L'angolo degli American: Nemesis

Nemesis_-_copertina

I giochi da tavolo American che hanno lasciato il segno. Cominciamo con il primo della nostra lista: Nemesis (2018)

Approfondimenti
Giochi
Giochi collegati:
Nemesis

Da questo venerdì, ogni 15 giorni, il nostro Americalberto (Alberto Gulminelli,  fondatore del gruppo Facebook "Giochi da Tavolo American") ci porterà alla scoperta di perle american più note e altre più nascoste. Lo ringrazio personalmente per questa opportunità e per la sua disponibilità. 

Agzaroth

Cari americaniste e americanisti,

iniziamo questa nuova rubrica dedicata ai giochi american parlandovi di Nemesis, il gioco che al momento meglio rappresenta questo genere e di certo ne è l'esponente più conosciuto.

Nemesis è un gioco cooperativo con traditore/i ad ambientazione sci-fi/horror che implementa meccaniche di movimento su mappa, gestione mano, gestione sacchetto, ruoli nascostipoteri variabili e che prevede l'eliminazione giocatore.

L'idea è direttamente mutuata dall'arcinota saga di Alien, con influssi presi da altre epopee del genere quali Pitch Black e Dead Space (se guardiamo alle espansioni del gioco), soprattutto per quanto riguarda il design e il modo di agire delle creature nemiche.

I materiali sono superbi, con tocchi di classe quali il visore per testare le infezioni. La grafica è un po' scura, ma in tema con l'ambientazione. Le miniature sono imponenti e ben realizzate, ma a mio avviso potevano essere più ispirate, soprattutto le piccole (forse però la penso così perché non sono un super-appassionato di sci-fi).

Come dicevo, il gioco ci porta a bordo di una astronave (la Nemesis appunto) infestata da terribili creature mutanti, che sbucano un po' dappertutto al minimo rumore causato dall'equipaggio. Con i nostri personaggi, che hanno ruoli e abilità differenti (capitano, soldato, meccanico, esploratrice, scienziato) dovremo esplorare i corridoi e le varie sale del veicolo spaziale, spesso danneggiate, equipaggiandoci, per quanto possibile, nel tentativo di portare a termine la nostra missione e trovare una via di fuga.

I personaggi hanno dieci carte a testa, con abilità differenti. I giocatori dovranno scegliere tenendone in mano fino a cinque ogni turno e riciclandole costantemente.

Purtroppo, quasi ogni cosa sulla Nemesis sarà loro di ostacolo. In primis, i feroci alieni, che si presenteranno al generarsi di due segnalini rumore nello stesso corridoio ed evolveranno tramite la gestione di un sacchetto, diventando sempre più numerosi ed aggressivi e tentando di infettarvi con una larva. Poi, i malfunzionamenti dell'astronave, che potrebbe incendiarsi, avere i motori rotti e in generale non portarvi verso un luogo sicuro. Infine, gli stessi altri giocatori, che attraverso la scelta di una su due carte obiettivo potrebbero avere scopi ben diversi dai vostri, tra i quali proprio quello di eliminarli senza potervi sparare direttamente, ma utilizzando soluzioni "creative" tipo chiudendo un portellone e lasciandovi in compagnia di un caloroso alieno o eiettandovi nello spazio profondo tramite un comando a distanza.

Quello che funziona splendidamente di Nemesis, rendendolo un emblema del genere american, è la capacità di calare i giocatori nell'ambientazione, creando una narrazione emergente diversa per ogni partita e facendoli vivere, ogni volta, quella costante sensazione di tensione per i continui imprevisti e ribaltamenti che si creano.

Una regina aliena potrebbe sbucare da un tunnel, un vostro compagno potrebbe sbarrarvi la strada attivando i portelloni, oppure, una volta saliti dentro una capsula di salvataggio, potreste scoprire che una carta infezione vi condanna ad una morte orribile.

L'eliminazione giocatore è ben calibrata, giungendo generalmente solo nelle fasi finali della partita (diciamo l'ultimo quarto per la prima morte).

