anim.orc.bots

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Balder

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Mamma mia, come langue questo forum!... :-(
Non posso assentarmi per 5-6 mesi che le cose si degradano fino a questo punto! ;)
E lo credo bene, se la migliore cosa che voi, altri frequentatori di questo forum, avete pensato di fare dopo aver letto il mio sondaggio (secondo cui il 65% dei votanti preferisce gli indovinelli "logici" a quelli "matematici" - e ben il 78% li preferisce a quelli "enigmistici") è stato riversare sul medesimo notevoli quantità di rompicapi matematici oppure quesiti logici stravecchi! :p127:
Ma questo, anche se mi fa sentire un po' meno in colpa, non mi esime dal sacrosanto dovere di dare una rinfrescatina a quello che un tempo era il più fiorente forum della Tana (beninteso, è giustissimo che non lo sia più - ma diamine, non può nemmeno spegnersi così), anche per preparare i cervelli dei goblin per la ModCon 2005! 8)
Quindi ho pensato di rifarmi vivo proponendovi un indovinello davvero ca**uto (così anche tipacci come Xarxus, Lambo e sdp avranno di che divertirsi), così tanto da essere paragonabile per difficoltà ad indovinelli matematici come quelli di simoneC e fabio, ma di natura intimamente logica, dato che non richiede alcuna conoscenza aritmetica, non comparendovi numeri nè conti da fare (ma
computazioni più in senso lato sì, e parecchie)... :twisted:
Quindi, mollate il sudoku e venite a giocare con gli anim.orc.bots!
(N.B.: parallelamente all'indovinello principale, c'è una sfida di carattere enigmistico a capire qual è la mia fonte...) :grin:
Chi non vuole sorbirsi il raccontino introduttivo salti alla freccia :arrow:


Dal Diario Interattivo di Viola F. Redlab:
08.09.2112: Stavo viaggiando alla volta di Feu Prox Zharhaqq e, devo ammetterlo, manovravo i biocomandi del mio cargo in modo abbastanza scriteriato (per me era diventato infatti assolutamente prioritario sbarazzarmi al più presto di quello scottante stock di armi psioniche che ero stata incaricata di consegnare al distaccamento della Ya**za s.r.l. ospitato da quello sperduto pianeta...), quando mi imbatto in un' Entità Semidivina di classe C3.
Non era mai stato avvistato un Trono così vicino al Sistema Solare e chi, se non io con la mia dannata sfortuna, poteva non solo incontrarlo, ma anche coinvolgerlo in un incidente spaziale come non se ne vedevano dal disastro asteroidale del '97?
In breve: il mio cargo trapassa letteralmente il Trono, rimanendo completamente avvolto in una brodaglia emiteoplasmatica che danneggia le sinapsi dei biocomandi, le psioarmi nella stiva, nonchè la maggior parte delle convinzioni etiche che avevo recentemente downloadato... Cosicchè cargo, armi e la sottoscritta si ritrovano a precipitare nell'esosfera di Lamda Sol Ymruynn, un pianetucolo di terza generazione.
Inutile dire che se io sono ancora viva, e il cargo intatto ancorchè inutilizzabile, è grazie all'effetto miracoloso (direi di circa 4000 miraclejoule) dell'emiteoplasma della suddetta ESD di classe C3.
Secondo il computer quantistico di bordo (non-bio, quindi intatto), questo insignificante pianeta è stato abbandonato qualcosa come 5 anni fa a causa della povertà delle sue risorse e dei ripetuti fallimenti nella bonifica della sua atmosfera, che risulta quindi letale per gli esseri di tutte le razze.
Balle.
Infatti, vedendo dall'oblò anteriore una vegetazione esuberante degna delle foreste pluviali terrestri, mi chiedo perchè mai i borametz (i quali sono al 95% vegetali) non potrebbero vivere qui, o perchè il pianeta non potrebbe essere sfruttato per coltivazioni di vario genere. Ipotizzo che le contraddizioni non si limitino a queste.
Scendo.
Avevo ragione: i più banali test rivelano che l'atmosfera è adatta all'85% delle razze, tra cui gli umani (e, ovviamente, i borametz)!
Evidentemente i Governi Interplanetari Confederati hanno qualcosa da nascondere su questo pianeta; e la cosa non mi eccita per nulla.
Comunque mi incammino verso est (era l'alba di stamani), dove quel rigoglioso groviglio di liane, fiori giganti e piante aliene sembra diradarsi, sperando di trovare qualcuno che possa aiutarmi a riparare il mio disgraziato veicolo. (Non nego che ero spaventatissima all'idea di avventurarmi da sola in quella giungla, ma perso per perso...)
Dopo circa 1 Km di percorrenza di quel piacevole inferno tropicale (piacevole alla vista, infernale per i nervi) mi ritrovo in una piccola radura al margine della quale scorreva un piccolo ruscello. Munita di analizzatore istantaneo mi chino sull'acqua, ma non faccio in tempo a immergervelo che un rumore attira la mia attenzione. Sembrava un rantolo, cavernoso e prolungato.
Alzo gli occhi e vedo dinanzi a me, a pochi passi, un essere alieno, mostruoso, mai visto in nessun Censimento delle Razze. Il suo corpo, nelle forme, era praticamente identico a quello di un umano esageratamente muscoloso, solo molto più grande; ma non aveva testa, e ai lati dello spazio che in un umano ospiterebbe il collo c'erano due globi neri che evidentemente erano i suoi principali organi sensori. Inoltre, non aveva mani nè piedi, ma alla nodosa ed elefantiaca estremità di ogni arto aveva un enorme zoccolo nero, dalla forma perfettamente conica. La pelle bianco-grigiastra.
Terrorizzata, sono rimasta immobile. E prima che potessi pensare ad una qualsiasi reazione, con un balzo il mostro salta nella mia direzione, mi supera, si avventa su un'altra creatura. La quale, con mia meraviglia, sembrava proprio una lamia: dalla vita in su, una bellissima donna, ma con un'enorme coda di serpente al posto delle gambe; il viso, inoltre, aveva un che di demoniaco, ed i suoi occhi erano rossi come se fossero interamente fatti di sangue, mentre dalla bocca fuoriuscivano due lunghi canini aguzzi.
Mentre mi chiedevo cosa ci facesse un essere che sembrava venuto direttamente dalla mitologia greca su quel pianeta, il primo alieno ha iniziato a divorarla. E la cosa è stata assolutamente disgustosa: il petto del mostro si è spalancato dallo sterno all'addome, rivelando quelle che erano le fauci della bestia, che ha estroflesso l'apparente costato e lo ha aperto, inghiottendovi la lamia e masticandola furiosamente con quelle che sarebbero sembrate delle costole.
Ma ancora più impressionante è stato ciò che è seguito al pasto: il demoniaco alieno ha iniziato a contorcersi tra spasmi che lo facevano rassomigliare a un robot impazzito, quindi il suo corpo si è lacerato in vari punti, e tra sangue che spruzzava in abbondanza, interiora che fuoriuscivano, si liquefacevano e di nuovo si rapprendevano prendendo nuove forme, scintille e scariche elettriche simili a piccoli fulmini azzurri, e una grande quantità di denso fumo sulfureo, la creatura si è trasformata esattamente in ciò che aveva appena finito di divorare: una lamia.
La quale, una volta riavutasi, si è diretta lontano dalla radura, strisciando placidamente verso ovest.
Approfitto della sua indifferenza per proseguire verso est, stavolta correndo a perdifiato.
Dopo un altro mezzo chilometro finalmente esco dalla giungla.
Di fronte a me si para un panorama assai gradevole e senz'altro più rassicurante: morbide collinette ricoperte da un vellutato manto di erbetta azzurra, un laghetto, un torrente. Mi trovavo in una valle affatto amena, circondata da monti di pietra nero-verdastra.
Sulla china del monte più alto era situato un enorme palazzo color viola scuro, che aveva i lati e la sommità gremiti di torri che sembravano fare a gara a quale svettasse più delle altre, ed erano collegate tra di loro da esili archi.
Non ebbi alcuna difficoltà ad entrare (a parte la fatica per inerpicarmi fin lì), dato che l'imponente portone era spalancato.
L'interno era, se possibile, ancora più kitsch ed inquietante dell'esterno: una vasta sala - più lunga che larga - che architettonicamente era un misto di gotico e barocco, dai lati e dal centro della quale salivano verso l'altissimo soffitto delle tortuose scale in scuro legno++ (ignifugo e imperforabile, costosissimo), mentre sulle pareti, tra una scala e l'altra, lasciavano filtrare una luce multicolore delle ampie vetrate più adatte ad una cattedrale che a quel posto (comunque fosse definibile), oppure si stagliavano degli altissimi mosaici ricombinanti che rappresentavano grottesche figure beardsleyane, rigorosamente in bianco e nero.
La Valhall di un dio folle.
Ed eccolo lì, pigramente seduto su una specie di trono dietro a una massiccia scrivania di marmo liquido, recante sul davanti una targhetta che spiegava il rango di quello strano personaggio che dagli abiti appariva un burocrate qualunque ma, a giudicare dall'espressione del suo volto, contornato da capelli bianchi, lunghi, e da una barba ancor più bianca e lunga, sembrava veramente un re dei tempi antichi, o un mago: "King C. Dick: robot ammo".
- Oh, eccoti qua - ha detto, con un bel sorriso aperto sotto i folti baffi color neve. - Ti stavo aspettando: i sensori hanno fatto un gran casino quando la tua navetta si è abbattuta sulla mia foresta più bella. Peccato che l'ESD non abbia salvato anche i miei alberi! -
- Mi dispiace... Sire? -
- Dammi del tu, mi chiamo Clemente Dick. -
- Piacere, Viola Redlab. Sei un discendente di P. K. Dick, il profeta? -
- Proprio così. Ma tagliamo corto, e veniamo agli affari. Avrai capito che qui è tutto top secret, quindi hai le solite due alternative del caso: essere eliminata o essere dei nostri. -
- Gentile! E quanto tempo ho per riflettere sull'alternativa? - ho risposto, guardandomi intorno.
- Tutto il tempo che vuoi, dato che da qui non puoi andartene. Ah, dimenticavo: se è l'assenza di guardie che ti preoccupa, sappi che il Castello ne è pieno. Nel caso possa aiutarti a decidere più in fretta, guarda tu stessa... -
E tutt'a un tratto compaiono intorno a me decine di guardie, nonchè alcune segretarie sedute a delle scrivanie, anch'esse fino a poco prima invisibili.
- Rivestimenti di nanofibra mimetica? Vedo che proprio non badate a spese! - ho esclamato stupefatta.
- No, niente di così primitivo. Se si fossero mossi, tu non li avresti sentiti. Non li avresti percepiti in nessun modo: questo grazie alla aero-droga ricircolata presente nella sala. -
- Tecnologia huxleyana! Sbalorditivo! Capisco: quando sono i Governi a finanziare, non è che non si bada a spese; piuttosto, non esiste il concetto di spesa. Promettente! -
- Molto. Cosa hai deciso? -
- Non avendo scelta - ho detto, rassegnata ma in fondo incuriosita, - direi che lavorerò per voi. Di cosa vi occupate? "Robot ammo"? Cosa sono, munizioni speciali per robot di qualche tipo? -
- Tu sottovaluti le nostre ricerche - ha riso di gusto re Dick. - Intanto, sappi che quella targa è vecchia, va cambiata. Ma non lo faccio perchè ci sono affezionato: lavorare alle robot ammo è stato il mio primo incarico, affidatomi quando sono stato nominato Re di questo pianeta. -
- Le robot ammo - ha spiegato - sono munizioni robotiche da usarsi ai vari livelli dell'arte militare, a seconda della grandezza dei robot: infiltrazione neurale per i nanorobot sparati da minipistole, sabotaggio per i microrobot sparati da pistole, guerriglia o fanteria d'assalto per i robot umanoidi sparati da cannoni a ripetizione, combattimenti spaziali per i gigarobot sparati dai cannoni montati sulle fregate. -
:arrow: - Ma tutto questo si è evoluto in una nuova tecnologia basata sul ripensamento dell'essenza di quei robot; così sono nati gli anim.orc.bots: animated orc-robots. Dovresti averne visto un paio venendo qua. - Ha fatto una pausa per consultare dei dati estratti dal marmo liquido. - Ecco, erano una LAMIA ed un IMOPOSTOR. I sensori hanno rilevato, ovviamente, anche una forta accelerazione cardiaca da parte tua. Ma gli anim.orc.bots sono programmati per sbranarsi esclusivamente tra di loro.-
