Montmartre: anteprima essen 2019

Montmartre copertina
BoardGameGeek

Ambientato nel quartiere parigino degli artisti durante la Belle Époque, "Montmartre" ci cala nella vita dei bohémien che aspettano di diventare famosi.  

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Montmartre

Il centro culturale del quartiere di Montmartre era il Bateau-Lavoir, la palazzina abitata dagli artisti che raggiungeranno la celebrità (tra cui Picasso, Gauguin e Modigliani).

In questo titolo di collezione set veloce (venti-trenta minuti) per 2-5 giocatori impersoniamo un artista ancora sconosciuto che vende i suoi quadri al mercato domenicale o alla galleria d’arte di Ambroise Vollard, il più celebre gallerista dell’epoca. Vince chi avrà guadagnato più franchi.

 

Come si gioca a Montmartre

L’area di gioco rappresenta il nostro laboratorio di pittura. In ogni turno il giocatore sceglie una delle due azioni obbligatorie, a cui sono abbinate due azioni facoltative.

La prima azione è dipingere, cioè giocare da mano due carte musa (i dipinti), il cui valore sommato dia massimo cinque, o una carta sola indipendentemente dal suo valore. Ogni dipinto, infatti, ha un valore in franchi ed un colore che corrisponde ad uno dei quattro tipi di collezionisti in gioco. In base al valore un quadro è più o meno colorato, cioè un dipinto con valore più alto è un quadro finito. Poi il giocatore pesca fino ad avere quattro carte in mano. L’azione aggiuntiva collegata è vendere al mercato domenicale, guadagnando poco (solo un franco per dipinto).

La seconda azione è vendere ad un collezionista (cioè carte di valore pari, da due a dieci), ma per farlo ci vogliono due requisiti: la figurina di Ambroise Vollard (il gallerista) non dev’essere sul collezionista scelto e bisogna superare gli avversari per il numero di dipinti o il valore degli stessi. Poi si sposta la figurina vicino ad un altro collezionista, si scarta il dipinto di quel colore col valore più alto e si prende la carta più alta di quello stesso collezionista.

L’azione collegata è disegnare per un giornale (cioè prendere un contratto) ed è possibile farla solo una volta per partita. I contratti sono di tre colori e valore diversi e si ricevono in base a quanti tipi di collezionisti abbiamo raggruppato.

Alla fine del turno non si possono conservare più di sei dipinti davanti a sé.

La partita termina quando finiscono due pile di collezionisti o un giocatore ha accumulato quindici franchi; si continua finché tutti hanno fatto lo stesso numero di turni. Poi, si contano i franchi e il valore del contratto e dei collezionisti.

Alla fine del regolamento c’è una nota dell’editore: i dipinti del gioco sono ispirati (e non rappresentano gli originali) quadri di Picasso e Modigliani; di Toulouse-Lautrec, che benché non sia vissuto in quell’epoca, ha ispirato molti artisti dell’epoca; di Alfons Mucha, simbolo dell’Art Nouveau.

 

Prime impressioni

Il gioco mi ha attirato per la tematica, ma dalla lettura del regolamento mi sembra un titolo abbastanza piatto.

Mi è piaciuta molto l’idea di differenziare graficamente il valore dei quadri, colorandoli in modo diverso. Il mercato domenicale mi sembra un buon escamotage per recuperare qualche soldino e, soprattutto, per recuperare qualcosa da quadri che sarebbero comunque scartati a fine turno.

Più che contratti da soddisfare, sarebbe meglio definirli obiettivi da realizzare e il numero esiguo non mi entusiasma: preferisco i giochi di questo tipo che offrono più varietà, differenziando un minimo le partite, a quelli in cui carte e tessere sono sempre usati tutti.