cherecche
Grande Saggio
Osservatore
5 anni con i Goblins!
Osservatore
5 anni con i Goblins!
10 anni con i Goblins!
1 anno con i Goblins!
First reaction SHOCK!
Non appena si trasgrediscono le regole, il mondo del gioco crolla. Non esiste più gioco. [...] Il giocatore che s'oppone alle regole o vi si sottrae è un gastafeste. L'idea della lealtà è inerente al gioco. Il guastafeste è tutt'altra cosa che non il baro. Quest'ultimo finge di giocare il gioco. In apparenza continua a riconoscere il cerchio magico del gioco. I partecipanti al gioco gli perdonano la sua colpa più facilmente che al guastafeste, perché quest'ultimo infrange il loro mondo stesso. Sottraendosi al gioco questi svela la relatività e la fragilità di quel mondo-del-gioco in cui si era provvisoriamente rinchiuso con gli altri. Egli toglie al gioco l'illusione.
Questo è un estratto del libro Homo ludens di Johan Huizinga (1939) con il quale io non mi trovo d'accordo. Ritengo che il baro sia da stigmatizzare più che il guastafeste, perché meglio non accettare francamente le regole piuttosto che tradire intimamente il senso di una attività condivisa e incoercibilmente libera quale quella del giocare.
Immaginate di stare giocando. A un dato momento della partita smettete di giocare perché uno dei partecipanti non rispetta le regole. L'esperienza è certamente frustrante e irritante.
Immaginate ora che invece la partita stia procedendo normalmente ma a un dato momento scoprite che uno dei partecipanti sta barando. La delusione è cocente, ci si sente traditi.
Sono curioso di sapere cosa ne pensate a riguardo. Chi perdonereste con più facilità, il baro o il guastafeste?