Ciao.
Non è che la cosa noni interessi, ma non è nemmeno facile rispondere al volo su un punto così complesso e delicato.
Tieni conto che io ho iniziato a occuparmi professionalmente di giochi nella prima metà degli anni '80. Era un mercato in cui era difficilissimo muovrrsi per editori medio-piccoli. Lavorare con l'estero era privilegio di pochi.
Poi ho assistito alla globalizzazione degli anni '90. Al lavoro di Venice Connection, Iperdado, Nexus, daVinci per superare le barriere nazionali. Personalmente ho anche partecipato a esportare Quoridor e qualche altro titolo, e la produzione di Bang! Ai primi pionieri hanno fatto seguito centinaia di autori, editori, giochi. Fuori dal nostro paese che dà così poche opportunità. Ho colleghi come Andrea Mainini che hanno pubblicato già diversi titoli con vari editori, e nessuno italiano. Il mio stesso Ulysses è uscito solo in Germania: certo che un po' mi è dispiaciuto, ma assai meglio solo lì che solo qua.
Wings of War è uscito nel 2004 per la Nexus. In italiano, dopo vaghe promesse di editori stranieri per coproduzioni, ma comunque con materiali volutamente indipendenti dalla lingua. Sono seguite edizioni spagnole, francesi, inglesi, tedesche, greche, russe, olandesi, finnico-svedesi, polacche, portoghesi, giapponesi... E in altri paesi distributori che prendevano il gioco in una lingua non loro allegandovi poi il libretto d'istruzioni in norvegese piuttosto che in ceco. Non tutti hanno sempre tradotto tutto, né lo hanno fatto tempestivamente: come la FFG che in prima battuta non ha voluto le scatole Deluxe (salvo pentirsene) o l'editore giapponese che si è limitato a tradurre il filone della seconda guerra mondiale probabilmente per scarso interesse del proprio pubblico verso la prima in cui la propria nazione ha avuto un ruolo marginalissimo. In qualche caso, come per la Grecia e la Germania, nel corso degli anni il distributore locale è stato sostituito da un altro più robusto. Comunque a tutto questo è dovuto il successo del gioco.
Ora, aziende medio-piccole faticano a fare più mestieri. Pubblicare giochi è un lavoro, distribuirli ai negozi un altro. Già la NG International nel 2008, staccandosi dalla Nexus, ha compiuto la scelta di abbandonare la distribuzione locale per fare solo attività editoriale, concentrandovi tutte le proprie risorse ed energie. Capisco la scelta e a quel punto, alla luce di quello che ti raccontavo, la scelta di operare come un'entità non territoriale che si affida nei singoli paesi a distributori locali delegando a quel punto commercializzazione, promozione, supporto all'attività agonistica e tutto il resto.
Ares continua sullo stesso binario, naturale che abbia un sito solo in inglese e non si occupi del territorio dove Red Glove è distributore esclusivo e "padrone di casa". Su quest'ultimo non so che dire. Non sapevo avesse rimandato traduzioni di prodotti. Come per ogni altra nazione me ne dispiace, anche per i tanyi giocatori e club che il gioco lo apprezzano, lo fanno conoscere, lo giocano e lo arricchiscono. Ovviamente dell'Italia mi spiace anche di più. Ma non sapevo della cosa, non ne so le ragioni e quindi non so che vommentare, specie in questo periodo di estrema crisi dove ogni investimento va mirato con cura. Dal mio osservatorio defilato posso solo dire che comunque il gioco continua ad avere successo, a divertire tanti e a dare lavoro a molte persone in gamba in diverse nazioni. Spero che la situazione sia tale da consentirlo ancora a lungo, nel migliore dei modi, a quanta più gente possibile. Grazie.