I tre migliori giochi da tavolo di... Peer Sylvester

Ogni tanto riprendiamo questa gradita rubrica con un nuovo autore e stavolta tocca al tedesco Peer Sylvester

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Potrebbe esserci, tra voi, chi lo ha sentito nominare a fatica. In effetti Peer Sylvester non è un game designer sulla bocca di tutti e, quando sono andato a scorrere il suo elenco di giochi, ne ho trovati tanti editi da piccole e sconosciute case editrici, giochi che hanno pochissime valutazioni, molti dei quali creati a scopo ludico/educativo, data la sua professione di insegnante, a Berlino.

Ad esempio Big Cityz è un trivia game, ovvero un gioco in cui i partecipanti devono rispondere a domande nozionistiche sugli argomenti più disparati (in questo caso città famose). Per il 2022 è atteso All About Animals, che stavolta ha come tema gli animali.

Il primo successo arriva nel 2007 con König Von Siam, un gioco di maggioranze ambientato nel Siam (Thailandia), che ancora oggi è citato come uno dei più importanti e riusciti giochi con questa meccanica.
Ci sono tre fazioni in campo, rappresentate da cubetti gialli, blu e rossi ed ogni giocatore, attraverso le sue mosse, tenta di favorire l'una o l'altra fazione, sia facendole conquistare territori sulla mappa, sia acquisendone cubetti, per reclamarne il controllo a fine partita. Vince infatti che possiede più cubetti della fazione vincente. Senza dilungarci troppo, il gioco ha tre caratteristiche particolari che lo rendono unico: nessuno controlla direttamente una fazione, ma tutti possono agire su tutte; ogni volta che si rafforza il proprio controllo su una fazione, la si indebolisce sulla mappa, togliendole un cubetto; ci sono solo otto mosse a testa, in partita, identiche per tutti, effettuate giocando una carta, ma l'azione di “passare” è spesso altrettanto importante.
È anche possibile la vittoria istantanea di una fazione neutrale (gli inglesi) e in tal caso le condizioni di vittoria cambiano per tutti, premiando chi ha saputo mantenere maggiore equilibrio, prendendo cubetti di tutti i colori.

Il gioco viene rieditato dalla Osprey Games nel 2015 col nome di The King is Dead, cambiando ambientazione, mappa e inserendo una variante facoltativa (Mordred). Rimane però sostanzialmente lo stesso identico gioco. 
Ancora, nel 2020 esce la seconda edizione di The King is Dead, in cui scompare la variante Mordred e viene introdotta l'asimmetria facoltativa tra le carte di partenza. Questa nuova versione, seppur praticamente identica alla precedente – e a König Von Siam – riscuote un successo di pubblico decisamente maggiore, probabilmente per tre fattori associati: grafica molto più accattivante e curata, pubblico sempre in crescita, variante più apprezzata della precedente.

Prima di arrivare a Wir Sind Das Volk, altro suo grande successo, ho avuto l'occasione di provare anche Singapore, un gestionale abbastanza monotono e piatto, senza nessuna particolare nota di merito, se non quella di aver introdotto l'oppio tra i materiali da gestire, col rischio però di essere arrestati dalla polizia.

Venendo invece a Wir Sind Das Volk, parliamo del vincitore della prima edizione del Goblin Magnifico, nel 2015. Il gioco è realizzato assieme a Richard Sivél, che quell'anno fu anche ospite a Modena Play, col prototipo di quello che sarebbe poi stato pubblicato come Wir Sind Das Volk!: 2+2, ovvero la versione per quattro giocatori del gioco.
In Wir Sind Das Volk i giocatori controllano rispettivamente Germania Est e Ovest, negli anni della guerra fredda, fino all'unificazione della Germania (1945-1989). Devono diffondere la loro influenza e fa decollare l'economia della loro parte, a discapito dell'avversario.
Il gioco è complesso e in qualche modo ricorda Twilight Struggle, ma in questo caso Sylvester e Sivél hanno deciso di mantenere le cose più controllabili, optando per un draft di carte da un display comune, anziché una pesca da un mazzo. In tal modo è sempre possibile analizzare cosa si sta lasciando all'avversario e cosa invece è meglio sottrargli al più presto.
La versione per quattro, vede l'intervento di USA e URSS a fianco dei rispettivi alleati, con influenze nella politica, diplomazia, industria e forza militare. Tuttavia, pur giocando come “alleati”, i due partner vedranno a fine partita un solo vincitore, per cui ogni mossa va valutata sia nell'ottica di un rafforzamento del proprio schieramento, ma anche in un mantenimento di una certa indipendenza (le due Germanie), o di maggiore controllo imperialista (USA e URSS).

