Il KS di Pax Viking – Primissime impressioni sul prossimo “figlio di (un) Eklund”

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Sierra Madre Games

Prime personalissime impressioni sul KS lanciato dalla ION Games Design e Sierra Madre Games relativo all'ultimo gioco della serie "Pax".

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Pax Viking

Attenzione: la seguente anteprima è basata sulla sola lettura del regolamento e in nessun modo ha valore di recensione.

Link al kickstarter: https://www.kickstarter.com/projects/684398802/pax-viking-pax-renaissance-and-high-frontier-4-all-module-3

Qualche doverosa premessa

Premessa#1: l'articolo è stato scritto il 10 aprile e quindi tutto è basato su quello che si sapeva a quella data. In data 11 aprile sono però usciti degli aggiornamenti sul ks, in fondo all'articolo metterò una nota a parte scritta successivamente.

Premessa#2: quelle che seguono sono semplici impressioni, maturate dopo la lettura della pagina KS della Campagna da poco lanciata da ION Game Design & Sierra Madre Games per il trittico Pax Viking, Pax RenaissanceHigh Frontier 4 All: Module 3 e dalla lettura delle regole del gioco scaricabili da detta pagina. Come tali, esse sono personalissime e limitate al solo Pax Viking. Non si tratta, quindi, di una recensione del gioco in questione.

Premessa#3: le impressioni di cui alla Premessa#1 provengono da un giocatore che ha già provato, nell’ordine, Pax Renaissance (#grazieRage, cioè Rage76, per avermelo fatto provare), Pax Emancipation, Pax Transhumanity e Pax Pamir (grazie a GrandeMu per avermi fatto provare questi ultimi due), e che NON ama più di tanto l’ambientazione norrena/vichiinga.

Premessa#4: le seguenti impressioni provengono da un Goblin che, relativamente alla “questione crowdfunding”, è un simpatizzante del #teamSava (se non sapete chi è Sava, per punizione andatevi doverosamente a sentire tutte le puntate di Radio Goblin – Il Podcast della Tana dei Goblin QUI), cioè un giocatore tendenzialmente contrario a questa forma di produzione dei giochi da tavolo. Contrariamente al su citato Sava, però, talvolta personalmente cedo non senza fatica al pledge, specie se ritengo valido il gioco o se si tratta di riedizioni di titoli poco reperibili (Sava, perdonami!).

Premessa#5: frenare gli entusiasmi durante una campagna KS è un lavoro sporco, ma qualcuno deve pur farlo… Io, oggi, sono qui per questo.

Il Gioco

Il 7 Aprile 2020 la ION Game Design e Sierra Madre Games hanno lanciato la loro Campagna KS per alcuni titoli, a firma di Phil Eklund, attesissimi dalla platea di noi giocatori amanti di giochi di un certo spessore...

Si tratta della ristampa del noto Pax Renaissance (qualcuno lo ha già ribattezzato Pax Renaissance 2), da diversi appassionati considerato come la punta più alta della serie Pax; dell’ultima espansione di High frontier e, soprattutto, dell’ultimo nato della serie Pax, ovvero Pax Viking.

Setup
Il gioco (che vede Phil Eklund come sviluppatore e Jon Manker come Game designer), si propone come ideale gateway della serie, ovvero un titolo, approcciabile tendenzialmente da chiunque, che sia in grado di traghettare il giocatore all’interno del meraviglioso mondo dei giochi sviluppati dal baffuto Phil.

Stando così le cose, nell’attesa del KS, chi scrive ha maturato (credo legittimamente) alcune aspettative.

Personalmente, infatti, mi aspettavo di trovarmi davanti a un gioco che potesse permettere (in tempi magari ragionevoli, più brevi rispetto a un Pax di livello superiore per complessità) di pregustare quel che davvero comporta – per sensazioni, per “sfida intellettuale” e per meccaniche di gioco – giocare a un titolo di questa serie rinomata nel nostro ambito.

