Estetica e manuali

Juda

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Spesso si sente dire che il manuale è importante soltanto per i suoi contenuti, per le regole, per le tematiche dell'ambentazione, per il game design ecc...
Spesso in merito ai GdR si parla soltanto di meccaniche e ambientazione...
Eppure davvero l'estetica del manuale non ha nessuna importanza? Se così fosse perché le case editrici dovrebbero investire denaro? Immagini, copertina, illustrazioni, particolarità del carattere di stampa ecc... sono davvero irrilevanti?
Forse che il colore, le immagini, i caratteri non ci aiutano per nulla a comprendere l'ambientazione, a farci un'idea delle tematiche in gioco, a dare spunti a master e giocatori nella creazione di scene, trame personaggi e altro?
Mah, io non ne sarei così sicuro, e voi cosa ne pensate? Quale ruolo gioca ciascuno di questi elementi in un gioco di ruolo (immagini, caratteri, impaginazione, copertina, colore ecc...)?
A Voi!
 

Curte

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Tutto ciò che aiuta a migliorare l'esperienza e la gradevolezza di un gdr deve essere presente. Considero il gdr una tipologia di medium veramente unico, che ne racchiude in se molti altri
E le immagini spesso fanno volare la fantasia meglio di tante parole, perchè sono più semplici da "leggere" per il nostro cervello e dunque più d'impatto
Penso alle copertine di Elmore o al bellissimo pistolero di BROM sulla copretina di Deadlans... ma anche ai Grandi Antichi, che se non fossero stati disegnati sarebbero stati difficilmente immaginati così come oggi tutti li riconosciamo. Il disegno è un mezzo di comunicazione potente e gradevole.

Un'altra parte la fanno i testi che si dividono in testi tecnici (che descrivono le regole) e , in alcuni giochi, testi narrativi e racconti che descrivono ambientazione e climax (di Sine Requie se ne è parlato, ad esempio, sul Blog di Loredana Lipperini in merito proprio alla letterarietà di un certo tipo di gdr).

Materiale... qui sia va sia sull'utilità che sul valore oggettivo... i manuali spillati e brossurati si rovinano prima di quelli cartonati rilegato a cucitura... specialmente se parliamo di prodotti di oltre cento pagine.
Carta: l'unica differenza tra una carta igienica e una patinata è la resa delle immagini... un D&D a colori ha bisogno di vìcarta super per farli risplendere, Cthulhu stà bene con pagine più opache... qui è anche una questione di mero gusto.

Insomma secondo me quando si acquista un gdr si acquista tutto quindi voglio:
Bella ambientazione, deve darmi stimoli
Bello da leggere, deve appassionarmi
Belle regole, deve girare e divertire
Belle immagini, sìdeve farmi sognare
Bei materiali, deve durare e devo essere contento dei soldi spesi.

Io la vedo così
 

fenna

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Aloa!
Il problema di sto topic è cosa consideriamo estetico noi.
A questo punto il discorso è derivato da come consideriamo il libro, se il libro che abbiamo fra le mani è un meta-testo, per farla molto semplice qualcosa che ci serve a far altro, allora la valutazione ricadrà, togliendo la valutazione dei contenuti, sulla chiarezza dei contenuti e sulla loro organizzazione indexicale; se per noi il libro è parte dell'esperienza ludica tanto quanto i dadi, le schede o le patatine e la birra, allora in quel caso la nostra valutazione verrà spostata pure sulla gradevolezza estetica e sulla parte delle illustrazioni, visto che aiuteranno ad entrare nel climax, esattamente quello che diceva Falcon quando esprimeva il suo apprezzamento qualitativo su Vampiri rispetto a NcaS nel topic sulle donne e il GDR.
Ma anche in quest'ultimo punto è opinabile e discutibile perché potrebbe dipendere anche dalla volontà di esprimere un dato feeling a livello grafico.
Esempio pratico
Nobilis è il più bel manuale della mia collezione, carta patinata e cartonatura dal peso di un mattone con tanto di cordoncino segnalibri, formato da book di arte.
Però non è coloratissimo, è in bianco e nero, non ha illustrazioni ad ogni pagina, ne ha poche e a tutta pagina, non ha caratteri strani e a tema, mantiente uno stile elegantissimo, grande spazio dai bordi rispetto al paragrafo, note a lato pagina con citazioni eccezionali, chiarezza nell'esposizione contenutistica, la scelta del Book antigua è veramente ottima e mantiene l'eleganze generale.
Insomma questi sono valori che applicati ad un altro manuale veramente fatto da dico, come La leggenda dei cinque anelli, cambiano letteralemnte.