Sempre con la Osprey Games, nel 2016 pubblica Let Them Eat Cake. È un gioco per tutta la famiglia, basato su scelte simultanee (votazioni) e diplomazia, ambientato durante il Terrore, dopo la Rivoluzione Francese. Dovrete quindi adoperarvi per difendervi dai vostri compagni di partito che hanno come unico scopo quello di spedire sulla ghigliottina le vostre pedine. La tiepida accoglienza sia come recensione che come pubblico, non ne fanno un gioco imperdibile.

Il 2016 vede però anche la pubblicazione di North American Railways, stavolta ad opera della ben più agguerrita Spielworxx. Per la verità il gioco rimane un peso medio, come evidentemente è nelle corde di Sylvester, meno in quelle dell'editore tedesco che è solito pubblicare cinghiali decisamente pesanti.
È un particolare ferroviario che si gioca senza mappa e in cui la componente azionaria è protagonista della scena. I giocatori dovranno infatti far prosperare cinque diverse compagnie, comprando e vendendo le rispettive azioni, fino ad accumulare il maggior capitale possibile. Ha una buona accoglienza, anche buoni spunti (vi posso rivelare che venne valutato per il Magnifico di quell'anno), ma non abbastanza da elevarlo al di sopra della media.

Nel 2017, oltre ai già citati Big Cityz e Wir Sind Das Volk!: 2+2, arriva finalmente un altro successo di pubblico e critica per il nostro autore: The Lost Expedition, pubblicato anche in italiano (La Spedizione Perduta). È un gioco di sopravvivenza, in cui da 1 a 5 partecipanti cercano di attraversare la giungla alla ricerca di El Dorado, affrontando pericoli, malattie, fame e quante più catastrofi possibili. Molto sfidante e difficile, scala bene da 1 a 5 partecipanti, è facilmente approcciabile anche dai neofiti e tutte queste caratteristiche assieme ne hanno sicuramente decretato il successo.

Sempre con la Osprey Games, arriva, nel 2019, Judge Dredd: The Cursed Earth, che, pur facendo leva su un famoso personaggio dei fumetti e del grande schermo, non sfonda. Anche questo è un gioco di sole carte, cooperativo, molto rapido, che però forse non rende giustizia all'ambientazione scelta.

Relativamente più successo hanno i due nuovi giochi del 2020: Polynesia e Village Green.
Il primo ci porta nel famoso arcipelago, nel quale dobbiamo esplorare isole, pescare, raccogliere conchiglie e soprattutto scappare dal vulcano che sta per esplodere e cancellare chiunque vi sia rimasto troppo vicino. Vi rimando alla recensione del Signor Darcy per maggiori dettagli.
Village Green è invece in veloce e semplice gioco di piazzamento tessere (o meglio carte), in cui tutto ciò che si fa è pescare o una nuova carta giardino, o una nuova carta punteggio e piazzarla nella propria plancia 4x4. In questo modo, piazzando, rimpiazzando, attivando, girando carte, si tenta di ottenere la combo migliore per il punteggio e vincere la partita.
Intendiamoci: nessuno dei due giochi è memorabile.

Proprio quando ormai si dava per spacciato l'estro creativo di Peer Sylvester, ecco che arriva il colpo di coda Brian Boru.
Si tratta di un gioco di maggioranze e controllo territorio, la cui insolita meccanica principale è il trick-taking, ovvero le “prese” fatte con le carte, in cui vince la presa chi gioca quella più alta, ma anche gli altri hanno un “premio di consolazione”. Il gioco mantiene l'interazione e la tensione tipica di un gioco di maggioranze, ma il trick taking gli conferisce sicuramente un sapore diverso e l'originalità del tutto viene amplificata.

In sostanza, Peer Sylvester non è sicuramente un autore dei più noti e nemmeno dei più prolifici, ma è riuscito a mettere a segno quei 3-4 giochi fatti davvero molto bene, alcuni dei quali sono anche divenuti punti di riferimento nel genere di appartenenza.

The King is Dead / König von Siam

Questo è il gioco, tra quelli di Sylvester, che conosco meglio, sia per numero di partite, che per aver provato tutte e tre le versioni. E a questo proposito, venendo subito al sodo, quella che vi consiglio è probabilmente l'ultima, sia per estetica, che per la mappa, maggiormente equilibrata alla prima di König von Siam. La variante invece va un po' a gusto: personalmente preferivo quella contenuta nella prima edizione di The King is Dead, ma devo anche dire che preferisco il gioco, nel complesso, senza varianti, nella sua versione liscia.

