La mia meccanica preferita: Le Leggende di Andor Chada e Thorn

Un uso delle carte azione davvero originale... Siamo di fronte ad una nuova meccanica?!

Approfondimenti

Dal gioco più dimenticato (e dimenticabile) del pianeta viene fuori una meccanica davvero interessante. A dire il vero, il merito di aver scoperto questo “gioiello” non è mio, ma è di Banda del DBC (podcast di giochi e avventure…) che ne ha fatto una bella recensione qualche tempo fa, mi ha incuriosito e spinto a comprarlo. Me lo sono portato a casa per pochi euro di seconda mano e devo dire che il rapporto qualità prezzo è decisamente più alto di certi Kickstarter che ho fatto.

Set Up del gioco
Ma che cos’è Andor: Chada e Thorn? È uno spin off del ben più famoso Legends of Andor, ma che si basa su meccaniche completamente diverse. È un cooperativo per due giocatori secco (anche se può essere giocato in solo “two-handed”), basato su carte, che prevede una serie di scenari che compongono una sequenza, anche se potrebbero essere giocati indipendentemente. L’obiettivo di ogni scenario è di attraversare un percorso più o meno arzigogolato da inizio a fine con entrambi i personaggi. La mappa è composta da carte formato maxi, affiancate una vicino all'altra, di cui all’inizio si conosce solo la prima e l’ultima che rappresentano le vie percorribili con una serie di punti collegati da linee che in alcuni casi si biforcano formando sentieri più o meno lunghi e con diversi elementi da affrontare. I personaggi (in forma di standee di cartone) partono dall’estrema sinistra e sono inseguiti dalla Maledizione (un altro standee). Si perde immediatamente se lo standee della Maledizione raggiunge o supera anche uno solo dei due giocatori. Il gioco è quindi una specie di corsa in cui dovremo far avanzare i personaggi più in fretta della Maledizione che si muoverà sempre in risposta alle nostre scelte.

La meccanica interessante è il modo in cui i giocatori svolgono le azioni e come queste si allaccino e si intersechino con gli incontri durante il percorso. Invece di avere un classico mazzo di carte azione e le solite fasi di gioco in cui si pesca, si giocano carte, poi si passa e tocca ai nemici, qui i giocatori hanno un display di carte molto particolare. Ognuno possiede tre carte personaggio di fronte a sé fin dall'inizio del gioco. Sotto ciascuna di esse viene posta, coperta, una delle sei carte Anatema. Sotto ciascuna di queste carte si formano tre diverse colonne man mano che i giocatori aggiungeranno le nuove carte che acquisiranno, sia positive, sia negative e perfino le carte dei nemici. È possibile utilizzare solo la carta in cima a ciascuno stack e dopo averla utilizzata questa viene messa in fondo alla pila, dovendo quindi far girare tutte le altre carte prima di poterla utilizzare nuovamente.

Carta azione del personaggio Chada
Ogni carta personaggio ha dei punti azione da spendere (principalmente per muoversi sulla mappa) e/o degli effetti da applicare. Queste carte sono tutte diverse, alcune più utili e con maggiori opzioni, altre meno efficienti o specializzate in qualche effetto particolare, come acquisire un certo equipaggiamento o raccogliere risorse. Inoltre, la maggior parte delle carte ci permette di scegliere se utilizzare un effetto debole, ma sicuro, oppure un effetto forte, ma che presenta degli svantaggi, come l’avanzamento della Maledizione, un costo da pagare o il girare la carta stessa sul lato più debole. 

Il problema è che, come detto, in ogni colonna ci sono anche carte negative, in particolare ogni colonna parte con una carta Anatema con effetti diversi e generalmente molto problematici (in generale sono il principale modo in cui la Maledizione avanza sul percorso), oltre al fatto che ogni volta che si incontra un nemico, questo va aggiunto in fondo alla colonna dell’ultima carta utilizzata. Questo significa che, presto o tardi, ci troveremo a fare i conti con queste sfighe che, se non gestite, finiranno per ingolfarci i mazzi e limitare le possibilità di azione. Se vorremo utilizzare più spesso una certa carta, dovremo attivare lo stesso numero di volte anche la carta Anatema e tutte le altre carte di quella stessa colonna (salvo effetti particolari che ci permettono di evitarlo). 

Altre carte azione
C’è poi anche la possibilità di acquisire carte equipaggiamento e alleato. Ogni carta, però, una volta entrata in un determinato stack non potrà più essere spostata, quindi sarà di fondamentale importanza valutare bene quando prenderle e dove metterle: potrebbe capitare di non poter utilizzare un’arma potentissima contro un certo nemico perché si trovano nella sua stessa colonna (si possono attaccare solo i nemici che si trovano in cima ad una colonna) oppure non riuscire ad attivare una combo tra due carte perché non arrivano nel momento giusto. L’incastro tra le diverse carte e il bilanciamento tra quando prendere un bonus e quando attivare un malus è il cuore di questo gioco e gli dà un certo sentore di puzzle game che mi è piaciuto molto.

Le Leggende di Andor: Chada e Thorn è un gioco family con poche semplici regole alla portata di chiunque. Non è un capolavoro dal punto di vista tematico (l’ambientazione si sente a malapena) ed è forse più un race game di quanto non sia un gioco di avventura. Quello che, però, lo rende particolare è l’utilizzo di una meccanica di selezione azioni card-based che è un ibrido tra quello che Engelstein e Shalev definiscono Action Retrivial (ripristino delle azioni, ma in modo diverso da come avviene ad esempio in Concordia), Action Queue (coda delle azioni, ma in modo diverso da come viene fatto ad esempio in Mac VS Minions) e Action Selection Restriction (con una restrizione delle possibili azioni da compiere legata alla coda stessa). In un certo senso è una rondella senza rondella, con un numero di spazi azione variabile e incrementabile. Questo particolare sistema mi sembra un mix molto originale e per niente scontato che fornisce moltissime occasioni per scelte significative e soffertissime, permette una certa pianificazione, ma lascia anche un margine di incertezza dovuto alle azioni del compagno, alla pesca dei nemici e all’impossibilità di calcolare a lunghissimo termine. Non credo che sia un gioco da avere assolutamente in collezione, ma certamente è un gioco da provare per vedere una meccanica interessante che, a mio avviso, potrebbe essere sfruttata in molti altri titoli, magari più complessi.