- Ma... cosa sono, esattamente? Non sembravano robot! -
- Infatti, sono dei robot solo in minima parte. Per lo più sono esseri sovrannaturali. -
- Sovrannaturali?! -
- Sì, esseri demoniaci, non-morti, eccetera. E questo spiega perchè spesso le ESD si aggirano attorno a Lamda Sol Ymruynn, anche se il fatto è taciuto dai Governi. Gli anim-orc-bots - ha aggiunto fiero e compiaciuto -sono il frutto della collaborazione dei miei esperti in genetica, neurologia, nanotecnologia, informatica, cibernetica, parapsicologia, negromanzia e neoalchimia, nonchè del lavoro dei valorosi esploratori che hanno dato la caccia agli "originali" per mezzo mondo. Alcuni, invece, come l'IMPOSTOR e il MIMACANNIBALI, ce li siamo inventati noi partendo da zero. Vieni, ti faccio vedere come funzionano! - Ha concluso, avviandosi su per una scala.
Sconcertata dal veloce susseguirsi degli eventi, lo ho seguito.
Mi ha condotto in cima ad una torre che faceva da sferoporto e mi ha invitato a salire sulla sua aerosfera. Dopo aver sorvolato la vallata per qualche minuto, siamo atterrati in un'altra foresta, che dall'alto risultava molto più grande di quella che avevo attraversato io.
Una volta scesi, il re ha indossato un guanto bianco con dei cavi neri innervati lungo la superficie, ed un monocolo. Poi mi ha invitato a fare lo stesso, porgendomi un paio di attrezzi simili, ma meno complessi.
- Lavoreremo con quelli che conosci già, più altri due: stai a vedere. - E, a voce alta, ha detto: - IMPOSTOR, 2; LAMIA, 3; MIMACANNIBALI, 4; BARGUEST, 1. -
Dopo un po', sono arrivati i dieci anim.orc.bots chiamati e si sono raccolti pacificamente davanti a noi.
Il BARGUEST era esattamente come lo descrive il folklore celtico: un grosso cane nero con occhi scintillanti, lunghi artigli, due piccole corna ed una catena che lo avvolgeva.
Il MIMACANNIBALI, poi, era un autentico orrore: un essere vagamente umanoide quanto a rivestimento cutaneo, ma con solo due gambe, robustissime, con ginocchia piegate all'indietro, su cui si slanciava un torso magro e altissimo, sproporzionato, senza braccia. La testa era glabra, senza orecchie, gli occhi gonfi e sporgenti avevano le palpebre socchiuse, e al posto della bocca c'era quella che sembrava una cicatrice, che scendeva lungo i lati del collo e del busto fino alle anche. Il colore della pelle era un rosso brunito.
- Allora, - ha detto il re a quel punto, - devi sapere che ogni volta che un anim.orc.bot ne divora un altro, si trasforma ancora in un anim.orc.bot. I miei ricercatori per brevità chiamano XY l'anim.orc.bot in cui si trasforma l'anim.orc.bot X dopo aver divorato l'anim.orc.bot Y: in breve, la "trasmutazione di X dopo aver divorato Y" ("XY" è un nome composito dell'anim.orc.bot XY; in genere, ogni anim.orc.bot ha più nomi compositi). -
Mentre parlava, illustrava il tutto su una lavagna olografica.
- Ovviamente, possiamo forzare i "pasti". Guarda. -
E col dito della mano guantata ha indicato una LAMIA, che ha iniziato a brillare di una debole luce verde, e subito dopo ne ha indicato un'altra, che pure è stata evidenziata dalla luce verde. Poi ha chiuso la mano a pugno, al che la prima LAMIA si è avventata sulla seconda e la ha divorata.
Quel che ne è risultato era un essere amorfo, instabile, mutevole, che assumeva spesso la forma di due lamie che condividevano la stessa coda impegnate in una lotta furiosa.
- E quello cos'è? - ho chiesto.
- Non è un vero e proprio anim.orc.bot. O meglio, non è un anim.orc.bot basico, non avendo un nome che non sia composito. Chiamiamolo semplicemente LL, perchè l'unica cosa che sappiamo di lui è che è la trasmutazione di una L (LAMIA) dopo aver divorato una L. Possiamo dire che è il risultato di una LAMIA cannibale. Ora fai attenzione. -
E ha fatto sbranare un'altra L da un M (MIMACANNIBALI). È stato a quel punto che ho capito che quella specie di cicatrice altro non era che le labbra del mostro, che ha spalancato l'enorme bocca aprendo il tronco sul piano laterale... Un vero orrore!
Ma il senso di schifo è stato soppiantato dal disappunto con cui ho realizzato che la trasmutazione stava dando vita ad un LL, di nuovo!
- Questo ti fa capire che il MIMACANNIBALI, quando divora un anim.orc.bot di una certa razza, diciamo x, si comporta esattamente come un anim.orc.bot di quella razza che sbrana un suo simile (un cannibale, appunto - per questo si chiama "mimacannibali"). Cioè, si trasmuta in xx. In generale, possiamo allora scrivere l'equazione Mx=xx. Tutto chiaro? -
- Sì: M, dopo aver divorato x, si trasforma in ciò in cui si trasformerebbe x dopo aver mangiato x. La trasmutazione di M dopo aver divorato x è uguale alla trasmutazione di x dopo aver divorato x: questo è quel che significa Mx=xx. -
- Perfetto, vedo che capisci al volo! Ora andiamo avanti con gli esempi. Già sai che IL=L, cioè un I (IMPOSTOR) che divori una L si trasmuta in una L. Questo fatto si può generalizzare: per ogni anim.orc.bot x, Ix=x. -
- Ora devi sapere che quando, dato un anim.orc.bot X, c'è un anim.orc.bot Y tale che XY=Y, noi diciamo che X è un doppelgänger di Y, o che X "doppelgängerizza" Y, o che Y è "doppelgängerizzabile" da X. Ciò che rende l'IMPOSTOR speciale è che esso riesce a doppelgängerizzare qualunque anim.orc.bot! Quindi, in particolare, è un doppelgänger anche di se stesso: II=I. Ora prova a far divorare un I da un M! Ah, ma prima devi calibrare il guanto e il monocolo, in modo che tu possa "selezionare" esattamente gli anim.orc.bot che indichi. -
Un po' titubante, dopo aver efettuato la calibratura sono riuscita a far sì che un M aggredisse un I e lo sbranasse. Non che la cosa mi risultasse piacevole.
La bestia si è poi tramutata in un IMPOSTOR.
Mi chiedevo come mai M era un doppelgänger di I ma non di L. Dopo aver riflettuto un poco tra me e me, ho esclamato: - Ma certo! MI=II=I! -
- Bravissima! È esattamente quello che è successo: M, sbranando I, ha mimato un I cannibale, che si trasmuta sempre e solo in I! Ora - ha proseguito scrivendo sull'ololavagna - torniamo alle LAMIE: sappiamo che IL=L e MI=I; quindi possiamo scrivere (MI)L=L, dato che (MI)L=IL=L. Ora ti mostrerò come l'anim.orc.bot M(IL) differisca dall'anim.orc.bot (MI)L. -
- Non c'è bisogno di spargere altro sangue, far lavorare altri neurocircuiti cibernetici e creare o distruggere la materia tramite programmi negromantici nanoimplementati: il motivo è perfettamente chiaro! Infatti, IL=L e ML=LL, dunque M(IL)=ML=LL, che a quanto vedo è diverso da L, altrimenti chiamato (MI)L. -
- Molto perspicace! Non solo per la dimostrazione che le parentesi contano, ma anche per l'intuizione di come funzionano gli anim.orc.bots: la verità è molto vicina a come la descrivi; del resto, come potrebbe l'IMPOSTOR trasformarsi nell'assai più piccola LAMIA senza violare la legge di conservazione della materia? Per questo stiamo usando esseri soprannaturali che in gran parte sono mutaforma teriomorfi. -
- Ora ti spiegherò l'equazione del B (BARGUEST). Ma prima ti illustrerò una semplice convenzione che i ricercatori usano per ridurre al minimo la necessità di parentesi: le parentesi si associano a sinistra. Cioè, se sono assenti nel nome composito di un anim.orc.bot, vanno reintegrate a partire dall'estrema sinistra; così, xyz è (xy)z e xyzvw è(((xy)z)v)w. Bene, il BARGUEST serve proprio a introdurre parentesi: Bxyz=x(yz), che è come dire ((Bx)y)z=x(yz). -
- Allora un altro modo per ottenere LL è dare in pasto M a B; a quel che ne risulta, dargli in pasto I; ed infine far divorare L all'anim.orc.bot così ottenuto. -
- Giusto! ma quello che tu hai detto con così tante parole noi lo chiamiamo semplicemente "avviare la catena alimentare BMIL". E, come hai giustamente dedotto, BMIL=M(IL)=ML=LL, quindi BMIL è un altro nome composito per l'anim.orc.bot LL. Te la stai cavando egregiamente. -
- Grazie. -
- Anzi, voglio metterti alla prova lasciandoti un problema piuttosto difficile da risolvere. Supponi di stare in una giungla in cui ci siano BARGUEST e MIMACANNIBALI (eventualmente oltre ad altre razze di anim.orc.bots di cui non è rilevante conoscere i nomi). La presenza di queste due razze fa sì che in quella giungla si avveri il seguente fatto: per ogni anim.orc.bot A, esiste un anim.orc.bot P doppelgängerizzabile da A, ovvero tale che AP=P. Dimostralo. -
- Come?... Non capisco! -
- Bene, ciò che devi fare è, dato un anim.orc.bot qualsiasi A, trovare un nome composito (in cui compaiono solo A, B e M) che denoti un anim.orc.bot doppelgängerizzabile da A. Tieni conto del fatto che per ogni V e per ogni W, esiste un Z che compone V con W, cioè tale che, per ogni x, Zx=V(Wx); questo fatto, che è molto importante, si deduce dalla presenza del BARGUEST: infatti, BVW compone V con W, perchè BVWx=V(Wx)! Ma ti voglio fornire ancora un indizio - ha aggiunto con un'espressione enigmatica. - Può aiutarti nella tua ricerca (ma anche fuorviarti) pensare a cosa significherebbe "mimare un mimacannibale". -
- Ma ora sarai stanca e vorrai riposarti - ha detto alla fine il re richiamando l'aerosfera. - Ti riporterò al Castello, dove ti verà assegnato un alloggio temporaneo in una delle torri con la vista migliore! -
Era il primo pomeriggio: sia il re che io avevamo saltato il pranzo, per dedicarci (lui insegnando, io apprendendo) al funzionamento degli anim.orc.bots.
Ma mi sono rifatta con la lauta cena di stasera: pasta topologicamente varia, agnello mutante con contorno di minimeduse fritte, vino musicale frutta esotica a volontà.
Ora sto riposando nella bella camera (anche se più sobria di quel che mi aspettavo) in cui sono alloggiata, e penso che non riuscirò a prendere sonno tanto facilmente (nonostante la giornata estremamente movimentata), perchè già mi assilla l'idea di risolvere al più presto il problema del vecchio Clemente Dick...
 