Ogni scelta fatta per quel manuale è stata fatta nella direzione della ricercatezza e di una sensazione di "raffinatezza", che viene percepita dal lettore.

Visto che ci si potrebbe perdere nella disamina.
Quanto tange questo sull'esperienza del gioco?
Tutto o nulla, dipenderà dal giocatore stesso e dalle sue esperienze.
Dalla mia esperienza posso dire che coinvolge molto più la parte del feticista del libro che è in me, rispetto alla parte giocata, insomma è più vicina al mio lato di lettore di quel libro, che al mio lato di giocatore durante la sessione. Non so se mi son spiegato.

Aloa!
 

Juda

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il feticismo da libro... che bella cosa.
Anche a me piacciono molto i manuali, i colori, le immagini ecc... e proprio in quest'anno di "non gioco" mi sono reso conto di quanto l'esperienza di gioco possa essere influenzata proprio da questi fattori; mi spiego: non giocando non ho stimoli come master nècome giocatore, eppure ogni manuale, per le caratteristiche estetiche (con estetiche intendo che si rivolgono ai 5 sensi) che possiede slancia la mia fantasia in mondi completamente differenti. Mi viene in mente allora che spesso, quando ho giocato mi posso anche non essere reso conto di quanto questi fattori possano essere influenti. Forse è per questo che una casa editrice che intende pubblicare un "gocone" tipo D&D 4 ed. o un nuovo WoD si dedica molto alla ricerca sul come confezionare l'idea del gioco in modo tale che sia allettante. Insomma, forse tutto questo bel pacchetto che ci propongono non è soltanto un inganno percettivo, una mistificazione, forse è qualcosa che ci aiuta anche a giocare meglio al di là dei contenuti veri e propri del manuale.
 

Falcon

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Senigallia (An)
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Parlando in termini più leggeri e frivoli dei due precedenti posso dire che l'estetica conta un botto! 8)

Anche se è ovvio che ognuno ha un proprio punto di vista estetico, questo finisce spesso per essere importante. Io (ho già rischiato la vita ammettendolo, ma quel lanciafiamme alla fine si è rivelato utile) all'inizio ho "evitato" il Sine proprio per un motivo estetico! 8-O La grafica della prima edizione mi ha invogliato a malapena sfogliare il manuale, senza quindi coglierne nessun aspetto, per poi rimetterlo dove l'avevo trovato. La seconda edizione, nera, cattiva, cartonata e con una grafica che mi piace un casino l'ho presa appena uscita. :grin: (forse mi salvo, forse mi salvo...)
Cani della Vigna non l'avrei mai comprato, nonostante l'idea ed il tema m'incuriosivano, perché la qualita della copertina e la parte grafica erano ambedue orribili soprattutto rapportate al prezzo (poi in vacanza sono entrato in una fumetteria con l'astinenza da manuali... ed ho trovato solo quello... ma questa è un'altra storia ;) ).
E questo solo da un punto di vista di "quanto è importante come si presenta il prodotto ad un compratore/giocatore".

