Road to Magnifico: i criteri di scelta

Crossroads

Su che basi un gioco è “buono” per essere Magnifico?

Editoriale
Giochi

Sebbene il target del premio sia chiaro a tutti (giocatori esperti), meno lo sono i criteri su cui si basa la valutazione dei singoli giochi e i parametri che i giudici sono chiamati ad analizzare e confrontare. 

Sono fondamentalmente quattro e hanno tutti importanza paritetica.

Originalità

originalità
Ovvero come si colloca il gioco rispetto al passato, se ha meccaniche nuove, soluzioni nuove, aspetti anche già usati ma usati in modo originale e diverso. Se insomma può rappresentare un nuovo “oggetto di studio” all'interno dei giochi da tavolo.

Avere idee originali e non sfruttate è forse la cosa più difficile nel mondo della creatività applicata e un'idea bella, inedita e funzionante merita di essere premiata.

Profondità

profondità
Dato il target del premio, non basta che ci sia una buona idea, ma che questa sia inserita in un gioco che non è per neofiti, non è per famiglie e in cui le scelte effettuate non abbiano solo una dimensione tattica, ma anche strategica - con conseguenze a medio e lungo termine in partita, che esaltino l'importanza delle scelte giuste e puniscano gli errori.
(cfr: articolo)

Solidità

solidità
Il gioco deve anche funzionare bene, però. Non basta avere una bella idea e farne un gioco profondo: occorre che sia bilanciato, che resista agli stress-test, che offra qualcosa da esplorare anche dopo diverse partite.

Eleganza

eleganza
Infine deve ottenere originalità, profondità e solidità tramite meccanismi semplici e intuibili, che non inficino la fruibilità del prodotto e non creino bookkeeping, ha sicuramente una sua importanza, perché permette ai giocatori di concentrarsi di più sul gioco che non sul regolamento, godendo di un'esperienza significativa.

Eleganza significa avere più complessità e meno complicazione.

Gli altri criteri

Oltre a questi principali, vengono naturalmente valutati altri criteri che sempre un recensori deve tenere in considerazione: per cui i materiali, la grafica, i disegni, l'ergonomia, l'accessibilità, la scalabilità, la rigiocabilità, il regolamento. Ma sono appunto secondari, valgono meno e questa distinzione non ha poca importanza. 

Se infatti, ad esempio, prendete l'altro premio italiano, ovvero il Gioco dell'anno, questo ha come criteri primari proprio questi secondari del Magnifico, per cui valuta un regolamento comprensibili, l'accessibilità al grande pubblico, l'estetica piacevole, eccetera.

Anche una rivista di settore (IoGioco), destinata principalmente al pubblico casual, ovvero giocatori che non sono neofiti ma nemmeno così accaniti, ha tra le sue cinque voci di valutazione, nelle recensioni, ben quattro che riguardano la parte “superficiale” del gioco da tavolo  - materiali, regolamento, grafica, usabilità: presumo quest'ultima sia un connubio tra accessibilià ed ergonomia – e solo un generico “meccaniche”, come quinta voce, che riassume in sé tutte quelle caratteristiche che invece per un giocatore esperto hanno massima importanza e che invece qui contano solo un quinto del totale della valutazione (quindi profondità, solidità, eleganza, originalità, scalabilità, rigiocabilità, fluidità e quant'altro).

Tirando le somme

Come ogni premio o recensione o articolo, una volta individuato il target, occorre porre la lente di ingrandimento su quelle caratteristiche di gioco che lo esaltano, considerando meno quelle che per lui sono secondarie. Capito questo, è anche più facile inquadrare il perché di certe scelte e non di altre.

Commenti

Io lo butto lì... Glen More II.

È vero che è una ristampa ma mi pare che sia stato arricchito proprio nel senso dell'articolo... con la seconda plancia il gioco diventa più strategico.

Per la prima edizione il premio non c'era... 

Io lo butto lì... Glen More II.

L'hai detto tu: è una ristampa. Sarà escluso al cento per cento.

in realtà ci sono delle modifiche: oltre all'aggiunta di vari moduli (chronicles), sono state eliminate le strade (o i fiumi, non ricordo), e nel ks dicevano che avevano fatti alcuni aggiustamenti. Perciò non è una mera ristampa tal quale.

Detto questo, io mi sono procurato una copia della 1 edizione, nonostante ci fosse già ks del 2.. 

themanwhosoldth...

Non concordo sulla profondità. Escludere a prescindere un gioco tattico secondo il mio pur modesto parere è un errore. La profondità di un titolo può risiedere anche nelle scelte più immediate che si affacciano di turno in turno, di fase in fase. 

Inoltre, pur amando l'eleganza nei giochi, anche il bookkeeping trovo che sia relativo...

Dipende dal numero di regole e sotto regole? Dai cavilli? 

Oppure è scritto male il regolamento?

O ancora: padroneggiare le regole e ricordarle è arduo sempre o solo nelle prime partite? Per fare un esempio: castelli della Borgogna è un titolo lineare ma nelle prime due partite stavo più con il regolamento in mano che con i dadi. Adesso non ricordo nemmeno se il regolamento è nella scatola...

Ci regoliamo gioco per gioco, sia su tattica che sul bookkeeping. Le linee guida sono quelle ma ad esempio un Heaven & Ale è stato incluso, perché la profondità complessiva era più che sufficiente. Così come un 18Lilliput o un Tokyo Metro hanno certamente del bookkeeping, ma compensato da altri pregi.

Heaven & Ale 

Il gioco più tattico che abbia mai visto... 

Con "eleganza" di fatto escludete la scuola portoghese... famosa per i giochi complicati. Interessante.

Con "eleganza" di fatto escludete la scuola portoghese... famosa per i giochi complicati. Interessante.

No. Se ricordi sono in selezione giochi come Churchill o Pax Renaissance che di elegante hanno pochissimo.

I criteri non sono "esclusivi". Se un gioco ha molto altri pregi da compensare la mancanza di eleganza entra lo stesso.

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