Il GdT e l'uomo qualunque

Alby87

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Salve a tutti! In questi ultimi giorni mi è capitato di assistere a due cose che mi hanno fatto pensare al gioco da tavolo e di ruolo, e alla sua distribuzione.
Il primo fatto è stato un post della DvGiochi, ed al fatto che allo zoo di 105 hanno parlato di Lupus in Tabula (chiamato non so quante volte "in Fabula", ma vabbè)...

Lasciando perdere il ritmo e la """comicità""" della trasmissione, notavo che non conoscendo bene l'argomento, hanno sparato cavolate a spron battuto, senza riuscire a dare UNA, dico UNA informazione che potesse suscitare curiosità, o informazioni al curioso. Hanno solo dato un sito dove si può giocare via forum. Hanno costantemente paragonato a Cluedo (perché i giochi da tavolo sono tutti uguali, anzi, ringraziamo non si sia citato il Monopoli)... ad un certo punto tra chiamate a giocatori esperti (che non sapevano giocare) ed una chiamata di una persona che ha iniziato a spiegare le regole, quando in quel frangente dovevi spiegare in 20 parole la sensazione al tavolo, mi ha colpito la frase "Ah, ma è un gioco che non si fa con le carte tradizionali, bisogna comprarlo", con un calo della vivacità mica da ridere, con una botta di gaudio quando scoprono che basta fare i bigliettini invece di, brrr, pagare.

Inutile dire che la forma mentis del babbano adulto è oramai fossilizzata, non la schiodi mica. Altra cosa che mi ha dato da pensare, è la recensione di Dieci nel blog di Pinco11. Mi ha molto incuriosito il discorso di contorno. Dieci l'avevo visto in un negozio di giocattoli, scatolina con dentro le carte, in astuccio di cartone espositore da dieci copie. E di come il figlio sia venuto a conoscenza grazie al passaparola, e la facilità con cui il gioco è stato reperito, in edicola.

Collego le due cose, e penso: il mercato dei giochi in Germania e Svizzera è immenso, e trovi gioconi nei supermercati un po' più grandi. Da noi se ti va bene a parte i nomi Hasbro, Asmodee sta tentando un minimo approccio. Ma quel che manca è la cultura, il qualcosa che ti faccia iniziare a voler provare a giocare. Non il passo 1 dell'amico babbano da inizializzare, ma un passo zero dove il babbano possa autoinizializzarsi.

Se gli metti una sfilza di giochi in uno scaffale, si confonde, e finisce per prendere L'eredità (l'ho visto succedere davvero). Perché non esiste un tentativo più a basso livello di promuovere i giochi? Dv ha fatto qualche spot nei canali per bambini, mi sembra di aver capito. Ma non ci sono solo loro.

Nel discorso di Dieci, ho pensato: ma se l'edicole iniziassero ad essere un punto di inizio? Un blisterino di cartone semplice, versioni "light" ma giocabili di giochi semplici per iniziare a far conoscere i giochi ai bambini un po' più grandi o alle comitive di adolescenti, tipo un Jungle Speed, TimeLine, Dobble, Bang, Time's Up (io sto facendo discorsi al di fuori degli effettivi editori)?

Ora magari sto volando troppo di fantasia, ma sarebbe bello riuscire a creare una cultura che da noi manca.

Scusate lo sproloquio... avevo voglia di scrivere :)
Grazie! :D
Alby
 

gaborambo

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Ciao :)
Hai ragione.. il fatto è che da noi manca purtroppo la cultura di base.. io ho 41 anni.. per lavoro spesso ho a che fare con ragazzi che vengono in stage da noi.. ragazzi di quarta o quinta superiore.. bene.. il più delle volte, parlando del più e del meno, risulta evidente che non sanno niente a livello di giochi da tavolo, men che meno di ruolo.. ma anche di musica, di libri, di cinema.. zero assoluto.. è molto preoccupante la situazione.. ho una figlia di 9 mesi.. spero vivamente di fare un po' meglio con lei ..
 

SaraCuriosa

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Scusate lo sproloquio... avevo voglia di scrivere :)

E io ho voglia di rispondere! ?

Per ora mi limito a buttare un po' di commenti più o meno sconclusionati.
Mi sono sempre chiesta se quello che succede intorno a questo nostro amato hobby sia simile a tutti gli altri hobby non nazional popolari. E per me la risposta è: sì. Purtroppo la gente non ha voglia di informarsi, del tipo magari la pittura a olio per me sarebbe un hobby migliore di quello del gioco da tavolo, ma non ho voglia di informarmi in merito, ho amici che giocano da tavolo e mi piace stare con loro, quindi mi sono approcciata di nuovo a questo hobby che avevo già, da piccola, ma che crescendo non ho più coltivato, e fino a qualche tempo fa non sapevo nemmeno ci fossero così tante uscite di GdT ogni anno e nemmeno ci fossero giochi fatti apposta per grandi e non solo per bambini.