Perché dovreste provarlo

The King is Dead è probabilmente uno degli esempi più significativamente perfetti del principio del “less is more”. Otto azioni per tutta la partita, ma ce n'è una nona che spesso non viene menzionata ed è altrettanto importante: passare. In questo gioco, una regione viene conteggiata quando tutti passano consecutivamente e a quel punto tale regione sarà bloccata per il resto della partita. Sapere quando passare è altrettanto importante che sapere quando giocare. Specie se si gioca in quattro, a coppie, altro punto di unicità e forza del gioco.
Nell'ambito delle maggioranze, riesce a dare un'enorme profondità con un tempo di gioco contenuto e regole, come detto, essenziali. Per questo è uno dei giochi migliori, se non il migliore, per chi vuole scoprire tale meccanica senza impegnare una serata e senza altre sovrastrutture.

Cosa potrebbe non piacervi

The King is Dead è quasi un astratto. Sebbene parte da fatti storici che ne ispirano le meccaniche, il risultato finale è decisamente arido e calcoloso. Leggo spesso di giocatori alle prime armi che arrivano alla fine partita e non sanno come è arrivata la vittoria. Beh, ovviamente non è così: ogni mossa ha conseguenze a lungo termine, va pesata e calcolata e il capire bene come avvengono gli spareggi è una cosa fondamentale. Però proprio il suo aspetto “semplice” è una delle cose che ingannano e spiazzano chi lo approccia con troppa superficialità.

Wir Sind Das Volk!

In questo "Magnifico" titolo edito dalla Histogame e creato insieme al buon Sivél (Maria), Peer Sylvester ricrea lo scacchiere sul quale le due superpotenze USA e URSS si contesero il predominio culturale, in una sfida tra dottrina capitalista e ideale comunista svoltasi nella Germania divisa dal muro per più di 40 anni. I giocatori impersoneranno la Germania Est con la sua fragile economia, costantemente vessata dallo status della Germania Ovest, durante l'arco delle 4 decadi (turni) di gioco. 

Perché dovreste provarlo

Se avete amato Twilight Struggle ma siete di quelli che hanno odiato l'alea del titolo, allora WSDV è il titolo che fa per voi (insieme a 30 frustate sotto le ascelle, per l'insulto al cafolavoro della GMT). Il motore di gioco, un po' come gran parte dei card-driven, è molto simile al titolo di Gupta e Matthews, ma la pesca delle carte viene sostituita da un display di carte, aumentando l'impianto strategico del titolo. L'asimmetria delle due fazioni è inoltre elegantissima: nonostante l'impianto regolistico sia tutto sommato il medesimo per entrambi gli schieramenti, le poche differenze (soprattutto nelle condizioni di vittoria) caratterizzano perfettamente i due gameplay, avendo così una Germania Ovest che con il suo benessere dovrà far vacillare la struttura della Germania Est, mentre la controparte Socialista si troverà di fronte ad una lunga lotta per la sopravvivenza. Tutto ciò con un'iconografia azzeccata e molto chiara.

Cosa potrebbe non piacervi

L'asimmetria del titolo forse potrebbe tenere alla larga i giocatori che soffrono titoli molto ansiogeni. Giocare la Germania Est sarà una lunga via Crucis, considerando anche il fatto che il titolo sia altamente strategico, una falsa partenza unita ad un divario di esperienza tra i due giocatori, potrebbe vedere una fazione praticamente bullizzata dal proprio antagonista, vi assicurò però che il titolo ha anche dei difetti.

Perché dovreste comprare l'espansione WSDV 2+2

L'espansione 2+2 introduce le due maggiori superpotenze URSS e USA, portando 4 giocatori (né uno di più, né uno di meno) in uno scontro tra due blocchi su scala mondiale. Le due superpotenze si sfideranno per il dominio militare, sulla corsa allo spazio e nel mentre sapere quando dar man forte al proprio pupillo tedesco...e quando sabotarlo. Sì, perché alla fine della partita il vincitore sarà solo uno. Il gioco quindi acquisisce un metagioco COIN - Like, esattamente come nei titoli della serie sui conflitti irregolari della GMT le quattro fazioni in gioco si dividono in due blocchi che si fronteggiano, ma all'interno di ogni schieramento bisogna capire quando dar man forte al proprio compagno e quando riservargli il giusto colpo basso. Se avete amato il gioco base, adorerete questa piccola ma grande espansione.

