Iconografia da ibuprofene = che a fissarlo a lungo può dare la nausea?
Gestionale competitivo per 1-4 giocatori, durata nominale 60-120 minuti (sospetto di più...), dedicato a un pubblico abituale (12+) e basato su meccaniche di gestione dadi e piazzamento tessere (e piazzamento carte).
Come si gioca a Black Angel
Ci sono due plance in Black Angel: una in cui piazzare i propri robot e i dadi da utilizzare per le sei azioni, una con l'astronave che si muove su una griglia esagonata con vari spazi dedicati alle carte missione.
Lo scopo è quello di ottenere più punti vittoria a fine partita, ossia quando termina il mazzo degli alieni Raveger (i cattivoni) o quando la Black Angel raggiunge il pianeta Spes, sulla griglia esagonata.
Ad ogni turno un giocatore può fare una di queste due sequenze di azioni (in soldoni la prima serve per agire, la seconda per resettare i propri elementi di gioco):
- Sequenza A
- Giocare una carta missione attorno alla tua plancia. Il giocatore ha una mano iniziale di tre carte Missione + una carta raveger. La raveger attiva tutte le tessere Tecnologia della riga o colonna su cui è posta (si parte con tre tecnologie casuali a testa), mentre le carte Missione attivano solo quelle del rispettivo colore (ci sono missioni di tre diversi colori, nel gioco).
- Fare un'azione con un dado. Ogni proprio robot sulla plancia principale produce un dado del colore corrispondente alla sua posizione. Pagando una risorsa è possibile anche usare il dado prodotto da un avversario. I dadi hanno le seguenti facce: 0,1,1,2,3,3 e ogni volta che ne usa uno il valore è tradotto in punti azione, ovvero in una maggiore efficacia dell'azione stessa. Ci sono tre luoghi sulla plancia: uno per comprare tecnologie, uno per riparare i danno alla Black Angel e uno per combattere le carte Ravager. Tutte le azioni danno ovviamente ricompense.
In alternativa il dado può essere usato per spostare nello spazio una delle proprie astronavine da ricognizione, piazzando anche, scoperta, una delle carte missione dalla propria mano, sull'esagono di arrivo. Questa azione fa anche comparire nuovi Ravager ad attaccare la Black Angel e nuove tecnologie nel display comune. - Infine si può risolvere una carta missione piazzata in precedenza da qualcuno nello spazio, eventualmente dando un bonus al proprietario. La carta risolta fornisce bonus di vario tipo. Alcune di queste carte missione non possono essere risolte, ma scatenano il loro effetto quando la Black Angel avanza sul tabellone, che è costruito da segmenti modulari che “scorrono” all'avanzare della partita.
Per ultima cosa il giocatore pesca una nuova carta missione del colore del dado utilizzato.
- Sequenza B
Con questa sequenza si ritirano tutti i propri dadi, si tolgono tutte le carte usate dalla propria plancia e si fa avanzare verso Spes la Black Angel, andando incontro alla fine della partita.
Alla fine del gioco si sommano i punti ottenuti in partita con quelli dati dalle tessere tecnologia avanzata, che hanno effetto solo in questo specifico momento.
Prime impressioni
Il gioco ricorda lo stile di Lacerda a partire dalla grafica psichedelica, all'iconografia da ibuprofene, fino alle meccaniche ispirate alla massima del game design “mi pare che ci sia ancora poco, infiliamoci dentro altra roba a caso” - e credetemi, vi ho fatto un riassunto risparmiandovi tante piccole cose.
La gestione dadi ha qui una reminiscenza di Troyes (del resto gli autori sono gli stessi), con la possibilità di sfruttare quelli altrui; ma risulta comunque più limitata, dovuta anche alla forchetta di risultati minore.
Il tentativo di ambientazione risulta abbastanza blando già in partenza e viene definitivamente ucciso dal meccanismo di piazzamento di carte e tecnologie sulla plancia personale - ma in fondo qui non è il tema che cerchiamo.
Unico twist interessante il doppio uso delle carte per attivazione e missioni, peraltro non originale, dato che ormai le carte multi-funzione sono sdoganate da un bel po'.
In conclusione, potrebbe piacere proprio agli amanti del designer portoghese. Io lo proverò per il Magnifico, altrimenti passerei senza rimorsi.