Ken_Derringer
Babbano
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Bhè è ovvio che se un giocatore crea un personaggio molto carismatico, chiaccherone e completamente diverso da come è lui nella realtà, la semplice recitazione a volte non è sufficiente.
E qui per forza di cose deve entrare in gioco il tiro del dado.
Nell'esempio del persuadere normalmente faccio fare la conversazione e poi faccio tirare il dado per vedere se il personaggio è stato convincente o meno.
Se un bravo giocatore è bravo a recitare la parte e si inventa dei bei giri di parole per raggirare o persuadere il suo interlocutore evito di fare il tiro di dado e decreto che l'azione ha avuto successo.
Esattamente come penso faccia tu.
La cosa la interpreto un pò in questo modo. Se il giocatore bravo a parlare nel gioco ha carisma zero, significa che ha una bella parlantina quando serve ma che è palesemente antipatico e risulta a vista inaffidabile. Pertanto il tiro di dado serve per vedere se è riuscito nonostante la sua presenza sgradevole a raggirare o persuadere il suo antagonista. Dall'altro canto un guerriero può essere carismatico. Risulta simpatico e sprizza fiducia da tutti i pori. Però magari ha l'intelligenza di una locusta e non parla molto bene. Il tiro del dado serve sempre, anche se sicuramente gli risulterà + facile vista l'allegria che inculca nelle persone.
Insomma, sono d'accordo sul tuo modo di ragionare che come vedi è come il mio. Nel mio articolo non potevo di certo scrivere tutte le sfaccettature di come creare un pg. Sono solo suggerimenti. In linea di massimo continuo a dire che un pg ben caratterizzato e ben recitato non sempre deve ricorrere ai dadi per riuscire in un'azione, ma è indubbio che quando ci sono delle eccezioni come quelle degli esempi, il tiro per la simulazione è d'obbligo.
Normalmente poi da master se vedo che un giocatore è timido e riservato e ha un pg esaltato e fuori di testa e non riesce a recitarlo, cerco di parlarci e capire come cambiare le cose o come svilupparle. In modo da poter far interagire meglio lui con il gruppo e con il gioco in se.
E qui per forza di cose deve entrare in gioco il tiro del dado.
Nell'esempio del persuadere normalmente faccio fare la conversazione e poi faccio tirare il dado per vedere se il personaggio è stato convincente o meno.
Se un bravo giocatore è bravo a recitare la parte e si inventa dei bei giri di parole per raggirare o persuadere il suo interlocutore evito di fare il tiro di dado e decreto che l'azione ha avuto successo.
Esattamente come penso faccia tu.
La cosa la interpreto un pò in questo modo. Se il giocatore bravo a parlare nel gioco ha carisma zero, significa che ha una bella parlantina quando serve ma che è palesemente antipatico e risulta a vista inaffidabile. Pertanto il tiro di dado serve per vedere se è riuscito nonostante la sua presenza sgradevole a raggirare o persuadere il suo antagonista. Dall'altro canto un guerriero può essere carismatico. Risulta simpatico e sprizza fiducia da tutti i pori. Però magari ha l'intelligenza di una locusta e non parla molto bene. Il tiro del dado serve sempre, anche se sicuramente gli risulterà + facile vista l'allegria che inculca nelle persone.
Insomma, sono d'accordo sul tuo modo di ragionare che come vedi è come il mio. Nel mio articolo non potevo di certo scrivere tutte le sfaccettature di come creare un pg. Sono solo suggerimenti. In linea di massimo continuo a dire che un pg ben caratterizzato e ben recitato non sempre deve ricorrere ai dadi per riuscire in un'azione, ma è indubbio che quando ci sono delle eccezioni come quelle degli esempi, il tiro per la simulazione è d'obbligo.
Normalmente poi da master se vedo che un giocatore è timido e riservato e ha un pg esaltato e fuori di testa e non riesce a recitarlo, cerco di parlarci e capire come cambiare le cose o come svilupparle. In modo da poter far interagire meglio lui con il gruppo e con il gioco in se.