Forse per molte persone è così, non sanno dell'esistenza di questo vasto mondo. E per questo c'è bisogno di gente che faccia divulgazione, gente che magari pensi a diversi modi di coinvolgere persone con i GdT partendo da mondi già non abitati da giocatori.
Certo, con i ragazzi o i bambini è più facile. Coronavirus a parte, basta guardare un pario di bambini con un gioco in un parco o in spiaggia e vedi sempre avvicinarsi il bimbo curioso di turno, magari anche accompagnato prima dalla mamma per sondare il terreno. Con gli adulti è diverso. Mi è capitato una volta ad un parco di metterci a cantare con un gruppo di amici e, anche se molti erano evidentemente incuriositi, nessuno si è avvicinato chiedendo di unirsi a noi. Crescendo, perdiamo spontaneità per guadagnare vergogna.

O forse semplicemente molte persone non ci provano nemmeno ad approfondire il discorso, per mancanza poi di compagnia adatta con cui giocare.

Quello che mi viene da proporre, penso sia anche già in qualche caso fatto, ma andrebbe fatto più a larga scala a mio avviso, ma lo dico così ingenuamente senza sapere poi quali incombenze tra permessi eccetera possono saltare fuori, è chiedere uno spazio più o meno grande in una sagra di paese, dove la gente va per altro, un November Pork così a caso, una Sagra delle Sagre, cose così. Far vedere i nuovi GdT al pubblico, che può fermarsi a curiosare, chiedere informazioni, magari provare un gioco. E dico gioco intero. Dall'inizio alla fine. Un Deep Sea Adventure. Un Bananagrams, un Oh My Goods, un Kingdomino. Incuriosire la gente. Fare caciara. Investire in qualche biglietto da visita con l'indirizzo della Ludoteca più vicina. O meglio ancora (la mia vena antisocial sta però iniziando a gonfiarsi) fare uno sconto sull'acquisto di un gioco se si mette Mi Piace alla pagina della più vicina Associazione Ludica, in modo da ricevere aggiornamenti passivi e non lasciare all'organizzazione delle tasche dell'eventuale giocatore la possibilità di far ritrovare il biglietto da visita.

Boh, pensieri così a caso. Spero siano di qualche, anche piccola, utilità.
 

MrFantastic70

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Io ho fatto così: un giorno ho mandato una mail al sindaco del mio comune, nella quale, in poche parole, chiedevo la disponibilità dei locali della biblioteca per una serata evento con i gdt. Mi ha risposto e ci siamo incontrati.Gli ho spiegato un po’ i gdt moderni e, per farla breve, dopo vari incontri, sono riuscito ad organizzare la serata. Al momento di piazzare le locandine in giro x il comune, fare lo spot alla radio locale e sui social, si è presentato... il coronavirus ? Comunque la serata è solo rimandata. ?
 

MMGrizzly

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La pubblicità costa e per un campo come i GDT, che è tutt'ora di nicchia nel nostro paese ,non ne vale la pena.Ci sono persone che mai vorranno andare oltre la loro pre conoscenza. Purtroppo parlo anche di ragazzi giovani che se non si gioca a nomicosecittà o scala 40 non giocano proprio....(Esperienza personale)
Nel ultimo periodo c'è però stato un bel boom. Tantissimi nuovi giochi , tantissimi a target family o comunque con basi facili e comuni (La briscola di the crew , il domino di kingdomino , il nomecosecittà di just one). Ho visto gente entrare in negozio e prendere a caso un gioco nuovo.
Bisogna già essere soddisfati di ciò.
Io sono soddisfatto di aver fatto giocare veramente chiunque e mi impegno a trovare sempre giochi che siano alla portata di tutti e possano buttare giù quel muro di pregiudizio che gli italiani hanno su tutto e su cui continuano a gettare malta.
 

SaraCuriosa

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Io ho fatto così: un giorno ho mandato una mail al sindaco del mio comune, nella quale, in poche parole, chiedevo la disponibilità dei locali della biblioteca per una serata evento con i gdt. Mi ha risposto e ci siamo incontrati.Gli ho spiegato un po’ i gdt moderni e, per farla breve, dopo vari incontri, sono riuscito ad organizzare la serata. Al momento di piazzare le locandine in giro x il comune, fare lo spot alla radio locale e sui social, si è presentato... il coronavirus ? Comunque la serata è solo rimandata. ?

Mmmmmmm, è una idea interessante. Il covid mi dà un paio di mesetti per fare a pugni con la mia pigrizia, se la spunto io ci provo!
 

