Locompetitivo
Gran Maestro




Inserisco una delle mie scene preferite del film Birdman.
Credo che sia maggiormente esplicativa di quanto possa farlo io su cosa sia una recensione o un premio.
L'ottica in cui vederla è quella degli autori che oltre che al giudizio, puntano anche alla fama e alle vendite (siamo umani!)
Si può però analizzare anche dal punto di vista dei critici, saranno sempre oggettivi?
Non parliamo della solita solfa delle recensioni negative, parliamo però di quei giochi sopravvalutati dalla critica.
Li avete comprati perché hanno avuto un premio o una recensione positiva di quel critico di cui vi fidate e poi li avete rivenduti dopo averne fatta una partita.
Insieme al titolo e alle motivazioni sarebbe carino metteste il link alla recensione traditrice.
Ps sotto il video metto il dialogo in italiano.
[In un bar] Tabitha Dickinson: Distruggerò il suo spettacolo.
Riggan Thomson: Ma se non l'ha ancora visto... Ah, scusi, ho fatto qualcosa che l'ha offesa? Io sento nel suo atteggiamento...
Tabitha Dickinson: Ora che mi ci fa pensare sì: ha occupato un teatro che avrebbe potuto essere utilizzato per qualcosa di valido.
Riggan Thomson: Ok. Ma... Voglio dire, come può dire se è valido o no? cioè, lei non ha...
Tabitha Dickinson: Sì, è vero, non ho letto una parola del copione né ho assistito a una delle anteprime. Ma dopo la prima di domani le assicuro che scriverò una delle peggiori recensioni che siano mai state scritte, e farò chiudere il suo spettacolo. Le piacerebbe sapere perché? Perché io la detesto. Lei e tutti quelli che rappresenta. Ragazzini egoisti, presuntuosi e arroganti. Patetici attori ignoranti, improvvisati, impreparati, che si illudono di avvicinarsi all'arte, che si assegnano a vicenda premi per cartoni e film pornografici che dipendono dal box office del week-end. Be', questo è teatro. E non può presentarsi qui a far finta di saper scrivere, dirigere e recitare nel suo lavoro di autopropaganda senza prima passare da me. In bocca al lupo.
Riggan Thomson: Ah. Wow. Non lo so, che cosa può essere capitato nella vita di una persona perché decida di fare il critico?... Che sta scrivendo, un'altra recensione? Eh? Com'è, buona? Lo è? È cattiva? Ma l'ha visto, questo spettacolo? Mi faccia leggere. [le toglie il taccuino dalle mani]
Tabitha Dickinson: Guardi che chiamo la polizia...!
Riggan Thomson: Non chiamerà la polizia. Leggiamo questa cazzo di recensione. "Acerbo", acerbo è un'etichetta. Aspetti, eh... "Fiacco", anche questa è solamente un'etichetta. Margi..."Marginalia"!? Sta scherzando? Sembra qualcosa che bisogna curare con la penicillina, un'altra etichetta, sono tutte etichette. È capace solo a etichettare qualunque cosa, questa è squallida pigrizia. Lei è... Lei è solo una pigra del cazzo! È una pigra! [prende un fiore] Sa cos'è questo? Lei lo sa che cos'è questo? Non lo sa. E sa perché? Perché lei non è capace di vedere questa cosa se non sa come etichettarla. Lei scambia tutti quei rumorini che ha nella testa per vera conoscenza.
Tabitha Dickinson: Ha finito o no?
Riggan Thomson: No, non ho finito! Qui non si parla per niente di tecnica! Non c'è una sola parola sulla struttura! Non una parola sulle intenzioni! È solo un mucchio di merdose opinioni, supportate da ancora più merdosi paragoni! Lei scrive un paio di paragrafetti, e vuole sapere: niente di questo le costa un beneamato cazzo! [rompe un bicchiere] Lei non rischia niente! Niente! Niente! Niente! Bè, io sono uno splendido attore! Questo spettacolo mi è costato tutto... Allora ti dico una cosa: [strappa il foglio] prendi questa "recensione", maligna e vigliacca, scritta con le tue squallide etichette di merda, e vedi di ficcartela su per quel rinsecchito e flaccido culo.
Tabitha Dickinson [sorride]: Tu non sei un attore, sei una celebrità. Mettitelo bene in testa. [gli mette in mano il fiore] Te lo distruggo, lo spettacolo.
