovvio.

In modo analogo possiamo parlare di un buon regolamento, ovviamente. Un gioco può sembrare molto complesso quando leggi il regolamento, ma, quando inizi a giocarlo, tutto comincia a scorrere e ad avere senso, facendo percepire il gioco come molto meno complesso. Tutte le diverse parti cominciano a ingranare e quello che sembrava complicato è, in realtà, lineare.

Scommetto che ci sono altre ragioni per cui un gioco può sembrare complesso.

Cosa ne pensate? Inoltre, cosa ne pensate delle scale di complessità, come quella su Board Game Geek? Le trovate una guida utile o non ve ne importa poi molto? Condividete i vostri pensieri nei commenti sotto, per favore: sarebbe fantastico sentire altre opinioni!

Commenti

L'appunto che mi sento di fare all'articolo è che il "weight" su BGG mette assieme una serie di aspetti che comprendono la complessità,  ma non solo quella: il peso dei giochi

Articolo interessante, io sono uno di quelli che trova il "weight" di BGG molto utile e affidabile, ma come dice Agzaroth è un indice che contiene più fattori.

Permettetemi però una critica a quanto scritto, sarebbe meglio fare una distinzione - secondo il significato che si trova nella goblinpedia - tra complesso e complicato.

Non definisce la complessità. Ciò di cui parla non è complessità 

Dal Dizionario dei giochi della Zanichelli di Andrea Angiolino e Beniamino Sidoti:

Termine più appropriato ma meno diffuso con cui si indica il livello di difficoltà di un gioco. Un gioco molto complesso si dice pesante.

Poi pesante è definito in 4 modi diversi e c'è una definizione di difficoltà lunga una pagina intera... ma ora non ce la posso fare a trascriverle!

Cmq ho trovato interessante il suggerimento che il tema aiuta a ridurre la complessità, e lo trovo molto appropriato.

L'articolo rimane molto vago. Quello che ho trovato interessante è come un tema (anche appiccicato su) possa aiutare i giocatori a comprendere come muoversi. 

Anche per me il weight di BGG in assenza di altro è un indicazione utile. 

Però la mia impressione è che il giudizio soffra un po' della compartimentazione dei generi.

In altre parole, volendo semplificare forse all'eccesso, ho come l'impressione che il giudizio dato dai giocatori prevalentemente "american" sia diverso da quello degli "eurogamer" e che questi siano ancora diversi da quelli dei "wargamer" (e magari ci sono altre categorie di giocatori) e che questo incida sul voto, per cui quando si valuta in base a quell'indicatore bisognerebbe sempre farlo ragionando nell'ottica per la quale la (grande) maggioranza di quelli che hanno espresso quel giudizio prediligono un genere o l'altro, e questo deve essere "ponderato" quando si confrontano weight differenti

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