Looka

Babbano
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Finalmente, un nuovo indovinello! Grazie, Balder!

Allora, se ho capito bene, è necessario trovare un p funzione di A, B ed M. Quindi, secondo me possiamo procedere così:

Sappiamo che deve risultare:
Ap=p

Facendo "mangiare" entrambi i termi dell'equazione da un MIMACANNIBALI si ottiene:
1- M(Ap)=Mp

Per la regola del MIMACANNIBALI si ha
2- Mp=pp

Per la regola del BARGUEST si può scrivere che
3- M(Ap)=BMAp

Per l'euivalenza 1 possiamo uguagliare i risultati di 2 e 3:
4- pp=BMAp

dato che nella 4, in entrambi i termini, l'ultimo ad essere mangiato è p e che i due risultati dell'abbuffata sono uguali, è possibile dire che:
5- p=BMA

Non sono riuscito però a capire la fonte...
Ma mi è piaciuto il racconto! Complimenti
 

Balder

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Grazie, Looka! :)
È stato il risultato di una lunga collaborazione tra l'emisfero sx e quello dx del mio cervello! :))

Sono contento che qualcuno abbia provato a dare una soluzione al quesito: temevo che foste tutti estremamente scoraggiati dalla macchinosità degli anim.orc.bots! Però, Looka, la tua soluzione purtroppo non è esatta... :-(

Ammettiamo pure che valga quello che potremmo chiamare "postulato comportamentistico", cioè che "Dati due (nomi compositi di) anim.orc.bots qualsiasi A e B, se, per ogni x, Ax=Bx, allora A=B"; ovvero, "se due anim.orc.bots si comportano allo stesso modo, sono della stessa razza". (La verità di questo postulato non è affatto così scontata - ci ritornerò alla fine del post.)

:idea: Ecco l'errore:
Looka":20nzqpfb ha scritto:
Sappiamo che deve risultare:
Ap=p

Facendo "mangiare" entrambi i termi dell'equazione da un MIMACANNIBALI si ottiene:
1- M(Ap)=Mp

Per la regola del MIMACANNIBALI si ha
2- Mp=pp

Per la regola del BARGUEST si può scrivere che
3- M(Ap)=BMAp

Per l'euivalenza 1 possiamo uguagliare i risultati di 2 e 3:
4- pp=BMAp

dato che nella 4, in entrambi i termini, l'ultimo ad essere mangiato è p e che i due risultati dell'abbuffata sono uguali, è possibile dire che:
5- p=BMA

Nell'ultimo passaggio tu deduci p=BMA dal fatto che pp=BMAp. Ma quest'ultima uguaglianza non vale per ogni p, bensì solo per quel p (molto) particolare che soddisfa l'uguaglianza Ap=p!
Infatti, partendo da ciò che dobbiamo dimostrare vero per p, cioè la sua proprietà di essere doppelgängerizzabile da A (in simboli, Ap=p), hai scelto un ben determinato p, non un p qualunque: a riprova di ciò, considera che se p fosse un anim.orc.bot qualunque si avrebbe Ap=p per ogni p; cioè, A si comporterebbe come un IMPOSTOR. E visto che A è un anim.orc.bot qualsiasi, ne segue che tutti gli anim.orc.bots si comportano come l'IMPOSTOR (il che è falso, basta pensare al fatto che esistono perlomeno anche M e B - che, comportandosi diversamente da I, di sicuro non possono coincidere con I)!

:!: E chiaramente, il postulato comportamentistico non vale senza la clausola "per ogni x": un facile controesempio è considerare che II=I, ed anche MI=I (quindi Ix=Mx, ma non per ogni x, bensì solo per x=I), ma da questo non possiamo inferire M=I, che è certamente falso! Invece, possiamo affermare (come già visto) che MI=I perchè (assumendo il postulato come vero), per ogni x, MIx=Ix.