Archie

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Quello che mi viene da proporre, penso sia anche già in qualche caso fatto, ma andrebbe fatto più a larga scala a mio avviso, ma lo dico così ingenuamente senza sapere poi quali incombenze tra permessi eccetera possono saltare fuori, è chiedere uno spazio più o meno grande in una sagra di paese, dove la gente va per altro, un November Pork così a caso, una Sagra delle Sagre, cose così. Far vedere i nuovi GdT al pubblico, che può fermarsi a curiosare, chiedere informazioni, magari provare un gioco. E dico gioco intero. Dall'inizio alla fine. Un Deep Sea Adventure. Un Bananagrams, un Oh My Goods, un Kingdomino. Incuriosire la gente. Fare caciara. Investire in qualche biglietto da visita con l'indirizzo della Ludoteca più vicina. O meglio ancora (la mia vena antisocial sta però iniziando a gonfiarsi) fare uno sconto sull'acquisto di un gioco se si mette Mi Piace alla pagina della più vicina Associazione Ludica, in modo da ricevere aggiornamenti passivi e non lasciare all'organizzazione delle tasche dell'eventuale giocatore la possibilità di far ritrovare il biglietto da visita.
Quoto tuttissimo, ma in particolare questo passaggio. Brava!
E qui entrano prepotentemente in campo le Associazioni ludiche (come la mia) che non dovrebbero, chiudendosi SOLO nelle serate per soci, smarrire il loro "focus" principale, che è l'attiva e propositiva divulgazione, soprattutto dove andrebbe fatta, ovvero in quei contesti laddove sembra che il gioco non ci entri.
In passato ci abbiamo provato, con esiti a volte simpatici, a volte sconfortanti. Capitava, ad esempio, che si stava fuori per ore e gli unici che venivano attratti dalle nostre scatolette erano i bambini, i quali (molto volentieri) venivano mollati li da noi dai genitori come fossimo una sorta di servizio babysitteraggio estemporaneo. Altre volte è capitato di chiedere di partecipare ma gli organizzatori, o non capivano bene la proposta o non davano tavoli (anche solo 2/3) nei periodi di maggiore afflusso di visitatori (cioè di sera) perché sarebbero stati posti-->clienti--->incassi perduti (triste pensare anche là a fare business, eh?).
Insomma, non è facile proporsi "fuori" dalla propria confort zone degli appassionati e alla fine si rischia di non averne più voglia e farsi solo gli eventi più mirati, laddove hai la garanzia di un pubblico già di suo interessato. E, di conseguenza, atmosfera favorevole e meno sbattimenti.
Tuttavia non si dovrebbe mollare MAI l'osso e prendere ogni occasione propizia, cercando di cavalcarla al meglio...
 

SaraCuriosa

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gli organizzatori, o non capivano bene la proposta o non davano tavoli (anche solo 2/3) nei periodi di maggiore afflusso di visitatori (cioè di sera) perché sarebbero stati posti-->clienti--->incassi perduti

Infatti proprio non avendolo sperimentato di persona avevo solo il sentore di ostacoli vari che avrebbero potuto frenare azioni di questo genere.

Insomma, non è facile proporsi "fuori" dalla propria confort zone degli appassionati e alla fine si rischia di non averne più voglia e farsi solo gli eventi più mirati, laddove hai la garanzia di un pubblico già di suo interessato.

Già. Personalmente penso che un carico di questo genere debba essere suddiviso tra più persone, che ciclicamente possano ricaricare le energie per essere come associazione sempre presenti, con un ricambio di appassionati che possano trasmettere interesse al banchetto della fiera. E questo, lo ammetto, non è facile.
 

Albresk

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Entro a gamba tesa nella discussione, aggiungendo carne al fuoco (anche se il piatto è già ricco di spunti succulenti).
A grandi linee, io la penso così:

- Luoghi: dove comprare? Tralasciamo Amazon e piattaforme online, dove l’utente entra perché sa già cosa vuole, almeno indicativamente. L’Uomo Qualunque dove entra in contatto con i GdT? Non entrerà mai autonomamente in un negozio specializzato. Potrebbe incrociarli nelle catene di negozi di giocattoli, dove però entra in occasioni sporadiche (compleanni, festività, etc.), e dove il GdT viene comunque relegato a un passatempo infantile/preadolescenziale. Potrebbe incrociare qualche gioco da tavolo nella GDO, ma è territorio di Clementoni, Hasbro etc., o riserva naturale di dinosauri come Risiko o e Monopoli: siamo sicuri che i prodotti riescano ad attirare la sua attenzione, e a fargli aprire il portafoglio? Altra aggravante: in luoghi come negozi di giocattoli e GDO non c’è personale in grado di sostenere l’Uomo Qualunque nella scelta: è lasciato solo e, temendo l’ignoto, si butterà su ciò che conosce (i fossili di cui sopra, o quella bella scatola con il faccione di Amadeus).
Quindi una soluzione potrebbero essere proprio le edicole: esiste un rapporto più “di fiducia” con l’edicolante, vengono visitate più spesso, l’idea di poter provare un GdT avrebbe più possibilità di emergere.
Questo a patto che l’edicolante sia convinto dei prodotti che sta offrendo, e che sia in grado di raggiungere il pubblico.

