Ragazzi, calma, ma quanto scrivete.
Vi ringrazio per la foga ma mi pare che si sia perso di vista il concetto di base.
Io non nego che ogni uno abbia i suoi gusti e ammetto che come Khana ho delle idee ben precise su cosa sia meglio o peggio.
Diamo questo però per scontato un momento perchè l'argomento che volevo trattare è diverso, anche se vedo che alcuni ci sono arrivati.
Ovvero del perchè ci affidiamo a un sistema anzichè ad un'altro, e alla fine capire gli obbiettivi che ci proponiamo per ricreare quello spazio immaginato codiviso che è il GDR.
Per questo posto un interessante elemento espresso da Zaidar:
"In seocndo luogo mi paice avere tangibilità delle risorse che il mondo offre. Sapere che un cannone a ioni è oggettivamente migliore di un laser contro i metalli mi rassicura che la scelta di combattere l'androide invece della melma aliena è sensata. Altrimenti il mondo stesso perde di importanza, e tutto può sorvolare ad un livello motlo più astratto e difficile, a mio modo di vedere le cose..."
Sottolinerei la frase che mi sembra aver centrato più di altro certe esigenze:
ltrimenti il mondo stesso perde di importanza, e tutto può sorvolare ad un livello motlo più astratto e difficile
Il PE la statistica la simulazione avendo un carattere oggettivo altro dal gruppo al tavolo acquisisce una realtà propria a cui tutti possoon sottostare senza perdere l'illusione.
Sembra quasi, lo dice anche Nakedape che senza il PE senza la regola super partes che ti dice A fa questo B fa quello, tutto diventi falso e l'illusione cada!
Poco importa se sia verosimile o meno il PE, basta che sia condiviso da tutti al tavolo.
Giustamente però Khana fa notare che se qualcuno, per esperienza personale ha una conoscenza più approfondita di una questione può mettere in crisi un PE.
Oppure quando il PE propone una simulazione palesemente contraria al buon senso del tavolo.
Anche perchè io alla parola realismo preferisco la parola credibile, non importa se la fisica proposta dal PE sia il più vicino possibile al reale, se io non riesco a credere in essa.
Posso però sciegliere la strada di Gelli alla Doom posso ignorare le incoerenze con il mio concetto di realtà ma allora diventa gioco e forse si perde in coinvolgimento.
Per altri invece, me compreso, la coerenza esterna del PE la do per persa in partenza, come dice DOmon, e credo di più alla fiction creata al tavolo in modo astratto, anche con l'uso della Treccani se serve, purchè la vicenda parli in prima persona del mio personaggio mi coinvolga e mi appassioni, non perchè credibile per se stessa, ma perchè mi rende protagonista.
E quì si aprono interessanti interpretazioni sul cosa cerchiamo nel GDR e si possono già vedere due strade divergenti, una che ci allontana dal PE a favore di un protagonismo drammatico del nostro PG e l'altro che invece si si stringe sempre più al PE per otteneree simulazioni sempre più credibili e coinvolgenti.