Il GdT e l'uomo qualunque

Claudio79

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Clauz79
Il tema è sempre "scottante", e tutte le argomentazioni valide. Dal canto mio faccio eco a questi specifici punti:

- La cultura, o mancanza d'essa. Senza voler fare di tutta l'erba un fascio è evidente che la cultura dell'italiano medio è quella da cinepanettone, da rutti e scoregge, da saponetta nella doccia! ?‍♂️ Questo si traduce in una scarsa propensione al rinnovamento e una generale diffidenza verso tutto quello che non è "classico". :rolleyes: Inoltre può far fallire anche gli approcci basati sul party game più innocuo, e qui prendo ad esempio la mia tragica esperienza (già raccontata)in occasione dell'ultima serata "acchiappa-babbani", appena prima del lockdown, dove ho proposto Time's Up Celebrity 2 ad un gruppetto di amici ai quali voglio un bene dell'anima, ma che sono proprio uno spaccato dell'italiamedianità di cui sopra. Ok, non pretendo che si debba essere tutti dei nerd laureati in cultura pop, ma sant'Iddio....come puoi avere quarant'anni e non aver MAI SENTITO IN VITA TUA nomi come Peter Parker, Jean Luc Picard, George Lucas, Orson Welles......... :oops:

- La libertà di scelta. A noi piace divulgare il gioco perché sappiamo che FA BENE a tutti, ma non possiamo "pretendere" che faccia breccia nel cuore di tutti allo stesso modo, e bisogna farsene una ragione. Argomento già dibattuto fin troppe volte, ma sempre troppo vero per non ricordarlo!

- La stanchezza e la mancanza di stimoli. Purtroppo la "modernità" fatta di smartphone e scrollate coi pollici ci ha afflosciato un po' tutti, e per riprendersi ci vuole uno sforzo cosciente che spesso nemmeno io ho voglia di fare. :confused: Avrei mille hobby da approfondire, ma spesso manca il tempo e, se quest'ultimo c'è, manca la voglia. Personalmente mi nascondo dietro ad un dito con l'affermazione "bisognerebbe tornare ad avere vent'anni", che è una scusa ma anche una spietata verità! ?
 

Taiglander

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Discussione molto interessante. E' bello fermarsi a ragionare su queste tematiche perché in un modo o nell'altro portano anche a riflettere su di sé, sul proprio percorso, sulla propria collocazione in quest'ambito.
Premetto che sono quanto di più lontano possibile dal giocatore consapevole e divulgatore che è stato delineato in qualche post sopra, ossia da chi magari attraverso un'associazione o anche solo per iniziativa personale si propone di far conoscere il gioco da tavolo in tutte le sue forme a conoscenti e non, da chi partecipa a fiere ed eventi o addirittura li organizza, da chi caparbiamente si porta sotto braccio un party game ad ogni serata con gli amici. Non frequento associazioni, non sono mai andato a Lucca/Modena/Essen, e le uniche "ludoteche" che ho conosciuto - di cui riconosco comunque l'importanza per il mio percorso ludico - erano dei pub in cui le carte/regolamenti di giochi come citadels, anno domini o kaleidos puzzavano di fritto e unto come i locali stessi.

Eppure, in un modo o nell'altro sono entrato in questo mondo, ho approfondito gli aspetti che mi interessavano di più, ho affinato i miei gusti e creato una piccola collezione. Riflettendoci, concordo con quanto scritto da altri qui sopra, ma interpreto il tutto molto in chiave molto "personale", mi spiego:

1) Il mondo dei giochi da tavolo (e di carte, ruolo, miniature ecc...) si colloca perfettamente nell'ambito "cultura e hobby" accanto a letteratura, cinema, musica, fumetti, sport, cucina, caccia, pesca, uncinetto, motori, pittura, trekking, astronomia, divulgazione scientifica, bricolage, videogames, rievocazioni storiche, numismatica, modellismo, pure la pornografia, se vogliamo. Il fatto che ci sia gente interessata alle cose più disparate, che dia valore a un certo tema piuttosto che ad un altro, che spenda tempo e denaro per perseguire un certo interesse ignorando completamente il resto, non ci dovrebbe stupire perché è più che normale. Ok è triste se si è proprio delle capre in fatto di musica, se non si è mai preso un libro in mano o se si ignora completamente l'arte, ma personalmente non mi strappo i capelli se invece di visitare l'ultima mostra di Caravaggio arrivata in città si preferisce pensare alla prossima arrampicata o alla nuova serie tv. Perché in fondo il tempo libero è scarso e lo si occupa come si preferisce.

