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Nelle varie chiacchierate fatte con editori, anche al Goblin Show, ho compreso che quando creano un nuovo gioco e lo incasellano, il target è uno dei primi elementi che usano per tarare una serie di parametri che fanno parte del gioco.
Se sanno che vogliono fare un gioco da vendere alle famiglie e quindi incassare soldi da quelle famiglie, loro devono fare in modo che non duri 3 ore ma 1 ora, devono fare in modo che le regole non siano troppo lunghe né complicate, devono calibrare la fortuna in modo tale che anche la zia, la mamma e il cugino possano avere una chance di vincere e divertirsi, devono regolare la parabola di gioco in modo che la fine risulti incerta o quantomeno interessante come l'inizio, devono fare un gioco che non sia punitivo e permetta errori.
Tutto ciò mostra chiaramente che è il mercato a fare le categorie. Il che è un peccato, perché recensori ed esperti hanno gli strumenti necessari per definire tecnicamente e in maniera sensata tutto ciò che si riferisce ai gdt.SPIEL Essen is starting this year with a new hall concept. With this, Friedhelm Merz Verlag will group the games and publishers according to thematic categories in the halls:
Halls 2, 4, 5 and 6: Family games from simple children's games to light connoisseur games.
Hall 3: Connoisseur games and expert games
Poi non è che non dorma la notte perché ormai sono di uso corrente termini da indagine di mercato o barbarie d’oltreoceano come “filler” o “family+”, ormai me ne sono fatta una ragione.
Anzi, mi sa che stasera gioco un family +++ e un filler a seguire. Ah no, il filler no, perché i giocatori “veri” non giocano a roba sotto il 4 di peso e mai a giochi con alea presente o Wingspan.