SD si adatta perfettamente ai miei gusti e lo preferisco su tutti i giochi, ma questa "versione" non mi attira per nulla, se capiterà... lo proverò
Quella che segue è un’anteprima basata solo sulla lettura di una bozza del regolamento e, dunque, non ha certo valore di recensione.
Lo capirete da soli; ma non c’era uno straccio di immagine disponibile.
Specie dominanti - classe 2010 - è considerato, a buon ragione, uno dei capolavori della GMT. In esso la meccanica - tedeschissima - del piazzamento lavoratori fa solo da sostegno a quella che è una vera e propria battaglia distruttiva, spietata, meravigliosamente tattica, imperniata sulle maggioranze; il tutto dà luogo a quello che è senza dubbio uno dei migliori ibridi mai concepiti da mente umana.
(Non è un caso che al titolo di Chad Jensen - a cui peraltro auguriamo di vincere la sua battaglia per la sopravvivenza - abbiamo dedicato ben tre recensioni, da quella subito successiva all'uscita a un recente atto d'amore, passando per un'inattacabile analisi oggettiva.)
Dominant Species: Marine ne riprende moltissimi aspetti, tanto da essere considerabile alla stregua di un vero e proprio rifacimento. Ma le differenze non sono poche - e sono sostanziali.
Il gioco in brevissimo
Ogni giocatore guida una delle classi animali (o equivalente: nel seguito solo animali) - rettili, cefalopodi, pesci e crostacei - che si contendono il predominio negli ambienti acquatici, mentre i dinosauri regnano incontrastati sulla terraferma. Attraverso un sistema di piazzamento lavoratori i giocatori devono gestire un tatticamente complesso sistema di maggioranze sui vari esagoni di terreno al fine di garantirsi i punteggi relativi nella fasi di conteggio; tali punteggi sono più alti - e vanno a più giocatori - tanto migliore è il terreno: la barriera corallina è meglio della sabbia, che a sua volta è più fruttuosa dell'oceano aperto.
L'azione chiave - l'evoluzione - permette, oltre a conteggiare le maggioranze su un terreno, di giocare una delle carte evento disponibili, le quali possono avere effetti finanche devastanti sulle specie in gioco - si badi bene che, tranne in un caso, le specie eliminate tornano nella scatola: ogni animale ha le specie contate. Quando esce l'evento Asteroide i dinosauri si estinguono, mentre gli umani al tavolo finiscono il round e poi contano i punti.
(La partita può essere allungata o accorciata variando il numero di carte nel mazzo degli eventi.)
Cosa rimane di Specie dominanti
Il sentore del gioco, bene o male, è lo stesso: una lotta tattica per la sopravvivenza in quello che è il più americano dei giochi ibridi.
Con qualche modifica, le azioni sono le stesse del gioco madre: anche in Dominant Species: Marines si possono aggiungere - o rimuovere - nutrimenti al tabellone o alle plance personali; rimuovere specie avversarie; aggiungere esagoni di terreno o devastare quelli esistenti - l'equivalente delle tundre ora sono ora gli sbuffi d'acqua tipo geyser e sorgenti geotermiche.
Pressoché uguali anche le meccaniche relative all'espansione ed alla trasformazione dei terreni e all'adattamento delle specie a questi mediante gli elementi; nonché le modalità di vittoria. Rimane anche la carta sopravvivenza, che fornisce punti a chi si è ambientato meglio nei terreni tettonizzati - le sorgenti ex tundre, per intenderci.
Rimane, infine, la catena alimentare, che risolve i pareggi e che è contraria all'ordine di iniziativa.
Cosa cambia
Parecchie cose sono state modificate. Forse troppe. La principale a livello di meccaniche è che le azioni vengono risolte immediatamente, laddove in Specie dominanti si svolgevano tutte a piazzamento ultimato, con la necessità di prevedere tutti i cambiamenti che le azioni precedenti avrebbero comportato. Si tratta della prima, evidente semplificazione.
Altro cambiamento notevole e che, probabilmente, se conoscete il gioco avete notato, è che si ferma a quattro giocatori (a Specie dominanti si giocava fino a sei) e che, ovviamente e anche per questo motivo, una partita è diventata più corta - al più due ore e mezza, pare (che poi è la durata di una partita al gioco "vero" senza pensatori incalliti, che è come bisognerebbe giocarlo).
Più nel dettaglio, cambia il modo per determinare l'ordine di turno (in Specie dominanti c'era un'azione specifica) - o meglio, non è più un'opzione: l'ordine di turno rimane fisso.
Prime impressioni
Molte cose le ho già dette tra le righe: personalmente, trovo che Dominant Species: Marine abbia distrutto molto di quanto di buono c'era in Specie dominanti. Questa nuova versione ha meno cose a cui pensare (le dominazioni), un livello di profondità in meno nel piazzamento delle azioni e una notevole spersonalizzazione degli animali, laddove le abilità fisse e riconoscibili del titolo originale, per quanto schematiche, nella loro eleganza davano davvero il senso delle varie classi - gli uccelli che migravano più degli altri, i ragni che eliminavano specie avversarie, i mammiferi che si adattavano meglio.
Ora il sistema delle carte caratteristica, che chi cerca spasmodicamente la variabilità adorerà, rende le classi sostanzialmente intercambiabili: potrebbero chiamarsi in ogni modo. Per me non è un bene.
Il tutto ovviamente è stato pensato non solo per rendere il gioco più affrontabile, soprattutto in termini di durata; ma anche - probabilmente - per inquadrarlo in parametri che vanno per la maggiore oggi, a cominciare dal numero di giocatori ridotto a quattro per arrivare alla riduzione dei conteggi per le dominazioni, che talvolta - non lo nego - potevano infastidire.
Probabilmente per molti sarà lo Specie dominanti come l'avrebbero sempre voluto; per me no.