Umb67
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nakedape":4vf57bko ha scritto:se avesse investito, ricercato e rischiato (cosa che fanno imprenditori grandi e piccoli) forse la situazione italiana sarebbe diversa.
Certo, ma cerco di mettermi nei loro panni, e sono sicuro che hanno pensato qualcosa del tipo, ok investiamo una tot cifra per la diffusione della conoscenza e in ricerca, peccato che se fossimo in Germania, Francia o USA, la STESSA cifra investita renderebbe molto di più, perché (per i vari motivi spiegati prima) tutto è più difficile in Italia.
La prima cosa che mi viene in mente, è che negli USA, i soldi necessari ad investire sarebbero arrivati probabilmente da Venture Capitalist ( o "Angels" come li chiamano ora...) valutando il PROGETTO, mentre in Italia, ammesso che te li diano le Banche, lo fanno solo se presenti garanzie dal valore molto più alto dei soldi che ti servono cioè, fondamentalmente, prestano i soldi solo a chi ce li ha già...
In queste condizioni, il "Signor EG" probabilmente pensa che, piuttosto che rischiare tutto quello che ha messo da parte per qualcosa che potrebbe anche non funzionare, fa molto prima ad assicurarsi che i suoi contratti di distribuzione di giochi-che-si-vendono-da-soli, durino il più a lungo possibile e di non bisticciare con nessuna catena della GDO.
però in altri paesi i boardgamers sono ordini di grandezza maggiori che in Italia.
Certo, ma non sono arrivati dal nulla, sono di più sia per motivi demografici (la Germania è più grande dell'Italia e gli USA lo sono ancora di più), linguistici (l'Italiano lo parliamo solo noi), il potere d'acquisto è diverso e, inoltre, la maggiore facilità di fare impresa in questi paesi permette di immettere più/migliori prodotti sul mercato e anche distribuirli meglio, il che porta a sua volta alla maggiore diffusione della conoscenza, quindi all'aumento degli utenti. E' il famoso circolo virtuoso.
Anche qui, nessuno ha mai detto che la EG debba abbandonare il Risiko. Ripeto NESSUNO. Solo di fare uno sforzino in più, ecco quello sì...
Sicuramente, uno sforzino lo potrebbero fare, su questo siamo assolutamente d'accordo. Non mi aspetto certamente che facciano arrivare "Through the Ages" in Italiano alla Coop, ma magari roba tipo Ticket to Ride sì...
Però, facciamo una riflessione: perché EG si è presa Battlestar Galactica che, volendo, è più un gioco da "gamers" rispetto ad un Ticket to Ride ? Se ragioniamo da giocatori appassionati FORSE sarebbe stato meglio Ticket to Ride come PRIMO gradino per un ipotetico giocatore che ha visto solo Monopoli. Noi giocatori lo sappiamo, se proponi TTR a queste persone, funziona sempre.
Battlestar Galactica, visto come semplice gioco, è più "hardcore" di TTR, perchè la EG ha scelto quello, quando avrebbe *sicuramente* la potenza contrattuale per ottenere QUALSIASI German-game sul mercato ?
Molto semplice: si tratta sempre della mentalità della grande azienda->grande distribuzione->TV. TV, appunto. Battlestar Galatica E' IN TV! Quindi diventa auto-magicamente un gioco "sicuro", perchè non bisogna far "fatica" per farlo conoscere, in quanto ci ha già pensato la TV a spingere il nome.
Se una ditta spende soldi per fare spot in TV, troverà naturale, nel caso voglia fare il famoso "sforzino", rimanere comunque legata a quell'ambiente e a quel modo di vendere prodotti.
Sono d'accordo anch'io che è una strategia commerciale VECCHIA, che oggi funziona ancora, ma non si sa ancora per quanto. La TV è ancora importante, ma non più come prima, e non tornerà più ad essere importante come lo è stata fino ad oggi quindi si, sono convinto che a lungo andare, il modello di business legato a TV->Pubblicità->Supermercati non sarà più sostenibile, ma "noi" queste cose le possiamo anche intravedere, ma prima che le aziende si attrezzino per cambiare completamente mentalità, ci vuole molto tempo.
Ora se la EG avesse invitato i negozianti e li avesse "preparati" sui giochi-che-non-si-vendono-da-soli, forse avrebbe avuto un qualche ritorno. Certo richiedeva un pò di sbattimento in più...ma vabbè è solo la mia idea...
Prima o poi anche loro dovranno fare i conti con nuovi modelli di business e di comunicazione. Guarda cosa sta succedendo nel giornalismo, da una parte c'è l'informazione tradizionale a cui pochi possono accedere, e dall'altra i blog, i social network, Youtube che, per assurdo, ora sono diventati le FONTI a cui l'informazione tradizionale attinge!
Anche qui, l'Italia arriva sempre tardi (ma piano piano, poi ci arriva), negli USA ormai certi blog sono più importanti dei giornali, e addirittura assumono loro i giornalisti famosi, noi non siamo ancora a questo punto, ma il cammino è quello.