Da una parte più "giocosa", le immagini spesso aiutano a calarsi nell'atmosfera (lo fanno quelle che ci sono in NCaS e D&D meno CdV) e così magari il font grafico figoso ed a tema (le introduzioni del Sine). Sono accortezze di cui i giocatori fanno caso, ed a volte servono. Ho avuto più di un giocatore che ha deciso di fare un tipo di personaggio dopo aver visto un'immagine su un manuale! Bastava quella ad ispirargli razza, classe, personalità, pregi, difetti, obiettivi, vizi e virtù etc. etc.
Insomma, anche l'occhio vuole la sua parte! :grin:
 

Anatra

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Non so cosa rispondere esattamente, ma rispondo lo stesso. Io sono uno di quelli che guarda alla bontà del gioco più che all'estetica (la cosa mi fa specie visto quello che ho fatto in passato professionalmente) ma se un wargame ha un ottimo regolamento lo gioco anche con ceci fagioli e briciole di pane se servono a differenziare tipi di unità.
Ho giocato a D&D per anni NONOSTANTE la grafica dei manuali, belli, colorati, cartonati, magari anche un po' "bimbominkiosi", ma l'ho fatto perché avevo una mia idea di fantasy, che si discostava in tutto dall'immaginario collettivo (e grafico... ma penso che in questo caso siano due cose che si concatenano), poi ho smesso. Perché vedevo le scene. Vedevo il mio personaggio del MIO fantasy con il personaggio degli altri, del LORO fantasy... e lo vedevo perché ahimé ho disegnato il PG a tutti come lo volevano (minestrione della valle degli orti).
Tutto questo inutile discorso per dire cosa? Forse andando contro corrente, io, personalmente, non faccio più caso né al tipo di disegno, né alla qualità del manuale, né a ciò che mi viene proposto a livello d'immagine. Penso solo se il gioco può piacermi o meno. Punto.
Il rapporto qualità/prezzo è un altro paio di maniche, e in alcuni casi potrei dire peste e corna (vedi il "boxed set" di NCaS... ahimé).

Poi ci sono le questioni tecniche, la leggibilità, le dimensioni dei caratteri, la qualità dei medesimi ecc. Io ad esempio faccio fatica a leggere un manuale come quello di WHFRP... Leggo con piacere invece AiPS o NCaS o Sine.
Onestamente il manuale che adoro leggere anche senza giocare è "le avventure del Barone di Munchausen" ma per motivi diversi.

Quindi, per quanto mi riguarda, se non conosco un gioco e il suo manuale:
sono invogliato dalla grafica e dalla qualità (dei materiali) di un manuale per comperarlo? No;
la grafica e la qualità dei medesimi mi stuzzica a sfogliarlo? Sì, decisamente.
 

Domon

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Eppure davvero l'estetica del manuale non ha nessuna importanza? Se così fosse perché le case editrici dovrebbero investire denaro? Immagini, copertina, illustrazioni, particolarità del carattere di stampa ecc... sono davvero irrilevanti?

perchè il grosso del mercato (dnd a parte, ma dnd è SEMPRE a parte) è composto da master che comprano manuali principalmente per collezione e per leggerli. l'adagio "sigh, non riuscirò mai a giocarci", se ci fai caso, è uno dei più comuni nei forum dopo la notizia di un nuovo manuale...
quando devi fare certi numeri, il lato estetico è importante, perchè l'attuale mercato "esteso" funziona così...
 

Sol_Invictus

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Feral_80
L'estetica è fondamentale. In un gioco in cui non esiste nulla se non quello che visualizzi nella tua fantasia, ripeto, l'estetica è *fondamentale* nell'aiutare i giocatori ad immedesimarsi e a creare l'atmosfera.

Non c'è niente di peggio che un manuale con illustrazioni sciatte e di scarsa qualità - e non sono pochi quelli piagati da questo difetto.
Sulla grafica, nel senso di impaginazione, stile della pagina, ecc. sono molto meno esigente. Mi basta un apparato iconografico ben realizzato.