In nome di questa aspettativa, personalmente ero pronto anche a passare sopra al dato ambientativo, pur non apprezzando particolarmente tutto ciò che riguarda la tradizione storico-culturale dei vichinghi (meno che mai quelli che si sono spinti ad Est, misconosciuti come ammettono gli stessi Autori nel redigere il regolamento del proprio gioco).

Vediamo quindi se, dopo aver letto il regolamento disponibile nella Pagina del KS e la presentazione del progetto, il nostro autore è riuscito nell’impresa di convincermi a pledgiare tradendo, una volta di più, il #teamSava.

PERCHÉ SÌ – Ovvero alcune cose che son piaciute a me.

Andando per punti, anche tra loro slegati:

Pax Viking è un gioco che regge fino a 6 giocatori (cosa buona e giusta, sempre che poi il gioco scali bene…), probabilmente davvero tarato (leggendo il flusso di gioco) su un target quasi da family game, quindi giocabile anche da giocatori non espertissimi di questa forma di intrattenimento (d’altronde, deve fungere da antipasto agli altri titoli della serie, no?). Ha anche una versione (in sviluppo) per il gioco in solitario e per quello cooperativo.

Pax Viking ha un tabellone, delle plance e delle tiles (e non quasi solo esclusivamente carte: ciò potrebbe aiutare a non spaventare troppo i giocatori della prima ora…), oltre ad avere una grafica che personalmente mi sembra convincente, capace di mettere a proprio agio colui o colei che ci proponiamo di introdurre alla serie.

Sembra consentire, più o meno, di assaggiare un po’ tutte le meccaniche tipiche dei Pax: c’è un “mercato” (di solito sempre presente nei Pax) di “carte” (? Vedi oltre) da poter “schierare” in un proprio tableau (altro tratto tipico di alcuni Pax), ci sono dei pezzi da gestire su una mappa, ci sono multiple opzioni per giungere alla vittoria, c’è un sistema di “supremazia” basato sulla maggioranza di pezzi “calati” dalla propria plancia personale sulla mappa di gioco, c’è un’interazione (quantitativamente ancora difficilmente misurabile solo sulla carta, ma parrebbe esserci) tra i giocatori potenzialmente abbastanza cattivella, c’è un finale di partita che giunge in maniera variabile: c’è tutto, insomma… O no?

Pax Viking dovrebbe (questo, però, lo scopriremo solo vivendo… come diceva il buon Lucio…) coniugare il proprio essere un introduttivo ai Pax e avere al contempo una profondità tale da soddisfare anche i giocatori più esigenti (come detto, su questo punto sono assai dubbioso: la prova giungerà solo giocandolo).

Il gioco ha un regolamento (per ora) apparentemente molto più lineare e scritto comprensibilmente rispetto ad altri Pax (probabilmente complice anche la maggiore semplicità del gioco rispetto ad altri titoli dello stesso sviluppatore, qui peraltro affiancato da un diverso game designer).

PERCHÉ NO – Ovvero alcune cose che NON sono piaciute a me.

Sempre andando per punti, in ordine sparso:

Non ha le carte (sostituite dalle tessere). Fin qui potrebbe non esserci alcun problema, ma la sostituzione delle carte con le tiles (che vanno a comporre anche la mappa di gioco…) comporta, a parer mio, che il giocatore non è preparato a quello che – almeno attualmente – è generalmente un titolo della serie Pax, che vede le carte come centrali.

Tessere
Naturalmente, connesse alle carte vi sono tutta una serie di meccaniche, simboli (!) e usi svariati che i giochi della serie Pax fanno di questo semplice componente e che qui, in Pax Viking, non mi sembra di rinvenire (vero è che bisognerebbe comprendere bene e nel dettaglio cosa riporteranno le tiles al centro di questo titolo ma, nel confronto tra i due componenti, queste ultime mi sembrano uscire sconfitte nell’ottica della serie entro cui il gioco vorrebbe inserirsi… al netto di considerare che sono tonde, un dettaglio che ha fatto storcere il naso a qualcuno, specie nelle primissime fasi del KS. In un gioco che introduce ai Pax, chi scrive si aspetterebbe di trovare le carte che tanta parte hanno nei titoli di questa collezione.

