Alby87
Iniziato





Salve a tutti! In questi ultimi giorni mi è capitato di assistere a due cose che mi hanno fatto pensare al gioco da tavolo e di ruolo, e alla sua distribuzione.
Il primo fatto è stato un post della DvGiochi, ed al fatto che allo zoo di 105 hanno parlato di Lupus in Tabula (chiamato non so quante volte "in Fabula", ma vabbè)...
Lasciando perdere il ritmo e la """comicità""" della trasmissione, notavo che non conoscendo bene l'argomento, hanno sparato cavolate a spron battuto, senza riuscire a dare UNA, dico UNA informazione che potesse suscitare curiosità, o informazioni al curioso. Hanno solo dato un sito dove si può giocare via forum. Hanno costantemente paragonato a Cluedo (perché i giochi da tavolo sono tutti uguali, anzi, ringraziamo non si sia citato il Monopoli)... ad un certo punto tra chiamate a giocatori esperti (che non sapevano giocare) ed una chiamata di una persona che ha iniziato a spiegare le regole, quando in quel frangente dovevi spiegare in 20 parole la sensazione al tavolo, mi ha colpito la frase "Ah, ma è un gioco che non si fa con le carte tradizionali, bisogna comprarlo", con un calo della vivacità mica da ridere, con una botta di gaudio quando scoprono che basta fare i bigliettini invece di, brrr, pagare.
Inutile dire che la forma mentis del babbano adulto è oramai fossilizzata, non la schiodi mica. Altra cosa che mi ha dato da pensare, è la recensione di Dieci nel blog di Pinco11. Mi ha molto incuriosito il discorso di contorno. Dieci l'avevo visto in un negozio di giocattoli, scatolina con dentro le carte, in astuccio di cartone espositore da dieci copie. E di come il figlio sia venuto a conoscenza grazie al passaparola, e la facilità con cui il gioco è stato reperito, in edicola.
Collego le due cose, e penso: il mercato dei giochi in Germania e Svizzera è immenso, e trovi gioconi nei supermercati un po' più grandi. Da noi se ti va bene a parte i nomi Hasbro, Asmodee sta tentando un minimo approccio. Ma quel che manca è la cultura, il qualcosa che ti faccia iniziare a voler provare a giocare. Non il passo 1 dell'amico babbano da inizializzare, ma un passo zero dove il babbano possa autoinizializzarsi.
Se gli metti una sfilza di giochi in uno scaffale, si confonde, e finisce per prendere L'eredità (l'ho visto succedere davvero). Perché non esiste un tentativo più a basso livello di promuovere i giochi? Dv ha fatto qualche spot nei canali per bambini, mi sembra di aver capito. Ma non ci sono solo loro.
Nel discorso di Dieci, ho pensato: ma se l'edicole iniziassero ad essere un punto di inizio? Un blisterino di cartone semplice, versioni "light" ma giocabili di giochi semplici per iniziare a far conoscere i giochi ai bambini un po' più grandi o alle comitive di adolescenti, tipo un Jungle Speed, TimeLine, Dobble, Bang, Time's Up (io sto facendo discorsi al di fuori degli effettivi editori)?
Ora magari sto volando troppo di fantasia, ma sarebbe bello riuscire a creare una cultura che da noi manca.
Scusate lo sproloquio... avevo voglia di scrivere
Grazie!
Alby
Il primo fatto è stato un post della DvGiochi, ed al fatto che allo zoo di 105 hanno parlato di Lupus in Tabula (chiamato non so quante volte "in Fabula", ma vabbè)...
Lasciando perdere il ritmo e la """comicità""" della trasmissione, notavo che non conoscendo bene l'argomento, hanno sparato cavolate a spron battuto, senza riuscire a dare UNA, dico UNA informazione che potesse suscitare curiosità, o informazioni al curioso. Hanno solo dato un sito dove si può giocare via forum. Hanno costantemente paragonato a Cluedo (perché i giochi da tavolo sono tutti uguali, anzi, ringraziamo non si sia citato il Monopoli)... ad un certo punto tra chiamate a giocatori esperti (che non sapevano giocare) ed una chiamata di una persona che ha iniziato a spiegare le regole, quando in quel frangente dovevi spiegare in 20 parole la sensazione al tavolo, mi ha colpito la frase "Ah, ma è un gioco che non si fa con le carte tradizionali, bisogna comprarlo", con un calo della vivacità mica da ridere, con una botta di gaudio quando scoprono che basta fare i bigliettini invece di, brrr, pagare.
Inutile dire che la forma mentis del babbano adulto è oramai fossilizzata, non la schiodi mica. Altra cosa che mi ha dato da pensare, è la recensione di Dieci nel blog di Pinco11. Mi ha molto incuriosito il discorso di contorno. Dieci l'avevo visto in un negozio di giocattoli, scatolina con dentro le carte, in astuccio di cartone espositore da dieci copie. E di come il figlio sia venuto a conoscenza grazie al passaparola, e la facilità con cui il gioco è stato reperito, in edicola.
Collego le due cose, e penso: il mercato dei giochi in Germania e Svizzera è immenso, e trovi gioconi nei supermercati un po' più grandi. Da noi se ti va bene a parte i nomi Hasbro, Asmodee sta tentando un minimo approccio. Ma quel che manca è la cultura, il qualcosa che ti faccia iniziare a voler provare a giocare. Non il passo 1 dell'amico babbano da inizializzare, ma un passo zero dove il babbano possa autoinizializzarsi.
Se gli metti una sfilza di giochi in uno scaffale, si confonde, e finisce per prendere L'eredità (l'ho visto succedere davvero). Perché non esiste un tentativo più a basso livello di promuovere i giochi? Dv ha fatto qualche spot nei canali per bambini, mi sembra di aver capito. Ma non ci sono solo loro.
Nel discorso di Dieci, ho pensato: ma se l'edicole iniziassero ad essere un punto di inizio? Un blisterino di cartone semplice, versioni "light" ma giocabili di giochi semplici per iniziare a far conoscere i giochi ai bambini un po' più grandi o alle comitive di adolescenti, tipo un Jungle Speed, TimeLine, Dobble, Bang, Time's Up (io sto facendo discorsi al di fuori degli effettivi editori)?
Ora magari sto volando troppo di fantasia, ma sarebbe bello riuscire a creare una cultura che da noi manca.
Scusate lo sproloquio... avevo voglia di scrivere
Grazie!
Alby