2) Ci si può chiedere come mai alcuni hobby/interessi sono più mainstream, più popolari, mentre attorno ad altri, anche se "sani" o "intelligenti" (per riprendere un recente articolo in homepage), vige ignoranza diffusa, diffidenza, sospetto, repulsione. Beh, non c'è bisogno di un esperto per vedere una chiara correlazione tra TV e popolarità di un certo hobby. Ciò che è mainstream trova spazio in TV, e se trova spazio in TV diventa ancora più mainstream. Ad oggi, non c'è ancora nessun mezzo più trasversale, più incisivo ed efficace del televisore che praticamente tutti hanno in casa. La TV raggiunge la nonna, la casalinga, l'operaio che rientra a casa la sera, i bambini che dovrebbero fare i compiti, la manager stanca del lavoro. Possiamo dire lo stesso della sala cinematografica, dell'edicola, della fiera, della libreria?

3) Ok è chiaro che il mezzo televisivo funziona perché la TV ce l'hanno tutti e perché è facile da accendere. Pur con l'avvento dei programmi on demand, delle smart TV e dei canali di streaming, il televisore ha successo perché è limitato nelle scelte: il calcio c'è e quindi te lo prendi, i programmi di cucina spopolano e i talk show su qualsiasi puttan**a abbondano. Quindi è facile "spegnere il cervello" e scegliere una tra queste poche opzioni. Attenzione: spegnere il cervello tra virgolette, perché se è vero che non abbiamo parte attiva nella scelta, se non minima, il cervello non è mai veramente spento. C'è chi si fa una vera e propria cultura sul calcio, sul gossip, sulle serie TV, sulla cronaca nera, memorizzando nomi, date, risultati, eventi. Non sottovalutiamo lo sforzo mnemonico di chi segue il campionato, la champions, i risultati della Bundesliga o i prezzi del calciomercato. Se finisci in una discussione con loro, passi per un ignorante - e in un certo senso lo sei.

4) Ora, venendo ai giochi e considerando le premesse qui sopra, io considero tristemente normale che non siano diffusi/conosciuti. Non solo presuppongono un accesso all'informazione diverso dalla TV, ma richiedono parte attiva e sforzo da parte dell'utente. Nell'ordine: scoperta che esistono, accesso all'informazione (internet, rivista, associazione...), studio personale per farsi un'idea delle possibilità, scelta del prodotto, acquisto attraverso canali particolari, defustellazione, lettura del regolamento, rilettura del regolamento, tentativo in solitario oppure ricerca di un gruppo di amici/familiari da coinvolgere, spiegazione del regolamento, rispiegazione del regolamento, finalmente gioco. E solo allora ti accorgi magari che il gioco non funziona per te, per le persone che hai coinvolto, o semplicemente per il momento in cui è stato proposto.

La difficoltà sta nel avere il gioco giusto, con le persone giuste, nel posto giusto, al momento giusto. Ci vuole predisposizione, come diceva qualcuno prima di me, interesse personale e capacità di motivare/interessare altri. L'approccio al gioco da tavolo è simile all'approccio alla lettura, devi scegliere personalmente un prodotto, informarti, affrontarlo singolarmente dedicandoci il tempo necessario, e a complicare il tutto si aggiunge poi il livello sociale di coinvolgimento del gruppo. Non è come trovare il libro giusto da leggere, è come trovare il libro giusto e poi goderne con altri. Il gioco presuppone di fermarsi, di ragionare sulla scelta e sullo studio. Guai a non avere le idee ben chiare sul regolamento, se si è babbani. Avrai a che fare sempre con quello che troverà la spiegazione noiosa, troppo difficile anche nel caso di Dixit, e che uscirà con frasi del tipo: "ma scusa non possiamo semplificare le regole e fare così o cosà?".

Personalmente, ritengo che a monte di una serata di gioco di successo, ci sia sempre un percorso lento di ricerca e valutazione che non tutti sono pronti a fare. Il tempo, al giorno d'oggi, scarseggia. Io ho avuto la fortuna di trovare un paio di amici e famigliari con gusti simili ai miei, e mi ritengo benedetto dal Signore. Altri famigliari, pur conoscendo il mio hobby, ancora non capiscono di cosa si tratta e mi descrivono come uno che fa "giochi di ruolo" (mai provato uno in vita mia).
Sinceramente l'idea di mettermi ad evangelizzare e a diffondere per le strade, considerando anche quanto io avrei recepito simili iniziative, mi spaventa. Ma meno male che c'è qualcuno che lo fa.
 

