Atelier: the Painter's Studio è un gioco di dadi con meccaniche di piazzamento lavoratori e maggioranze per 2-4 giocatori dalla durata contenuta (30-45 minuti), in cui i giocatori sono pittori del XIX secolo che realizzano e mettono in mostra le loro opere.
E che opere! L’Alderac Entertainment Group ha ottenuto dai musei le autorizzazioni per usare immagini di quadri celebri, come ad esempio Il ponte delle arti di Renoir.
Come si gioca
Scopo del gioco è dipingere i quadri, usando vari tipi di tempere (cilindri in quattro colori) che avranno raccolto i nostri studenti (pedine sagomate a forma di pittori) e cercare di far buona impressione sui mecenati (carte che forniscono punti vittoria a fine partita).
All’inizio della partita si pescano le carte quadro da dipingere: sono di diverse categorie (impressionisti, post-impressionisti, realisti e romantici), danno punti e possono fornire bonus quando vengono dipinti.
Ogni giocatore ha a disposizione un quattro dadi e gli studenti del proprio colore da posizionare sulla plancia, cioè una tavolozza colorata che serve sia per conservare i materiali, sia come aiuto giocatore per ricordare le azioni possibili; poi, riceve due carte mecenate e ne conserva una; infine posiziona uno studente vicino a un tipo di tempera.
La partita si sviluppa in una serie di round: i giocatori lanciano i dadi e, in ordine di turno, ne spendono uno o più alla volta per compiere le azioni principali, finché tutti finiscono i dadi; il round finisce e si passa il segnalino primo giocatore. I dadi vengono spesi per svolgere le azioni collegate al valore della faccia o per prendere un gettone ispirazione.
Prima o dopo aver svolto un’azione principale è possibile svolgerne una aggiuntiva di ispirazione, spendendo i relativi gettoni o attivando l’abilità presente sotto un dipinto realizzato.
Le azioni collegate al dado sono le seguenti:
- con uno e due si piazza uno studente vicino un tipo di tempera;
- con tre si può muovere al massimo 1 studente di ogni giocatore da una tempera all’altra;
- con quattro si prende un cilindro da tutte le tempere in cui si ha la maggioranza (in 4 giocatori anche in quelle paritarie);
- con cinque si dipinge un quadro, spendendo il relativo costo in cilindri tempera;
- con sei si prende una tempera a scelta.
Le azioni di ispirazione aggiuntive servono principalmente a
riequilibrare l’alea del dado: permettono, infatti, di ritirare tutti i dadi, di dipingere un quadro o di acquisire una carta
mecenate.
Quando un giocatore ha dipinto il suo terzo capolavoro (particolari tipi di quadri), riceve il gettone primo maestro - dà punti anch'esso - e la partita termina; poi si svolge un ultimo round.
Prime impressioni
Il titolo mi sembra indicato principalmente agli amanti dell’arte e, in seconda battuta, a quelli dei giochi di dadi semplici.
L’aspetto aleatorio dei dadi è ovviamente molto forte e mitigato solo in parte: il fatto che non sia possibile usare modificatori al tiro, a meno di abilità sulle carte, dà l’idea che il gioco sia fin troppo casuale.
L’interazione è molto alta non solo nelle maggioranze per recuperare i cilindri tempera e nella scelta dei dipinti da realizzare, ma anche nelle tempistiche in cui si decideranno di spendere i propri dadi.
Il regolamento è molto snello, forse anche troppo, fino a restare lacunoso in alcuni punti. Io solo con l’esempio ho capito effettivamente che nel round i giocatori sono liberi anche di usare a piacimento i propri dadi, anche tutti contemporaneamente, e poi passare.
Più che nelle meccaniche, il tema è sentito negli splendidi materiali: la plancia-tavolozza e gli studenti-pittori sono molto graziosi e l’idea di poter “realizzare” dipinti celebri è fantastica.
Essendo l'AEG una casa editrice statunitense, il gioco è uscito per la GenCon e qualcuno potrebbe averlo già giocato; è nel mio mirino e attendo di averlo fra le mani.