Lucida analisi come sempre, mi piacerebbe leggere, data la tua enciclopedica conoscenza ludica, qualche ulteriore riferimento esemplificativo a singoli giochi, magari in una separata discussione e con una sorta di valutazione voce per voce degli stessi.
Questo è il primo di un trittico di articoli volti a far luce su alcuni termini comunemente utilizzati e riguardanti:
- profondità, strategia e tattica;
- complicazione e complessità;
- eleganza e meccaniche eleganti.
Troverete gli altri i prossimi lunedì, nell'editoriale.
In particolare, questo articolo nasce da una riflessione fatta su un altro: questo.
In particolare, alla voce “strategia” noterete voti molto diversi tra loro, che vanno dal minimo a un valore comunque alto.
Mi sono chiesto perché per quale motivo la profondità strategica venga vista in modo così differente.
Intanto, spulciando sul web, ho tirato fuori qualche definizione. Partiamo dalla profondità.
Possiamo definire la profondità come l'insieme di varietà di scelte e le conseguenze che tali scelte offrono al giocatore. Per cui un gioco si presenta tanto più profondo quante più sono le scelte offerte al giocatore e quanto più queste scelte incidono sull'esito della partita.
Riprendendo questo articolo di Balena Ludens, possiamo dire che si va dall'estremo del Gioco dell'Oca, in cui la scelta non c'è (tiro un dado) al Go, in cui ho la massima libertà di azione e in cui ogni pedina piazzata ha conseguenze a lungo termine per l'intera partita. In mezzo c'è tutto il resto, con varie gradazioni.
Definita la profondità, possiamo ora associarla agli aggettivi strategica e tattica.
Cerchiamo però prima di definire cos'è la strategia e cos'è la tattica, specie in ambito giochi da tavolo.
Anche qui, sul web, le definizioni si sprecano.
La strategia è un piano d'azione di lungo termine usato per impostare e successivamente coordinare le azioni tese a raggiungere degli obiettivi. La tattica è il metodo utilizzato per conseguire tali obiettivi.
E ancora:
Il termine strategia si riferisce ad un progetto che si vuole raggiungere con uno studio e un’analisi complessiva di tutta la situazione mentre la tattica fa riferimento ai mezzi, ai tempi e alle risorse con le quali realizzare la strategia stessa, ossia lo scopo che si era prefissato.
Parafrasando e sintetizzando:
La strategia definisce il cosa (vuoi fare), la tattica il come (lo fai).
Andando oltre, sempre dal web:
mentre la strategia crea il suo spazio autonomo, una tattica è una azione volontaria determinata dall'assenza di un luogo proprio; lo spazio della tattica è "lo spazio dell'altro": le tattiche sono azioni isolate che si avvantaggiano delle opportunità offerte dall'avversario.
Questa seconda precisazione, per i boardgames, ci offre un ulteriore spunto di riflessione. La strategia è quella che decido io di seguire (es.: in questa partita punto alla Transiberiana), la tattica è quella che deciderò di turno in turno, in base alle azioni/reazioni avversarie. Quindi la tattica dipende in buona parte anche dall'avversario.
Ancora:
cambiare tattica nel corso delle operazioni è normalmente possibile senza grossi problemi, e anzi è spesso vantaggioso per adattarsi a situazioni nuove o per ottenere la sorpresa sul nemico; cambiare strategia invece è di solito difficile e costoso, perché impone una riorganizzazione profonda e la modifica o l'abbandono degli strumenti/armamenti/organigrammi usati.
Quest'ultima specifica ci introduce alla associazione profondità + strategia/tattica, che è poi il punto di arrivo che ci interessa.
Se è possibile programmare una strategia a un gioco e se programmarla è più efficace che non farlo, allora quel gioco è sicuramente strategico. A Russian Railroads (come a Tzolk'in) non solo è possibile programmare una strategia (Transiberiana sì/no) ma è di solito più remunerativo seguirla piuttosto che cambiare in corsa, perché qualsiasi deviazione dalla strada intrapresa porta solo a un dispendio di risorse e a un punteggio minore.
Quindi Russian Railroads è un gioco strategico? Sicuramente sì.
È un gioco con profondità strategica? Solo in parte. Se da una parte le scelte fatte per conseguire una strategia hanno impatto a lungo termine su tutta la partita, dall'altra il gioco non offre alternative né come quantità iniziali di strategie da seguire, né è possibile cambiare queste strategie in corsa (o meglio, è possibile, ma andando in rimessa).
Notate anche che qui non mi sto riferendo a quanto sia difficile portare avanti una strategia, perché quello è campo della complessità (e magari ne parleremo in un altro articolo per distinguerla dalla complicazione), ma solo di quante scelte strategiche offra un titolo e di come sia possibile rimodularle in corso di gioco.
Quando parliamo di profondità strategica e tattica in un gioco, possiamo quindi riferirci a:
- Profondità Strategica. Quantitativamente è l'insieme di possibilità di pianificazione a lungo termine offerte al giocatore a inizio e in corso di partita; qualitativamente è l'insieme di conseguenze a lungo termine (tutta la partita) che tali scelte implicano.
- Profondità Tattica. Quantitativamente è l'insieme di immediate risposte possibili all'interferenza di un fattore esterno (giocatore, sistema); qualitativamente è l'insieme di conseguenze a breve termine (il turno in corso) che tali scelte implicano.
Per spiegare il secondo, torniamo a Russian Railroads: la profondità tattica c'è tutta. Il tabellone offre un'ampia possibilità di scelte, molte delle quali valide. Ma la maggior parte sono esclusive. Se io, nel turno, occupo lo spazio che dà soldi, il mio avversario potrà sì scegliere quello altrettanto valido dei lavoratori aggiuntivi, ma non avrà più, in quel turno, la possibilità di prendere soldi. La tattica che ho a disposizione mi offre un'ampia possibilità di azione (profondità tattica quantitativa) ma mi dice anche ogni mia azione sarà gravida di conseguenze pesanti in quel turno (profondità tattica qualitativa).
Come dicevo, sarà interessante vedere come complessità e profondità si sovrappongano almeno in un aspetto (le conseguenze a lungo termine), ma intanto vi lascio con questo spunto, curioso di sapere se condividete o meno questa mia personale analisi.