Questa era la fallacia logica del ragionamento.
:idea: Ora veniamo alla sua fallacia filosofica (quindi più sottile e più difficile da accettare come fallacia): il "postulato comportamentistico" (altrimenti noto in ambiente matematico come assioma di estensionalità) non è affatto detto che valga!
Per prima cosa, non ho mai affermato che due anim.orc.bots che si comportino allo stesso modo siano della stessa razza, nè la cosa si può evincere da alcuna parte del mio racconto. :-?
Eppure, che le cose stiano così sembrerebbe una pretesa "logica". O meglio, lo sarebbe se l'unica cosa che ci interessasse degli anim.orc.bots fossero le loro trasmutazioni.
Ma potrebbero esserci tante altre cose che contano in un anim.orc.bot: la sua forza combattiva (che si vede quando gli anim.orc.bots sono lasciati liberi e non manovrati con guanto & monocolo), la sua stazza, la sua intelligenza, le sue abilità (capacità mimetica, velocità, etc.), al limite i suoi sentimenti o la sua (ignota) relazione con le ESD. :-o

Consideriamo due esempi concreti.
Prima però occorre introdurre (in anticipo rispetto a quel che mi aspettavo) un nuovo anim.orc.bot, il WURDALAK W: una specie di incrocio tra un vampiro e un lupo mannaro. La sua equazione è Wxy=xyy.
Inoltre, vi devo dire che la LAMIA funziona così: Lxy=x(yy).

:arrow: Bene, ora possiamo vedere che, per ogni x e per ogni y, BWBxy=Lxy. Infatti, BWBxy=W(Bx)y=Bxyy=x(yy).
Ma perchè dal fatto che BWB e L si comportano allo stesso modo dovremmo concludere che BWB=L? Magari BWB è più simpatico! (Le LAMIE se la tirano assai.)
Scherzi a parte, mentre a partire dalle equazioni di B, W e L possiamo dimostrare, come si è appena visto, che BWBxy=Lxy (per ogni x,y), non c'è invece alcun modo di dimostrare, a partire da quelle stesse equazioni, che BWB=L.

:arrow: Per contrasto, considerate il caso di MI: non solo possiamo dimostrare che MIx=Ix p. o. x, ma anche che MI=I (con i semplici passaggi già visti: MI=II=I)! (In verità, per dimostrare la prima cosa ci serviamo della seconda.)
 

Balder

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Looka":6679tiig ha scritto:
Finalmente, un nuovo indovinello!
[...]
Non sono riuscito però a capire la fonte...

Effettivamente l'enigma parallelo sulle fonti è piuttosto intricato... Posso solo dire che bisogna partire dal nome della protagonista e dal nome "anim.orc.bots", e poi passare agli altri nomi scritti in rosso - ma questo con ogni probabilità si era già capito! :grin:

Per quanto riguarda la novità dell'indovinello, dovete sapere che la tecnologia logica che sta alla base del funzionamento degli anim.orc.bots è stata inventata nel 1924 ed è nota almeno dal 1930.
La sua versione divulgativa (la mia fonte, appunto - sulla quale sto cercando disperatamente di darvi indizi) risale invece al 1985 (1990 per l'Italia). Di più non dirò :roll:

La cosa interessante a proposito degli anim.orc.bots è che, se li vediamo da un punto di vista algebrico, hanno una struttura davvero semplice: mentre quando risolvete indovinelli matematici avete a che fare perlomeno con le quattro operazioni +, -, x, : e quando vi imbattete in indovinelli logici (verofunzionali) dovete gestire le operazioni e, o, non, se-allora, nel caso degli anim.orc.bots c'è una sola operazione: divorare! 8)
E questo fatto rende tutto molto semplice dal punto di vista concettuale e notazionale (scriviamo AB invece che, per es., AÐB, dato che non esiste possibilità di confusione con altre operazioni; inoltre, si alleggeriscono di molto le parentesi) ma, d'altra parte, fa sì che le espressioni in gioco siano spesso di notevole lunghezza, cosicchè ne risulta talvolta difficile la computazione (almeno per un umano). Ma poi ci si fa l'abitudine! ;)

Buon divertimento.
 

Looka

Babbano
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OK, vorrà dire che dovrò impegnarci ancora un po' di tempo per il problema "comportamentale" ...

Una domanda. Tu dici:
"Nell'ultimo passaggio tu deduci p=BMA dal fatto che pp=BMAp. Ma quest'ultima uguaglianza non vale per ogni p, bensì solo per quel p (molto) particolare che soddisfa l'uguaglianza Ap=p!"

In effetti, dal quesito iniziale, il "p" è "molto particolare", in quanto:
"per ogni anim.orc.bot A, esiste un anim.orc.bot P doppelgängerizzabile da A, ovvero tale che AP=P"

Quindi, non "per ogni p", ma "per ogni A" , o sbaglio?
 

Balder

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Looka":2bmwhn3r ha scritto:
Una domanda. Tu dici:
"Nell'ultimo passaggio tu deduci p=BMA dal fatto che pp=BMAp. Ma quest'ultima uguaglianza non vale per ogni p, bensì solo per quel p (molto) particolare che soddisfa l'uguaglianza Ap=p!"

In effetti, dal quesito iniziale, il "p" è "molto particolare", in quanto:
"per ogni anim.orc.bot A, esiste un anim.orc.bot P doppelgängerizzabile da A, ovvero tale che AP=P"

:arrow: Quindi, non "per ogni p", ma "per ogni A" , o sbaglio?

Allora: nell'enunciato del problema c'è un "p. o. A".

Ma, nella tua soluzione, se volessimo dedurre p=BMA, potremmo farlo (ammesso che valga il postulato comportamentistico) solo dopo aver dimostrato che, p. o. x, px=BMAx. (Per convincerti di questo fatto, rileggi il punto :!: della mia risposta alla tua soluzione...)

:arrow: Quindi nell'enunciato c'è un "p. o. A", mentre nella soluzione c'è (anzi, non c'è ma ci sarebbe dovuto stare affinchè la soluzione fosse corretta) un "p. o. p", ma sono due "per ogni" che non hanno nulla a che fare l'uno con l'altro!

:idea: Perchè in "p. o. x, px=BMAx" possiamo dire "per ogni", quell'x dev'essere ovviamente un x qualunque; è perchè sia un x qualunque, occorre che non siano state fatte ipotesi su quell'x.
Ma tu un'ipotesi l'hai fatta, e precisamente che Ax=x!

Spero di essere stato chiaro! :)
 

Looka

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Ok... mi sono perso!
Mi serve uno schema per riorganizzarmi le idee

Ipotesi:
Esistono A, B, M
Mx=xx per ogni x
Bxyz= x(yz) per ogni x,y,z

Tesi:
Per ogni A esiste un p tale che Ap=p
vale a dire trovare un p funzione di A, B ed M

Tutto ok, o mi sono scordato/sbagliato qualcosa?
 