Pax Viking, stante il punto precedente, non ha il classico mercato che compare generalmente negli altri Pax, con l’acquisto, per esempio, delle stesse tramite monete da lasciare sopra le altre carte posizionate nel mercato prima di quella acquistata. Vero è che è presente una track saga da cui acquistare le tessere, ma è qualcosa di leggermente diverso e che forse non restituisce la meccanica tipica di alcuni dei principali titoli di questo filone.

Questo gioco sembra avere una particolarità (per me poco convincente, nell’economia della serie a cui deve introdurre) anche nella gestione della mappa. Se, per esempio, in altri Pax il giocatore influisce sulle aree della mappa di gioco in virtù delle carte che ha sul proprio tableau (e sulle regioni riportate su queste ultime, anche in relazione a carte disposte sui tableau degli avversari), in Pax Viking vi è invece un’enfasi maggiore nel movimento delle navi in giro sul tabellone: se ciò, da un lato, consente di sentire meglio il tratto di esplorazione dell’ambientazione che si va a giocare (vado a conquistare terre inesplorate ad Est della Scandinavia e ci lascio dei seguaci “a presidio”, aumentando il mio potere legato a quanti pezzi calo su mappa), dall’altro allontana un po’ – secondo chi scrive – questo Pax dagli altri titoli della serie.

Pax Viking ha un’ambientazione che, al sottoscritto, interessa poco ed è poco stimolante. I vichinghi che si sono spinti a Est fanno la concorrenza, per livello di conoscenza media dei fatti da parte dei giocatori, alle guerre del Pamir… ma su questo, come detto in premessa, posso anche sorvolare se il resto mi convince… D’altronde, è un dato fortemente personale.

Concludo dicendo che forse costa troppo, almeno in relazione ad altri titoli della serie (alla data del loro lancio); e forse costa troppo soprattutto in relazione a quel che offre o dice di offrire.

Se davvero parliamo di un introduttivo al genere, e confrontandolo con gli altri titoli precedenti, sebbene i componenti siano di una qualità tale da convincere anche chi scrive, nel contempo non sono così sicuro e deciso nello spendere qualcosa come 80,00 $ (circa l’equivalente in Euro, spese di spedizione comprese) per un titolo che si auto-definisce introduttivo ad altri titoli della stessa famiglia (ma più complessi) che, all’atto del lancio, costavano meno. Anche questo è un dato probabilmente molto personale (lo so, ve lo concedo…), e si può imputare a tante motivazioni editoriali o meramente di produzione, ma penso di non sbagliare troppo quando affermo che molti giocatori dei Pax forse si attendevano un prezzo di acquisto di questo titolo se non altro in linea con quello delle altre scatole (più piccole, certo, con solo carte o quasi, vero anche questo…) della stessa linea editoriale.

MA QUINDI, SÌ O NO? – Ovvero le mie personalissime conclusioni.

Pax Viking è indubbiamente un buon gioco. Leggendo i punti che mi sono piaciuti e che ho elencato più sopra, ne esce un quadro per cui questo titolo potrebbe anche essere un instant pledge in piena regola, specie per gli amanti della serie o per coloro a cui piace avere tutti i titoli di un certo autore.

Inoltre, potrebbe davvero essere “il Pax che fa per me” per tutta una serie di giocatori, e pertanto il suo finanziamento su KS sarebbe – volendo – ben giustificato.

Perché, allora, il mio è un NI? (Sava, perdonami ancora!)

Infatti se, come insegna Sava, il NI è una risposta odiosa (vi capisco, specie in un articolo come questo che magari dovrebbe – dovrebbe? – essere di aiuto a dissipare eventuali dubbi), tuttavia in questo caso è davvero la risposta per me più calzante.

Il motivo è presto detto.