Quello che non mi fa impazzire in Nemesis è direttamente correlato con quanto appena esposto. Nelle partite fatte, non ho MAI avuto la sensazione di poter gestire in qualche modo il raggiungimento del mio obiettivo. Può essere che non abbia alle spalle molte partite a questo titolo, ma questo... beh, non sono sicuro che mi piaccia.

Io sono visceralmente un giocatore american, quindi mi considero molto aperto al fatto di non riuscire a gestire totalmente gli imprevisti posti dal gioco. Ma in Nemesis ho avuto l'impressione di non riuscire a gestire l'alea in alcun modo.

Tranne brevissimi momenti in cui una mia azione aveva qualche esito (spesso ribaltato nel giro di un turno), mi sono sempre sentito come una foglia al vento.

E la cosa che ha più influito questo mio sentire, ripensandoci, è la gestione del sistema traditore. In altri giochi a ruoli nascosti, non sai chi è il traditore, però sai che al massimo possono essere uno/due dei presenti al tavolo (da regolamento). Sai che prima o poi si riveleranno (per scelta o per necessità) o verranno scoperti. In Nemesis, tutti potrebbero avere motivi per farti fuori (a seconda delle loro carte missione) e tu potresti scoprirlo solo un secondo prima di passare a miglior vita.

Inoltre un approccio diretto ai nemici risulta di poca utilità. Le creature, infatti, sono fortissime e riappaiono continuamente, il tuo personaggio ha le munizioni contate e per tutto il tempo non sei mai certo che basteranno ad abbattere i nemici. Così corri per i corridoi, cercando di schivare ogni ostacolo e di perseguire la tua missione, fino a quando qualcuno o qualcosa ti fa morire male.

Alle predette difficoltà si aggiunge una gestione della mano resa ostica dalle poche carte a disposizione, che possono altresì venire sostituite da carte inutili se gli alieni ci colpiscono.

I personaggi non hanno evoluzioni in-game e difficilmente riescono a potenziarsi sufficientemente a seguito del ritrovamento di un equipaggiamento.

Tutto ciò è molto tematico, ma dal mio punto di vista non così soddisfacente. Anche le rare volte in cui si vince, è forte la sensazione di essere sopravvissuti per caso.

Per tutte queste ragioni, nonostante Nemesis sia uno tra i titoli più blasonati, non è tra i miei preferiti. E lo dico consapevole di attirarmi le ire di una parte consistente di giocatori.

Con questo è tutto. Un saluto avventuroso e arrivederci al prossimo american-appuntamento!

Commenti

"L'angolo degli American" fa tanto riserva protetta per salvare la specie dall'estinzione :D

Dall'alto della mia unica partita, devo dire che mi trovo d'accordo con la parte finale dell'analisi. 

Oh che bell'articolo e che bella rubrica!

Nemesis è ahimè l'unico tematico che possiedo, quindi in realtà lo gioco anche volentieri per staccare un po' dagli strategici pesanti.

Funziona eh, anche perché metà della partita la fa la compagnia e ci vuole poco a noi eurogamer per allontanarci dalla calcolosita a cui siamo piu abituati.

Però anche io ho le tue stesse riserve.

Forse non tanto per il multi/traditore (anzi, io avrei fatto tenere due obiettivi fino alla fine della partita), anche perché per esperienza solo una volta un giocatore è riuscito a raggiungere il proprio obiettivo "gasando" un compagno nell'apposita stanza, il resto delle volte ci sono stati tentativi e colpi bassi, tipo girare i tacchi e lasciare al proprio destino i compagni sperando che crepassero tutti malissimo.

La cosa che più mi rende restio è il senso di impotenza causato sia dall'inutilità delle armi in proprio possesso (anche vieta la difficoltà nel reperire nuove munizioni), sia soprattutto per la ristrettezze nella movimentazione sulla mappa.

Puoi muoverti una/due stanze alla volta e la mappa è grande, in più ogni movimento tiri un dado rumore, il che significa che quello sarà probabilmente l'ultimo movimento che farai.