Balder

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Tutto ok, tranne il fatto che sarebbe più esatto dire...
Looka":346dxgsc ha scritto:
Esistono A, B, M
Mx=xx per ogni x
Bxyz= x(yz) per ogni x,y,z
..."Esistono B, M, più eventualmente altri anim.orc.bots". 8)
 

lorenz82

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?

sarà ke è l'una di notte, ma a leggerlo mi è venuto il mal di testa :yellowconfused: ...lo sai bene ke nn sono portato x gli indovinelli...delle volte penso ke sono un po' limitato :lol: a venerdì, o balder;)
 

Balder

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lorenz82":1ni54bi0 ha scritto:
sarà ke è l'una di notte, ma a leggerlo mi è venuto il mal di testa :yellowconfused:
Eheheh cerco di postare sempre e solo indovinelli che facciano questo effetto! :twisted:

:?: P.S.: Volete giocare con anim.orc.bots più semplici (non che la cosa possa aiutarvi in alcun modo nella soluzione del presente problema)? :?:
 

Balder

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:idea: Perchè non postate anche i vostri tentativi?
Voglio dire, sarebbe piuttosto frustrante (per me, ma anche per tutti quelli che saranno "quasi arrivati" alla soluzione) trovare un bel giorno la risposta esatta, scritta in 3 righe, seguita da un mio duepunti-clapclap-duepunti e suggellata dal lockaggio del thread!
Non è più divertente vedere come i (pochissimi) goblin che stanno affettandosi il cervello tra le lame logiche di questo indovinello pian piano si avvicinano alla soluzione?
Almeno per me (ma forse anche per i solutori), sarebbe molto interessante leggere le vostre congetture, strategie, etc. Sono morbosamente affascinato da questo lato degli indovinelli. :grin:
E poi così sarebbe tutto molto più simile a un gioco, in quanto meno deterministico e più dinamico, per non dire addirittura interattivo (sempre che il vostro efferato spirito di competizione non vi faccia escludere a priori qualsiasi forma di cooperazione)! ;)
 

Arkab

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Sia A un qualunque anim.orc.bot.
Supponiamo che gli anim.orc.bot. siano sufficientemente famelici da divorarsi e da generare combinazioni (ipotesi plausibile giacchè, data la descrizione, tutto sembrano furochè dei vegetariani pacifisti che se ne stanno ognuno per i fatti propri…). Poiché la giungla contiene Barguest “B” e Mimacannibali “M”, se A divora M ottengo AM, e se B divora AM ottengo BAM.
L’ anim.orc.bot. BAM, divorando un qualunque anim.orc.bot. x, genera:

(1) (BAM)x = A(Mx)

e questo per ogni x. In particolare, ciò è vero anche per x = BAM. Allora si ottiene:

(2) (BAM)(BAM) = A(M(BAM))

Ma M(BAM) = (BAM)(BAM), e dunque:

(3) (BAM)(BAM) = A((BAM)(BAM)) e questo per ogni A.

Dunque (BAM)(BAM) [ossia BAM(BAM), ossia A(M(BAM)] è il Doppelgänger di A.

Per verificare il ragionamento fatto:
Sia A un anim.orc.bot qualsiasi e P= (BAM)(BAM)
Allora:
AP = A(BAM)(BAM) = A(M(BAM)) = BAM(BAM) = P per ogni A.


Un’ultima considerazione riguarda il modo in cui è definito il Mimacannibale M, ossia tale che Mx=xx per ogni x. Questa definizione pone un problema, perché se x=M, ottengo un Mimacannibale che divora un altro Mimacannibale (cosa peraltro possibile nella giungla definita nell’indovinello). Ed allora: cosa succede se un Mimacannibale divora un Mimacannibale?
Di seguito, per continuare il gioco narrativo (e per annoiare ulteriormente l’incauto lettore), un ipotesi di risposta (contenente anche un ipotesi di soluzione di due anagrammi nascosti).