E' peraltro lo stesso motivo per cui, nelle mie partite, è *obbligatorio* disporre di una immagine del proprio PG. E che sia ben fatta e coerente con l'ambientazione, ovviamente, e naturalmente evitando fetentissime taroccate. Avere a che fare con tizi non meglio definiti rovina orrendamente il feeling del gioco.
 

Falcon

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In effetti, se poi il gioco è bello (ma davvero bello) posso mettere da parte l'estetica, però in genere ragiono secondo questi termini anch'io:
Anatra":oy8ii7f9 ha scritto:
Quindi, per quanto mi riguarda, se non conosco un gioco e il suo manuale:
sono invogliato dalla grafica e dalla qualità (dei materiali) di un manuale per comperarlo? No;
la grafica e la qualità dei medesimi mi stuzzica a sfogliarlo? Sì, decisamente.
 

Juda

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quando devi fare certi numeri, il lato estetico è importante

Dici solo per fare certi numeri? In altri termini secondo te l'estetica di un manuale è importante soltanto per la propaganda che riesce a fare al prodotto? Per la presa che riesce ad avere sui "collezionisti" che intendono comprarlo e, sapendo che non lo giocheranno mai potranno comunque dire: "almeno è bello"?
Secondo me anche un gioco di nicchia dovrebbe avere una grafica studiata, una copertina degna di essere chiamata tale, un carattere particolare di stampa (fondi permettendo) una colorazione adeguata, un titolo decente ("Dogs in the veniard" diciamocelo, non è proprio ti faccia venir voglia di giocare...) ecc... Questo semplicemente perché questi sono gli strumenti immediati con i quali devi fare i conti per concepire un gioco. L'immagine di quel gioco dipenderà inizialmente e non solo da come te l'hanno presentato la prima volta e questo, non perché tu sia stupido o superficiale ma semplicemente perché sei un uomo e non ne puoi farne a meno...
 

fenna

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Aloa!
@Juda
Domon parla di scelte editoriali.
Per sopravvivere producendo manuali di 400 pagine cartonati e illustrati e proporli a prezzi entro i 40$, ad un pubblico di fan che difficilmente, dato uno standard qualitativo e di prezzo cioé D&D, difficilmente riesce a capire prezzi simili per qualità tipografiche inferiori, l'unico modo che hai per continuare a produrre è fare certi numeri.
Dimostrazione locale è il fatto che la "roba" dell MdT faccia fatica ad uscire, visto che praticamente è antieconomico produrla.
Ma noi siamo piccoli, andiamo ai grandi.
Anche negli USA - anche prima della crisi - i numeri necessari per far cassa in maniera coi gdr stanno inziando ad essere "tantini". Cosa si intende per "tantini", beh! Raikoh mi diceva, che essendo in contatto con il capoccia di Noble Knight - uno dei negozi on line di GDR più forniti d'Ameriga - che ques'ultimo gli ha fatto presente come dall'Allinance - distributore principe in USA - siano spariti molti titoli, anche famosi, il che significa che il distributore trova antieconomico prendersi in carito quei titoli, visto che nell'editoria a parte del gdr non ci sono i resi.
Preso atto di questo, invece, chi non ha bisogno di fare quei numeri per proporre quel tipo di prodotto, ma basa il suo scopo di lavoro su altri principi, può permettersi di mettere dei GDR di 30 pagine in stampa POD a 7-8$ (è il caso i IaWA), non correndo dietro a nessuno e, anche, mettendo in secondo piano l'aspetto estetico e le illustrazioni.

Aloa!
 