[Esperienza personale: mi sono riavvicinato ai GdT proprio grazie a un’edicola. Offre prevalentemente family/party games, ma ci ho trovato Scythe, Terraforming Mars, 13 giorni, etc. – Nel mio primo acquisto sono stato aiutato dall’edicolante, che ha saputo guidarmi nella scelta, così come ha fatto con altri clienti. Bonus point: è previsto anche il noleggio di GdT: con una piccola somma il cliente può provare un GdT diverso dal solito, senza il peso di un investimento più pesante: inizi cercando un passatempo nel weekend fantozzianamente piovoso, e finisce che magari ti interessi a questo mondo]

Luoghi: dove giocare? Anche qui, bella domanda. Quanto dista la ludoteca più vicina? Qui bisogna ripensare alla storiella della montagna e di Maometto: non è tanto l’Uomo Qualunque che deve andare dai GdT, ma sono i GdT che devono andare dall’Uomo Qualunque. E nelle tappe iniziali di avvicinamento bisogna, a mio avviso, scindere l’associazione “GdT = ludoteca”. Mi spiego meglio: devono esserci sempre più occasioni di incontro “interdisciplinare”, dove due mondi diversi possono incontrarsi. Quindi ben vengano le serate in biblioteca (grande iniziativa, @MrFantastic70 !), le postazioni alle sagre, penso anche ai bar/ristoranti che potrebbero organizzare serate tematiche, perfino cinema indipendenti, organizzazioni culturali/rivisitazioni storiche, o anche organizzazioni sportive (per es. Flamme Rouge potrebbe prestarsi per delle serate nei circoli ciclistici). In questo le ludoteche e le associazioni di giocatori sono fondamentali, in quanto raccordo tra ambienti diversi. Insomma, fare il più possibile per ampliare il pubblico.

Oppure, nel nostro piccolo (e dove possibile), giochiamo nei parchi, nei campeggi, nelle spiagge: anche questo aiuta la diffusione (e la percezione favorevole) dei GdT.

Luoghi: dove divulgare? Scuola (oltre ai soliti luoghi, fisici e virtuali). Bisogna coinvolgere anche le scuole: consigli didattici e professori devono sapere che i GdT possono anche essere un modo di approfondire, di approcciare una data disciplina da prospettive inedite. Magari è un’utopia, ma pensate al connubio tra storia e GdT (per es: Time of Crisis, Venetia, Twilight Struggle, etc.). Capisco che i programmi scolastici sono sempre tirati, ma una sessione potrebbe generare quella scintilla che accende l’interesse verso la disciplina in questione e/o i GdT.
Elementari, medie, superiori: ci sono GdT in grado di intercettare diversi target (storia, matematica/logica, letteratura…)

Comunicazione: ok i social, ok gli youtuber, ok le fiere. Ma ricordiamoci che, di fronte all’Uomo Qualunque, ciascuno di noi è il primo, e più importante, comunicatore. L’Uomo Qualunque è mio cugino, il collega, il compagno di calcetto, etc. Come gli parlo di GdT?
Oltre a questo, sarebbe grandioso se ci fossero sempre più “testimonial” d’eccezione: sapere che Alessandro Barbero ha fatto da playtester per Radetzky’s March la dice lunga sulle potenzialità comunicative di questo mondo.
Se ci distacchiamo dalla percezione “à la Big Bang Theory”, ci sono praterie inesplorate là fuori, tutte pronte per essere esplorate!

[Scusate, forse ho intasato la discussione con questa cascata di testo. Però oh, il tema è veramente interessante, non sono riuscito a trattenermi. Grazie ad @Alby87 per aver sollevato la questione e a tutti gli altri per gli interventi, che ho trovato molto pertinenti e arguti]
 

Alby87

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Mi sono molto piaciute le vostre risposte, ed avete compreso anche quello che per me era chiaro ma non ero riuscito a spiegare nel post d'apertura: le associazioni ludiche esistono, già Catania ne aveva una gigantesca nel 2010, adesso esistono un po' ovunque, a Bologna sto potendo ritornare ad avere dei contatti umani* dove mi sono trasferito per lavoro.

