Ma che bella questa discussione! Vedo che in tanti abbiamo fatto lo stesso percorso, ma un po' ce l'abbiamo avuto tutti nel sangue.
Da bimbo sono riuscito a spuntarla per avere
Brivido, che ho adorato e ancora mi coccolo (Inkognito è rimasto un sogno mostruosamente proibito, morivo quando vedo la pubblicità in tv); giocavo con mamma e nonna Anna a Il nostro mondo (della Clementoni, ma non ho mai imparato comunque una bandiera), col Monopoli proprio di mamma (con regole ovviamente remixate) e andava sempre forte
il gioco dell'oca in una strana versione ambientata in un castello. Ho imparato che giocare a carte è difficile grazie a mia nonna Silvana, che non me ne ha mai data una vinta. Col babbo, che m'ha insegnato dama e le mosse degli scacchi, ho iniziato a giocare a Ramino prima e a
Scala 40 poi. Negli anni si sono aggiunti il Maxi Paroliere, un gioco simil Trivial di cui non ricordo il nome, ma poi i videogiochi (Master System 2 e Game Gear, mi son fermato là) e la lettura hanno preso un po' il sopravvento.
Alle scuole superiori ho giocato per un annetto e passa a
Magic col mio vicino di banco a qualche compagno, compravo le carte usate nel negozio di fumetti usati del centro di Perugia (la mitica Best Comics di Marchino, davanti alla sala giochi Florida) e le bustine alla Star Shop, rigorosamente in inglese perché in italiano non andavano in tessera, sti maledetti - ma hanno contribuito a farmi imparare l'inglese. Da là è emerso il mio lato dannatamente rompicoglioni, con un mazzo rosso-verde che è poi virato a rosso spari, lo adoravo. Il mio vicino di banco ne aveva fatto uno bianco-blu, dovevo aprirlo in 3 turni o ero finito. Compravamo l'Oracolo per vedere i valori delle carte, ordiniamo dal telefono del bar Endas il catalogo de I Giochi dei Grandi di Verona, compriamo in contrassegno il manuale di
Killer, un gioco di ruolo dal vivo. Ne escono fuori cose assurde, tipo io e il Cippo a rincorrerci per strada con pistole a ventose ed elastici sulla strada per andare a prendere l'autobus, o il Cica che ha costruito un circuito elettrico con campanello per simulare una bomba al'uscita di casa mia, sempre alle 7 e mezzo di mattina (per poterlo fare ha dovuto prendere un autobus per venire da me tipo alle 6 e mezzo, un genio del bene e del male).
Intorno ai 20 anni si è iniziato a giocherellare col gruppo d'amici a
Risiko, dove le mie armate rosse regnavano e devastavano (spesso in accordo con Dario, che invece aveva sempre le armate nere), i vari
Taboo e simili e versioni di
Lupus "ingenue" fatte con le carte da briscola. Nei primi 2000 provai da amici universitari
Bang, diedi di matto ma non lo comprai mai, avrei voluto la Pallottola ma "
cazzo, 40 euro per un gioco? ma questi sono matti!", che pivello XD Nello stesso periodo provai anche D&D molto alla leggera, ma durò davvero poco.
Da là si fa un salto avanti di quasi una decina d'anni tra tutto, arriviamo al 2012. La mia ragazza di allora (la
Pora Elisa) mi dice d'aver provato da una sua collega del dottorato un gioco simpatico che si chiama
Carcassonne: vado al negozio Brama (ai tempi il punto di riferimento per i giochi da tavolo a Perugia) e mi prendo l'edizione 10° anniversario, quella a forma di meeple e con gli omini di plastica trasparente (scatola che è rimasta a Elisa insieme alle espansioni). Scapoccio serio, mi piace un bel po'. Scopro la Tana dei Goblin e inizio a leggere un po' in giro, mi spulcio la classifica, l'idea di allora è che se un gioco è alto in posizione vuol dire che è bello tout court e mi segno un po' di titoli. Torno da Brama, compro le prime due espansioni di Carcassonne, mi prendo un gioco in offerta,
California di Schacht - che non giocherò da almeno 10 anni, ma che non darò mai via.
