Passo per la tana molto di rado ma, da grognard con più di 20 anni di hex-and-chits, non ho proprio resistito a farvi un saluto.
Ho letto con molto interesse tutti i vostri post e mi ritrovo in molte osservazioni. Non ho mai pensato che i wargames siano "da elite", anzi: sono però convinto che siano drammaticamente diversi dagli euro/ameritrash su cui si fonda la grandissima parte del mercato odierno di bg. Tanto per fare un piccolo elenco:
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Livello di difficoltà: a volte mi fa sorridere leggere le descrizioni dei negozi online, "wargame per appassionati" (leggi: fissati
![Big Grin :D :D](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
) a fianco di Der Weltkrieg; oppure la descrizione di Greatest Day (della MMP) come "gigantesco, ma con regole
assolutamente giocabili" - ma ragazzi, ma giocabili da chi? Da noi (alcuni, e forse). Vai a proporre una cosa simile a chi è fresco di Agricola e Carcassonne. Dubito che la maggior parte di noi abituata a Paths of Glory, Barbarossa to Berlin, For the People, Napoleon against Europe, Here I Stand e quant'altro vi venga in mente abbia avuto sostanziali problemi con Twilight Struggle - è, sinceramente, un gioco moderatamente leggero; eppure dai non-wargamers è perlopiù percepito (almeno nella mia esperienza) come un gioco complesso.
Varia a seconda dei casi, ma direi che il fattore di conversione è 1 step in meno (un euro medio è un wargame leggero).
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Materiali: io amo appassionatamente mappe di carta esagonate e piccoli chits con i numeri e simboli NATO, per "piccoli" intendo SPI vecchia maniera. Perfetti da maneggiare, colpo d'occhio meraviglioso, permettono ampia manovrabilità ed un dettaglio favoloso delle mappe. In più, le mappe in carta sono leggere e le scatole, sottili, si portano ovunque; ricordo ancora quando legavo Napoleon's Last Battles con un elastico e lo ficcavo nello zaino dopo la scuola. Problema: sono giochi che richiedono cura. I chits cascano dallo stacking se arriva la sorellina (o il terranova di casa) ad urtare il tavolo - possono anche perdersi e allora addio. La mappa di carta è sensibile all'acqua chiaramente (il bicchierone di "always coca cola" è un
no-no), a meno del plexi ma come fai a portartelo dietro sempre?
Vogliamo paragonare ai mille titoli beer&pretzels che si giocano sgranocchiandosi pizza e/o trangugiando il frappè della nonna?
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Conoscenza storica: come detto da qualcuno, questi non sono "giochi" e basta. Alcune simulazioni storiche sono veri e propri condensati di libri ed osservazioni su un argomento, vedi Fire in the Lake (a proposito, tutti pronti per Falling Sky?), praticamente grida di leggersi Stanley Karnow prima di sedersi al tavolo e di sicuro affrontarlo come un semplice gestione risorse ed area control non so proprio quanto bene faccia.
Non tutti sono d'accordo nel sedersi ad un tavolo da gioco e doversi scontrare con la realtà. Mia moglie per esempio quando ha visto per la prima volta la carta di Thich Quand Duc ha fatto una faccia allarmante, "Cos'è sta cosa" - ma come, è un episodio famosissimo, il monaco buddista che si dà fuoco nel '63 per protesta contro il governo ARVN - lei non ne sapeva nulla ed è corsa a controllare sul tablet. Mi ha detto poi che, si, è stata contenta di aver imparato una cosa nuova, ma che allo stesso tempo avrebbe preferito, paradossalmente, non farlo, fatti simili la intristiscono.
Idem con altri episodi, pensate alla carta "Rape of Belgium" di Paths of Glory, o tutto quello che capita nel Pacifico di Empire of the Sun (meravigliosa la 2° ed!).
E poi ci sono altri mille dettagli: l'aspetto del confronto, la resistenza anche fisica nel restare concentrati a lungo elaborando una grande quantità di informazioni, il saper godere della verosimiglianza storica o meno di un buon wargame (quante brutte simulazioni di navi a vela dove le unità muovono come tank della WW2... e che piacere invece nel vedere simulati i quadrati di fanteria inglesi in altri eccellenti titoli).
Il futuro dei wargames? Siamo anche noi. Gli editori ci danno in pasto quello che ci serve: grafica sempre più all'altezza (avete visto i passi da gigante della VPG? Ma non è una meraviglia Prussia 20 con il nuovo regolamento 4.0 e le pedine stratosferiche?), chits sempre più grandi (prima 1/2", poi 5/8", adesso 3/4" e qualcuno pure 1" - a quando 1.2"?!) e sistemi che "rimescolano" sempre più le carte in tavola (Churchill, che ha fatto soldout, è un wargame? I COIN sono wargames? W1815 è un micro-wargame?).
Il che, secondo me, da un lato è meraviglioso ma dall'altro è un peccato. Perchè unito al fatto che i vecchi titoli sono ormai OOP, fa si che noi che li abbiamo provati godiamo delle novità con un percorso alle spalle, mentre le nuove leve mancano delle basi ed è come se costruissero i piani di una casa usando quattro pertiche in bilico invece che solido cemento. A lungo andare questo, per loro, si sente, e rischiano di sentirsi esclusi - "cosa dobbiamo fare per essere accettati anche noi dal
club?" - mentre ovviamente non c'è nessun club, solo una inevitabile esperienza che si è fatta da giovani e che ovviamente, riproposta ad altra età, ha un significato del tutto diverso.
Allora quello che io spero ed auspico davvero, per il bene del nostro hobby che è e rimane uno dei più interessanti, è la riedizione fatta con rispetto - intendo
rispetto , non money-grabbing - dei vecchi classici, in modo da capire il percorso dalle origini. Vogliamo parlare di Blue Max della Stratelibri/Giochi Uniti dell'anno scorso? Della riedizione del mitico World War I di Dunnigan che la DG ha riproposto da poco? Della riedizione dello stratosfericamente bello Panzer (l'originale) ad opera della - tocca legno - Excalibre?!
Ecco. Questo, ed altro, non aiuta.
E poi ho anche molta fiducia nei weuro (fatti bene), vedi il Wallace vecchia versione o simili (Quartermaster General per dirne uno, o Race to Berlin del recente Essen - che in realtà mi pare riproponga un'idea del vecchissimo Battle for Germany). Chissà però che un giovane interessato alla ACW, magari, prima o poi incappi in un titolo tipo Test of Fire, pensi "accidenti costa poco, lo provo" e poi man mano scala l'hobby, si abitua a digerire i nostri regolamenti-tipo da 50 pagg in due colonne ed in bianco e nero, e si innamora delle mappe di Eskubi spendendo ore ed ore su Battle Above the Clouds (o un altro GCACW)!
Sapete che vi dico? Servirebbe uno che si mettesse a spiegare Combat Commander Europe, o Paths of Glory, con un video tipo Alkyla - ma per i wargames (veri). Allora si, che il futuro sarebbe interessante! :sisi:
Un saluto e che la CRT vi sia propizia,
Claudio