“[…] Mi risvegliai il giorno seguente, ancora confusa per l’incredibile sogno che avevo fatto: la mia astronave che precipitava su un pianeta sconosciuto, strani mostri cannibali dalle forme più improbabili che si divoravano l’un l’altro ed un re che poneva quesiti apparentemente irrisolvibili. Mi guardai intorno stordita dalla luce che inspiegabilmente inondava la mia astronave. Cercavo con la mano l’interruttore del sintetizzatore di caffè biomolecolare, posto sul pannello accanto al letto. La mano però annaspava nel vuoto: niente interruttore, niente pannello. Man mano che i miei occhi si abituavano alla luce, si delineavano attorno a me i contorni di una stanza ampia, ricca di marmi dalle strane forme che ricordavano i frattali di Mandelbrot. Restai per un attimo senza fiato, cercando di attivare le poche energie mentali che mi restavano: mi ci volle un po’ per comprendere che non mi trovavo affatto nella mia astronave, ma in una delle stanze del palazzo del re e che tutte le avventure che la mia mente mi riproponeva in quel confuso risveglio non erano il frutto di un sogno ma la pura e semplice realtà.
Mi lavai e mi vestii rapidamente e scesi nella sala da pranzo dove avevo cenato la sera prima: seduto al tavolo, davanti ad una ricca colazione era il vecchio Re Dick che mi fissava con un mezzo sorriso, lo sguardo divertito. Davanti a lui, dall’altra parte del tavolo, una sedia vuota.
“Lo so” disse, senza nemmeno augurarmi il buongiorno.
“Sa… che cosa?” – dissi incerta. Automaticamente, senza sapere il perché, presi posto sulla sedia di fronte a lui.
“Lo so cosa prova: smarrimento, incredulità, senso di estraniazione… succede a tutti, non appena si risvegliano”
“A tutti… chi?” – cominciavo ad irritarmi. Quell’uomo credeva di sapere tutto di me. Dovevo assolutamente trovare il modo di fuggire da quello strano pianeta.
“A tutti quanti, dopo un risveglio in un nuovo mondo… a lei, che si risveglia per la prima volta su questo pianeta”
“Un nuovo… beh, ammetterà che questo pianeta è ben 'strano'! " esclamai. Cominciavo ad averne abbastanza.
“Strano! Lei dice ‘strano’! Ma strano è ciò che troviamo insolito, qualcosa di cui non si è avuta esperienza prima e che anzi sembra contraddire tutte le nostre esperienze pregresse! Ed allora non è forse ‘strano’ l’atto stesso del nascere in un mondo di cui non si sa niente, di cui non si ricorda niente e le cui regole vanno imparate sul campo, per tentativi ed errori? Non ricorda forse quanto è stato strano, quando, nascendo, per la prima volta si è ‘svegliata’ nella sua vita corrente? Vede dunque che questa ‘stranezza’ non è un’esperienza nuova per lei. Anzi, le dirò di più: non dovrebbe esserlo per nessuno!”
Non ero sicura di avere capito bene. E, del resto, non erano discorsi che sentivo di poter sostenere a prima mattina e per di più senza una buona tazza di caffè biomolecolare nello stomaco.
“Mah… sarà… come faccio a ricordarmi di cosa provai quando nacqui?…”
“E questo sposta il problema sul concetto di memoria”, disse con l’aria di un vecchio gatto soddisfatto per aver messo all'angolo il suo topolino: “Ad ogni modo, stiamo divagando…piuttosto, che ne pensa dell’arredamento della sua stanza?”
Notai allora che era ben diverso dall’arredamento sobrio della sera prima: come poteva essere cambiato durante la notte?
“Beh… originale: mi ricordano delle immagini di frattali che vidi parecchi anni fa…”
“Bene! Direi che ha colto nel segno: tutte le stanze per gli ospiti di questo palazzo la sera sono sobrie, caratterizzate da pochi elementi architetturali, che la notte si moltiplicano secondo schemi frattali. Al risveglio dell’ospite, le iterazioni si bloccano, e dunque a secondo di quando l’ospite si risveglia l’arredamento è diverso, perché diverso è stato il numero di iterazioni. Per inciso i “semi” delle iterazioni frattali della sua camera sono pezzi di architetture di Gaudì!”
“Gaudì… il celebre architetto terrestre?”
“Sì, esattamente: frammenti di opere di Gaudì, moltiplicati per iterazioni successive tramite algoritmi frattali. Il risultato è appunto l’arredamento della sua stanza!”
“Interessante…”
“Più di quanto lei non possa immaginare: Gaudì creava le sue architetture così particolari ispirandosi a forme prese dal mondo naturale. Ed il mondo naturale, come immagino sappia, altro non è che l’espressione frattale di poche semplici leggi naturali moltiplicate innumerevoli volte. Si generano così forme autosomigliantesi, come le foglie di un albero. Gaudì prende queste forme, punto finale di regole naturali iterative durate millenni e trae ispirazione per le sue opere. Noi abbiamo preso l’opera di Gaudì e l’abbiamo frammentata e moltiplicata secondo quelle stesse regole naturali, punto di partenza delle sue architetture. Il risultato: l’arredamento della sua stanza”.
Mi girava la testa. Mi chiesi se il re non avesse una regina da tediare con le sue speculazioni: ma probabilmente era morta di noia.
Dissi, tanto per dire qualcosa.
“Un loop, insomma.”
“Esatto. Un loop. Una trasformazione che in qualche modo ci riporta al punto di partenza. E che ci riporta anche, per inciso, al nostro problemino di ieri”.
Aiuto. Dovevo assolutamente trovare il modo di scappare dal pianeta…
“Si riferisce ala foresta di Mimacannibali e di Barguest?”
“Anche. Non dimentichi il concetto di Doppelgänger, che è il vero centro del problema”.
“Il Doppelg…”
“Il doppio, a voler banalizzare. Non vorrei tediarla troppo…”
Troppo tardi, pensai.
“… ma le dico solo una cosa…”
AARGHHH: mille volte meglio farsi sbranare da un Mimacannibale!!!
“… il doppio è qualcosa con cui tutti, prima o poi, ci troviamo a fare i conti. Per esempio, lei: donna attraente, sicura, avventuriera, potrebbe avere un doppio… inaspettato - che so, per assurdo, uno studente di filosofia italiano, maschio, vissuto a cavallo fra il ventesimo ed il ventunesimo secolo, appassionato di boardgames…”
Di tutte le cose assurde che avevo sentito, questa era veramente la più incredibile!
“Italian… ah, ricordo vagamente: l’Italia è una… come si dice… nazione, situata sul pianeta Venere?”
“Sul pianeta Terra, lo stesso di Gaudì”, corresse il re: “Pianeta strano, per inciso. Per esempio, il nostro tempo non corrisponde al loro: un giorno nostro corrisponde a due anni dei loro…”
“Davvero?”
“Certo! Usando per comodità come unità di misura l’anno solare, pensi che ieri sulla Terra era il 2005, ed oggi, quando da noi è passato un solo giorno, sulla terra è il 2007!”.
Bello. Molto Bello. Ma cosa mi interessa?
Il re sorrise: “Anche i nostri feroci Anim.Orc.Bots hanno un doppio…”
“Ma questo è un caos completo…” dissi sempre più stancamente.
“Caos… altra parola interessante: ha mai notato che la parola CAOS è l’anagramma della parola CASO?”
“Che c’entrano gli anagrammi, ora, mi scusi?”
“Gli anagrammi c’entrano sempre. Dietro l’anagramma di un nome possono nascondersi cose molto interessanti: magari la natura intima dei nostri doppi… come CAOS e CASO - due facce della stessa medaglia”
“Cosa?”, dissi, fornendo involontariamente una terza, inaspettata possibilità combinatoria.
“Gli anagrammi sono permutazioni di lettere, combinate in molteplici modi, che danno origine a nuove realtà. Così come i nostri Anim.Orc.Bots, divorandosi a vicenda, danno origini a nuove, inquietanti creature: altri Anim.Orc.Bots che a loro volta si divorano e interagiscono fra loro. Pochi elementi, poche regole, iterazioni infinite”.
“Come i frattali….” Dissi.
“Come tutto il Creato” – disse il re C. Dick, a bassa voce.
Restai in silenzio per un po’. Non capivo bene dove il re andasse a parare. Provai però un senso d’inquietudine, di paura, come se mi trovassi di fronte a qualcosa di enormemente più grande di me.
Senza parlare, il Re si alzò e mi fece segno di seguirlo. Uscimmo fuori della sala da pranzo, fuori del palazzo ed oltrepassammo i giardini reali. Arrivammo ai confini della foresta e là il re mi fece segno di fare silenzio, e di seguirlo passo passo. Man mano che ci inoltravamo, sentivo i versi orrendi degli Anim.Orc.Bots echeggiare attorno a me, sempre diversi ma, stranamente, tutti a me familiari. Ad un certo punto il re fece segno di fermarmi. Ci nascondemmo dietro ad un albero e mi indicò un punto a pochi metri da noi.
A prima vista non c’era nulla di strano. Un angolo di radura vuoto, tranquillo. Ma dopo un breve istante ecco che vidi un Mimacannibale balzare da dietro un cespuglio al centro della radura! La testa glabra, gli occhi sporgenti, la bocca-cicatrice pronta a divorare il primo Anim.Orc.Bot che avesse avuto la sventura di incrociare il suo percorso. Alla vista improvvisa della bestia stavo per urlare quando, senza che avessi il tempo di cacciare alcun suono, vidi gettarsi da un albero che dava sopra la radura un secondo Mimacannibale. Questi bloccò il primo Mimacannibale che si divincolò e cercò di fuggire, ma l’altro, con uno scatto repentino, gli fu addosso e in un attimo lo divorò.
E fu allora che successe.
Attorno a noi l’aria cominciò a vibrare. Le foglie sugli alberi tremavano rapidamente, come risucchiate da un vortice gigantesco, la terra stessa tremava, la scena terribile del pasto crudele diventava sempre più sfocata e luminosa, e le immagini che scorrevano sotto i miei occhi cominciarono a mischiarsi fra loro: l’ultima cosa che riuscii a percepire, appena distinguibile in quel bianco caldo ed abbagliante ed immenso fu il boccone finale col quale il secondo Mimacannibale finiva di divorare il primo.
E poi ricominciò tutto daccapo.
Di nuovo, di fronte a me erano i due Mimacannibali, di nuovo il secondo divorava il primo, di nuovo il pasto orrendo ed il bianco abbagliante, e di nuovo ecco i due Mimacannibali davanti a me, di nuovo il primo boccone, di nuovo lo stesso pasto…
“Un loop temporale!” esclamai: “Ma… perché?”
Il re scosse la testa e disse semplicemente: “Non ricordi? M mangia x e genera xx, per ogni x. Ossia, Mx --> xx per ogni x. E quindi, in particolare, per x=M: ma se M mangia M, allora MM genera MM. Che genera MM. Che genera MM…”
“All’infinito!” – esclamai. Riflettei un poco e ripetei piano: “Un loop temporale… ma allora… quei due Mimacannibali…” Non riuscii ad aggiungere altro. Per quanto orripilanti fossero quelle creature, non potei fare a meno di provare un moto di pena per loro.
“Bloccati così, in eterno” – disse il re e mi fece segno di allontanarci. Lo seguii contenta di andar via da quel luogo.
Un pasto eterno, pensai. Mi venne in mente l’opera di un altro terrestre molto famoso, un poeta, che scrisse: “La bocca sollevò dal fiero pasto / quel peccator, forbendola a' capelli / del capo ch'elli avea di retro guasto”. Un altro pasto infinito, una condanna da girone infernale!
Non appena ci fummo messi al sicuro, chiesi: “Ma… cosa succede se un altro Anim.Orc.Bot si avvicina a quei due Mimacannibali?”
Il re rispose seriamente: ”Attenzione, non sono più due Mimacannibali. E’ un’altra cosa. Un altro Anim.Orc.Bot, ma particolarissimo. Una creatura ibrida, bloccata nel suo loop temporale, costretta a divorarsi in eterno. E quella cosa, difficilmente può interagire con chicchessia…”
Detto questo si voltò e riprese la strada di ritorno. Lo seguii in silenzio.
Mentre tornavamo lentamente al castello, la mia mente scivolava su tutte le cose viste e dette in questa seconda, incredibile giornata.
Per una strana ragione, più il re mi forniva le sue bislacche spiegazioni, più mi venivano in mente domande da fargli. Alla fine un pensiero fugace mi attraversò la mente. Esitai.
“Senta…”
“Dimmi”, m’incoraggiò il re.
“… gli Anim.Orc.Bots…”
“Sì?”
“Beh…. so che è una sciocchezza, ma a proposito di anagrammi…”
“Dimmi”
“Se si anagramma Anim.Orc.Bots, esce una parola inglese: ‘Combinators ‘: è questo forse il doppio degli Anim.Orc.Bots? Sono dei “Combinatori” che appunto si “combinano” divorandosi l’un l’altro?”
Il re sorrise, senza darmi ulteriori spiegazioni.
 

