Alla faccia, questa si che è davvero una vera discussione filosofica...
vorrei un po' sdrammatizzare e fare una riflessione: io sono appassionato di diverse cose, a parte i giochi da tavolo. Videogiochi, Astronomia, Musica, Simulazione di Volo (questa è anche il mio lavoro...), e chiaramente frequento i relativi forum di appassionati anche in questi campi.
I discorsi fatti qui sembrano tali e quali a quelli che si leggono negli altri posti: anche lì ci sono associazioni di appassionati, raduni, ditte e negozi specializzati, autori/sviluppatori/artisti/personalità di spicco, e il "nemico", che è sempre rappresentato dal mitico "mercato di massa" e da eventuali big del settore, che inevitabilmente commercializzano solo i prodotto per gli "utenti medi" e trascurano quelli che i "veri appassionati" vorrebbero, lasciando spazio per soddisfare le esigenze di questi alle piccole o piccolissime ditte specializzate, che ovviamente fanno fatica a produrre/farsi conoscere e, anche se ci riuscissero, dovrebbero "svendersi" alla logica commerciale.
Ah, ovviamente dappertutto si parla del problema che in Italia i prezzi sono più alti che nel resto del mondo, che le cose "buone" non vengono importate/tradotte e quando viene fatto viene fatto male o dopo anni (parliamo di Anime ?) e quando anche abbiamo esempi concreti di genio italiano, invariabilmente questi autori sono molto più conosciuti e/o apprezzati all'estero che a casa nostra.
Che l'argomento siano i giochi da tavolo, i videogiochi o la musica, sembra non cambiare nulla, i problemi sono sempre gli stessi.
Il che mi porta a pensare che non possiamo certamente dare *tutta* la colpa a case come la EG. Loro si adattano ad una situazione che è così, e lo è in tutti i settori, al limite si potrebbe dire che sarebbe meglio NON avessero i diritti di tutti quei giochi che "si vendono da soli" MAGARI si darebbero un po' più da fare per inventare qualcosa di nuovo...
Ma a parte questo, credo che il problema principale sia che è FISIOLOGICO che, in qualsiasi campo, ci sia una larghissima fascia di utenti interessati solo superficialmente alla materia, e una piccola minoranza di utenti che invece sono MOLTO appassionati.
E' così in tutto il mondo, anche negli Stati Uniti c'è enormemente molta più gente che gioca a Risiko/Monopoli piuttosto che a Twilight Imperium o altri giochi tipicamente "americani". E' anche nella mitica Germania, nei supermercati magari trovi Ticket to Ride o Catan (e non in tutti) ma di sicuro Monopoly e Risiko non mancano neanche nel più modesto spaccio di provincia, e certamente un gioco di Wallace non lo trovi nei supermercati, neppure in Germania.
La differenza è che paesi come gli USA, la Germania, l'Inghilterra e un po' anche la Francia, hanno parecchi grossi vantaggi rispetto all'italia:
- Per USA/UK/Germania spesso non si pone il problema delle traduzioni, in quanto molti giochi già nascono in Inglese o in Tedesco, quindi una prima barriera viene eliminata
- Sono paesi più grandi e, soprattutto, con maggiore potere d'acquisto rispetto a noi, quindi è normale che questi divertimenti "non indispensabili" siano più diffusi.
- Il loro SISTEMA-PAESE funziona meglio: spedizioni, burocrazia, fisco, rischi criminalità, mercato del lavoro, credito alle piccole imprese, pochi monopoli e dozzine di altre cose che sicuramente vi verranno in mente, fanno sì che in Italia tutto sia più difficile, quindi un'impresa che decide di buttarsi sul mercato RISCHIA di più in Italia se punta sui mercati di nicchia di quanto non rischi la corrispondente impresa Americana o Tedesca, quindi si può capire come un'azienda come la EG faccia fatica ad abbandonare un modello che, bene o male, ha funzionato per anni.
Una piccola ditta, che ha poco da perdere ed ha una struttura molto più agile (decide tutto il singolo proprietario) può permettersi acrobazie impensabili per far contenti questi matti di appassionati, vedi cosa ti combina la Asterion, che poco ci manca ti viene a portare il gioco a casa tua direttamente...
Fondamentalmente, è tutta una questione di difficoltà nel raggiungere i famosi punti di pareggio. In Italia ci riesci solo se sei grosso e ben piazzato strategicamente nella distribuzione e nei contratti acquisiti, cioè sei la EG (o la Preziosi, è uguale...) e quindi sei per forza ingessato, perché non vuoi rischiare di fare nulla per modificare questa situazione, oppure se sei molto piccolo, e quindi hai dei costi talmente bassi e conosci i tuoi utenti quasi personalmente, tanto che difficilmente sbagli prodotto e, anche se capita, non si tratta mai di cifre da capogiro, ci si riesce sempre a rialzare, al peggio cambi prodotto.
Quello che mi pare MOLTO difficile in Italia, è per i piccoli diventare grandi, o anche solo "medi". Non vedo in questo come in altri settori la famosa figura del "pesce grande nella vasca piccola", come dice il padrone della FFG riferendosi a se stesso.
Sembra che appena qualche piccolo comincia a fare un passo più lungo e crescere, succede sempre qualcosa di strano, soldi finiti, amministratori scappati, figli dei fondatori dell'azienda che quando ereditano dilapidano il patrimonio, storie poco chiare di tasse evase e ditte chiuse e riaperte, finti fallimenti. Cose di questo tipo sembrano capitare in Italia un po' più spesso che altrove.
E ripeto, non solo nel settore dei giochi da tavolo, non vedo davvero nulla in questo campo che lo renda diverso da altri, almeno per quanto riguarda i problemi che gli appassionati italiani, ciascuno nel loro campo, lamentano.