Ho visto molte associazioni provare a "tirar dentro", ma questo appunto capita in un ottica 1 vs 1, c'è "chi ne sa" che introduce "chi non sa". Una mia amica è passato da giochi Hasbro ad andare ad Essen, per dire. Ma questo perché ha conosciuto prima me e poi altre persone.

Per molti, tanti anni fa, l'introduzione al gioco da tavolo e di ruolo sono state scatole come Heroquest (pubblicizzato) o la scatola rossa (non so se pubblicizzata in TV in Italia) di D&D. Oggi non esiste che trovi un D&D in un supermercato, incuriosito lo compri, lo leggi ed inviti i tuoi amici. Forse i tempi son cambiati, tantissimo.

Pensavo al discorso da edicola. Non so se il recente prodotto a fascicoli su Warhammer abbia venduto bene... ma potrebbe essere anche un bel modo per introdurre un dungeon crawler. Parlavo di Heroquest... un gioco simile potrebbe essere facilmente venduto a fascicoli. Storia, missioni e miniature ogni settimana! Oppure anche D&D: regolamento base e una lunga e avvincente avventura a puntate dove settimana dopo settimana il master ed i giocatori scoprono la storia e si incontrano per giocarla. Potrebbe far presa anche sugli adulti che recentemente avranno sentito questo nome, magari in Big Bang Theory, e poi potrebbero essere gasati dalla pubblicità in TV e dalla facilità di reperimento...

Poi vabbé, sono voli pindarici. E mi sembra anche dire che oggi ho sentito il seguito della trasmissione dell'altro giorno, dedicata più ai giochi da tavolo che solo al Lupus. Il presentatore principale rimane sempre ancorato nella confort zone, quindi vai di Risiko, Monopoli e Allegro Chirurgo. La ragazza ricorda Hotel (ecco, un gioco magari non eccezionale ma con un grande battage pubblicitario all'epoca), Taboo (anche se pensava a Pictionary, da come l'ha descritto), mentre l'altro presentatore, con ben più conoscenza, cercava di spiegare qualcosina in più (citando Scotland Yard), ma veniva "perculato bonariamente" perché era quello che sapeva tutto sul quel mondo. Ecco. L'immagine di chi conosce giochi da tavolo sconosciuti al resto del gruppo sembra quasi un'autorizzazione a trattarti da nerd, anche se va detto che oggi essere nerd è un po' più accettato che negli anni 2000 e 90.

* =Ma il 2020 aveva ben altri programmi...
 

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Babbano
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Aggiungo la mia, guardando a quello che potrebbe NON far avvicinare "l'uomo qualunque" ai GdT moderni.

1. I GdT sono un passatempo impegnativo, ricordiamoci che siamo lo stesso paese che ha una percentuale di lettura libri prossima a quella di paesi analfabeti, generalmente, siamo un popolo "stanco", che torna la sera a casa e vuole solo sedersi sul divano e spegnere il cervello, forse perchè lavoriamo male, forse perchè il mondo lì fuori ci stanca troppo durante la giornata, sta di fatto che è difficile trovare persone disposte a giocare la sera, lo dico per esperienza personale, "No dai, guardiamo un film", "No dai, dura troppo", "No dai, non mi va di imparare una cosa nuova ora", etc. etc. Preferiamo passatempi più passavi e meno impegnativi mentalmente (gli indici di ascolti di Barbara D'Urso testimoniano quanta voglia abbiamo di seguire cose impegnative).

2. Predisposizione. Chi vuole avvicinarsi a questo mondo, tendenzialmente lo fa da solo, proponendosi comunque in maniera attiva, riprendendo esempi fatti su, se vede ad un tavolo qualcosa che non conosce, si propone di partecipare. Una cosa che collego spesso a questa voglia attiva di entrare nel mondo dei GdT, sono i tempi del liceo, mi ricordo di molte serate in cui uscivamo, stavamo per strada quel tanto da annoiarci, e il primo che proponeva "Andiamo a casa mia a giocare a Risiko" si beccava paccate di stima da tutti gli altri con la stessa voglia, mentre altri ragazzi, magari coinvolti perchè altrimenti sarebbero rimasti soli per strada, non mostravano lo stesso interesse, e agli inviti successivi preferivano tornarsene a casa a guardare una serie tv, quindi c'è comunque una sorta di predisposizione naturale a voler "usare il cervello per costruire qualcosa".

