non avete colto il senso del mio discorso:
non dico che giocando ai gdr non impari nulla e che non te ne viene fuori nulla, stavo parlando a livello di persona media qual'è l'approccio mentale con un gdr.
Io personalmente ho provato un sacco di volte a spiegare agli amici esterni in cosa consistesse il gioco di ruolo, e l'impatto sui non già predisposti al genere (leggi: su quasi tutti) era il solito: che senso ha giocare ad un gioco che non ha componenti, le cui regole sono verbali, dove lo scopo è puramente d'immaginazione? Potrei ugualmente divertirmi a fare il gioco della valigia, le cui regole le conosciamo tutti, ma certo non ci spenderei mai una serata alla settimana. Oppure mi potrei leggere un libro, oppure inventarmi una storia. Questa è la visione della persona media (e guardate, non parlo senza cognizione di causa, nel mio piccolo mi sento un gran predicatore), che trova tutto sommato questo divertimento una cosa da pigri, nerd e sostanzialmente fine a se stessa (per quanto politically correct non me lo dicono in faccia). Stessa cosa dei videogiochi, ma poichè il videogioco è preconfezionato, non devi spendere energie per inventare cose, e poichè il videogioco ti da modo di confrontarti (sottolineo questo INDUBBIAMENTE POTENTE richiamo della competitività) con altri giocatori, può essere inteso ad un livello agonistico che il GdR non può avere al di fuori di ambiti assolutamente ristretti come i tornei nei negozi. Il multiplayer (*) nei GdR non c'è e questo è assolutamente negativo, dal punto di vista del ragazzo medio (ho 23 anni pertanto i miei intelrocutori sono stati dai 15 quando iniziai fino ai 30 delle mie più mature conoscenze attuali).
Dire che un videogame non ti permette di migliorarti nel proprio ambito, mi dispiace doverlo dire, significa non conoscere il mondo multiplayer del videogame e ignorare che in corea esistono gli e-sports, dove Starcraft è Sport Nazionale (al livello del rugby o della pallacanestro in italia, tanto per intenderci), dove in palio ci sono tornei da 30.000 dollari e dove la tua rampa di lancio è comunque il gioco da 60 euro sia che tu giochi la tua missioncina single-player o che nerdi dalla mattina alla sera a livello professionale per fare 300 APM e ti aggiudichi come sponsor l'Adidas o la Red Bull che ti passa 10.000 dollari solo per andare al torneo portando la maglietta o il cappellino.
Cioè che non può portare a livelli così alti ma è destinato a limitarsi ad un'ambito personale o di gruppo di amici rimane appunto un hobby come può esserlo la costruzioni dei modellini dei treni, non può sperare di raggiungere una cerchia più vasta di persone. Poichè nei giochi a livelli è il master a conferirteli, non ha senso dire "anche nei gdr puoi aumentar ele tue capacità" perchè il metodo non essendo oggettivo non è rigoroso. Nulla vieta ad un gruppo di creare pg di 40° livello, mentre ci sono MOLTE cose che impediscono ad una squadra di andare a giocare in serie A. Il "superare i propri limiti" è un qualcosa che il gdr non esprime in modo oggettivo se non nell'ambito del gruppo di gioco.
Poi ripeto, io non ho mai visto una pubblicità di un gioco di ruolo, nè un qualche banner a giro per la rete, mai. Ovvio che la gente non conosce il prodotto, e lì si perde una bella fetta di mercato secondo me. Il passaparola è limitato, può non raggiungere potenziali bersagli proprio perchè non si può andare in giro con scritto in fronte: "io gioco ai giochi di ruolo: chiedetemi cosa sono", il che implica un livello di espansione solo alle proprie conoscenze, il che è paurosamente limitativo. Che poi le 'Con stiano spuntando come funghi è positivo, ma attirano solo persone curiose o già predisposte: non è sufficiente secondo me.
Capita alle volte che le persone con cui parlo del GdR lo trovino interessante, e che prima d'ora non ne abbiano mai sentito parlare. Caso lampante la mia ragazza: alla prima esposizione si è piazzata pienamente nella norma reputandolo roba da nerd incalliti e piuttosto sfigati, poi osservando che il gioco aveva invece delle regole, che la sessione non era un nerdaggio selvaggio quanto più una felice rimpatriata, uno sgranocchiare cibarie, un motteggiamento continuo, una risata e alle volte un compito tattico, allora ha iniziato a vedere le cose sotto un altor aspetto ed ha cambiato non poco opinione. Ma ripeto: tutto questo NON può emergere da una descrizione, può solo essere valutato dall'esperienza vissuta. Certo non ho idea dei budget degli editori, ma certo se non si fanno pubblicità in qualche modo e si affidano al passaparola e alle convention non possono sperare di espandere.
Warhammer io lo conobbi con la pubblicità della DeAgostini tanti anni fa, e probabilmente fu quello spot ad avvicinarmi allo wargame prima e al gdr poi, quando scoprii di essermene innamorato.
Accettate una piccola critica: ovvio che tutti qui siamo amanti dei GdR, ma per affrontare oggettivamente un problema del genere (come del resto molti altri problemi) occorre fare un passo indietro e immaginarci dei soggetti esterni e analfabeti sull'argomento.
EDIT: per la barba di zeus mi sono accorto di essere ferocemente OT: come vedo il futuro dei GdR? Roseo, senza dubbio! Prendo spunto dal fatto che le 'Con si moltiplicano e che internet è un enorme veicolo d'informazione per supporre che il meglio deve sempre venire. Che poi il gruppo sia in videoconferenza anzichè al solito tavolo... bhè, è una eventualità da non escludere, anche se personalmente non mi piace. L'utilizzo dei computer potrebbe ottimizzare molti giochi crunchosi e fornire immagini e disegni calzanti a tempo record. Ricordo un programmino che avevo per giocare a D&D online che era una goduria perchè per gli incantesimi epici da 50d6 danni li potevo lanciare tutti con un clic... eppure grazie a skype ci sentivamo comunque "vicini" anche se non allo stesso tavolo. Ripeto, non mi è piaciuta molto come esperienza, ma ad altri potrebbe sembrare molto funzionale e avvicinare giocatori che altrimenti non potrebbero frequentarsi per via delle distanze.
(*) inteso come confronto tra persone sconosciute