Juda

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Capisco, il discorso è interessante ma richiederebbe probabilmente un 3ed apposito per comprendere le dinamiche editoriali che sottostanno alla produzione di un manuale esteticamente valido. Probabilmente io non avevo colto questo aspetto economico-editoriale nel post di Domon; ma mi giustifica il fatto che la domanda che io avevo posto inizialmente non aveva nulla a che fare con la produzione editoriale dei manuali quanto voleva mettere in luce come, dal punto di vista dei giocatori, ovvero degli utenti dei manuali ( e non tanto degli editori) sia importante anche l'aspetto estetico.
Tuttavia, per rivalutare l'intervento di Domon senza entrare più di tanto nell'argomento si potrebbe dire che se come dice Domon, e tu di riflesso, l'editoria fa fatica a produrre manuali "belli" poiché i costi sono antieconomici, beh, allora questo è un problema: infatti, come si evince dai post precedenti molti danno un grande valore all'estetica dei manuali; se i giocatori di ruolo non dovessero poter più disporre di bei manuali sarebbe probabilmente una perdita per tutti. Non entro qui in merito ai discorsi accennati da Domon, mi limito quindi, con quest'ultimo mio intervento a ripostare la discussione sull'utenza dicendo che, se le cose stanno così come tu e Domon le presentate, allora ptrebbe essere davvero una brutta situazione per tutti, almeno finché non si troverà il modo di ridurre i costi.
 

fenna

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Aloa!
@Juda
Hai centrato il punto... però.
Però noi giocatori di ruolo siamo una razza strana, cioé sarei curioso a questo punto - dici che è possibile fare un soddaggio o qualcosa del genere - cosa fra queste:
- Contenuti [sistema, organizzazione, descrizioni ecc ecc]
- Grafica [font, disposizione del testo, effetti di sfondo ecc ecc]
- Illustrazioni [disegni ecc ecc]

Qual'é la cosa più rilevante e quale ritiente fondamentale, in un gdr per i goblin.

Perché il topic pone l'aspetto grafico in primo piano, cioé dice facendola breve chiede: per voi l'aspetto grafico è importante in un manuale?
La domanda che mi interessesserebbe approfondire in luogo a quello appena detto è: divene un aspetto fondamentale o discriminante nell'acquisto del manuale?

Aloa!
 

Juda

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Ok, mi piace la piega che prende il discorso e mi pare assolutamente attinente (mettila in grassetto quando hai tempo).
Io ti rispondo per primo dicendoti che seppure l'estetica del manuale non è essenziale al fine del gioco (il manuale potrebbe anche essere scritto su fogli normalissimi senza rilegatura) tuttavia è un elemento che aumenta notevolmente la qualità di gioco, soprattutto in una prima fase quando il gioco viene testato e non lo si conosce bene. Dunque esistono elementi senza i quali un gioco di ruolo non è tale e tra questi non rientra sicuramente l'estetica del manuale, tuttavia se essa non è vitale per il GdR diciamo che è fondamentale per una certa qualità di gioco. Spero di essere stato chiaro nella mia esposizione.
 

Angiolillo

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Juda":6j9wsdw8 ha scritto:
l'editoria fa fatica a produrre manuali "belli" poiché i costi sono antieconomici

Non credo. Nel suo piccolo OG! delle edizioni Oberon era alla fin fine gradevole, benché fatto a budget ridottissimo (era una casa ediotrice basata sul volontariato di tutti... tranne il tipografo): Ghiozzi, come Greg Porter per Maschiacce, diceva che la più bella edizione del suo manuale era quella italiana (per Greg Porter ok, era stato assoldato Palumbo...). Il mio Orlando Furioso, uscito a budget ridottissimo per essere regalato in giro dal Comune di Roma, mi pare piacevole anche con disegni a costo zero (le tavole del Doré all'interno e il quadro di Ingres in copertina) che peraltro evidenziano bene come l'ambientazione possa essere al tempo stesso sia epica che ironica. E' questione di garbo e di non voler fare il passo più lungo della gamba.

Certo, per un editore normale avere bei disegni, bella grafica, buoni materiali dall'autore, traduzioni accurate, testi editati e curati a dovere, sono tutte voci di costo. Ma anche chi editore non è, per tutte queste cose si può affidare a gente in gamba lo stesso, che lavora per il piacere di farlo e/o a rischio quanto lui.

Nella mia piccola esperienza.