Arkab

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Un errore nella dim.
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“Poiché la giungla contiene Barguest “B” e Mimacannibali “M”, se B divora A ottengo BA, e se BA divora M ottengo BAM”

al posto di
“Poiché la giungla contiene Barguest “B” e Mimacannibali “M”, se A divora M ottengo AM, e se B divora AM ottengo BAM”
[che è errato in quanto se B divora AM ottengo B(AM) e non BAM]

Il resto dovrebbe filare…
 

KooriNecros

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KooriNecros
Ma che carino questo problema...Credo che derivi dall'algebra...Però non riesco a capire il modello di partenza matematico...Non vale la commutativa ma nemmeno l'associativa...Forse sono partiti da uno spazio di matrici...
Cmq davvero interessante...Adesso lo risolvo per conto mio (non ho letto le risoluzioni proposte...)... :grin: :grin: :grin:
 

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Arkab":2bpq0opn ha scritto:
Un errore nella dim.
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“Poiché la giungla contiene Barguest “B” e Mimacannibali “M”, se B divora A ottengo BA, e se BA divora M ottengo BAM”

al posto di
“Poiché la giungla contiene Barguest “B” e Mimacannibali “M”, se A divora M ottengo AM, e se B divora AM ottengo BAM”
[che è errato in quanto se B divora AM ottengo B(AM) e non BAM]

Il resto dovrebbe filare…
Perché non modifichi il messaggio originale? Così è più chiaro per chi legge il topic. Aspettiamo che Balder si faccia vivo per confermare la risoluzione dell'indovinello.
 

Balder

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Arkab":39bfhn7j ha scritto:
(2) (BAM)(BAM) = A(M(BAM))

Ma M(BAM) = (BAM)(BAM), e dunque:

(3) (BAM)(BAM) = A((BAM)(BAM)) e questo per ogni A.

:clapclap:
Grande, Arkab!!!
Col tuo primo post sei riuscito a:
1) risolvere il quasi pluriennale enigma,
2) forzare il mio 503esimo post dopo un lungo periodo di latitanza,
3) farmi cambiare firma e
4) far avverare la mia profezia:

Balder":39bfhn7j ha scritto:
...trovare un bel giorno la risposta esatta, scritta in 3 righe, seguita da un mio duepunti-clapclap-duepunti

Il modo in cui hai reso MM è molto interessante: non avrei saputo fare di meglio!!!
Purtroppo, usando uguaglianze (Mx = xx) invece di transizioni (Mx -> xx) e la conseguente descrizione che ho dato degli aob, si perdono molte osservazioni intriganti che possono essere fatte sui combinatori, ed in particolare il fatto che MM=MM e MM->MM, mentre in generale A=A ma non è detto che A->A! In altri termini, possiamo continuare a computare all'infinito il nome dell'aob MM, ma l'aob denotato dal nome MM è sempre e solo uno!
(Piccola correzione tanto per pignoleria: (BAM)(BAM) non è il Doppelgänger di A, ma il contrario: è doppelgängerizzabile da A.)

Azzeccate anche le tue soluzioni agli anagrammi... A questo proposito, vi illuminerò anche su quelli insoluti per rispondere a
Ma che carino questo problema...Credo che derivi dall'algebra...Però non riesco a capire il modello di partenza matematico...Non vale la commutativa ma nemmeno l'associativa...Forse sono partiti da uno spazio di matrici...
c'è un libro che tratta dei combinatori a livello divulgativo: è di
Raymond Smullyan (Lamda Sol Ymruynn) e si intitola
To mock a mockingbird (King C. Dick: robot ammo), in italiano Fare il verso al pappagallo.8)
Avrei potuto sciorinare altri indizi, più espliciti, per esempio dicendo che alla protagonista venivano serviti spesso piatti a base di curry, o che l'inventore degli aob era stato sepolto nella Chiesa (Church) di Rosser... Beh, ma poi con un giretto su Wikipedia avreste sgamato tutto e subito! ;)

Non c'è nessun modelo matematico di partenza, KooriNecros: semmai, il punto di partenza per molte cose sono proprio i combinatori, che fondamentalmente servono a fornire un modello di computazione che sia il più generale possibile, e sono praticamente il cuore (astratto) di ogni linguaggio di programmazione (funzionale). I modelli matematici dei combinatori sono venuti solo molto dopo i combinatori stessi (ne saprà qualcosa chiunque abbia mai sentito le due parole -da me assai temute- "semantica denotazionale").

Onore e gloria ad Arkab, sia a lui tributata sempiterna lode!
Lockare.
 
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