L' anteprima mi fa pensare che potrebbe diventare un ottimo gioco da intavolare anche in famiglia, con figli non troppo piccoli, visto il livello di difficoltà settabile. Assolutamente da tenere in considerazione. Non mi è chiaro l'aspetto della rigiocabilità, magari con un livello diverso
Iniziamo subito con il dire che questa anteprima non è basata sulla sola lettura del regolamento, ma su ben due partite giocate con lo sviluppatore del gioco.
Inizio quindi ringraziando della disponibilità Simone Luciani che, oltre ad averlo sviluppato insieme a Daniele Tascini, lo ha portato alla Gobcon di Orte e ci ha permesso di provarlo.
Ma veniamo a noi.
Il gioco
Il titolo, edito dalla Cranio Creations e in uscita alla prossima Essen, è stato ideato da Asger Harding Granerud e Daniel Skjold Pedersen e sviluppato, come detto, dalla premiata ditta Tascini-Luciani.
Le azioni a disposizione sono quelle classiche:
- aumentare o diminuire la velocità: fondamentale in tanti casi anche quest'ultima, perché una velocità eccessiva abbassa la manovrabilità della nave;
- manovrare la nave: la nave fisicamente ruota sul tavolo; il lato dove punta fa scoprire le eventuali minacce nascoste, simboleggiate da carte coperte intorno ad essa. Si tratta di un’azione fondamentale anche per orientare i cannoni verso gli avversari;
- riparare i danni: durante le avventure si può essere colpiti da navi nemiche, o subire danni in altro modo. I danni sono rappresentati da tappi che ostruiscono gli spazi azione sulla nave e vanno tolti riparando la sezione corrispondente;
- caricare i cannoni: per poter fare fuoco i cannoni devono essere armati. Con tale azione si preparano due palle di cannone su entrambi - o uno solo - dei cannoni a disposizione (ce n’è uno per lato della nave);
- sparare: se carichi, è possibile fare fuoco con i cannoni su uno dei due lati della nave e assegnare gli eventuali danni ai nemici tramite il lancio di un dado, il quale prevede anche la rottura del cannone o la cilecca;
- esplorare: salendo sul posto di vedetta sull’albero della barca, è possibile girare e conoscere il contenuto di una delle carte minaccia ancora coperte che lo scenario prevede intorno alla nave. Ciò è fondamentale, perché alcune di queste carte, se girate solo nel momento in cui - manovrando - si trovano davanti alla prua della barca, possono danneggiarla.
Una menzione fondamentale va dedicata ai materiali di gioco, poiché sono parte integrante delle meccaniche. La nave, realizzata tramite l’incastro delle plance, così da dare vita a un vero galeone tridimensionale come mostrato nelle foto, è splendida.
Le clessidre vanno posizionati nei fori relativi alle azioni da compiere - fori nei quali, eventualmente, vanno piazzati i segnalini danno, simili a tappi di sughero che impediscono l’inserimento delle clessidre.
La grafica è molto simpatica e la scatola è bella e contiene anche una piccola anticipazione sulle avventure successive. All’interno tutto è ben pensato per riporre al sicuro i materiali e si trovano anche le buste chiuse, da aprire via via che si prosegue nell’avventura (come già Pandemic Legacy ci aveva abituato a fare).
Prime impressioni
Una storia di pirati appare adatto a gruppi di giocatori che sono orientati verso i cooperativi di media difficoltà, o che hanno apprezzato titoli come Pandemic Legacy o Space Alert.
Al contrario di altri titoli, in Una storia di pirati l’applicazione non è assolutamente invasiva e non si sente affatto durante la partita. Al contrario, è invece ben realizzata e di grande aiuto per tutte le fasi preliminari e successive alle varie sessioni; inoltre, dona un grande tocco di ambientazione e di immedesimazione in più.
Ovviamente non siamo davanti ad un gioco spacca-cervelli; ma, se questo è ciò che cercate, allora avete sbagliato a comprare questo piratesco cooperativo. Se invece si vuole fare una scanzonata avventura fra i mari godendosi ambientazione e meccaniche in tempo reale, potrebbe fare al caso vostro.