Normanno
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Sto leggendo in questo periodo la trilogia di Joe Abercombie, e sono a metà del secondo volume, "Before they are hanged". Per quanto Abercombie sia più gradevole da leggere rispetto ad orrori come Martin, mi ha comunque portato ad una riflessione che voglio condividere, per quanto sono piuttosto sicuro di essere "in minoranza".
Quello che oggi viene definito "Fantasy" in realtà è una copia sbiadita e gonfiata a dismisura del Fantasy serio. Mi spiego:
- trame generali prive di respiro epico, che si limitano a descrivere guerre mondiali o quasi in mondi popolati esclusivamente o quasi da umani, estremamente simili al mondo contemporaneo, che ragionano come umani contemporanei, ma usano spade e catapulte invece di AK47 e ICBM.
- personaggi stereotipati fino alla nausea: cattivo inutilmente crudele, torturatore gelido e sfortunato, guerriero onorevole che in genere o muore all'inizio oppure deve soffrire le pene dell'inferno perchè il bene non paga nel suo mondo, governanti (re, principi, chi volete) la cui corruzione interiore fa coppia con l'orrido aspetto e gli appetiti smodati, e/o supereroi (in genere fanciulle) adolescenti con poteri smisurati.
- necessità di descrizioni dettagliate di ogni filo d'erba, decine e decine di pagine inutili ai fini della storia per mostrare l'abilità dello scrittore ad ambientare le proprie scene (mah...), e quintali di introspezione psicologica. Il tutto, come già detto, INUTILE e persino noioso (in questo sia Martin che Jordan sono maestri indiscussi... intere sezioni di libri andrebbero buttate direttamente).
- magia del tutto assente o presente come vestigia di un mondo passato, di solito nelle mani di uno o due individui che la usano con parsimonia adducendo qualche scusa banalissima (che puntualmente viene contraddetta durante i romanzi)
- creature mitologiche o magiche assenti, o talmente rare da essere considerate appunto assenti. In qualche caso però ci sono intere razze di creature "mostruose" potentissime, che si risvegliano e in genere sono fortissime finchè non incontrano l'eroe di turno (in genere un/una quindicenne coi superpoteri).
- idem per gli oggetti magici.
- necessità di grandi quantità di violenza, stupri, omicidi, sesso sfrenato, decadenza.
- necessità di ALMENO tre volumi, ciascuno dei quali superi le 500 pagine, con una quantità invereconda di sottotrame che nascondano la pochezza o l'assoluta assenza della trama principale (che, come ho detto, in genere è una guerra mondiale).
- ah, dimenticavo la parte peggiore: il linguaggio. Volgare, banale, a volte fastidioso. E non venitemi a dire che in un mondo "similrinascimentale" la gente davvero parlava con tutti quei fioriti sinonimi statunitensi di apparati gentiali maschili e femminili, perchè non è vero - dato che tali termini sono tipici della fine del XX ed inizio del XXI secolo nostri.
Insomma, di Fantasy e di epicità è rimasto poco, e i romanzi sono la trasposizione del nostro mondo in una realtà praticamente identica: immondizia, squallore, violenza, mancanza di cultura, il tutto però con nomi inventati e con leggende metropolitane assurte a livello di saghe.
Con le dovute eccezioni (Modesitt, Evans, o Pratchett, per citarne tre), non esiste più il Fantasy, ma esiste un sottogenere della fiction, che si avvicina al romanzo storico. Insomma, mi pare che l'epicità grandiosa e le imprese eroiche e le "storie di spada e magia" di autori come Howard, Tolkien, Gemmell, ormai non esistano più.
Probabilmente sarà l'esigenza di mercato, ma la Fantasy contemporanea è sempre più penosa e sempre meno Fantasy. Questo, almeno, è quel che penso man mano che leggo ciò che viene proposto con l'etichetta "Fantasy". Ammetto che mi manca la scuola russa contemporanea, ma conto di colmare questa lacuna al più presto.
That's it.
Quello che oggi viene definito "Fantasy" in realtà è una copia sbiadita e gonfiata a dismisura del Fantasy serio. Mi spiego:
- trame generali prive di respiro epico, che si limitano a descrivere guerre mondiali o quasi in mondi popolati esclusivamente o quasi da umani, estremamente simili al mondo contemporaneo, che ragionano come umani contemporanei, ma usano spade e catapulte invece di AK47 e ICBM.
- personaggi stereotipati fino alla nausea: cattivo inutilmente crudele, torturatore gelido e sfortunato, guerriero onorevole che in genere o muore all'inizio oppure deve soffrire le pene dell'inferno perchè il bene non paga nel suo mondo, governanti (re, principi, chi volete) la cui corruzione interiore fa coppia con l'orrido aspetto e gli appetiti smodati, e/o supereroi (in genere fanciulle) adolescenti con poteri smisurati.
- necessità di descrizioni dettagliate di ogni filo d'erba, decine e decine di pagine inutili ai fini della storia per mostrare l'abilità dello scrittore ad ambientare le proprie scene (mah...), e quintali di introspezione psicologica. Il tutto, come già detto, INUTILE e persino noioso (in questo sia Martin che Jordan sono maestri indiscussi... intere sezioni di libri andrebbero buttate direttamente).
- magia del tutto assente o presente come vestigia di un mondo passato, di solito nelle mani di uno o due individui che la usano con parsimonia adducendo qualche scusa banalissima (che puntualmente viene contraddetta durante i romanzi)
- creature mitologiche o magiche assenti, o talmente rare da essere considerate appunto assenti. In qualche caso però ci sono intere razze di creature "mostruose" potentissime, che si risvegliano e in genere sono fortissime finchè non incontrano l'eroe di turno (in genere un/una quindicenne coi superpoteri).
- idem per gli oggetti magici.
- necessità di grandi quantità di violenza, stupri, omicidi, sesso sfrenato, decadenza.
- necessità di ALMENO tre volumi, ciascuno dei quali superi le 500 pagine, con una quantità invereconda di sottotrame che nascondano la pochezza o l'assoluta assenza della trama principale (che, come ho detto, in genere è una guerra mondiale).
- ah, dimenticavo la parte peggiore: il linguaggio. Volgare, banale, a volte fastidioso. E non venitemi a dire che in un mondo "similrinascimentale" la gente davvero parlava con tutti quei fioriti sinonimi statunitensi di apparati gentiali maschili e femminili, perchè non è vero - dato che tali termini sono tipici della fine del XX ed inizio del XXI secolo nostri.
Insomma, di Fantasy e di epicità è rimasto poco, e i romanzi sono la trasposizione del nostro mondo in una realtà praticamente identica: immondizia, squallore, violenza, mancanza di cultura, il tutto però con nomi inventati e con leggende metropolitane assurte a livello di saghe.
Con le dovute eccezioni (Modesitt, Evans, o Pratchett, per citarne tre), non esiste più il Fantasy, ma esiste un sottogenere della fiction, che si avvicina al romanzo storico. Insomma, mi pare che l'epicità grandiosa e le imprese eroiche e le "storie di spada e magia" di autori come Howard, Tolkien, Gemmell, ormai non esistano più.
Probabilmente sarà l'esigenza di mercato, ma la Fantasy contemporanea è sempre più penosa e sempre meno Fantasy. Questo, almeno, è quel che penso man mano che leggo ciò che viene proposto con l'etichetta "Fantasy". Ammetto che mi manca la scuola russa contemporanea, ma conto di colmare questa lacuna al più presto.
That's it.