MaxJanot

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MaxJanot
Il GdT resta un grande momento di socializzazione attiva, in cui partecipiamo assieme ad altre persone ad un momento di svago in cui il nostro cervello deve essere impegnato (quanto dipende dalla complessita' e dalla lunghezza del gioco in questione).

E' difficile trovare oggi persone che cerchino questo tipo di svago, semplicemente perche' richiede una buona dose di impegno che molti rifiutano a priori. Le persone trovano complicato leggere il libretto di istruzioni di un qualunque elettrodomestico e magari chiedono al "tecnico" come funziona, perche' semplicemente non vogliono accendere il cervello, figurarsi mettersi ad ascoltare (non dico imparare) le regole di un gioco anche semplice. Dopo i primi 15 secondi di spiegazione troverebbe troppo complesso persino un Ticket To Ride (esperienza di vita vissuta).

Il compito, capite bene, e' arduo, ma non bisogna demordere. Piu' si parla di GdT, anche in modo sbagliato (come l'esempio della radio) tante piu' possibilita' ci sono che qualcuno si interessi, che faccia ricerche, domande. Ed il passaparola fara' il resto.
 
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Archie

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Sinceramente l'idea di mettermi ad evangelizzare e a diffondere per le strade, considerando anche quanto io avrei recepito simili iniziative, mi spaventa. Ma meno male che c'è qualcuno che lo fa.
Trovo questo contributo di una chiarezza e di una precisione persino disarmante: GRAZIE.
E riporto solo la chiosa finale che però, per me e gli altri soci promotori, risulta abbondantemente esaustiva.
Aggiungendo solo che giocare è si molto soddisfacente, ma un sincero ed accorato ringraziamento da chi hai fatto giocare e che, magari, per questo scopre questo nostro mondo e se ne innamora (anche fosse solo uno su cento) è impagabile.
 

Tullaris

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Condivido tutto quanto scritto sopra, ma provo solo a mettere due piccole note positive.
La prima che fra i figli dei miei colleghi (10-15 anni) Dobble è diffuso come un classico, e sovente lo portano dietro quando escono di casa.
La seconda è che con un amico stavamo organizzando un sabato in cui tenere una sessione di gioco di ruolo per ragazzi di 5 elementare (come bonus didattico, con sfondo storico), ma poi causa virus è saltato tutto.
 

redbairon

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redbairon
mah ... noi siamo appassionati e pensiamo che sia strano per altri non apprezzare il gdt, eppure ho parecchi amici a cui semplicemente non piace giocare ma fanno un sacco di altre cose ... per loro la serata gdt al tavolo è sprecata, meglio una birra al pub, un film al cinema, una pizza con partita nba, una di calcetto scapoli / ammogliati... insomma come sempre l'equilibrio sta nel mezzo e a volte penso che siamo troppo integralisti ... non è neanche sano dedicare tutto il proprio tempo libero solo al gioco "intelligente" ... il tempo libero per molti è poco, perchè il nostro dovrebbe essere quello giusto? ho provato con amici, con alcuni funziona e con altri no, alcuni hanno altre passioni anche più nobili altri semplicemente hanno fatto la serata, magari si sono anche divertiti ma per loro c'è di meglio .... amen
 

MaxJanot

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mah ... noi siamo appassionati e pensiamo che sia strano per altri non apprezzare il gdt, eppure ho parecchi amici a cui semplicemente non piace giocare ma fanno un sacco di altre cose ... per loro la serata gdt al tavolo è sprecata, meglio una birra al pub, un film al cinema, una pizza con partita nba, una di calcetto scapoli / ammogliati... insomma come sempre l'equilibrio sta nel mezzo e a volte penso che siamo troppo integralisti ... non è neanche sano dedicare tutto il proprio tempo libero solo al gioco "intelligente" ... il tempo libero per molti è poco, perchè il nostro dovrebbe essere quello giusto? ho provato con amici, con alcuni funziona e con altri no, alcuni hanno altre passioni anche più nobili altri semplicemente hanno fatto la serata, magari si sono anche divertiti ma per loro c'è di meglio .... amen
Condivido appieno quello che dici, però per alcuni il GdT NON è un'opzione per passare una serata, non la prendono in considerazione perché non conoscono nemmeno l'esistenza dei giochi da tavolo per adulti. È questa la categoria a cui bisogna cercare di arrivare.
 
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