 

Insomma, poche azioni da rambo o salvataggi disperati.

È vero che il gioco punta a farti sentire questo senso claustrofobico, però io avrei forse preferito preferito un po' più di controllo e interazione con i compagni.

 

Attendo i nuovi episodi, sperando tantissimo in una super recensione di un tematico sotto i 90min, così saprò dove spendere i miei prossimi 100€ 😮‍💨

Gran bella rubrica! Seguo con grande interesse 🤟🤟🤟

Bellissima rubrica, che seguiró, e ottime considerazioni sul gioco, che condivido. Ho provato Nemesis Lockdown e FORSE l'alea si puó gestire un pochino di più, tenendo le luci accese. In generale, é un gioco che non mi va sempre di intavolare, devo essere nel mood di morire male e farmi una risata.

Bellissima rubrica e recensione.

Che spiega bene perché oscillo tra desiderio violento di comprare il gioco e repulsione spinta 30 minuti dopo.

Mi è venuto un po' "male" a leggere certe righe XD  sempre in modo goliardico eh, ma mi spiego.

"MAI avuto la sensazione di poter gestire in qualche modo il raggiungimento del mio obiettivo"
ah si?
Cioè tipo "colleziona 7 consumabili", è impossibile andare in giro, fare le ricerche, e non buttarli per terra?
Non vi hanno dato le carte azione in mano al setup? XD

"ho avuto l'impressione di non riuscire a gestire l'alea in alcun modo."
ok....

"sopravvissuti per caso"... ma anche  no, dai.

Non so: forse diamo per scontato che i giochi li dobbiamo per forza aver "capiti" tutti a prescindere, e che se succede qualcosa di storto allora è colpa del gioco, e non del giocatore. Ma io penso che se fai cucinare una torta a 5 persone diverse, ti escano 5 torte di qualità differente, e non è colpa della torta ma del cuoco. Non penso che 5 giocatori di Nemesis siano per forza bravi uguali, è anche statisticamente impossibile. Quindi ha qualcosa il gioco che non va, o il giocatore? 

Il gioco ti da tutti (o almeno tanti) elementi per sopravvivere. 
CERTO è un american, e c'è dell'alea, stiamo calmi, non dico che dal sacchetto non possa uscire una larva o una regina indiscriminatamente e che A QUESTO tu non possa porre rimedio, ma puoi porre rimedio a quello che viene prima!
Se termini il turno con 1 carta conservata in mano, allora la larva non ti si infila nel sedere se esce! 100% protetto. Se esce una larva e ti si imbuca e muori perchè era la seconda, non si chiama alea, si chiama "non ti eri tenuto una carta di sicurezza in mano".
Se termini il tuo turno nel nido e nello sviluppo del sacchetto esce la regina, che ti dice che se sei NEL NIDO lei arriva e ti picchia, non è alea, si chiama "mi sono fermato nel nido, sono uno sciocco". Sta al giocatore d'esperienza percepire il nido come luogo pericoloso e non starci MAI.

Il resto si chiama spesso essere incauti. Pazienza se il gioco fosse stretto (esempio "oddio, ho solo 6 turni per fare l'obiettivo e scappare!") ma il gioco è lunghissimo, ti da settemila turni, hai tutto il tempo di pianificare, fare quello che devi e venire fuori. Se corri a perdifiato e ti infili in tutte le situazioni a rischio e crepi al quarto turno, fai proprio come quelli che nei film muoiono per primi.

Parere sul gioco diametralmente opposto (e di conseguenza anche le sensazioni), scusate XD.

I giochi bisogna anche saperli un po' giocare. Io penso di aver fatto 30 partite a sto gioco, e sarò sopravvissuto l'80% delle volte. 
Anche le armi: certo che sono deboli. Sono deboli "by design" (il gioco non ha certo il combat system di un crawler) infatti non devi combattere. E' un survival, devi sopravvivere. L'arma dovrebbe servirti in 1 occasione massimo in cui ti trovi faccia a faccia con un alieno e se non puoi fare altro gliela scarichi addosso, ma per il resto devi solo scappare, usare magari il taser, l'estintore, chiuderti una porta alle spalle, "evitare" quindi di combattere.