Salutoni,

Andrea
 

fenna

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@Angiolillo
Il problema si pone quando il modello di riferimento è D&D sia per "tipologia" tipografica che per costo.
D&D: manuale cartonato in fullcolor, carta pesante, 300 pagine (circa), A4 costo 30€
Da un'altra parte dicevi che Cavalieri del Tempio l'hai stampato in 5000 copie, ma oggi, per un gioco che non sia D&D si parla di 10 volte di meno, se ti va bene.
Il ricorso alla stampa laser è cosa buona e giusta, epperò i costi si alzano, quindi un manuale in b/n delle stesse pagine, brossurato, lo devi mettere a 30€ lo stesso: il costo di D&D.

Il che significa che a livello di percezione uno potrebbe domandarsi "ma perché cavolo devo spendere 30e per sta cosa, quando i manuali di D&D costano uguali e sono più fichi"; che è la stessa identica ottica con cui Falcon faceva, nel topic sulle donne e i GDR, un confronto fra i 30€ di Vampiri e i 20 di Non Cedere al sonno.

A questo punto esce nuovamente il problema del valore d'uso, cioé se valutiamo il prodotto editoriale osservazioni di questo genere hanno senso e filano lisce, se valutiamo il valore d'uso, cioé 30€ un gioco, 20€ un gioco, le valutazioni di questo genere scemano in valore, come minore valore [qui per rispondere alle domande che ho fatto io stesso], prendono le illustrazioni.
Per quanto riguarda la grafica, i font fichi entrano nella grafica, credo invece che, il primo impatto possa aver effetto, ma alla lunga un organizzazione del testo chiara e un font di facile lettura [lasciando perdere i titoli che sono quelli a cui si mette il font fico] siano scelte da premiare.

Aloa!
 

Cyrano

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Alura... Innanzitutto io proporrei un quesito importante, su quello che ha scritto Sol (a mio avviso giustissimo).

Cosa siamo "noi giocatori" beh non siamo nulla... Perché la categoria del giocatore non esite od almeno è la più eterogenea, dal fanatico al collezionista.

Però il problema è la "vecchia guardia" quelli che non hanno i manga ed i videogiochi come ulitmo punto di riferimento artisitico ma che per leggersi "Diabolik" lo dovevano fare sotto il tavolo perché l'unica arte erano i quadri che i nostri vecchi e maestri ci facevano studiare.

Il fatto è che molti a forza di studiarli han cominciato anche (giustamente) ad apprezzarli ed a fianco di Pratt sulla loro bioblioteca anno monografie di Klee, di Renoir ecc.

Questi sono quelli che comprano i manuali e che continueranno a comperararli anche quando la vita non li lascerà più giocare così spesso (nonostante le illusioni idilliache di qualcuno sulla famiglia).

Sono e restano una bella fetta di mercato ed ignorarli da parte dei produttori è a loro rischio e pericolo.

Io quando non potrò più giocare spesso manuali illustrati bene ma non benissimo come l'ottimo "La mia vita col padrone" non li compero più. Quanti pian piano la penseranno come me... Non lo so ma so che ce ne sono...
 

Angiolillo

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fenna":8xfcq9q6 ha scritto:
Il problema si pone quando il modello di riferimento è D&D sia per "tipologia" tipografica che per costo.
D&D: manuale cartonato in fullcolor, carta pesante, 300 pagine (circa), A4 costo 30€
Da un'altra parte dicevi che Cavalieri del Tempio l'hai stampato in 5000 copie, ma oggi, per un gioco che non sia D&D si parla di 10 volte di meno, se ti va bene.

Io però facevo un discorso di llustrazioni: come trovio un traduttore buono che lavorio gratis o quasi, un curatore in gamba che lavori gratis o quasi, eccetera... Beh, trovati un illustratore in gamba (OG) o usa illustrazioni free (Orlando Furiooso).