3. Negozianti furbi. Quando vado in una città diversa da quella dove abito (Roma) cerco sempre i negozi di GdT nelle vicinanze, per poterli esplorare e anche banalmente guardare le nostre amate scatole, mi fingo sempre inesperto, il 90% delle volte il negoziante cerca di appiopparmi cacca dallo spazio, l'ultimo che ricordo, alla mia richiesta di "un gioco gestionale, dove posso gestire una fattoria o qualcosa di simile, bla bla bla", insomma, gli descrissi Agricola praticamente, glielo servii su un piatto d'argento, mi propose Silk... Alcuni negozianti di GdT, sono appunto solo questo, negozianti, che vendono merce, ed ovviamente cerchi di liberarti della merce che sai che difficilmente venderai, soprattutto ad un pollo con l'accento terronico a Mantova, sai che non lo rivedrai mai più probabilmente, quindi via di "pacco". Questa è una mia esperienza su pochi casi, di certo non ho fatto uno studio scientifico, però se capita spesso a me, penso capiti anche ad altre persone davvero inesperte, e se ad una persona gli propini un giocaccio brutto brutto penserà "Questi sono i famosi GdT moderni di cui tutti tessono le lodi? Ma che andassero a ca****", e ti bruci un potenziale giocatore per sempre.

In sostanza, conclusione triste, non penso che i GdT diventeranno mai un passatempo degno di nota in Italia, non siamo predisposti ne mentalmente ne culturalmente.
 

volmay

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[...] l'ultimo che ricordo, alla mia richiesta di "un gioco gestionale, dove posso gestire una fattoria o qualcosa di simile, bla bla bla", insomma, gli descrissi Agricola praticamente, glielo servii su un piatto d'argento, mi propose Silk...
Ma almeno ce lo aveva Agricola, visto che ultimamente è molto difficile da reperire?
 
T

themanwhosoldthewhole

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Aggiungo la mia, guardando a quello che potrebbe NON far avvicinare "l'uomo qualunque" ai GdT moderni.

1. I GdT sono un passatempo impegnativo, ricordiamoci che siamo lo stesso paese che ha una percentuale di lettura libri prossima a quella di paesi analfabeti, generalmente, siamo un popolo "stanco", che torna la sera a casa e vuole solo sedersi sul divano e spegnere il cervello, forse perchè lavoriamo male, forse perchè il mondo lì fuori ci stanca troppo durante la giornata, sta di fatto che è difficile trovare persone disposte a giocare la sera, lo dico per esperienza personale, "No dai, guardiamo un film", "No dai, dura troppo", "No dai, non mi va di imparare una cosa nuova ora", etc. etc. Preferiamo passatempi più passavi e meno impegnativi mentalmente (gli indici di ascolti di Barbara D'Urso testimoniano quanta voglia abbiamo di seguire cose impegnative).

2. Predisposizione. Chi vuole avvicinarsi a questo mondo, tendenzialmente lo fa da solo, proponendosi comunque in maniera attiva, riprendendo esempi fatti su, se vede ad un tavolo qualcosa che non conosce, si propone di partecipare. Una cosa che collego spesso a questa voglia attiva di entrare nel mondo dei GdT, sono i tempi del liceo, mi ricordo di molte serate in cui uscivamo, stavamo per strada quel tanto da annoiarci, e il primo che proponeva "Andiamo a casa mia a giocare a Risiko" si beccava paccate di stima da tutti gli altri con la stessa voglia, mentre altri ragazzi, magari coinvolti perchè altrimenti sarebbero rimasti soli per strada, non mostravano lo stesso interesse, e agli inviti successivi preferivano tornarsene a casa a guardare una serie tv, quindi c'è comunque una sorta di predisposizione naturale a voler "usare il cervello per costruire qualcosa".

3. Negozianti furbi. Quando vado in una città diversa da quella dove abito (Roma) cerco sempre i negozi di GdT nelle vicinanze, per poterli esplorare e anche banalmente guardare le nostre amate scatole, mi fingo sempre inesperto, il 90% delle volte il negoziante cerca di appiopparmi cacca dallo spazio, l'ultimo che ricordo, alla mia richiesta di "un gioco gestionale, dove posso gestire una fattoria o qualcosa di simile, bla bla bla", insomma, gli descrissi Agricola praticamente, glielo servii su un piatto d'argento, mi propose Silk... Alcuni negozianti di GdT, sono appunto solo questo, negozianti, che vendono merce, ed ovviamente cerchi di liberarti della merce che sai che difficilmente venderai, soprattutto ad un pollo con l'accento terronico a Mantova, sai che non lo rivedrai mai più probabilmente, quindi via di "pacco". Questa è una mia esperienza su pochi casi, di certo non ho fatto uno studio scientifico, però se capita spesso a me, penso capiti anche ad altre persone davvero inesperte, e se ad una persona gli propini un giocaccio brutto brutto penserà "Questi sono i famosi GdT moderni di cui tutti tessono le lodi? Ma che andassero a ca****", e ti bruci un potenziale giocatore per sempre.