E' una riflessione che mi esce sempre più spesso quella sul fatto che esista anche uno "skill level" al tavolo da gioco, che in tanti altri ambienti è molto meglio percepita, per esempio LO SAI che se stai giocando a bowling con 4 amici uno di questi tira sempre in corsia, è quello dei 4 meno bravo a giocare a bowling, ma si fa più fatica a vederlo, ma anche ad ammetterlo, al gioco da tavolo.

Bottom line: Disaccordo con l'articolo, per me il gioco è molto più controllabile di quanto si dia ad intendere. Resta comunque americanoso nel midollo, ma "sopravvissuto per caso" e "incontrollabile" e cose del genere, lo metterebbero nella categoria di DungeonQuest, e non siamo certo a queli livelli di american!

Complimenti per la rubrica,  e bisogna dire gran bel articolo!

Ma ha anche dei difetti!! 😂😅🤣 Io ho tante partite alle spalle e non mi sono mai annoiato/frustrato insomma rimasto deluso da Nemesis e sue espansioni fin dalla consegna del KS. Per dire ho venduto Legendary Encounters! E pensare che al mio esordio assoluto sono morto a metà partita, rientrando felice come alieno brutto e cattivo; altri potrebbero aver già messo lì una croce sul titolo non adatto a loro 😉 Mi stupisce la disamina finale fatta da un "fervido esponente american", sembrano le critiche giustificate per un teutonico amico dei cubetti. Da quando in qua vogliamo controllo negli American? Perché non sapere chi è il traditore fino alla fine è un difetto? Gli innumerevoli ostacoli insormontabili del gioco sono una chiara caratteristica: volevate un altro alien(zombie)cide?? 😅 Chi perde tempo a sparare/recuperare munizioni sbaglia! Ma è giusto che venga lasciata la possibilità da regolamento... un po' perché è la trappola nella quale cadono i novizi (vedo tematico pure quello), un po' perché un solo scontro epico a partita potrebbe salvarti le chiappe 😁 nessuno ha mai fatto carneficina di alien 🤣 Assimetria ben caratterizzante in un mazzetto di 10 carte, perché volerne di più? Perché deve essere un difetto? Secondo me Nemesis è riuscito nella perfetta incarnazione dell'atmosfera che vuole ricreare e lo fa splendidamente: in primis siamo prede e non cacciatori; inoltre dobbiamo fare i conti con una serie di sfighe soverchianti che creano tensione e angoscia ad ogni turno in una splendida escalation che toglie il fiato. Il tutto condito in un tutti contro tutti mascherato da finto collaborativo che mette la ciliegina sulla torta al tutto (l'avete provato fully cooperative? Avete visto la noia mortale che è??). Opinione chiaramente personale, ma questo è il gioco perfetto per ricreare la tensione e l'atmosfera voluta da Kwapiński e apprezzata dal sottoscritto! Nessun altro gioco mi fa alzare dal tavolo con la fronte madida di sudore, sempre pienamente soddisfatto sia quale sia l'outcome (poi se siete di quelli che devono vincere per divertirsi allora ok, non è il gioco che fa per voi!) 😇

Incredibile. E' la prima volta che leggo un approfondimento su Nemesis firmato da un appassionato di american che non finisca per diventare l'ennesima osannazione del titolo. Finalmente! (e l'introduzione non mi lasciava ben sperare, visto che si parlava di perle american più o meno note e bam! Beccatevi subito Nemesis...)

Per me Nemesis funziona, è solido, genera tensione, gran bel gioco. Però anche nel nostro gruppo, prevalentemente american, non ha fatto breccia, almeno non da definirlo un capolavoro assoluto come hanno fatto in tantissimi. Non tanto per difetti intrinsechi del gioco, quanto per le sensazioni che trasmette...

