Questo è il secondo articolo di un trittico di articoli correlati. Trovate il primo (profondità strategia e tattica) qui. La prossima settimana ci sarà l'ultimo, su elaganza e meccaniche eleganti.
Complesso e complicato sono due termini spesso usati come sinonimi nei giochi.
In realtà non sono affatto sinonimi, indipendentemente dal contesto usato, sin dai tempi dei Romani ed occorre fare una distinzione tra i due.
Cercando un po' in rete, ho trovato qualche definizione generica che non si adatta del tutto al campo ludico.
Ve la propongo lo stesso, in modo da partire di lì e poi andare avanti.
“Non è il numero elevato di variabili in gioco a stabilire la complessità di un fenomeno, quanto piuttosto il loro essere visibilmente intrecciate in una rete di relazioni.”
Questa mi pare quella che più si avvicina a definire complicato e complesso nel nostro hobby.
Complicato è un sistema in cui le variabili sono molte, ma tutte evidenti e tutte predicibili. É faticoso analizzarle tutte, ma tutte portano a un risultato certo. Un gioco complicato è un gioco faticoso, perché aggiunge regole e strutture senza nulla aggiungere realmente all'esperienza significativa della partita. Un gioco complicato è quello in cui ad ogni regola corrisponde una sottoregola, a ogni sottoregola un caso particolare, ad ogni caso particolare una eccezione. Ovviamente in modo esasperato, ma il concetto è quello.
Complesso è un sistema in cui le concatenazione e le ripercussioni di una data azione non sono subito palesi, o quantomeno non lo sono all'inesperto, diventando via via più evidenti al giocatore più attento, più predisposto, più esperto.
In un articolo precedente avevamo definito la profondità strategica in questo modo: “quantitativamente è l'insieme di possibilità di pianificazione a lungo termine offerte al giocatore a inizio e in corso di partita; qualitativamente è l'insieme di conseguenze a lungo termine (tutta la partita) che tali scelte implicano.”
Ecco, il lato qualitativo della profondità strategica rientra pienamente anche nella complessità.
Per fare un esempio di un gioco complicato ma non complesso, potremmo citare Arkham Horror, col suo manuale da 24 pagine e le altrettante di FAQ. Un gioco né complesso né complicato (qui ce ne sono a bizzeffe) è il Tris (proprio raschiando il fondo eh), proprio per prendere il più banale di tutti, a parte il gioco dell'oca (che potrebbe pure non essere un gioco, ma magari ne parliamo un'altra volta). Un esempio di gioco complesso e complicato può essere Starcraft. Il complesso e per nulla complicato per antonomasia il Go, in cui due regole sottendono una estrema complessità e libertà di gioco, tanto che (al contrario degli scacchi) non c'è ancora un programma per pc in grado di battere i maestri.
Volendo quindi arrivare alla conclusione con qualche definizione, potremmo dire che:
- Un gioco è complicato quanto più le regole sono quantitativamente tante e qualitativamente corredate di eccezioni. Una volta capite e imparate tutte le variabili, un gioco (che sia solo) complicato non è difficile da padroneggiare. In un gioco complicato la risoluzione di un problema porta a dei risultati immediati, certi e prevedibili.
- Un gioco è complesso quanto più le ripercussioni delle proprie azioni sono difficili da padroneggiare. Anche una volta capite e imparate tutte le variabili, un gioco complesso rimane comunque difficile da interpretare. In un gioco complesso la risoluzione di un problema porta ad altri problemi.