Il più grande problema che ho trovato con questo Pax, infatti, è il confronto di questo titolo con gli altri della stessa serie che ho già giocato.

Pax Viking, infatti, sembra avere più o meno alcune delle meccaniche tipiche di questi giochi, ma, alla fine della fiera, seppur il gioco sembri in sé buono, mi sembra di approcciarmi a giocare sostanzialmente ad un’altra cosa (almeno da quel che sembra uscire dalla lettura delle regole).

A ben vedere e al netto di tutti i punti elencati più sopra, quel che mi lascia perplesso è che in Pax Viking, da una prima visione del materiale disponibile all’osservatore esterno e nel confronto con gli altri titoli della serie, tutto sembra, meno che un introduttivo vero a quella stessa serie di cui dovrebbe essere il primo step di partenza.

Sembra essere un buon gioco, certamente, ma non sembra voler fare quello che doveva essere chiamato a fare, e cioè introdurre a titoli della serie Pax superiori per complessità: sembra, piuttosto, un buon titolo (probabilmente anche divertente e ben pensato) che però – complessivamente – non sembra essere il primo gradino di una scala chiamata Pax.

Per spiegarmi meglio, farò un esempio pratico utilizzando un altro titolo, e cioè Pax Pamir.

Pax Pamir (che ho giocato di recente, in quanto pochi giorni fa è stata lanciata anche la Campagna KS per ristampare questo titolo della serie Pax, ma il cui Autore è Cole Wehrle e non Eklund), infatti, personalmente ritengo che possa svolgere meglio di questo Pax Viking il ruolo di introduttivo alla serie.

Quanto detto pocanzi è avvenuto proprio pochi giorni fa, quando a un goblin totalmente digiuno di questi titoli è stato spiegato, anche in mia presenza, il gioco di Wehrle che ha molto in comune con altri titoli della serie (con, in più, il pregio di avere un regolamento credo comprensibilissimo anche per un neofita).

In sostanza, pur nella consapevolezza di schierarmi magari con una esigua minoranza di non totalmente euforici né entusiasti al 110% di questo KS che promuove un nuovo esponente della serie, allo stato attuale rimango dubbioso circa questo titolo.

Il consiglio – seppur mi renda conto che freni un po’ l’euforia da campagna di crowdfunding riuscito in poche ore – è forse quello di approfondire di più nei prossimi giorni di campagna KS, evitando l’instant pledge sull’onda di facili entusiasmi. Personalmente farò proprio così, e cercherò di vederci più chiaro (anche confrontandomi con altri goblin, perché il confronto fa sempre bene), prima di decidere se clickare o meno il tasto verde di Kickstarter.

In data 11 Aprile scorso, all’indomani della redazione di queste impressioni, è stato rilasciato un aggiornamento alla pagina KS del titolo in esame. Sostanzialmente, devo dire che i contenuti lì espressi non hanno fatto altro che convincermi un po’ di più dell’impressione che ho avuto e che ho cercato di trasmettere a chi legge. Il gioco, infatti, sembra essere frutto, a livello ideativo, di ambientazione e di concept, della mente di Jon Manker più che di Eklund padre (almeno stando a quanto si può leggere in questa nota di aggiornamento).

Ciò è, nella mia personalissima visione (ci tengo a ribadirlo), assai ben constatabile da quello che finora si è potuto vedere di questo titolo, sia in punto di elementi elencati nell’articolo come positivi (regolamento scritto meglio rispetto ai Pax di cui Eklund è il solo Autore, snellezza del gameplay, ecc.), sia per quelli proposti sopra in chiave meno positiva (sostanzialmente il titolo risente del fatto che non sia stato Eklund a concepirlo, mettendo quest’ultimo praticamente solo il “motore” di gioco, cioè alcune meccaniche “alla Pax”).

L’aggiornamento, quindi, mi ha in realtà portato ancor più a pensare che Pax Viking non assomigli tanto a un “introduttivo ai Pax” (come sembrava dovesse o volesse essere…) quanto a un (mi si passi il parallelismo con il mondo dei GdR) gioco diverso e a sé stante, solamente “powered by Pax”. 

