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Vinhos

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Goblin score: 7 su 10 - Basato su 143 voti
Gioco da Tavolo (GdT)
Anno: 2010 • Num. giocatori: 2-4 • Durata: 135 minuti
Sotto-categorie:
Strategy Games

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Persone con il gioco su BGG:
4874
Voti su BGG:
4885
Posizione in classifica BGG:
614
Media voti su BGG:
7,47
Media bayesiana voti su BGG:
6,87

Voti e commenti per Vinhos

6

sempre la stessa cosa, impianto grafico identico a Vasco e Mori come autore(vedi retro), regge ma manca novità!

5

Gioco da cui avevo molte aspettative e che mi ha molto deluso. Il gioco cerca di dare un'ambientazione ben fatta, ma alla fine si riduce in tanti sottogiochi senza alcun legame. Il gioco è pieno di regole e regolette che, se è vero che dopo 1-2 partite si assimilano, tolgono eleganza al gioco. La prima partita poi, è un calvario, con spiegazione lunghissima e gioco altrettanto, tnato che non viene da proporlo ad un gruppo che non lo conosca già. Mi è sembrato che il gioco del fare il vino e portarlo alla fiera sia il cuore del gioco e che poi l'autore si sia chiesto: "Cosa posso aggiungere al gioco epr renderlo inutilmente complicato per far felici gli hard gamers?". Inoltre anche la fiera stessa, secondo me non dà una differenza di punti significativa tra i giocatori ed inoltre, produrre vini molto buoni alla fiera non dà quasi vantaggi, cosa illogica. Un'occasione sprecata per un gioco che prometteva tanto.

5

Un gioco sopravvalutato.
L'idea dell'ambientazione è valida, ma non affascina più di tanto. Abituati ad essere semidei, sconfiggere creature mostruose, salpare verso terre sconosciute e conquistare territori, fare qualche damigiana di vino appare più adatto a ortolani mancati che non a "gamer".
La nenia del "gamer" è infatti ciò che rovina più il gioco, nel tentativo di costruire qualcosa che fosse "difficile" si è riusciti invece a creare qualcosa che fosse inutilmente complicato e poco divertente.
La cosa più buffa è quindi il paragone con gli altri giochi: se da una parte vinhos offre un gioco complicato (attenzione: non ho detto difficile, ma solo complicato) e poco divertente, un gioco come kingsburg (anch'esso italiano) è all'apparenza banale, riuscendo però ad esser sia difficile che divertente.
Sì, perché è più difficile tentare di sanare una serie di tiri sfortunati ai dadi, che stare 20 minuti a pensare alle formule e alla mossa più produttiva.

8

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8

L'ho appena ricevuto al compleanno, per ora dò 8 sulla fiducia e per la componentistica; voto più preciso appena lo provo.

9

Facili le regole ...difficile il gioco! Bello!!!

9

5 giochi in 1!

10

Bel giocone complesso, apprezzabile solo dopo alcune partite.
Un gran numero di scelte e possibilità ed ottimamente calato nell'ambientazione.
Si merita il massimo !

8

Davvero bello, non c'è dubbio.. ma è troppo complesso, il rischio di analisis paralisis è quasi scontato. C'è una costante carenza di soldi che rende il gioco claustrofobico in alcuni tratti.. il numero delle azioni disponibili, paragonato alle cose di cui si hanno bisogno è infinitamente minore.

Insomma, è un gioco che reputo tremendamente complesso. Necessita di almeno una decina di partite per comprenderlo (le prime 3 sono di allenamento).

4

Non mi piace questo gioco, certamente sovrastimato e fortemente difeso qui in Italia. Non mi piace non in quanto troppo complesso sotto l'aspetto decisionale e strategico, ma per una serie di regole prolisse e convulse, che rendono il gioco difficile da apprendere e impossibile da spiegare, oltre che a rendere convulso il gioco stesso. Per sua stessa ammisione, Lacerda dice che era sua intenzione creare un gioco complesso. Peccato che l'obbiettivo salti per vari motivi: ci sono troppe regole secondarie ed eccezioni; la presunta e apparente complessità, allontana dal tema del gioco, rendendolo freddo e ammasso di puri calcoli da concentrare in pochi round; dura troppo (45 minuti per giocatore); il flusso di gioco imposto dalle meccaniche distrugge ogni possibile tentativo di simulazione di produzione del vino.

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