ninja":31mn30z0 ha scritto:
Lucca è cultura? In buona parte si. Lucca rapprsenta gli interessi di centinai di giovani, che chiedono quel tipo di intrattenimento e hobby. Lucca è la cultura che "chiediamo" , stufi di libri imposti dalle generazioni passate.
Divina commedia è cultura? Si? Sono solo punti di vista.
Ok Halo non sarà mai cultura, ma penso che i libri di Jordan, Martin, Tolkien possano considerarsi cultura al pari di tanti altri libri ben più datati.
La penso esattamente al contrario.
Licia Troisi è cultura? Licia Troisi era "la regina del fantasy italiano" a Lucca. Giusto per capirci.....
Tolkien è cultura? Certo. Infatti Tolkien è uscito dal recinto "fantasy" (è stato largamente accolto dai critici ed esperti ed è motivo costante di flames politici da parte di Moorcock e di Mieville, il che tende a confermare che non si sa dove attaccarlo...) ... è stato sfruttato a piene mani da milioni di emuli, è diventato il metro di paragone, ed è stato svilito (a volte, dirò, mitologizzato) da tutto il conseguente businness che ne è seguito.
Neil Gaiman è cultura? Martin è cultura? Si. Ma non sono Tolkien, come non lo è Lovecraft (io lo adoro sia chiaro) e tutta la narrativa di genere.
Sono ottimi artigiani, professione nobilissima e culturale, da me preferita alla grande arte, ma che cmq sta oggettivamente un gradino sotto.
Il premio Nebula non è il non plus ultra della letteratura, è una sottocategoria di grandi artigiani, con alcune eccezioni (of course), ma quello è.
Per fare un paragone: ci è voluto Tarantino per nobilitare i B-movie, ma i B-movie rimangono tali, al di là del legame affettivo.
Quello "stufi" che dici per me è, scusami se te lo dico, un inno all'ignoranza. E' il voler pretendere che i propri gusti e passioni godano della medesima considerazione degli altri, senza però avere le basi critiche per dirlo. Ripeto, la cultura necessita studio e sbattimento.
Lucca è una fiera del consumo, con nobilissime passioni, ma che deve gran parte del suo fascino alla location, e chissà perché....
La verità è che la produzione culturale odierna è talmente legata alle vendite che per forza di cose non può reggere il confronto col passato.
No, non vende chi è più bravo. Vende chi piace a tutti, che spesso è il contario esatto della bravura.
Nietzsche non è stato un grande filosofo perché piaceva a tutti o perché era comprensibile a tutti.