Commenti

"Il gioco ha un regolamento (per ora) apparentemente molto più lineare e scritto comprensibilmente rispetto ad altri Pax"

Avevo già desistito dal finanziare il gioco, ma con questa frase mi hai convinto a lasciar perdere anche qualunque altro titolo di Eklund. :D

Ho letto il regolamento l'altro giorno e sembrava una via di mezzo tra un regolamento vero e degli appunti sparsi presi dall'autore su come dovrebbe funzionare il gioco. :D

Non sono granché d'accordo con le conclusioni. Appena ho un po' di tempo scrivo perché.

Tralascerei il discorso ambientazione: a me interessano più i vikinghi (specie se trattati, come in questo caso, dal punto di vista storico, cosa abbastanza rara nei gdt), che non il Pamir o un ennesima interpretazione del trito Rinascimento. Ma è soggettivo.

Allo stesso modo il discorso sull'autore fa acqua: come tu stesso hai detto, l'autore di Pamir 2a ed. è Wehrle e solo lui tra l'altro, ma questo non ti impedisce di considerarlo un Pax. In Viking c'è anche Eklund a mettere la sua firma, quindi da questo punto di vista non vedo il problema. 

Il gioco ha 9 azioni e 5 condizioni di vittoria diverse. Non vedo la "semplicità di un family", in questo senso, manco di striscio. Le 9 azioni sono per fortuna meno arzigogolate della media di altri Pax, e questo è in linea col creare un introduttivo alla serie. 

Il regolamento, se può consolare gli amanti dei Pax, non è per nulla semplice, come anche diverse prime impressioni hanno confermato. E' un po' più semplice del guazzabuglio a cui siamo abituati con Eklund, ma non vedo come potrebbe non essere un pregio. Non ci voglimao lamentare del fatto che sia scritto in modo più umano, vero?

Il fatto che non esiste un vero mercato non è esatto: esiste e acquisti dalla Saga Track. Poi interagisci anche coni tiles sulla mappa, legando in qualche modo il mercato anche all'esplorazione, esaltando il tema vichingo. Il tableau dei giocatori è certamente più limitato...in linea con l'idea che sia un introduttivo ai Pax. 

Ma ripeto: introduttivo ai Pax, non introduttivo in senso generale. Non va fatto passare il messaggio che questo gioco sia come Kingdomino. Col cavolo che lo dai a una famiglia, anche giocatrice, e glielo fai giocare al volo. 

Infine qualche considerazione personale che avevo postato sul forum: 

Io di Pax ne ho provati solo tre: Pamir (2a ed), Renaissance e Transhumanity.
Di questi Renaissance è quello che mi è piaciuto di più, ma è veramente ostico da mettere in tavola. Non puoi ripassarlo, dopo un po' che non lo fai, devi proprio ristudiarlo. E comunque se rifai una sola partita, è un po' come se la avessi buttata via, perché è estremamente denso di regole e cose che ti scappano.

Pamir mi è piaciuto, ma non mi ha entusiasmato, inoltre il reset della plancia dopo ogni scoring l'ho trovato anticlimatico e un po' povero, sia tematicamente che meccanicamente.

Transhumanity è quello col tema più affascinante, ma che ho sentito anche come più astratto, sia come ambientazione che come meccaniche. Inoltre come regole non l'ho trovato per nulla intuitivo e se devo fare quello sforzo allora gioco a Renaissance, che mi è piaciuto anche decisamente di più nell'innesco delle condizioni di fine partita, rispetto a Transhumanity.

Ora, leggendo Viking trovo:
- regolamento a livello di Pamir, quindi più facilmente assimilabile e ricordabile anche a distanza di tempo.
- ci sono comunque 5 condizioni di vittoria istantanea (agli scoring periodici) e una di fine partita, che mi lasciano l'ampio ventaglio strategico di un Renaissance
- il tema mi attira molto più degli altri
- la possibilità di giocare in 6, in modo sia competitivo che collaborativo, mi pare un bel valore aggiunto.

