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Si torna nell'Antico Egitto (ambientazione iper presente nel mondo dei giochi da tavolo) questa volta con l'autore spagnolo Germán P. Millán (già noto per opere come Bitoku, Sabika, Bamboo), appassionato e creatore di eurogames.
Di Men-Nefer ne hanno parlato bene sia Pennuto che Canopus di Gioconauta (qua). In generale su boardgamegeek sta viaggiano con una buona media voti.
Personalmente ho svolto tre partite fino adesso, la prima in 4 giocatori (durata sulle due orette), la seconda in tre (durata decisamente più a lungo) e la terza in due giocatori (durata anch'essa più di due ore). Il gioco mi è sembrato girare bene in tutte e tre le conformazioni. La partita che ho svolto in 4 è andata piuttosto spedita, non c'erano pensatori al tavolo, e quindi l'esperienza è stata più che positiva. Le altre partite mi hanno comunque fatto capire che il gioco non è poi così facile da assimilare e richiede talvolta un po' di tempo per essere digerito.
Cosa dire del gioco?
Materiali appariscenti e piacevoli alla vista. La gente si avvicina di norma incuriosita al tavolo. Hanno fatto un bel lavoro in tal senso.
Per chi è già stato in Egitto, si trovano un po' tutti gli elementi più caratteristici del luogo (Nilo, piramidi, sfingi, mummie, tempi, mercati) e lo si gioca volentieri anche per questo.
Con tre round da svolgere, le partite durano il giusto. Positivo che non ci siano punti aggiuntivi da calcolare a fine partita: i punti che si ottengono sono quelli durante la fase del raccolto alla fine delle tre epoche (round) e basta.
Interessante il fatto che più un apprendista si focalizza su un'azione, meglio la farà con il passare del tempo. Lo specializzarsi ha i suoi vantaggi, a patto che gli altri non ti mettano i bastoni tra le ruote (se lo spazio azione è occupato da altri giocatori, occorre sborsare pesce, a patto di averne).
L'interazione indiretta si fa talvolta sentire, ma in senso positivo (spazi apprendisti, sfingi, mummie, tessere azione, contratti nei mercati lungo il Nilo, tempio, ecc.).
Dopo tre partite, non ho ancora compreso pienamente cosa conviene fare per vincere (questo sebbene abbia vinto due partite su tre).
Ad esempio, quando bisogna prendere le tessere da sfruttare nel round successivo, è meglio puntare ad aumentare il proprio tracciato geroglifici prendendo tessere con le azioni che capitano o è meglio prendere la tessera con le azioni che ci interessano veramente da svolgere in seguito ignorando il simbolo per l'avanzamento del tracciato geroglifici? Ovviamente ideale sarebbe le due cose messe assieme, ma difficilmente il tutto si incastra alla perfezione.
Poi, altro esempio: è meglio puntare su un tracciato unico nella casa della vita ottimizzandolo al massimo o è meglio avanzare in ugual modo su due/tre tracciati diversi?
Non cerco in realtà risposta in questo thread. Sono semplicemente curioso di scoprire come stanno le cose continuando a giocarlo.
Se da alcuni punti di vista il gioco conviene approcciarlo in modo strategico (a inizio partita conviene analizzare quali bonus ci sono nella necropoli, quali punti vittoria danno le piramidi delle regine, quale bonus si ottiene nell'obelisco), vari elementi ti costringono a ragionamenti tattici (uscita tessere azioni, uscita contratti nei mercati, uscita doni, uscita papiri). Avere tanto pesce aiuta a mantenere una certa flessibilità sia nella scelta delle azioni nella casa della vita sia nella scelta delle tessere (spendendo più pesce si hanno anche azioni più forti e interessanti) sia nella scelta dei doni. Gli ankh mi sono sembrati meno importanti, per il momento, ma potrei anche ricredermi con il tempo.
La voglia di rigiocarlo è ancora particolarmente presente e questo è positivo. La longevità e soprattutto la variabilità a lungo termine è tuttavia discutibile. Viene in parte data dagli elementi che lo rendono tattico e dagli elementi di interazione indiretta. Quanto sia adeguato per essere giocato a raffica, non saprei dirlo.
Detto questo, se voglio fare solo qualche partita all'anno, posso farla senza problemi e con piacere, senza dovermi ogni volta ristudiare tutto il regolamento. Una volta assimilate le regole, tutto fila abbastanza liscio e ricordarsi le cose non è affatto complicato, aspetto questo più che positivo.
