Ormai sull'argomento si è detto tutto e capisco perfettamente le motivazioni, il target di riferimento, ecc... ma giusto oggi stavo riflettendo sul fatto che comunque questi premi dai titoli "altisonanti" - il Gioco dell'Anno, lo Spiel des Jahres (cioè il gioco dell'anno) ecc. non tradiscono le proprie radici e il proprio manifesto, ma risultano in un certo senso ingannevoli e fuorvianti, proprio per via del loro nome.
E' chiaro che chi li ha ideati e li organizza abbia tutto l'interesse a chiamarli così, li rende più appetibili, più prestigiosi, più "commerciabili"... ma parliamoci chiaro, la gente (di qualsiasi "livello" intendo), a meno che non abbia la voglia di informarsi sulle postille, alla fine quando legge un nome come quello si aspetta che venga premiato il miglior gioco (da tavolo) dell'anno, punto. Senza se e senza ma, senza paletti, definizioni, manifesti, faq, responsabilità degli editori (nel presentare o meno un prodotto)... in sostanza, si aspetta il Goblin Magnifico, senza sapere che esiste. O lo "Scelto dai Goblin". Che sono in pratica il premio Nebula e il premio Hugo del gioco da tavolo, per fare un parallelismo col mondo della letteratura fantastica.
Sicchè quando poi ci si troverà a parlare con Pino, generico giocatore casual che ha letto su Repubblica "Villainous Gioco dell'Anno" sarà sempre molto difficile spiegargli che no, di giochi migliori nel 2020 ne saranno usciti almeno un centinaio, molti anche nella stessa fascia, ma se leggi le FAQ, il manifesto, il documento di sintesi e sticaXXi scoprirai che in realtà è solo, e solo tra quelli presentati dagli editori, il gioco GATEWAY più efficace (a giudizio della giuria). Poi devi spiegarglielo per mezz'ora senza riuscirci.
Tutto questo senza intento polemico: è solo un pensiero senza capo nè coda sul "problema" dei Premi, del target, delle definizioni...