Battute a parte, a me quello che lascia un po’ perplesso della situazione in cui sta venendo a trovarsi il mondo, sotto questo profilo, è la deriva sempre più spinta che questi atteggiamenti di superiorità e paternalismo etici e morali rischiano di prendere, tanto da rendere plausibile che a finirne travolti potranno essere, prima o poi, alcuni tra gli stessi “censori” di oggi.
Mi spiego meglio: visto che la gestione della questione è lasciata in buona sostanza al “furor di popolo”, chi deciderà quando l’asticella sarà alzata al punto giusto? La risposta è, molto probabilmente, nessuno. La cosa continuerà ad alimentarsi senza un'ipotizzabile fine.
Il rischio sarà dunque quello di entrare in una spirale in cui ogni conquista fatta sotto il profilo dell’uguaglianza non sarà più vista di buon occhio, perché non sarà mai abbastanza.
Allo stesso modo, quindi, chi cammina sulle uova oggi per cercare di non offendere nessuno, contribuendo in certa misura ad alimentare la macchina del (passatemi il termine) giustizialismo, non può escludere di trovarsi travolto da una bufera, in futuro, perché nel frattempo i canoni dell’etica imposta l’avranno superato e lo troveranno mancante.
Del resto credo che nessuno di noi, in cuor suo, ritenga che le battaglie per l’uguaglianza non debbano essere combattute. Io no di certo, anzi.
Credo però che queste battaglie vadano combattute con il giusto buon senso e solo entro una certa misura sul piano formale (ad esempio evitando, com’è naturale, espressioni di bieco razzismo e sessismo, anche velate) e, in larga parte, sul piano sostanziale.
Ecco che invece quello che percepisco nell’attuale situazione degli USA (e un po' alla volta anche altrove) è un fortissimo rigore formale nella gestione delle problematiche relative a questi temi (con gente, ad esempio, licenziata o costretta a lasciare il lavoro a seguito di esternazioni giudicate inaccettabili nel corso di sommari processi mediatici), senza che a questo rigore si accompagni, in fin dei conti, un vero progresso sostanziale nel raggiungere i sacrosanti obiettivi dell’uguaglianza cui tutti dovrebbero aspirare.
Il che, a parer mio, non fa altro che esasperare gli animi e danneggiare, a conti fatti, la causa stessa dell’uguaglianza, perché spesso persone che intimamente partecipano alla stessa vengono tacciate di esserne nemiche in forza di alcune locuzioni (o lettere) che non si conformano a quello che è lo “stato dell’arte” del formalismo espressivo.
Per capirci, se provassi a postare queste righe sul forum di BGG (ovviamente in inglese), è assai probabile che il post verrebbe cancellato con l'ormai arcinota etichetta "dismissive". Il che, a mio avviso, è parte del problema.
Detto questo, scusandomi per la prolissità, mi eclisso.