In parole povere: tutta sta narrativa emergente, francamente, non la vediamo. O meglio: la percepisci alla prima partita, dove tutto è nuovo e ti stupisce: ommioddio ma quello è un cadavere, chissà cosa l'ha ridotto così! Aiuto che ansia il rumore! Io vado di qua tu vai di là! E giù di report che sembrano la trama di un film [...]

Poi alla seconda partita ecco che colpo di scena c'è un cadavere qui nella sala d'ibernazione... wow... sembra proprio quello della scorsa volta che poi, alla fine, si è saputo chi era? Boh... Comunque dividiamoci! Ah la pilota va di nuovo verso la cabina di pilotaggio? Beh ci sta... La scout giù di saccheggio in ogni stanza, beata lei che inizia ogni partita come se dovesse andare a fare la spesa... e il meccanico, guarda un po' ha questa predilizione per i motori, deformazione professionale... Insomma le aperture sono sempre quelle.

Obiettivi: a me piacciono i giochi con ruoli nascosti, dove ognuno persegue una sua agenda personale. Mi piace il brivido dell'imprevisto... però qui non riesco a capire come si faccia a provare seriamente a completare l'obiettivo senza doversi palesare tipo... subito? La scelta dell'obiettivo avviene in un momento in cui si sono già mosse le acque, la nave è già in gran parte esplorata, insomma devi giocartela e non tergiversare. Di conseguenza in tutte le nostre partite si sono generate situazioni di questo tipo:

Aiutatemi a fare fuori la regina! Guardate come è pericolosa! [appunto, se è pericolosa lasciala in pace ed evitala, che te frega di farla fuori? Aspe', lasciami indovinare...]

Forza spegni quell'incendio, sei nella sala di controllo ugelli e sta per esplodere tutto! [Certo, è la cosa giusta da fare e la farò, ma prima tu vieni qui e dammi 5-6 oggetti perché sai ho dimenticato di fare la spesa e stasera ho gente a cena...]

Non lo so, io in un gioco tematico ricerco anche coerenza con l'ambientazione, in Nemesis invece troppo spesso ho avuto la sensazione che se vuoi giocartela (se vuoi provare a vincere) devi arrivare a questa specie di baratti, di richieste palesi, manca solo che si dica chiaramente: il mio obiettivo è questo, mi aiutate a completarlo? Paradossalmente le uniche vere sorprese si hanno quando entra in gioco l'obiettivo di uccidere qualcuno, lì sì che è divertente nonostante le bestemmie a corredo (erano un addon ks) perché sono le cose che aiutano a fugare la sensazione di "film già visto".

Ricordo ad esempio quella volta in cui io e un compare stavamo esplorando insieme per tenere a bada il rumore, ci assalta una Nutrice gigante saltata fuori non so più dove, io rimango bloccato con lei in una stanza e comincio a sudare freddo, l'"amico" invece fugge in preda al terrore e dalla stanza accanto lancia una granata nella mia stanza per "far fuori la nutrice, scusa ma voglio salvare la pelle"... Ecco lì per lì ci sono cascato in pieno anche perché è proprio da lui che è quel tipo di giocatore che pensa a sé e chissenefrega se ci vanno di mezzo gli altri... poi invece sorpresa, aveva l'obiettivo di uccidere ME ma era riuscito a nasconderlo benissimo...

In conclusione: gioco che funziona, ma per me un po' sopravvalutato. Resta comunque in collezione

Premettendo che gioco un po' a tutto, da Fallout e Star Wars Assalto Imperiale a Brass, Barrage o Imperial Steam.

A me Nemesi è piaciuto (4 partite al base, non molto per giudicarlo), soprattutto per l'armosfera cinematografica che mi ha restituito. Fuggire dalla nave che esplode alle tue spalle (l'ultimo segnalino fuoco è stato piazzato il turno dopo) , con un uovo in mano dopo essersi fatti strada con il fuoco di sbarramento (tenuto accuratamente in serbo dai turni precedenti) davanti all'ultima capsula di salvataggio, è stata un'esperienza mitica. È un gioco che in compagnia ha funzionato (come Battlestar Galactica, quanto a divertimento).