Brian Boru

Dedicato al Re d'Irlanda attorno all'anno Mille, Brian Boru prende come scusa la lotta dei clan irlandesi per mettere in scena un gioco di maggioranze, meccanica che ha dimostrato essere nelle sue corde. 
In questo caso la lotta sul tabellone si articola su due piani: una maggioranza all'interno di ciascuna delle otto regioni irlandesi, che frutta sempre punti in proporzione al numero di città, poi il tentativo di espandersi il più possibile su tutta la mappa, piazzando almeno un disco per regione, per il bonus finale. I due obiettivi, com'è giusto, sono in contrasto e sta al giocatore bilanciarli.
La vera novità del gioco, però, sta nella meccanica di trick-taking che fa da motore al tutto: c'è un mazzo di 25 carte di vari colori, corrispondenti alle città (rosso, giallo, blu e bianco, che è un colore jolly), numerate da 1 a 25. Ogni carta ha un effetto principale, che viene eseguito da chi si aggiudica la mano e uno o due secondari, fatti da chi la perde. L'effetto principale prevede sempre di piazzare un disco controllo sulla città bersaglio. Si gioca quindi ogni mano di un round esattamente come una partita a carte, dal primo di mano all'ultimo, giocandone una scoperta davanti a sé e poi risolvendo la presa tutti assieme, a partire da chi ha giocato la carta più bassa.

Perché dovreste provarlo

Sicuramente per vedere implementata una meccanica di trick-taking in un gioco su tabellone, cosa abbastanza insolita e qui, devo dire perfettamente riuscita e integrata. Anche i vari effetti delle carte, bilanciati col valore della carta stessa, sono ben dosati per andare a interagire con le varie parti della mappa e i tracciati che la circondano (politica, guerra, clero). Insomma un gioco certamente ben pensato e realizzato, con un bello spunto originale.

Cosa potrebbe non piacervi

È un peso medio, con una parte di fortuna data dalle carte che ti capitano in mano, seppur mitigata dal sistema di draft con cui vengono scelte. La forte interazione può non essere apprezzata da tutti.

Giochi principali di Peer Sylvester

2007 – König Von Siam
2009 – Filipino Fruit Market
2010 – Discover India
2011 – Singapore 
2014 – Wir Sind Das Volk!
2015 – The King is Dead
2016 – Let Them Eat Cake
2016 – North American Railways
2017 – The Lost Expedition
2017 – Big Cityz
2017 – Wir Sind Das Volk!: 2+2
2019 – Judge Dredd: The Cursed Earth
2020 – The King is Dead (Second Edition)
2020 – Polynesia 
2020 – Village Green
2021 – Brian Boru: High King of Ireland 
2022 – All About Animals

Si ringrazia s83m per la parte su Wir Sind Das Volk

Commenti

Secondo me l autore si meritava ampiamente un angolino della rubrica. Brian Boru è in wishlist, WSDF e the king is dead stupendi, the lost expédition gioiellino cooperativo che riesco a proporre a neofiti nonostante il grande rischio di giocata da Alpha player. 

Giusto per dare una info in più, Judge Dredd è uguale a The Lost Expedition, con un'altra ambientazione naturalmente. 

Curiosissimo di provare Brian Boru. Fosse per me lo comprerei subito, ma lo spazio in casa è quello che è... 

Brian Boru lo aspetto a un prezzo (per me) abbordabile, ma son convinto mi piacerà.
La Spedizione Perduta lo gioco in solitario, con grande divertimento (e frustrazione): set up veloce, emozione ad ogni pescata son proprio quello che cerco e qui lo trovo in abbondanza. Al punto che ero stato tentato di prendere anche la versione Judge Dredd, ma l'esitazione mi fece perdere l'offerta (va beh, amen).

Aggiungerei che King of Siam lo si può provare su yucata, così chi fosse titubante può scoprirlo.

Per gli amanti del solo esistono varianti non ufficiali su bgg per Brian Boru e The King is Dead. 

Wir Sind Das Volk! una chicca di bookkeeping da provare!... un gioco tra i miei preferiti

Segnalo 

clan scozzesi

otto regioni scozzesi 

Un lapsus coerente, immagino 😂

LuckyAnesa scrive:

Segnalo 

clan scozzesi

otto regioni scozzesi 

Un lapsus coerente, immagino 😂

maledetti irlandesi...