In sostanza, conclusione triste, non penso che i GdT diventeranno mai un passatempo degno di nota in Italia, non siamo predisposti ne mentalmente ne culturalmente.
Cazzo, sottoscrivo in pieno i punti 1 e 2. Sul punto 3 non ho esperienza diretta ma adesso che mi hai messo la pulce nell'orecchio voglio provarci (non a Roma dove i principali negozianti mi conoscono visto che li ho campati).
 

Lorenzo7

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premetto che, per non farmi influenzare, ho letto solo il post di apertura e rispondo su quello.
leggerò sicuramente anche tutte le risposte, ma prima voglio rispondere senza farmi influenzare.

ed ecco la mia risposta:

mi pare che l'utente che ha aperto il topic voglia dire che in Italia manca la cultura ludica.
ma il punto è ben più a monte: in Italia non manca la cultura ludica, manca LA CULTURA. punto. semplice.
in Italia mancano valori importanti di base sui quali tutto il resto possa appoggiarsi: nel lavoro mancano istruzione e meritocrazia, nei rapporti sociali mancano tolleranza, rispetto, civiltà, accoglienza, umanità...

in Germania la cultura ludica si appoggia a una società civile rispettosa, organizzata, osservante delle regole e civile.
in Italia non è così: qui vincono i prepotenti perchè vengono visti come "i forti" e quindi la gente li segue senza ragionarci sopra, qui abbiamo razzismo, bullismo, intolleranza.

provate voi ad andare in ludoteca e sentirvi dire da uno dei responsabili: "Ma come pretendi di venire qui a giocare? Tua moglie è un'handicappada di merda" (il termine handicappata è un modo per sfotterla perchè è molto bassa di statura).
provate voi a sentirvi dire da un altro responsabile della ludoteca: "Tua moglie ha perso il lavoro e siete in difficoltà economiche, quindi è meglio che non interagite con gli altri clienti, altrimenti due poveracci come voi gli danno solo fastidio. Dopotutto si sa che la gente come voi ruba!" e quando ho risposto che non era giusto giudicarci per cose che non abbiamo fatto, lui ha detto: "Ma cosa mi frega dei tuoi valori morali? I valori morali non valgono niente in contanti. Guarda che noi non trattiamo mica le persone in base all'etica, mica siamo dei perdenti..."

cioè, secondo voi i giochi di società sono poco diffusi perchè manca la cultura ludica?
secondo me manca la civiltà e il rispetto...
 

MMGrizzly

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premetto che, per non farmi influenzare, ho letto solo il post di apertura e rispondo su quello.
leggerò sicuramente anche tutte le risposte, ma prima voglio rispondere senza farmi influenzare.

ed ecco la mia risposta:

mi pare che l'utente che ha aperto il topic voglia dire che in Italia manca la cultura ludica.
ma il punto è ben più a monte: in Italia non manca la cultura ludica, manca LA CULTURA. punto. semplice.
in Italia mancano valori importanti di base sui quali tutto il resto possa appoggiarsi: nel lavoro mancano istruzione e meritocrazia, nei rapporti sociali mancano tolleranza, rispetto, civiltà, accoglienza, umanità...

in Germania la cultura ludica si appoggia a una società civile rispettosa, organizzata, osservante delle regole e civile.
in Italia non è così: qui vincono i prepotenti perchè vengono visti come "i forti" e quindi la gente li segue senza ragionarci sopra, qui abbiamo razzismo, bullismo, intolleranza.

provate voi ad andare in ludoteca e sentirvi dire da uno dei responsabili: "Ma come pretendi di venire qui a giocare? Tua moglie è un'handicappada di merda" (il termine handicappata è un modo per sfotterla perchè è molto bassa di statura).
provate voi a sentirvi dire da un altro responsabile della ludoteca: "Tua moglie ha perso il lavoro e siete in difficoltà economiche, quindi è meglio che non interagite con gli altri clienti, altrimenti due poveracci come voi gli danno solo fastidio. Dopotutto si sa che la gente come voi ruba!" e quando ho risposto che non era giusto giudicarci per cose che non abbiamo fatto, lui ha detto: "Ma cosa mi frega dei tuoi valori morali? I valori morali non valgono niente in contanti. Guarda che noi non trattiamo mica le persone in base all'etica, mica siamo dei perdenti..."

cioè, secondo voi i giochi di società sono poco diffusi perchè manca la cultura ludica?
secondo me manca la civiltà e il rispetto...
Ma dove vivi? Dai carogne cosi neanche alle scuole superiori....
Sulla cultura 100% ragione
 

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Secondo me funziona meglio la divulgazione con i bambini, che non hanno preconcetti.
L’adulto considera il gioco appunto una cosa infantile e non si avvicina e lo snobba.
Provato sulla pelle.
I bambini si avvicinano incuriositi, i genitori li tirano via con delle scuse subdole e idiote:“andiamo a mangare un gelato”, “dai, andiamo al parco sugli scivoli”. Come se il gioco da tavolo fosse un hobby sbagliato.
Coi bambini, durante una giornata educativa, mi è capitato di giocare anche 5/6 partite a kingdomino non volevano smettere. Erano entusiasti di qualsiasi cosa, volevano provare tutto, baobab, rino super hero addirittura Splendor. Entusiasti loro, mentre i genitori li volevano tirare via.
 