Certo, se consideri la stampa i gdr che ho fatto nel millennio scorso andavano tutti dalle 1.000 copie (Orlando) alle credo 10/20.000 (Dragonball, mi sa più 10 che 20). Sotto le 1.000 copie la stampa in tipografia ha costi fissi troppo alti (pellicole e lastre). La stampa digitale diventa una scelta obbligata, azzerando i costi fissi, anche se alza parecchio i costi unitari.
 

Curte

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Nei primi anni 2000 cmq si riusciva a stampare in tipografia anche volumi più bassi.
Il Sine prima edizione veniva stampato in 500 copie e con buoni disegni e il prezzo è sempre stato contenuto (circa 10 euro per una manuale di cica 60 pagine). In alcuni casi i Rose and Poison stamavano anche a 250 copie per volta (secondo me sbagliando, ma cmq ci rientravano) e negli ultimi manuali solo le copertine le pagavano 300 euro (350 Regno di Osiride) e quelle interne erano tante e solo alcune ce le concedevano gratuitamente.

OSOK fu fatto con foto--> spesa zero - stile TANTO per quel gioco andavano benissimo.
 

Angiolillo

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Sì, è possibile la tipografia con tirature più basse: è solo che il costo unitario cresce. Diciamo che sotto le mille copie si fa assai più sensibile.

In tipografia, anche ammesso che impaginazione e tutto te le fai da solo, dal tuo dischetto esce una pellicola per ogni colore (una se stampi in bianco/nero, quattro se stampi in quadricromia). Da ogni pellicola fai una lastra d'acciaio (in tutto una o quattro, vedi sopra). La metti in macchina e stampi. Quando hai finito, metti in macchina un'altra lastra e stampi di nuovo (sullo stesso lato di foglio per quattro volte se stai stampando in quadricromia, su un lato di foglio diverso se in bianco/nero.

Tu paghi ogni pellicola, ogni lastra e ogni messa in macchina indipendentemente da quante copie fai. Metti che per il tuo lbro servono tot pellicole, tot lastre e tot messe in macchina, sono 500 euro.
Poi ci sono i costi variabili: più copie stampi, più ti costano la carta, l'inchiostro, la rilegatura, il taglio. Mettiamo 1 euro a libro (dico cifre a caso).

Ora scegli tu. Fai 5000 copie? Spendi 5000 euro in spese variabili (1 euro a copia), più 500 euro di costi fissi fanno 5500 euro, diviso 5000 copie fanno 1.10 euro a copia. Fai 2000 copie? Spendi 2000 in costi variabili, + 500 in costi fissi, fanno 2500 euro che diviso 2000 copie sono 1.25 euro a libro. Fai mille copie? 1500 euro, sono 1.50 euro a libro e già i costi fissi iniziano a sentirsio abbastanza di più. Fai 500 copie? 1000 euro, 2 euro a libro. Fai 250 copie? 3 euro a libro. Fai una copia? 501 euro a libro. Il tipografo ti guarda come se tu fossi pazzo, ma se gli dai i 501 euro te lo fa.

Poi ci sono tattiche interessanti che i nostri piccoli editori usavano per ottimizzare i costi. Stampare per essempio 1000 copie in cartoncino a colori della copertina e magari solo 300 interni bianco nero, che con una sola pellicola/lastra/messa in macchina hanno meno costi fissi: le 1000 ciopertine sono un costo in più fatto un po' in azzardo, ma se poi si va a ristampare sono già pronte e abbattono i costi della ristampa. La Nexus Editrice collaborava con vari editori più piccoli co-producendo prodotti con loro, distribuendoli e aiutandoli anche nelle varie fasi produttive: talvolta credo che le copertine di certi manualetti per questi editori più piccoli venissero stampate nell'angolo di qualche foglio di stampa di scatole o copertine di prodotti Nexus, sfruttando parti di cartone che altrimenti sarebbero rimaste inutilizzate, e quindi a costo quasi zero...

Salutoni,

A.
 
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