Wir sind da Volk e The King is dead li metterei senza dubbio tra i suoi giochi migliori, anche se non ho provato molto altro, considerando la loro validità fatico a pensare abbia fatto di meglio. Brian Boru m'ispira moltissimo, prima o poi potrei aggiungerlo alla collezione.

The Lost Expedition invece mi ha annoiato presto, sia chiaro non è un pessimo gioco, ma dopo qualche partita le decisioni diventanto quasi automatiche. Tra l'altro la versione cooperativa non mi ha convinto fino in fondo, quella competitiva si è rivelata migliore ma non è niente di eccezionale. A mio parere Lost Expedition è un gioco idele per il solitario, punto.

Dopo 5 partite e una liberante rivendita , mi prendo volentieri le frustrate sotto le ascelle, saranno comunque più piacevoli delle partite a Twilight struggle. Gioco frustrante come pochi. WSDV mi sembra avere il buono del "papà" ma quasi nulla del (molto) cattivo. Spero di poterlo provare a breve.

The King is Dead 1539° nel rank BGG è la "barzelletta" del mio gruppo nonchè della mia intera collezione.
Ogni volta messo sulla gogna e schernito come pietra di paragone quando un gioco ci schifa totalmente.
Un titolo che molto probabilmente non ho e non abbiamo compreso appieno e che letteralmente ci ha fatto comprendere come sia estremamente soggettivo il giudizio su un gioco, seppur ampiamente argomentato.
8 mosse che nonostante numerose partite ci sembrano alla fine governate da cosa? Boh...ragionamenti geniali? Culo? Chaos totale? Algoritmi straordinari? Appunto che non l'abbiamo capito...

L'atmosfera al tavolo è cupa e fredda, in un silenzio preoccupante si spostano cubetti cercando di indovinare le mosse altrui ma è completamente impossibile, con 8 mosse secche pensi di decidere qualcosa ma in realtà semplicemente assisti e subisci quelle decisioni prese al tavolo.
Troppo crudo e asciutto per i miei gusti, non è mai stato capace di regalarmi uno straccio di emozione positiva nell'azzeccare una mossa. 

Ovviamente appena ho capito come girava non è che mi aspettassi una serata di risate. 
Il  gioco si fa fatica a decifrare o interpretare, troppo teso in una maniera con accezzione negativa , nervosa.
Se qualcuno poi cerca di ricordarsi un pò le carte addio.

Insomma non si fosse capito sono rimasto molto scottato dopo aver letto in tana pagine pagine di complimentoni spregiudicati.
Per dire gli preferisco 8 minuti per un impero dove si spostano allo stesso modo i cubetti, ci sono poche mosse in un singolo match ma l'ho trovato decisamente più controllabile e gradevole.
Così giusto per dire la mia libera opinione su un titolo a cui tengo particolarmente ma in maniera negativa :).
 

Alexandor scrive:

(...) Un titolo che molto probabilmente non ho e non abbiamo compreso appieno (...)

Posso confermartelo 😬

The King is Dead è uno dei miei giochi preferiti. Semplice da imparare e difficilissimo da padroneggiare. Gode di un' ottima accessibilita e di un'infinita profondità. Per me rimane il re dei tattici ed un capolavoro senza tempo. Brian Boru non vedo l ora di provarlo (sto attendendo da diversi giorni la mia scatola presa in offertissima  in amazon e speditami chissà da quale paese dimenticato da Dio). Mentre per quanto riguarda Wir Sind Das Volk! Aspetto prima di godermi il suo papà Twilight struggle con un po' di partite per poi puntarlo. 

"Il primo successo arriva nel 2007 con König Von Siam, un gioco di maggioranze ambientato nel Siam (Thailandia), che ancora oggi è citato come uno dei più importanti e riusciti giochi con questa meccanica."

permettetimi però di dissentire ma da chi?
BGG punto di riferimento internazionale
RANK: OVERALL 1,523

Voto:6.9

Dai diciamola che ci sta un bel pò di fighetteria chic nell'affermare che sia tutto sto capolavoro!
Anche suddividendo la classifica nella sottocategoria AREA MAJORITY siamo sempre dopo la 300 posizione.
In questo momento 1700 possessori al mondo che si sono presi la briga di segnalarlo.