Arriviamo a inizio 2013, esce
l'edizione Deluxe di Squillo e, da buon fan del Casto Divo, non me la voglio far mancare. Mi trovavo a Pavia a trovare Elisa che aveva là il dottorato, prendo un treno e filo a Milano, dove compro Squillo nel negozio de I Giochi dei Grandi giusto dietro al Duomo. Mi sa che ha chiuso pochi mesi fa.
Nella foto non si vede, ma nella busta che avevo appoggiato in terra c'era anche un certo
Puerto Rico, preso perché era primo in classifica o giù di lì.
Era il 16 aprile 2013 e non sapevo che la mia vita sarebbe cambiata.
Rientro nella casa a Borgo Ticino dove stava Elisa, apro anche Puerto Rico e trovo un mazzo di fustelle così, un regolamento che mi pareva infinito, prendo e chiudo tutto e lascio a stagionare un po'. In estate, il mio amico Ercole mi dice d'aver trovato "un video su YouTube con un tizio che spiega Puerto Rico, pare bravo", gli do la scatola e lascio che se lo studi lui grazie alla spiegazione di alkyla. È una serata dell'autunno del 2013, ci troviamo io, Ercole e Leonardo e proviamo questo Puerto Rico. Spiegazione e si comincia, a metà partita ci troviamo ad alzare gli occhi dal tavolo, guardarci e dire insieme: "
MA È BELLISSIMO!". Da là, abbiamo coinvolto anche altre persone del gruppo, arrivando a farci anche 2 o 3 partite a fila in una sola serata. Ho continuato a spulciare la classifica della Tana, ho iniziato a fare i miei primi acquisti online (vedi
Caylus, per dirne uno a caso, che diventerà poi un mio punto di riferimento) e i miei primi acquisti totalmente a caso. A settembre di quell'anno compro
Twilight Struggle al GiocaPerugia, allora nella fantastica ambientazione della Rocca Paolina.
Il 2013 stava finendo, e molto teneramente pubblicavo questa foto su Facebook, ignaro di quanto sarebbe accaduto negli anni a seguire (e del fatto che resteranno solo pochissimi titoli tra quelli presenti in foto).
Inizia il 2014, ho mosso i miei primi passi in Tana, inizio a conoscere qualche utente della zona, compro qualcosa dal buon Lorenzo detto "Purezza", il 27 febbraio del 2014 mi incontro con un tipo di Città di Castello per comprare Alle porte di Loyang e Innovation. È andata a finire che Alle porte di Loyang l'ho venduto senza mai giocarlo, ricomprato e rivenduto (sempre senza giocarlo), mentre Innovation l'ho ri-regalato anni dopo a quel tipo, che è
il Magio e che è diventato il mio migliore amico. Ah, ho anche ricomprato Innovation con tanto di espansione eh.
Compro l'espansione Onisco di Hive, avevo la versione pocket e con quella grande non ci faccio niente. Dopo il fortunato annuncio "Vendo giochi brutti" nel
mercatino della Tana, offro in scambio la tessera in questione in cambio di un estathè (rigorosamente al limone, quello alla pesca è per i figli di Satana, ricordo). Vengo contattato da un ragazzo di Perugia, tale Willy, che incrocio al centro commerciale di Collestrada e che mi offre ben due estathè e mi tiene un'ora a parlare di come ritenga Twilight Struggle un gioco romantico e che fa parte di
Hydra Games (di cui sarà per anni il presidente, un
gran motivatore), associazione che aveva organizzato il GiocaPerugia di cui sopra, che si incontra ogni tot per giocare in vari locali perché non ha una sede fissa. Lì per lì faccio il timido, poi sia Purezza che Paolo (kagliostro per i goblin), che avevo conosciuto in Tana per prendere giochi insieme online), mi convincono ad andare. Era probabilmente la fine dell'estate 2014, mi trovo a giocare alla Pizzeria Reporter del mio paesello, Ponte Felcino, con persone che ancora non conoscevo ma che sarebbero poi diventate presenze quasi fisse delle mie giornate per molto tempo. Quel giorno ho conosciuto uno sbarbatello di nome Martino Chiacchiera, per dire, che ogni tanto m'ha fatto provare qualche suo prototipo.
