A&P Chronicles 2002-2003 (IV, 4)

Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 17 Gennaio 2006

Parte IV, Capitolo 4: Troll delle nevi e... papere!

Seduta del 08/01/2003

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Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 17 Gennaio 2006

Parte IV, Capitolo 4: Troll delle nevi e... papere!

Seduta del 08/01/2003

Troll delle nevi e... papere!

viaggiammo con la fortuna di incontrare quasi sempre bel tempo, nei primi giorni. L'aria era fredda e la temperatura si faceva via via più bassa mano a mano che procedevamo verso l'interno, ma fortunatamente la neve non ci colse mai durante il viaggio e si limitò a qualche timida apparizione durante un paio di notti.

Nei primi giorni discutemmo frequentemente sulla migliore strada da percorrere per giungere rapidamente e senza correre pericoli a Bar-Arghal, luogo che comunque risultava alquanto inaccessibile nella stagione fredda. Per tale ragione scartammo l'ipotesi di viaggiare a nord e attraversare il Passo del Cappio, che sicuramente non sarebbe stato percorribile a causa dei ghiacci. Stabilimmo quindi di ripercorrere parte della strada già fatta per andare a Bor-Vigassian, procedendo verso ovest. Questa volta, però, anziché piegare a sud, ci saremmo addentrati maggiormente nelle lande desolate dell'interno, per poi andare a nord e iniziare a salire le montagne all'Ultima Frontiera, dove probabilmente avremmo dovuto lasciare il carro.

Fu durante quelle discussioni che ci accorgemmo di aver commesso una leggerezza nei preparativi: nessuno sembrava essersi documentato circa quei luoghi, e non sapevamo esattamente cosa potessimo aspettarci. Anche io che mi ritenevo esmeldiano, dopo tutto, sapevo che l'Ultima Frontiera era un passo montano, ma non avevo idea se la zona fosse abitata, se fosse stato possibile trovarvi un posto di cambio, una stalla o qualsivoglia altro tipo di servizio utile. Decidemmo quindi di razionare i viveri e non stancare troppo gli animali, in modo da non trovarci in situazioni di emergenza qualora ci fossimo trovati in una zona completamente disabitata, come sembrava possibile.

In quei giorni, Frostwind aveva deciso di farsi crescere barba e capelli, forse per non perdere tempo a radersi come era solito, o forse per qualche altra ragione che non indagai. Fatto sta che dopo già una settimana, aveva una barba incredibilmente folta e capelli che arrivavano alle spalle, particolari che conferivano al suo viso un aspetto insolito e sulle prime sconcertante.

Fortunatamente, sembrava che la lozione del vescovo e gli incantesimi di Frostwind avessero funzionato. Già nei primi giorni, Thorin aveva chiazze di peluria sparse sulla testa e sulle guance, che presto iniziarono ad allungarsi, completandosi nelle parti che inizialmente erano rimaste glabre, con sua grande soddisfazione, sebbene lo facessero apparire più simile ad un mendicante che non ad un valoroso guerriero. Dopo circa dieci giorni, il nano fu costretto a pareggiare la lunghezza delle diverse ciocche per non inciampare nei peli più lunghi, e dopo due settimane sprizzava gioia da tutti i pori mentre Adesir gli annodava e intrecciava nuovamente barba e capelli.

il tempo iniziò a guastarsi dopo due settimane di viaggio, quando avevamo iniziato a muoverci verso nordovest ed eravamo già in vista delle imponenti catene montuose che nascondevano Bar-Arghal al resto di Terala. Si era levato un fortissimo vento gelido che anche a mezzogiorno manteneva la temperatura talmente bassa da far congelare l'acqua nelle borracce, così che fummo costretti a svuotarle e servirci direttamente dai barili. Ogni mattina, Warnom invocava su di noi la benedizione del suo dio affinché ci aiutasse a resistere al freddo, mentre Frostwind aveva fatto ricorso ad un incantesimo che faceva allungare il pelo dei cavalli, affinché anche loro fossero più protetti. 

Viaggiavamo ora con le montagne a vista, a qualche centinaio di passi sulla nostra destra, mentre la neve aveva finalmente fatto la sua comparsa, limitando drasticamente la nostra visuale e rendendo ancor più difficile mantenere l'orientamento in quelle terre sconosciute. 

Il sedicesimo giorno, il corvo era riapparso dopo parecchi giorni, tornando a posarsi sulla mia spalla come sempre... come sempre quando c'era da aspettarsi un pericolo, pensai, istintivamente dando ragione a Adesir, convinta da tempo che l'uccello fosse un segno di malaugurio.

Improvvisamente, alla nostra destra, un ruggito scosse la quiete del panorama, seguito da rumori di alberi schiantati e cespugli sradicati. Il rumore di qualcosa di grosso che correva nella neve rimbombava nell'aria, a tratti dando l'impressione di far vibrare il suolo. Sfoderammo le armi giusto in tempo per vedere alcune enormi figure emergere dalla foschia, bianche nel bianco, quasi invisibili fra tutta quella neve.

