wolframius":17xfzc0s ha scritto:
Io però non ho mai parlato di editing, ma di traduzione. L'editing è un processo a priori, cioè che avviene sul manoscritto prima della sua pubblicazione, e di solito (si spera, vedi il povero Raymond Carver) viene fatta di concerto con l'autore. La traduzione avviene a posteriori su un testo che è stato pubblicato. Vero che la prima pubblicazione non "cristallizza" il testo, che può subire revisioni in seguito a ristampe et similia, ma il traduttore lavora sempre su un testo di riferimento e a quello si dovrebbe attenere. Le varie incarnazioni dei Promessi Sposi sono sempre frutto del lavoro del Manzoni, non di qualcuno che decide di tradurre in un altra lingua in maniera libera omettendo parti o aggiungendo frasi inventate di sana pianta.
La citazione riguardo Manzoni era riferita al fatto che perfino l'autore stesso è portato a revisionare pesantemente il proprio operato, prescindendo dalla lingua e dalla già avvenuta pubblicazione e questo implica, di conseguenza, che qualsiasi lavoro è POTENZIALMENTE migliorabile o può essere comunque arricchito. Inoltre esistono decine di esempi di scrittori famosi, nostrani e non, che hanno sempre subito pesanti revisioni, anche nel secolo scorso e in quello precedente. Ho riportato l'esempio dell'editing perché, in fase di trasposizione nella nostra lingua, ne viene comunque effettuato uno per accordarsi sui termini da tagliare, le espressioni da trasporre in un modo più consono al contesto nostrano e via dicendo. Infatti, per quanto concerne le traduzioni, il lavoro svolto in tal senso è in molti casi teso a rendere l'opera con un'efficacia pari all'originale, cosa che non potrebbe avvenire con una traduzione da mestierante asettica e impersonale (non è proprio possibile).
wolframius":17xfzc0s ha scritto:
Tutti i nostri esempi sono aneddotici, quindi lasciano il tempo che trovano. Però dire, come hai fatto tu, che per il semplice fatto di essere adattato in italiano il 90% delle opere migliora significa fare una gerarchia delle lingue (l'italiano è meglio, o "più ricco" dell'inglese). Questo ha ovviamente poco senso, tant'è che c'è chi pensa che sia invece l'inglese ad avere un vocabolario più ricco
https://www.economist.com/blogs/johnson ... ting_words (spoiler: non è vero)
Personalmente li trovo calzanti nella misura in cui (vedi Asmodee) si dimostrano rappresentativi dell'ottimo lavoro svolto. Io non ho detto che nel 90% dei casi l'opera migliora, ho detto che si arricchisce e se il lavoro è svolto bene non potrebbe essere altrimenti. Chiunque pensi che l'inglese abbia un vocabolario più ricco, prescindendo dalla soggettività di una simile convinzione, mente a se stesso e anche agli altri, ignorando un fatto non opinabile: è questione di statistica, o se vogliamo mera matematica. Dati alla mano la lingua italiana contiene, come detto in precedenza, molti più termini, vocaboli, tempi verbali ed espressioni. Punto, non è che lo si possa negare. Questo la rende migliore? No, solo più ricca in un'ottica squisitamente contenutistica. Poi in ogni ambito esistono esperti del settore che negano l'evidenza (vedi medici con tanto di esperienza ventennale alle spalle e molteplici specializzazioni che sostengono l'HIV non esista).
wolframius":17xfzc0s ha scritto:
Io invece parto dal presupposto che il modo migliore per godere di un'opera di ingegno è nella lingua in cui esso è stato concepito. Certo, purtroppo per motivi pratici (si gioca in gruppo e non tutti sanno la lingua, facilità a reperire il gioco tradotto e non la versione import, non è possibile conoscere tutte le lingue del mondo) a volte questo non è possibile.
Alt, io non ho mai sostenuto il contrario. Non parliamo ad esempio di un buon libro, perché in quel caso le mie considerazioni sarebbero differenti. Parliamo di un prodotto ludico che, dal mio punto di vista, promuove la socialità del medesimo ambito. Proprio per questo, ribadisco, vorrò sempre una buona traduzione in italiano del prodotto (e nei mesi nei quali mi trovo a New York, per la stessa ragione, non vorrò mai giocare con gli amici in loco a un qualcosa che ho acquistato in italiano...preferisco piuttosto comprarne una seconda copia inglese). Io credo che ogni nazione meriti traduzioni e distribuzioni degne di questo nome.