Arriviamo ad inizio 2015, finisce la mia brevissima convivenza con Elisa, mi ritrovo un po' allo sbando, lavoravo in una comunità psichiatrica e puntavo a diventare un utente. Viene inaugurato il
Polo Nerd (data ufficiale il 14 marzo, per i nerd 3.14), ci metto praticamente casa, arrivando anche a 12 e passa ore di permanenza. Alterno giochi seri a giochi meno seri, conosco una marea di gente, a forza di leggerne in Tana da Sava mi compro
Fantascatti e mi scopro autistico (memorabile il
veni-vidi-vici a casa di Cola nella prima trasferta romana), prendo per caso
Tokyo Train (un'amica l'aveva ordinato da Brama ma un altro l'aveva già comprato, "Fede ti assicuro che è divertentissimo, prendilo tu"). Passa il periodo un po' folle, e lo dico sempre che
i giochi da tavolo m'hanno salvato la vita. Nel 2016 sarei andato a convivere con Simona, comprando questa libreria infinita che "adesso come la riempio?" e le altre due, riempite anch'esse nel corso degli anni. Hydra entra a far parte della Tana dei Goblin, si giocava tutti i mercoledì sera alla City, poi la scissione del LudoCoconutClub, via coi GiocaPerugia alla pista di pattinaggio dell'Uci, le HydraCon, la chat cazzeggio, le tombolate, le aste, una marea di ricordi.
Nel 2014 ero andato a Lucca col mio amico Francy, nel 2015 con Paride del Polo, poi iniziano i miei viaggi col Maggio tra
Asterion Gaming Days (nel 2015, stupendi!), varie
Modena Play e le
GobCon Deluxe a Bologna. Ho pian piano messo un volto a tante persone conosciute nel forum, e tante sono diventate parte integrante della mia vita. Ricordo Gaetano che si palesa con Luisa a una Play, il primo incontro con Aluccio a una GobCon presentatomi dal Magio (forse il primo gioco fatto insieme è stato Green Fields? non ho voglia di controllare), il fantastico Rotilio (daglie Omar!), Janko e le sue spiegazioni maledette, Triade e il nostro amore condiviso per Tokyo Train, tutta la cricca romana, Darcy che si presenta con un filo di voce, Ida con il guerrafondaio che per me ha sempre 12 anni, Mica Mariano e Benny, i milanesi (fantastica anche una tappa all'UESM, grazie a quel bell'uomo di kenparker), Pupina e tutta la truppa sarda (Taz!), Agzaroth che mi dà giocacci da recensire tipo Kill the Unicorns, il bell'omo del Gotcha, Christian che mi allarga gli orizzonti filleristi, il Volpino incrociato a Treviso prima, a Perugia poi e ad Arezzo infine, il compagno Francesco (di Rimini, lo conoscete?), gli amici di Ancona e smetto di far nomi che tanto qualcuno lo dimenticherei per forza.
Insomma,
una famiglia che quella di Fast & Furious spostate.
Nel mentre arriva il Covid, poi forse passa il Covid, si inizia a giocare tanto su BGA e ci si mette forte dentro il cuore, il gioco diventa sempre più un modo per avere vicine a sé anche persone che non lo sono fisicamente. È un periodo di cambiamento, di conoscenza e nuove consapevolezze. Si ritorna alla
Con a Marina di Massa e il mondo torna a luccicare. Dopo la chiusura precovid ("riapriremo l'anno prossimo", come no!), alla fine ha riaperto il Polo Nerd nella sua nuova location, e anche là nuova linfa ludica e vitale. Amici che vanno e vengono, presenze che diventano fisse, persone che senza che ti accorgi entrano nella tua vita, la riempiono e la cambiano e
tutto per via di questi fantastici giochi da tavolo. Jack, Giulia, il Toro, presenze fisse di scemate e giochi, cene insieme e giocate. Quelle persone che invece non ci sono, ma ci sono sempre. Arriviamo alla Con di Arezzo dell'anno scorso, con la vellutata di pomodoro che poi è sugo, i pasti infiniti, Stefano che sclera a Secret Hitler, il Gotcha che prova a scrollarsi di dosso Tsuki a Nemesis, le ciabattine, Pacciani e la Madonna, un altro tassello che custodisco gelosamente nel cuore. E fra pochi giorni la nuova Con, sempre ad Arezzo, già con un sapore diverso.
Scusate, mi son fatto prendere la mano, è che è cominciata tanti anni fa, ma qua va avanti e forte.
E non accenna a fermarsi.