L'Alea c'è e mi sembra necessaria in un gioco che fa dell'ambientazione "ansiosa" uno dei pilastri. Si può morire male, capita. La vita nello spazio è imprevedibile 🤣🤣🤣.

Nella mia limitata esperienza, però, non mi sono ritrovato nelle frase "la sensazione è quella di essere sopravvissuti per caso" e nel fatto di "non essere in grado di gestire il proprio obiettivi" (probabilmente perché a me non pesa troppo "perdere male", a giocatori più esperti la cosa forse è più sentita)

Non il miglior gioco che possiedo o a cui abbia giocato, ma decisamente a me diverte.

NB. Ottimo e coraggioso battesimo del fuoco Americalberto ^_^ non farti intimidire dagli appassionati goblin cuoreverde ;) attendo con curiosità il prossimo articolo

Bell'analisi.

Bello vedere opinioni così divergenti su questo gioco. Secondo me richiede maestria, ogni passo dev'essere valutato insieme e gli obiettivi vanno scelti con cura sulla base della fattibilità (ci vuole un po' di esperienza anche per questo). Gli unici obiettivi che toglierei sono quelli dell'eliminazione diretta di un giocatore che risulta spesso molto difficile visto che si è troppo impegnati a sopravvivere e l'eliminazione deve avvenire in modo indiretto.

Cioè parte una nuova rubrica sugli american e si blasta uno dei migliori american di sempre criticandone i punti di forza? Apposto così dai...

Rispetto le valutazioni di Alberto, ma per la (scarsa, solo un paio di partite) conoscenza del gioco, non mi trova d'accordo con le criticità evidenziate. Non che non ci siano (alea presente come in tutti gli american, meccanica del traditore che potrebbe anche non esserci), ma per la mia esperienza le trovo funzionali al gioco, che prova a dare una esperienza cinematografica nella quale questi elementi, assieme a tutto il resto, si fondono alla perfezione. 

L'ho trovato molto sopravvalutato, non brutto, ma l'alea é assolutamente incontrollabile.
Adoro la meccanica della gestione mano, uno dei pochi giochi che la riprende parzialmente da Gears of Wars e Fireteam zero.
Preferisco 1000 volte stationfall, dove é ugualemente caotico ma l'alea sono i giocatori (e dura molto meno).

Che emozione! Forse posso sembrare un "outsider" qui dentro, ma in realtà seguo la Tana da tantissimi anni, tanti da non ricordare esattamente quanti... Almeno 15 o probabilmente di più. All'inizio ero un semplice utente non registrato, poi mi sono iscritto, ma per anni non ho scritto nulla e poi ho commentato solo molto sporadicamente ... Ho perso il mio vecchio profilo quando durante l'incendio dei server che causarono il down della Tana, episodio che ho vissuto con molta apprensione e ho gioito alla sua risoluzione. Ho assistito al crescere del gruppo, alla creazione della Goblinpedia con il suo dettagliare generi, meccaniche, tipologie di giocatori ed errori di game-design, capendo come denominare i giochi che già sapevo piacermi. Ho divorato gli articoli di Agzaroth in particolare, apprezzando molto anche quelli di Sir Alric Farrow e di Taliesin; ho conosciuto il progetto dei Rinnegati e dopo anni mi sono ritrovato addirittura a collaborare con loro. Ok, la smetto con la rievocazione stile "Blade Runner" 😀 Tutto questo era per dire che per me è un grande onore oltreché un piacere immenso essere pubblicato qui, per questo ringrazio il nostro Magnifico Caporedattore e tutta la redazione dei Goblin per l'ospitalità. Seguirà risposta ai commenti 😉

