Fabmat
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Ciao a tutti,
spero sia questo il luogo esatto per postare la mia discussione/considerazione/consiglio.
Veniamo al dunque!
Sull'inserto "Salute" di oggi di Repubblica è uscita una paginetta dedicata al gioco ed in particolare al rapporto genitori/figli nell'ambito ludico.
Ecco gli articoli:
Imparare giocando
Giochi di sabbia per recuperare l'infanzia
Qualche idea adatta agli adulti
Immergetevi nella natura
Ovviamente la questione viene affrontata in maniera molto ampia ma la copertina dell'inserto riporta un'illuminante considerazione:
BUON GIOCO
Una delle attività principali nell'infanzia
è un'occasione per i genitori di contatto
ed esperienza con i figli. Parla lo psicologo
Ho la veneranda età di 51 anni e mi entusiasmo ancora davanti ad una mappa esagonale e dei cubetti di legno colorati e credo di aver trasmesso questo letale virus anche ai miei figli.
Quando, tanto tempo fa (sigh), invitavamo dei compagnetti di scuola dei miei figli, dopo la corse per la casa, l'abbuffata di pane e nutella, i videogiochi (non sono tra quelli che vedono il diavolo nei videogiochi... occorre solo misura!) si finiva sempre (io e loro) seduti a tavola con un gioco in scatola (con grande sorpresa delle mamme degli altri bambini: "è la prima volta che non lo vedo davanti alla Playstation!")
Ora il "grande" si laurea tra pochi giorni mentre il "piccolo" è prossimo alla maggiore età, ma con entrambi scherzo, rido, discuto e ancora gioco!
In questo periodo estivo, libero da scuola e studio, giochiamo spessissimo dopo cena (Dominion, Tribunus, Giro d'Italia etc.) e frequentiamo insieme una ludoteca cittadina.
Hanno, è ovvio, i loro amici - che frequentano giornalmente - ed i loro interessi ma i genitori non sono parte estranea della loro vita.
Credo che questa sia una condizione comune a tutti i padri "giocatori" che attraverso il gioco allenano i figli al ragionamento, alla deduzione, a sopportare le sconfitte ... restando sempre al loro fianco (idealmente e non fisicamente!)
Sono un illuso? Un povero sognatore? Non lo so...un giorno, magari, scoprirò che i miei figli giocavano con me solo per compassione (...), ma se tutt'oggi i miei nipoti (ho 6 fratelli ... e una marea di nipoti!) aspettano la riunione con lo zio per il partitone a Formula D un motivo ci sarà!
Ed il motivo è il gioco!
Il gioco che instaura un clima di complicità e di sano antagonismo (...non sempre, d'accordo, non sempre...) che poi influisce sui rapporti familiari perchè un padre che ti consiglia sulla mossa giusta o sull'azione più redditizia sta gettando le basi di un duraturo e reciproco rapporto di fiducia ... che difficilmente può crearsi lasciando sempre il proprio figlio solo davanti al PC!
Non vi ammorbo con esempi di vita vissuta che avvalorano questa mia tesi o altre esaltazione sul valore del GIOCO ma voglio solo dirvi..
GIOCATE! E GIOCATE CON I VOSTRI FIGLI, NON VE NE PENTIRETE!
Fabrizio
spero sia questo il luogo esatto per postare la mia discussione/considerazione/consiglio.
Veniamo al dunque!
Sull'inserto "Salute" di oggi di Repubblica è uscita una paginetta dedicata al gioco ed in particolare al rapporto genitori/figli nell'ambito ludico.
Ecco gli articoli:
Imparare giocando
Giochi di sabbia per recuperare l'infanzia
Qualche idea adatta agli adulti
Immergetevi nella natura
Ovviamente la questione viene affrontata in maniera molto ampia ma la copertina dell'inserto riporta un'illuminante considerazione:
BUON GIOCO
Una delle attività principali nell'infanzia
è un'occasione per i genitori di contatto
ed esperienza con i figli. Parla lo psicologo
Ho la veneranda età di 51 anni e mi entusiasmo ancora davanti ad una mappa esagonale e dei cubetti di legno colorati e credo di aver trasmesso questo letale virus anche ai miei figli.
Quando, tanto tempo fa (sigh), invitavamo dei compagnetti di scuola dei miei figli, dopo la corse per la casa, l'abbuffata di pane e nutella, i videogiochi (non sono tra quelli che vedono il diavolo nei videogiochi... occorre solo misura!) si finiva sempre (io e loro) seduti a tavola con un gioco in scatola (con grande sorpresa delle mamme degli altri bambini: "è la prima volta che non lo vedo davanti alla Playstation!")
Ora il "grande" si laurea tra pochi giorni mentre il "piccolo" è prossimo alla maggiore età, ma con entrambi scherzo, rido, discuto e ancora gioco!
In questo periodo estivo, libero da scuola e studio, giochiamo spessissimo dopo cena (Dominion, Tribunus, Giro d'Italia etc.) e frequentiamo insieme una ludoteca cittadina.
Hanno, è ovvio, i loro amici - che frequentano giornalmente - ed i loro interessi ma i genitori non sono parte estranea della loro vita.
Credo che questa sia una condizione comune a tutti i padri "giocatori" che attraverso il gioco allenano i figli al ragionamento, alla deduzione, a sopportare le sconfitte ... restando sempre al loro fianco (idealmente e non fisicamente!)
Sono un illuso? Un povero sognatore? Non lo so...un giorno, magari, scoprirò che i miei figli giocavano con me solo per compassione (...), ma se tutt'oggi i miei nipoti (ho 6 fratelli ... e una marea di nipoti!) aspettano la riunione con lo zio per il partitone a Formula D un motivo ci sarà!
Ed il motivo è il gioco!
Il gioco che instaura un clima di complicità e di sano antagonismo (...non sempre, d'accordo, non sempre...) che poi influisce sui rapporti familiari perchè un padre che ti consiglia sulla mossa giusta o sull'azione più redditizia sta gettando le basi di un duraturo e reciproco rapporto di fiducia ... che difficilmente può crearsi lasciando sempre il proprio figlio solo davanti al PC!
Non vi ammorbo con esempi di vita vissuta che avvalorano questa mia tesi o altre esaltazione sul valore del GIOCO ma voglio solo dirvi..
GIOCATE! E GIOCATE CON I VOSTRI FIGLI, NON VE NE PENTIRETE!
Fabrizio