Insomma, penso che per gli appassionati di Eklund e dei Pax, Renaissance rimanga il top, ma per me personalmente - sulla carta - questo è più adatto e non rimarrà sullo scaffale dopo qualche partita.

@Agzaroth

dopo aver letto tuo commento ho ripreso in considerazione viking e ho ridato un'occhiata alla pagina ks.

In merito alla difficoltà, prendo per buono quello che dici tu e che comunque già tendevo a pensare anche io, anche se sulla pagina appare: "easy to learn for families and those new to the pax families".

Non mi è piaciuto molto il fatto per cui chiamano TILES quelle che invece saranno CARTE: questo è quello che ho desunto leggendomi gran parte dei commenti, dove appunto alcuni si lamentavano della cosa, tenendo anche conto che sono rotonde e quindi non imbustabili.

Infine:

- non c'è un video di gameplay (c'è un video dove in generale si parla delle idee dietro al gioco)

- non c'è il regolamento (sono scaricabili LIVING rules che, da quanto si legge, sono in fase di sviluppo)

- gli stretch goal non mi sembrano molto invitanti

Perciò il ks credo che non lo farò, magari vedrò di recuperare il retail dopo averne visto gameplay, regole, recensioni

Un grosso "grazie" per l'articolo, come forse si può evincere da un recente episodio di Radio Goblin sono uno che "apri il KS di Eklund, pledgia all-in, chiudi e torna a fare altro, poi forse un giorno riapri e leggi cosa hai pledgiato" apprezzo comunque molto l'approfondimento e le opinioni - specie perché trovo poco piacevole leggere i regolamenti senza avere il gioco sotto mano.

Sono fondamentalmente d'accordo con le conclusioni e le analisi di Agzaroth, ma non significa che i tuoi ragionamenti non abbiano valore; mi pare (mi PARE) che l'introduzione alle meccaniche di fondo dei Pax ci sia, alla fine se fai mercato dinamico di tessere (il perché del fatto che siano tonde lo spiega Manker nelle FAQ del KS, fondamentalmente per una questione di ergonomia) piuttosto che di carte cambia poco, quello che conta è che ti abitui alla forma mentis del "ora costa molto ma c'è, più avanti costerà meno ma potrebbe non esserci".

Se interessa, Manker indica questa come una scala di apprendimento per i Pax:


Pax Viking
Pax Pamir 2nd ed
Pax Porfiriana
Pax Transhumanity
Pax Renaissance
Pax Emancipation

Vediamo quante note avrà il regolamento, magari se si limiteranno a una dozzina e a un paio di riferimenti bibliografici sarà introduttivo pure per quello :D .

Una cosa sull'ambientazione (di cui nemmeno a me in partenza frega molto): secondo me il fascino metaludico di Eklund e Manker sta proprio nell'approfondire una tematica che non solo trovi poco interessante, ma a cui proprio non avresti pensato (Messico nel post-dittatura di Porfirio Diaz? Ma seriamente?), conoscerla attraverso il gioco e, proprio grazie a questa conoscenza, finire con l'apprezzarla. E questo, secondo me, oltre che un valore aggiunto impareggiabile è anche un gigantesco monumento al potenziale del gioco come medium per convogliare qualsiasi contenuto.

p.s. confermo che Eklund si è occupato solo dello sviluppo, l'idea di fondo è di Manker.

p.p.s. i costi scendono molto se pledgi all-in :P

p.p.p.s. ma quanto sono carini i meeplini a drakkaaaaaar? <3

"Il gioco ha un regolamento (per ora) apparentemente molto più lineare e scritto comprensibilmente rispetto ad altri Pax"



Avevo già desistito dal finanziare il gioco, ma con questa frase mi hai convinto a lasciar perdere anche qualunque altro titolo di Eklund. :D

Ho letto il regolamento l'altro giorno e sembrava una via di mezzo tra un regolamento vero e degli appunti sparsi presi dall'autore su come dovrebbe funzionare il gioco. :D

 

...bienvenido a Eklundonia, señor 8lackjack...