Per me c'è di meglio ma di molto meglio, anche se ha 2 regole in più.
 

https://boardgamegeek.com/boardgame/319966/king-dead-second-edition

Rank: 421, media 7.8

Sempre se la classifica di BGG in cui vota anche mia nonna con 10 account falsi conta qualcosa...
... in ogni caso nessuno si stupisce se un gioco asciutto, freddo e teso come King of Siam non sia acclamato dalle masse. Non a caso la seconda edizione di King is Dead, che è identica, come gioco, alle due precedenti, ha una media molto più alta probabilmente solo per un fattore estetico, il che ci riporta all'affidabilità della classifica di cui parlavi prima. Classifica che però non era proprio nella mia mente, quando ho scritto quel paragrafo, basandomi su giudizi ben più competenti.

Se a te non è piaciuto, è legittimo e, come tu stesso dici, non lo avete compreso. Il che è evidente da frasi come "8 mosse che nonostante numerose partite ci sembrano alla fine governate da cosa? Boh...ragionamenti geniali? Culo? Chaos totale? Algoritmi straordinari?" o "Il  gioco si fa fatica a decifrare o interpretare, troppo teso in una maniera con accezzione negativa , nervosa. Se qualcuno poi cerca di ricordarsi un pò le carte addio" che sono esplicative.

Comunque, per quel che può servire, ti lascio la guida strategica, che può aiutare te e il tuo gruppo a giocare più consapevolmente a questo gioco.

Molto ben Agz, sempre preziosa la guida Strategica me la leggo e grazie.
Scorrendo il link che hai girato mi ritrovo perfettamente in questa descrizione che con le mie parole non sono riuscite ad esprimere a dovere:

Smart area control game, but one that isn't very fun to play. I can see why people who enjoy chess would like it, but too dry for my wife's tastes. Because if that it needs to go!

The King's Road is a better game overall IMO. The play is more subtle and allows for more fun moments other than just feeling like a cube pusher.

Posso benissimo capire molte le tue critiche, é chiaro che non é un gioco caciarone o anche solo "divertente" ; molti a cui l'ho fatto scoprire mi sono grati ma ho alcuni compagni di gioco ai quali mi guardo bene dal proporlo prevedendo un mezzo fiasco. Mi permetto però di fare due appunti. 1)non essere divertenti, intendendo con questo capaci di generare combo spettacolari, colpi a sorpresa, interazioni serrate, risate, turni rapidi e dinamici ecc..., é una caratteristica di molti German con una natura calcolosa, probabilmente i migliori della categoria tendono ad essere proprio i meno "divertenti". Ricordo che nella recensione di Alta Tensione dei bravissimi Shut up and sit down, uno dei recensori diceva "lo consigliamo sicuramente, ma tenete bene a mente che questo gioco non rappresenta per tutti l'idea di divertimento di un venerdì sera". Anche the crew si gioca in un simile "silenzio inquietante", ma l'essenza del gioco, che piaccia o meno, é tutta lì. Non é un difetto, ma una caratteristica del gioco. Di conseguenza va accettata come premessa, se il tuo gruppo non é predisposto ad una simile esperienza, se vuole giocare piuttosto che affrontare un gioco, The King is Dead non potrà che essere accolto negativamente. Probabilmente più di tutto inganna la breve durata, ma non tutti i giochi brevi e semplici (come regole) sono necessariamente anche leggeri.

2) Definirlo arido, spartano, non immediatamente intuitivo e teso "in maniera negativa" sono opinioni soggettive basate sulla propria esperienza di gioco, quindi accettabilissime anche da chi non le condivide (io adoro il tipo di tensione che genera). però se lo definisci incontrollabile e caotico sbagli, molto semplicemente. Si vince a caso la prima partita, da lì in poi chi meglio ha capito il gioco vincerà sistematicamente, garantito. Serve tattica, pianificazione, rischio calcolato, tempismo, una sola mancanza in uno di questi aspetti e la vittoria é compromessa. é un gioco deterministico in cui spesso si arriva al penultimo o ultimo round con grande incertezza e osservando spasmodicamente cosa farà l'avversario con quella sua ultima carta, specialmente se non ricordi quale sia. Trovamene un altro che regali altrettanto. 

Poi in 4 per me da il meglio. L'intesa non verbale tra i due parner é difficile da affinare e non può essere impostata a priori, ma quando ci riesci da una soddisfazione che pochissimi giochi a squadra sanno eguagliare. L'ultima partita ho perso per un errore (e so esattamente quale e in quale round) della mia compagna di squadra alla sua prima partita. Questo gioco é , e non é, tutto quello ch vuoi, ma caotico PROPRIO NO. 

Grazie mi hai dato una bellissima risposta.

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