Sicuramente, tolto l'aspetto dell'acquisto compulsivo, ogni volta che aquisto un gioco, cerco proprio un ottimo rapporto tra semplicità del regolamento e profondità nel padroneggiare il gioco stesso.
Infatti i miei giochi preferiti rimangono i german di media difficoltà (riferendomi al regolamento).

Come definiamo l'eleganza in un gioco da tavolo? quando un gioco è elegante? e una meccanica?
Commenti
Mi trovo d'accordo con la definizione di eleganza e con quanto scritto nell'articolo.
Mi piacerebbe però sapere da Agzaroth un tris d titoli che considera eleganti! ;)
Tralasciando gli astratti tipo il Go, ti direi King of Siam, El Grande, Concordia (ma in generale un po' tutti quelli di Gerdts)
Ottimi titoli, anche se io a King of Siam preferisco di gran lunga Carolus Magnus.
Lo trovo più lineare e, personalmente, più elegante anche nei componenti. :)
Grazie Agzaroth :)
Non mi permetto di dissentire da fonti autorevoli ma l'eleganza, a mio avviso, chiede delle qualità ulteriori a quelle esposte nelle tre definizioni. Manca il demiurgo che riconduce le tre qualità espresse nelle definizioni al contesto, al tema, all'ambiente. Ovvero è elegante quella soluzione ad un problema più complesso, che sia semplice garantendo profondità ma che sia in grado di darti quel "taste" di assoluta magnificenza e soddisfazione che si può avere se il gioco nel complesso non ha alcun elemento di ridondanza ed inutilità. Se i suoi meccanismi sono tutti esattamente armonici. Non solo non deve esserci alcuna complicazione inutile, non ci deve essere proprio nulla di superfluo (più light dell'inutile). Lo stesso cambio di ritmo, in un gioco può dare una sensazione che stride con la definizione di elegante. L'omogeneità e l'armonia di sviluppo del ritmo di un gioco è un ulteriore fattore che conferisce eleganza. Non posso fare a meno di interpretare l'eleganza come una risultanza armonica complessiva. Solo a mo di esempio: King of Siam, bellissimo gioco, in 2, data la regola delle 8 carte e dell'ultima carta non giocabile ove non conduca alla vittoria, può perdere qualcosa in termini di ritmo nella parte finale, dove sembra che il gioco scivoli quando sono finite le carte. Vero che con l'esperienza è un fattore che può e deve essere sfruttato ma è anche un elemento che a mio modestissimo e personalissimo avviso ruba quel millimetro alla possibilità, per me, di definirlo un gioco assolutamente elegante. E' un gioco intelligente e profondo con regole semplici ma forse non trovo che tutte le soluzioni siano esattamente perfette. Altrove avevo già espresso la mia metafora: una donna con portamento elegante ha movenze che con semplicità ti comunicano profondità; con due sapienti e delicate parole esce dall'impasse di una sterile e pomposa discussione, quando si alza dal divano per andar via conduce la sua persona con armonia e leggiadria. Il ritmo è fondamentale e l'eleganza è pur sempre una categoria estetica e non solo meccanica. Posto quindi che è di rara difficoltà adattarne l'utilizzo ai giochi è anche vero che forse è necessario fare un passo oltre, alla ricerca di quel demiurgo, che è la freccia trasversale alle tre solide e condivisibili leggi di sintesi.
(Agz, ancora ad esempio, Gerdts lo trovo elegante, sempre, almeno nei giochi che conosco...naturally)
Il classico esempio è Food Chain Magnate che è complesso e profondo, pur rimanendo elegante e tematico.
Il controesempio è un Lacerda a caso, che per essere tematico si infila in mille cavilli e eccezioni che lo rendono complicato da spiegare e piatto da giocare.
vai col flame!
Che bell'articolo!
ELEGANTE direi! 👏🏼👏🏼😊😊
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