Boh. Spinto dall'articolo di Agz ho letto il regolamento su KS e visto cosa veniva proposto. Non mi sconfinfera. Sarà il tema (oddìo, l'Afghanistan del XIX° sec non è interessantissimo. Il Messico, invece, sì), la grafica tristanzuola, le carte/tiles rotonde (ma da quando una cosa rotonda è più ergonomica di una rettangolare nei GdT? Per ruotarle? ma davvero? Tutti a toccare e spostare...), i buchi neri della parte cooperativa o solitaria. Pure le meccaniche... Sarà che non sento necessità dell'introduttivo ai PAX. Manker, il designer, secondo me ha solo un po' ammantato di Eklundità il suo gioco, puntando ad una semplicità che il povero Eklund non so quanto apprezzi, viste le sue opere precedenti e le sue living-rules. Basta vedere la differenza tra PP 1ed e PP 2a ed, quando Wehrle si è liberato dell'ingombrante figura del padrino del PAX system...

Io ero partito abbastanza carico col pledge Viking + Renaissance 2 (in modo anche da ammortizzare le spese di spedizione), ma mi si è smorzato l'entusiasmo: un po' per il fatto che ho già tutto di Pax Renaissance prima edizione (promo comprese) e non l'ho ancora intavolato e in buona parte perché ho appena finanziato la ristampa di Pax Pamir* che mi pare già adatto come "introduttivo" ai Pax sebbene non di Eklund.

* tra l'altro il mondo è bello perché è vario, Il Grande Gioco mi affascina tantissimo, assieme a Renaissance, Pamir è quello col tema che prediligo: vedere sulle carte personaggi & co. che ho conosciuto leggendo saggi è un incentivo enorme

 

lucabrl scrive:

* tra l'altro il mondo è bello perché è vario, Il Grande Gioco mi affascina tantissimo, assieme a Renaissance, Pamir è quello col tema che prediligo: vedere sulle carte personaggi & co. che ho conosciuto leggendo saggi è un incentivo enorme

E' chiaro che giocare ad un gioco com PP amando ambientazione e tema, con cognizione e non per fascinazione, è un grande plus. Hai già dato un occhio alle carte e al flavour text? Che ne pensi?

Io, personalmente, amerei un PAX ambientato nel periodo che va dalla distruzione di Cartagine e Corinto alla nascita del Principato di Augusto; l'Anarchia militare, sempre dell'Impero Romano; il lungo periodo di pace nel XIX° secolo, dopo il trattato di Versailles (PAX Versailles? Pax Europa?), ricco di rivoluzioni borghesi o democratiche, sviluppo scientifico-tecnologico e IIa rivoluzione industriale, lotte sociali, romanticismo e positivismo, nazionalismo e imperialismo. Questo, forse, è IL tema, viste le ripescussioni sulle nostre vite e alcuni parallelismi con la nostra epoca.

Oppure la rivoluzione Cinese (anche se lì non si parte dalla pace, ma da conflitto)

Più leggo cose su questi Pax e più mi chiedo perché tanti li osannino. Prima o poi però ne proverò uno.

Per quanto riguarda la campagna KS, anch'io ho tentato di leggere il regolameto: è una cosa illeggibile, almeno per me.

L'unico video che c'è è di una tristezza infita. Buttato lì, tanto per fare, con Eklund che corregge Manker facendo il maestrino. Pare che non seguano nemmeno un scaletta ma che parlino a ruota libera. Mi ha lasciato davvero una impressione approssimativa, come tutto, a partire dal regolamento.

Io passo in attesa di provare un Pax (di Eklund), prima o poi, per capire davvero che mondo sia.