Tre enormi bruti ricoperti di una pelle candida avanzavano urlando verso di noi, con un'aria tutt'altro che amichevole. Erano alti sette o otto passi, con smisurate braccia lunghe quasi fino a terra, e ciascuno aveva due teste, una più piccola dell'altra. Un'imprecazione in nanico ruppe il nostro silenzio.

- Troll delle Nevi! - gridò Thorin, saltando giù dal carro con il suo poderoso martello già pronto a colpire - fate attenzione: buttano gelo dalla bocca!

Immediatamente, Warnom iniziò ad invocare la sua divinità, mentre prontamente Frostwind scagliò alcuni globi infuocati contro le creature. Adesir aveva estratto un arco argentato completamente ricoperto di rune che sembravano simili a quelle della Spada di Uldan, e con una rapidità che mai le avevo visto prima, aveva iniziato a tempestare di frecce i tre mostri, colpendoli ancor prima della magia di
Frostwind.

Le creature sembravano non risentire né del fuoco di Frostwind, né delle frecce di Adesir, data la loro gigantesca mole, e pensai che avremmo avuto poca speranza di successo combattendole normalmente. Occorreva farle cadere a terra, ma erano troppo rapide e pesanti per intralciarle con una semplice fune, così pensai che il solo modo era colpirle alle ginocchia. Incitai Tenebra al galoppo, sperando che il terreno non presentasse insidie nascoste dalla neve, iniziando a compiere un largo giro per portarmi alle spalle dei
Troll.

Raggiunta una distanza che ritenni sufficiente, feci voltare il cavallo e lo lanciai contro una creatura che mi dava le spalle. Uno dei tre Troll era sparito e la scena era resa ancora più confusa dalle nostre grida e dagli urli delle diverse teste dei mostri, che sembravano parlare fra loro anche quando appartenevano allo stesso individuo. In quel caos mi sembrò addirittura di sentire il verso di un'anatra!

Raggiunsi il primo Troll e assestai un possente colpo al suo ginocchio destro, impugnando la lama a due mani. Ne ebbi un contraccolpo che quasi mi fece volar via dalla sella, come se avessi colpito il tronco di un grande albero, ma riuscii a ricompormi e proseguii la corsa preparandomi ad un nuovo passaggio.

L'aria era riempita dal sibilare delle frecce di Adesir, che immancabilmente coglievano il bersaglio il quale tuttavia non dava segni di cedimento. Thorin fronteggiava uno dei bruti immensamente più alti di lui con poderosi colpi di martello, ma anche questo non sembrava cedere. Portai un nuovo attacco allo stesso ginocchio del Troll, coordinandomi meglio e con maggiore violenza, ma tutto ciò che ottenni fu che la creatura si voltò e iniziò ad inseguirmi!

I Troll si muovevano incredibilmente rapidi per la loro mole, e fui costretto a lanciare Tenebra a grande velocità per non farmi raggiungere. Mi trovai così a correre alle spalle del mostro che fronteggiava Thorin, che in quel momento fu colpito da una manata di forza inaudita. Lo caricai con tutta la forza, provocando un grosso squarcio nella sua pelle coriacea. Prima che potesse reagire, una freccia gli si conficcò in un occhio uccidendolo all'istante. Fu solo grazie ai rapidi riflessi di Tenebra se non fui travolto dal gigantesco corpo esanime che si abbatté fragorosamente a terra.

Alle mie spalle, il terzo Troll era sparito, e trassi un sospiro di sollievo nel constatare che eravamo riusciti a fronteggiare quegli avversari così temibili. Ancora una volta eravamo vivi!

thorin era piuttosto provato per via della manata del Troll. La sua corazza si era deformata in alcui punti, in modo che premeva sul torace rendendogli difficoltosa la respirazione. Warnom si occupò di lui, aiutandolo a sganciare il corpetto e medicando le ferite più gravi. 

Adesir si avventurava sul campo cercando di raccogliere qualche freccia delle innumerevoli che erano disseminate un po' ovunque. Nel combattimento, aveva infatti esaurito completamente una faretra, e ne aveva consumata una seconda per metà.

Udii nuovamente il verso dell'anatra. Non lo avevo immaginato, allora!

Frostwind, sceso dal carro, inseguiva un'anatra che correva erraticamente sulla neve, starnazzando chiassosamente ai suoi tentativi di afferrarla. Sorrisi alla scena, chiedendomi da dove provenisse quel bizzarro animale, e notai che la cosa suscitava l'ilarità anche degli altri, i quali di tanto in tanto incitavano l'amico con battutine sagaci. 

Con un balzo, il mago si gettò sull'animale che sollevò uno sbuffo di neve nel tentativo di liberarsi dalla presa, poi vi fu un verso strozzato ed infine Frostwind si rialzò, sorridente, tenendo la preda priva di vita per il collo. La sollevò verso di noi, in modo che la vedessimo bene.

- Stasera papera arrosto, signori! - disse ridacchiando..