Sicuramente le parole ufilizzate in ogni contesto, tanto positivo quanto negativo, hanno un influenza sull'atmosfera e sui sentimenti che da queste vengono generate. Quindi scegliere (ripeto, scegliere, non imporre) di utilizzarne una rispetto all'altra non è ininfluente e non sono certamente intercambiabili. Quindi da un certo verso trovo sicuramente corretto SCEGLIERE di non utilizzare certe parole in determinati contesti in quanto comportano più problemi di quanto, invece, non servano a trasmettere un concetto o favorire una discussione. Il problema è che la scelta che faccio io delle parole è legata a come io mi approcio alla situazione, pertanto il problema non è vietarmi di usare una parola, perchè se non posso dire stronzo ad una persona (o altri termini razzisti, sessisti, scegliete voi) lo apostroferò in altro modo, ugualmente offensivo (o con un termine che a breve verrà inteso come offensivo dagli altri). Se non viene cambiata la mia mentalità che mi porta ad utilizzare determinati termini, questa operazione è unicamente di facciata.
Per concludere il problema non è non utilizzare determinate parole (anche per me alcune si potrebbero sicuramente usare con molta più cautela), quanto il fatto che questo da solo non porti a nessun miglioramento. Cioè, non è il primo passo verso niente.
Faccio un esempio: una casa con i muri tutti rovinati e ammuffiti, se do il bianco alle pareti non è che miglioro la situazione della casa, i muri sotto rimangono come prima. Vero che almeno l'estetica è un po' migliorata, ma a breve tutto tornerà come prima, e comunque ho perso tempo e denaro per dare il bianco senza risolvere nulla.
Tutto questo, ovviamente a scanso di equivoci, opinione puramente personale.