Ho parlato fin troppo. È tempo di sentire ora anche altri pareri su questo stimolante eurogame. Sulla Tana, giusto per informazione, è apparso già il seguente thread in merito: qui.
Cari saluti e buon gioco.
Di Men-Nefer ne hanno parlato bene sia Pennuto che Canopus di Gioconauta (qua). In generale su boardgamegeek sta viaggiano con una buona media voti.
Personalmente ho svolto tre partite fino adesso, la prima in 4 giocatori (durata sulle due orette), la seconda in tre (durata decisamente più a lungo) e la terza in due giocatori (durata anch'essa più di due ore). Il gioco mi è sembrato girare bene in tutte e tre le conformazioni. La partita che ho svolto in 4 è andata piuttosto spedita, non c'erano pensatori al tavolo, e quindi l'esperienza è stata più che positiva. Le altre partite mi hanno comunque fatto capire che il gioco non è poi così facile da assimilare e richiede talvolta un po' di tempo per essere digerito.
Cosa dire del gioco?
Materiali appariscenti e piacevoli alla vista. La gente si avvicina di norma incuriosita al tavolo. Hanno fatto un bel lavoro in tal senso.
Per chi è già stato in Egitto, si trovano un po' tutti gli elementi più caratteristici del luogo (Nilo, piramidi, sfingi, mummie, tempi, mercati) e lo si gioca volentieri anche per questo.
Con tre round da svolgere, le partite durano il giusto. Positivo che non ci siano punti aggiuntivi da calcolare a fine partita: i punti che si ottengono sono quelli durante la fase del raccolto alla fine delle tre epoche (round) e basta.
Interessante il fatto che più un apprendista si focalizza su un'azione, meglio la farà con il passare del tempo. Lo specializzarsi ha i suoi vantaggi, a patto che gli altri non ti mettano i bastoni tra le ruote (se lo spazio azione è occupato da altri giocatori, occorre sborsare pesce, a patto di averne).
L'interazione indiretta si fa talvolta sentire, ma in senso positivo (spazi apprendisti, sfingi, mummie, tessere azione, contratti nei mercati lungo il Nilo, tempio, ecc.).
Dopo tre partite, non ho ancora compreso pienamente cosa conviene fare per vincere (questo sebbene abbia vinto due partite su tre).
Ad esempio, quando bisogna prendere le tessere da sfruttare nel round successivo, è meglio puntare ad aumentare il proprio tracciato geroglifici prendendo tessere con le azioni che capitano o è meglio prendere la tessera con le azioni che ci interessano veramente da svolgere in seguito ignorando il simbolo per l'avanzamento del tracciato geroglifici? Ovviamente ideale sarebbe le due cose messe assieme, ma difficilmente il tutto si incastra alla perfezione.
Poi, altro esempio: è meglio puntare su un tracciato unico nella casa della vita ottimizzandolo al massimo o è meglio avanzare in ugual modo su due/tre tracciati diversi?
Non cerco in realtà risposta in questo thread. Sono semplicemente curioso di scoprire come stanno le cose continuando a giocarlo.
Se da alcuni punti di vista il gioco conviene approcciarlo in modo strategico (a inizio partita conviene analizzare quali bonus ci sono nella necropoli, quali punti vittoria danno le piramidi delle regine, quale bonus si ottiene nell'obelisco), vari elementi ti costringono a ragionamenti tattici (uscita tessere azioni, uscita contratti nei mercati, uscita doni, uscita papiri). Avere tanto pesce aiuta a mantenere una certa flessibilità sia nella scelta delle azioni nella casa della vita sia nella scelta delle tessere (spendendo più pesce si hanno anche azioni più forti e interessanti) sia nella scelta dei doni. Gli ankh mi sono sembrati meno importanti, per il momento, ma potrei anche ricredermi con il tempo.
La voglia di rigiocarlo è ancora particolarmente presente e questo è positivo. La longevità e soprattutto la variabilità a lungo termine è tuttavia discutibile. Viene in parte data dagli elementi che lo rendono tattico e dagli elementi di interazione indiretta. Quanto sia adeguato per essere giocato a raffica, non saprei dirlo.
Detto questo, se voglio fare solo qualche partita all'anno, posso farla senza problemi e con piacere, senza dovermi ogni volta ristudiare tutto il regolamento. Una volta assimilate le regole, tutto fila abbastanza liscio e ricordarsi le cose non è affatto complicato, aspetto questo più che positivo.
Ho parlato fin troppo. È tempo di sentire ora anche altri pareri su questo stimolante eurogame. Sulla Tana, giusto per informazione, è apparso già il seguente thread in merito: qui.
Cari saluti e buon gioco.