Su Alba: alla fine della prima run il mio primo pensiero è stato: “c’è tanto libro e poco game“… ma poi ci ho riflettuto e mi sono reso conto che forse non è proprio così. Il fatto è che qui la narrazione è l’unica cosa che conta ed è una narrazione di ottimo livello, la storia è piena di atmosfera ed è molto ben scritta, sembra la sceneggiatura di una serie in stile. “The last of us”. E il gioco dov”è? Il gioco è tutto nello scegliere come navigare questa ricca sceneggiatura e io ho cominciato a godermelo solo quando ho capito (e accettato!) di abbandonare l’idea di poter in qualche modo governare la storia con le mie scelte e mi sono semplicemente lasciato portare dalla storia stessa, senza nemmeno curarmi troppo di interpretare il personaggio con coerenza. Già perché, con un‘idea sempre molto cinematografica, l’autore ti permette un po’ di scegliere in corso d’opera ila caratterizzazione dell’eroe della storia, che può essere duro, solitario e risoluto ma anche emotivo, umano e tormentato o un mix di questi aspetti, ma è sempre una scelta di “navigazione della storia“ e non qualcosa determinato da caratteristiche tecniche selezionate con una “creazione personaggio” tipo GdR (esiste qualche tratto tecnico del personaggio, ma molto molto blando).
Credo quindi che Alba possa risultare una grossa delusione per chi si aspetta un librogame di respiro epico ma di stampo classico, per me è più un ”romanzo scomposto” o un kit di montaggio di una sceneggiatura.
Qualunque cosa sia, non è di sicuro un capolavoro, ma può essere un‘esperienza da ricordare. Mi viene spontaneo un paragone con Pandemic Legacy stagione 2, che sebbene gioco pieno di difetti, è stata un’esperienza di gioco fra le più coinvolgenti per la forza della storia raccontata.