Lorenzo7

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3. Negozianti furbi. Quando vado in una città diversa da quella dove abito (Roma) cerco sempre i negozi di GdT nelle vicinanze, per poterli esplorare e anche banalmente guardare le nostre amate scatole, mi fingo sempre inesperto, il 90% delle volte il negoziante cerca di appiopparmi cacca dallo spazio, l'ultimo che ricordo, alla mia richiesta di "un gioco gestionale, dove posso gestire una fattoria o qualcosa di simile, bla bla bla", insomma, gli descrissi Agricola praticamente, glielo servii su un piatto d'argento, mi propose Silk... Alcuni negozianti di GdT, sono appunto solo questo, negozianti, che vendono merce, ed ovviamente cerchi di liberarti della merce che sai che difficilmente venderai, soprattutto ad un pollo con l'accento terronico a Mantova, sai che non lo rivedrai mai più probabilmente, quindi via di "pacco". Questa è una mia esperienza su pochi casi, di certo non ho fatto uno studio scientifico, però se capita spesso a me, penso capiti anche ad altre persone davvero inesperte, e se ad una persona gli propini un giocaccio brutto brutto penserà "Questi sono i famosi GdT moderni di cui tutti tessono le lodi? Ma che andassero a ca****", e ti bruci un potenziale giocatore per sempre.

Confermo: esperienza diretta in diversi negozi


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purtroppo è così, e anche peggio
 

MMGrizzly

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3. Negozianti furbi. Quando vado in una città diversa da quella dove abito (Roma) cerco sempre i negozi di GdT nelle vicinanze, per poterli esplorare e anche banalmente guardare le nostre amate scatole, mi fingo sempre inesperto, il 90% delle volte il negoziante cerca di appiopparmi cacca dallo spazio, l'ultimo che ricordo, alla mia richiesta di "un gioco gestionale, dove posso gestire una fattoria o qualcosa di simile, bla bla bla", insomma, gli descrissi Agricola praticamente, glielo servii su un piatto d'argento, mi propose Silk... Alcuni negozianti di GdT, sono appunto solo questo, negozianti, che vendono merce, ed ovviamente cerchi di liberarti della merce che sai che difficilmente venderai, soprattutto ad un pollo con l'accento terronico a Mantova, sai che non lo rivedrai mai più probabilmente, quindi via di "pacco". Questa è una mia esperienza su pochi casi, di certo non ho fatto uno studio scientifico, però se capita spesso a me, penso capiti anche ad altre persone davvero inesperte, e se ad una persona gli propini un giocaccio brutto brutto penserà "Questi sono i famosi GdT moderni di cui tutti tessono le lodi? Ma che andassero a ca****", e ti bruci un potenziale giocatore per sempre.
Ma anche qui... può capitare il furbo , ma non ditemi che siano tutti cosi su...
Io entrai per la prima volta in un centro gioco educativo per comprare un gioco. Avevo bene in mente di voler comprare Dixit perchè già lo giocavo con amici e sapevo cosa stavo andando a comprare. Ma ho comunque chiesto cosa aveva da propormi e all'epoca conoscevo solo puerto rico e i classici risiko monopoli ecc... Quindi ero effettivamente un nubbio
Mi consiglio i classici per neofiti : Ticket to ride , carcassone , Catan...(Cosi vedo succedere anche oggi un altro negozio della stessa catena)
Quindi ci sta che qualcuno cerchi di vendere l'invenduto(Oh sono commercianti mica vivono di meeple e token) ma non facciamo di tutta l'erba un fascio. C'è anche chi ci mette passione e cerca di aiutare il cliente.
Poi diciamocelo: tu daresti agricola in mano a uno che non capisce nulla e gioca per la prima volta in vita ? Neanche io avrei mai consigliato Agricola. Al massimo uno stone age
ps: A me silk piace e me lo hanno fregato sotto il naso a tutti i mercatini dell'usato possibili immaginabili :| prima o poi lo avrò
 

Emilius

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Non mi è chiaro il contesto di questo presunto dialogo, ma di certo, se un coglione del genere si permettesse di dire cose del genere a mia moglie, tempo un secondo e gli avrei spaccato il naso
 
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