I video di Eklund su ciclo Bios sono anche peggio con l'autore che punta parti del tabellone o delle carte con una sorta di lancia :-) e non spiega praticamente niente.

Pero' i giochi di Eklund e/o della Sierra madre sono diversi da tutto quello che potrai trovare sul mercato. Ovviamente possono piacere o non piacere. Devi avere la pazienza di affrontare il regolamento, che e' comunque infinitamente meglio di quello di Res Publica Romana l'unico gioco che ho preso in ludoteca e non sono riuscita a giocare (ho ancora gli incubi di quel tomo dove il set up era a meta' del plico)

oracolodidelfi scrive:
E' chiaro che giocare ad un gioco com PP amando ambientazione e tema, con cognizione e non per fascinazione, è un grande plus. Hai già dato un occhio alle carte e al flavour text? Che ne pensi?
Fondamentalmente mi è bastato vedere carte dedicate ai vari Henry Pottinger, Dost Mohammad ecc. per incentivarmi, il flavour text mi sembra faccia la sua funzione di inquadrare in modo sintetico i ruoli, quasi un bigino utile per un ripasso. :)

Quote:
Io, personalmente, amerei un PAX ambientato nel periodo che va dalla distruzione di Cartagine e Corinto alla nascita del Principato di Augusto; l'Anarchia militare, sempre dell'Impero Romano; il lungo periodo di pace nel XIX° secolo, dopo il trattato di Versailles (PAX Versailles? Pax Europa?), ricco di rivoluzioni borghesi o democratiche, sviluppo scientifico-tecnologico e IIa rivoluzione industriale, lotte sociali, romanticismo e positivismo, nazionalismo e imperialismo. Questo, forse, è IL tema, viste le ripescussioni sulle nostre vite e alcuni parallelismi con la nostra epoca.

Oppure la rivoluzione Cinese (anche se lì non si parte dalla pace, ma da conflitto)

La cosa che mi attira dei Pax è il non usare "potenze" (a questo punto vedo difficile inquadrare un potenziale un Pax Sengoku, altro periodo che mi piace molto, già più possibile un Pax restaurazione Meiji dove i giocatori guidano commercianti o potenze straniere che influenzano il futuro del Giappone, di fatto una versione inversa di Pax Pamir): banchieri, principi afghani... Un Pax Romana con senatori mi pare attraente ad esempio.

Ti chiedevo delle carte di PP e del flavour text su di esse perhè sono stato il promotore della richiesta di controllo, da parte degli utenti, della traduzione di GiochiX delle stesse. Ma il flavour text necessita di conoscenze specifiche dell'argomento. Da quì la mia domanda, per sapere come avessi valutato il lavoro, preventivo, fatto.

L'ultimo secolo della Repubblica di Roma è stato un turbine: le forze in azione, però, non erano i senatori (potevano essere anche plebei: erano dei cooptati/scelti dai censori o semplicemente entravano come conseguenza di certe cariche) ma le fazioni aristocratiche, popolari e mercantili/cavalieri. Aggiungici le guerre contro Giugurta, Mitridate, le riforme dei Gracchi, la guerra servile (Spartaco e gli schiavi), la guerra sociale (i "confederati" di Roma erano stanchi delle briciole), la guerra civile, Gaio Mario e la riforma dell'esercito (decisiva), Silla e la dittaura aristocratica, Pompeo, i pirati, la conquista del medio oriente, i vari triumvirati, Gaio Giulio Cesare, altre guerre, il principato. Insomma di carte ne tiri fuori quanto te ne pare e di possibili condizioni di vittoria te ne tiro fuori diverse possibili: vittoria popolare cn conseguente democrazia "corretta" degli elementi troppo filoaristocratici; 2 vittoria popolare e principato o sorta di dittatura; 3 vittoria patrizia e rafforzamento istituzioni oligarchiche (Senato); vittoria dei cavalieri (simil borghesi) con conseguente allargamento della base di potere (a scapito del senato) oppure nomina dell'uomo forte che garantisca ordine e affari ai due ceti più importanti

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