In merito ai commenti, non è scritto esplicitamente nelle mie impressioni di gioco (che non hanno alcuna pretesa di essere definite articolo o recensione), ma in ogni caso si desume molto bene che tutto ciò che scrivo è racchiuso in un grande "per me" ed il valore del gioco come titolo baluardo del genere è esplicitato fin da subito. Nemesis è un gran gioco american, perché ricrea perfettamente l'atmosfera che si propone di ambientare, ha avuto un'enorme successo e nessuno lo mette in dubbio.
Il mio interesse però era restituire le mie impressioni sincere e non così popolari su titoli importanti (e magari fornire pareri più positivi su titoli sottovalutati) allo scopo di fare qualcosa di diverso da una recensione entusiastica, ma di poco valore in quanto "inflazionata". Io il gioco l'ho giocato cinque volte, forse non abbastanza per padroneggiarlo a dovere, ma sufficienti a farmi una idea. Anche perché io gioco a vari titoli, non ho molto tempo per giocarli e se un gioco richiede 30 partite per essere apprezzato e compreso fino in fondo non è il Gdt che fa per me. L'ho capito che questo gioco premia il muoversi cauti e parati, ma questo attendismo l'ho trovato frustrante e a quanto leggo da alcuni commenti non sono il solo. Detto ciò, ben vengano tutte le riflessioni alternative e le critiche a quanto ho scritto, anche se alcuni toni mi paiono un po' troppo "sugli scudi" (stiamo parlando di Gdt, ogni opinione argomentata è lecita) e il dubitare del mio amore per gli american quantomeno eccessivo, visto che faccio della divulgazione di questo genere il mio obiettivo principale extra lavoro/famiglia.
Il gruppo è lì a testimoniare questo, lo sarà anche questa rubrica e qualche altra novità 😉

Bravo Alberto, bella idea e rubrica!

Rispetto le tue opinioni su Nemesis, ma concordo con chi non vede nel gioco i difetti che dici. Ho visto invece in varie partite giocatori che non hanno colto o non apprezzano lo stile di gioco che viene richiesto, che non è di spaccare tutto, ma di muoversi cauti, a coppie (perchè andar ognuno per sè nella prima parte del gioco è da folli), passando prima di finire le carte...

È per questo un american atipico, credo, e infatti spesso lo adorano anche giocatori che american non sono.

Che sia cinematografico, poi, non si discute... solo con lui mi è capitato di vedere attorno al tavolo, dietro ai giocatori, 10 persone in piedi a seguire l'ultima mezz'ora...

Dai video e commenti visti, la tua analisi mi ha convinto a prendere Nemesis: Retailation, più spara tutto, più nelle mie corde.

Sono contento della tua collaborazione anche perché, mi rivolgo alla Tana, la pagina Facebook "Giochi da Tavolo American" è uno dei pochi posti belli da frequentare su Fb (dove si trovano sempre interessanti giochi sui quali indagare...)

Bravo Alberto!

"L'eliminazione giocatore è ben calibrata, giungendo generalmente solo nelle fasi finali della partita"... a meno di pescare l'evento in cui i giocatori infetti muoiono immediatamente. Nell'ultima partita fatta siamo morti in due al terzo/quarto turno. Sarà pure molto tematico, ma avendo davanti ancora quasi due ore di partita, l'esperienza di gioco (come anche l'immersività) non ne ha giovato. personalmente mi ha lasciato l'amaro in bocca e la partita mi è improvvisamente sembrata uno spreco di tempo bello e buono. non lo giocavo da tempo e devo dire che l'ho rivalutato negativamente meditando di venderlo

Mille grazie per le tue belle parole, creare un "ambiente accogliente" ed interessante sul gruppo è proprio il mio primo obiettivo 😉

Secondo il mio modesto parere l'intenzione dell'autore era di ricreare il film Alien.. e ci è riuscito benissimo.. nei primi due film tradimenti ed eventi avversi (con morti a profusione) sono incessanti.. e questo Nemesis lo trasmette benissimo.

Va accettato x quello che è.. il controllo semplicemente non esiste.... Diciamo c'è al 10%.. non di più.. io tra Nemesis e lockdown avrò fatto 7/8 partite.. non ne ho ancora vinta una, ma ogni volta mi sono divertito tantissimo (e sono un germanista 😁)

Cmq bella rubrica! Complimenti 👏

Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito

Accedi al sito per commentare