Credo che sia maggiormente esplicativa di quanto possa farlo io su cosa sia una recensione o un premio.
L'ottica in cui vederla è quella degli autori che oltre che al giudizio, puntano anche alla fama e alle vendite (siamo umani!)
Si può però analizzare anche dal punto di vista dei critici, saranno sempre oggettivi?
Non parliamo della solita solfa delle recensioni negative, parliamo però di quei giochi sopravvalutati dalla critica.
Li avete comprati perché hanno avuto un premio o una recensione positiva di quel critico di cui vi fidate e poi li avete rivenduti dopo averne fatta una partita.
Insieme al titolo e alle motivazioni sarebbe carino metteste il link alla recensione traditrice.
Ps sotto il video metto il dialogo in italiano.
[In un bar] Tabitha Dickinson: Distruggerò il suo spettacolo.
Riggan Thomson: Ma se non l'ha ancora visto... Ah, scusi, ho fatto qualcosa che l'ha offesa? Io sento nel suo atteggiamento...
Tabitha Dickinson: Ora che mi ci fa pensare sì: ha occupato un teatro che avrebbe potuto essere utilizzato per qualcosa di valido.
Riggan Thomson: Ok. Ma... Voglio dire, come può dire se è valido o no? cioè, lei non ha...
Tabitha Dickinson: Sì, è vero, non ho letto una parola del copione né ho assistito a una delle anteprime. Ma dopo la prima di domani le assicuro che scriverò una delle peggiori recensioni che siano mai state scritte, e farò chiudere il suo spettacolo. Le piacerebbe sapere perché? Perché io la detesto. Lei e tutti quelli che rappresenta. Ragazzini egoisti, presuntuosi e arroganti. Patetici attori ignoranti, improvvisati, impreparati, che si illudono di avvicinarsi all'arte, che si assegnano a vicenda premi per cartoni e film pornografici che dipendono dal box office del week-end. Be', questo è teatro. E non può presentarsi qui a far finta di saper scrivere, dirigere e recitare nel suo lavoro di autopropaganda senza prima passare da me. In bocca al lupo.
Riggan Thomson: Ah. Wow. Non lo so, che cosa può essere capitato nella vita di una persona perché decida di fare il critico?... Che sta scrivendo, un'altra recensione? Eh? Com'è, buona? Lo è? È cattiva? Ma l'ha visto, questo spettacolo? Mi faccia leggere. [le toglie il taccuino dalle mani]
Tabitha Dickinson: Guardi che chiamo la polizia...!
Riggan Thomson: Non chiamerà la polizia. Leggiamo questa cazzo di recensione. "Acerbo", acerbo è un'etichetta. Aspetti, eh... "Fiacco", anche questa è solamente un'etichetta. Margi..."Marginalia"!? Sta scherzando? Sembra qualcosa che bisogna curare con la penicillina, un'altra etichetta, sono tutte etichette. È capace solo a etichettare qualunque cosa, questa è squallida pigrizia. Lei è... Lei è solo una pigra del cazzo! È una pigra! [prende un fiore] Sa cos'è questo? Lei lo sa che cos'è questo? Non lo sa. E sa perché? Perché lei non è capace di vedere questa cosa se non sa come etichettarla. Lei scambia tutti quei rumorini che ha nella testa per vera conoscenza.
Tabitha Dickinson: Ha finito o no?
Riggan Thomson: No, non ho finito! Qui non si parla per niente di tecnica! Non c'è una sola parola sulla struttura! Non una parola sulle intenzioni! È solo un mucchio di merdose opinioni, supportate da ancora più merdosi paragoni! Lei scrive un paio di paragrafetti, e vuole sapere: niente di questo le costa un beneamato cazzo! [rompe un bicchiere] Lei non rischia niente! Niente! Niente! Niente! Bè, io sono uno splendido attore! Questo spettacolo mi è costato tutto... Allora ti dico una cosa: [strappa il foglio] prendi questa "recensione", maligna e vigliacca, scritta con le tue squallide etichette di merda, e vedi di ficcartela su per quel rinsecchito e flaccido culo.
Tabitha Dickinson [sorride]: Tu non sei un attore, sei una celebrità. Mettitelo bene in testa. [gli mette in mano il fiore] Te lo distruggo, lo spettacolo.